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30-04-2010, 22:01
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#1
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Avanzato
Qui dal: Oct 2008
Ubicazione: à rebours
Messaggi: 397
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Di recente all'università parlo spesso e volentieri con un collega nel quale ho riscontrato più di un'affinità col mio carattere: intendiamoci, non è certo afflitto da una qualche forma di timidezza patologica, però non è il tipo in grado di tenere banco con più di due persone attorno e in più ho notato che abbiamo lo stesso modo di scherzare, di fare battute, di commentare gli eventi circostanti, oltre a un grande interesse in comune che facilita sicuramente le conversazioni. Inaspettatamente la settimana scorsa si è confidato con me sulla recente, brusca interruzione della sua love story e sulla sofferenza psicologica che ne è seguita.
Io vorrei tanto provare a stringere amicizia con questa persona (intendo andare oltre il buon rapporto di vicinato) ma ciò che più mi irretisce sarebbe dover affrontare l'argomento tempo libero&attività serali con particolare riferimento ai fine settimana, ovvero il Buco Nero per eccellenza (cit.)
Da un lato temo che fare certi ragionamenti mi condurrebbe su un terreno minato con ottime possibilità di saltare per aria facendo la figura del disadattato, dall'altro se evitassi l'argomento scabroso questa conoscenza al momento superficiale sarebbe destinata a finire nell'arco di due semestri accademici.
Per questi motivi non so cosa fare, mi sento bloccato ed impotente: di qui il titolo del topic.
Vi chiedo: secondo voi è così importante la questione del "dove, come, con chi me la faccio la sera" nel momento in cui si stringe un'amicizia?Come vi comportereste?Vuotereste il sacco o continuereste a sorvolare?
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30-04-2010, 23:51
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#2
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Ubicazione: Roma..ma vorrei essere altrove.
Messaggi: 3,149
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dipende con chi stai parlando...comunque di solito si,anche se cosi facendo si rischia di creare un perpetuo circolo vizioso.
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01-05-2010, 00:49
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#3
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Banned
Qui dal: Jan 2009
Messaggi: 495
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beh può sembrare strano, ma a volte c'è qualcuno a cui si è simpatici, a volte si piace a qualche donna, sono cose che possono capitare anche a una persona con problemi.... può darsi che per questo tuo compagno di università il fatto che tu non abbia una vita sociale non rappresenti un problema, che possa cmq frequentarti.
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01-05-2010, 00:58
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#4
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Banned
Qui dal: Apr 2009
Ubicazione: fatti miei
Messaggi: 253
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Quote:
Originariamente inviata da Vento-del-Sud
Di recente all'università parlo spesso e volentieri con un collega nel quale ho riscontrato più di un'affinità col mio carattere: intendiamoci, non è certo afflitto da una qualche forma di timidezza patologica, però non è il tipo in grado di tenere banco con più di due persone attorno e in più ho notato che abbiamo lo stesso modo di scherzare, di fare battute, di commentare gli eventi circostanti, oltre a un grande interesse in comune che facilita sicuramente le conversazioni. Inaspettatamente la settimana scorsa si è confidato con me sulla recente, brusca interruzione della sua love story e sulla sofferenza psicologica che ne è seguita.
Io vorrei tanto provare a stringere amicizia con questa persona (intendo andare oltre il buon rapporto di vicinato) ma ciò che più mi irretisce sarebbe dover affrontare l'argomento tempo libero&attività serali con particolare riferimento ai fine settimana, ovvero il Buco Nero per eccellenza (cit.)
Da un lato temo che fare certi ragionamenti mi condurrebbe su un terreno minato con ottime possibilità di saltare per aria facendo la figura del disadattato, dall'altro se evitassi l'argomento scabroso questa conoscenza al momento superficiale sarebbe destinata a finire nell'arco di due semestri accademici.
Per questi motivi non so cosa fare, mi sento bloccato ed impotente: di qui il titolo del topic.
Vi chiedo: secondo voi è così importante la questione del "dove, come, con chi me la faccio la sera" nel momento in cui si stringe un'amicizia?Come vi comportereste?Vuotereste il sacco o continuereste a sorvolare?
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Io sono sempre piu convinto che solo mettendo sul piatto della bilancia ciò che siamo (senza esagerare ovviamente), senza il timore di essere derisi o giudicati, potremo ottenere qualcosa. Diversamente, se si parte dal presupposto d'essere dei disadattati... c'è ben poco da fare (se non prenderne atto e rassegnarsi).
nb: vorrei ricordare ai presenti che molte patologie psichiatriche/psicologiche si evolvono s'una predisposizione genetica, ergo sono delle vere e proprie patologie... esattamente come una lombalgia o quant'altro... l'unica differenza sta nel fatto che non esistono ancora conoscenze e cure precise per per risolvere determinate situazioni... per "guarire". però è evidente che continuare a vedersi e ad auto definirsi come dei "disadattati", come dei "perdenti", come dei "falliti" etc etc... è semplicemente un modo errato e medievale di inquadrare le cose. se noi in primis le inquadriamo per quello che non sono, attraverso un retaggio culturale ormai obsoleto, come facciamo ad aspettarci che gli altri le inquadrino diversamente?!?!?!?
un fobico/ansioso/depresso o quello che vi pare è semplicemente una persona con delle problematiche che riguardano la sfera psicologica/psichiatrica... e queste problematiche non sono la conseguenza di una "pochezza" individuale, ma l'espressione di una patologia che inibisce ed invalida. piu' di quando si possa immaginare una persona senza queste problematiche.
per cui non è una COLPA essere questo o quello... o almeno, lo è quanto sarebbe una colpa avere una qualsiasi altra patologia/malattia fisica.
credo non sarebbe male se un giorno la società (e anche NOI) arrivasse a capire questa semplice verità, senza continuare a pensare per luoghi comuni, relegando le problematiche psicologiche nell'ambito della "poca voglia di fare" e della "scarsa volontà". (fare 8 ore di lavoro in una ditta... con zero energie fisiche e mentali addosso... è un fardello immane ed insopportabile per chiunque, a prescindere da quanto si possa credere ed immaginare. altro che semplice forza di volontà!)
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Ultima modifica di animanera71; 01-05-2010 a 01:03.
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01-05-2010, 00:59
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#5
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Avanzato
Qui dal: Feb 2009
Messaggi: 335
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Non sprecare questa possibilità e fottitene, in caso puoi essere vago e dirgli che preferisci uscire poco per qualche motivo. Però sei proprio sicuro che te lo chiederà?
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01-05-2010, 01:18
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#6
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Esperto
Qui dal: Jan 2009
Ubicazione: Roma
Messaggi: 2,603
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io mi aprirei cosi totalmente solo co la mi ragazza.
con gli amici si ma non del tutto.
ma di sicuro è dipeso dal fatto di aver sempre avuto amicizie di convenienza.
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01-05-2010, 01:24
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#7
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Messaggi: 825
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non raccontargli i fatti tuoi e non sviluppare il rapporto
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01-05-2010, 01:38
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#8
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Avanzato
Qui dal: Apr 2010
Messaggi: 351
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Quote:
Originariamente inviata da Vento-del-Sud
Di recente all'università parlo spesso e volentieri con un collega nel quale ho riscontrato più di un'affinità col mio carattere: intendiamoci, non è certo afflitto da una qualche forma di timidezza patologica, però non è il tipo in grado di tenere banco con più di due persone attorno e in più ho notato che abbiamo lo stesso modo di scherzare, di fare battute, di commentare gli eventi circostanti, oltre a un grande interesse in comune che facilita sicuramente le conversazioni. Inaspettatamente la settimana scorsa si è confidato con me sulla recente, brusca interruzione della sua love story e sulla sofferenza psicologica che ne è seguita.
Io vorrei tanto provare a stringere amicizia con questa persona (intendo andare oltre il buon rapporto di vicinato) ma ciò che più mi irretisce sarebbe dover affrontare l'argomento tempo libero&attività serali con particolare riferimento ai fine settimana, ovvero il Buco Nero per eccellenza (cit.)
Da un lato temo che fare certi ragionamenti mi condurrebbe su un terreno minato con ottime possibilità di saltare per aria facendo la figura del disadattato, dall'altro se evitassi l'argomento scabroso questa conoscenza al momento superficiale sarebbe destinata a finire nell'arco di due semestri accademici.
Per questi motivi non so cosa fare, mi sento bloccato ed impotente: di qui il titolo del topic.
Vi chiedo: secondo voi è così importante la questione del "dove, come, con chi me la faccio la sera" nel momento in cui si stringe un'amicizia?Come vi comportereste?Vuotereste il sacco o continuereste a sorvolare?
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fregatene! se ti ci trovi bene io ne approfitterei... al massimo prova a proporgli di venire a casa tua a studiare o di fare qualcosa insieme che appassioni entrambi..
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01-05-2010, 10:58
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#9
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Banned
Qui dal: Jan 2009
Messaggi: 495
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Quote:
Originariamente inviata da animanera71
un fobico/ansioso/depresso o quello che vi pare è semplicemente una persona con delle problematiche che riguardano la sfera psicologica/psichiatrica... e queste problematiche non sono la conseguenza di una "pochezza" individuale, ma l'espressione di una patologia che inibisce ed invalida. piu' di quando si possa immaginare una persona senza queste problematiche.
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parole sante....non c'è nessuna pochezza individuale, anzi, spesso ci sono delle gran doti nascoste, intelligenza, sensibilità, simpatia, ma è tutto nascosto dall'ansia, dalla paura degli altri, e non esce fuori, tutte qualità sprecate!! e ci sono altri si fanno tanto belli con quel poco che hanno, che fastidio che mi da questa cosa...
tra l'altro se le nostre doti non escono fuori, se non le facciamo conoscere agli altri, è come se non esistessero, ci convinciamo di non avere qualità, credo che questo sia un pensiero comune a molti su questo forum...
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01-05-2010, 11:05
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#10
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Banned
Qui dal: Apr 2010
Ubicazione: In Hell
Messaggi: 772
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Quote:
Originariamente inviata da animanera71
un fobico/ansioso/depresso o quello che vi pare è semplicemente una persona con delle problematiche che riguardano la sfera psicologica/psichiatrica... e queste problematiche non sono la conseguenza di una "pochezza" individuale, ma l'espressione di una patologia che inibisce ed invalida. piu' di quando si possa immaginare una persona senza queste problematiche.
per cui non è una COLPA essere questo o quello... o almeno, lo è quanto sarebbe una colpa avere una qualsiasi altra patologia/malattia fisica.
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quoto: prima si cambia mentalita`, prima si cambiano le abitudini
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01-05-2010, 11:56
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#11
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Esperto
Qui dal: Sep 2008
Messaggi: 652
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Complimenti Anima nera 71, il tuo post merita un 10 e lode, questa è l'unica strada per cercare di uscire dal problema
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01-05-2010, 15:57
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#12
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Banned
Qui dal: Apr 2009
Ubicazione: fatti miei
Messaggi: 253
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Quote:
Originariamente inviata da shady74
Sono d'accordo anch'io.
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.... partendo dal presupposto che certe problematiche sono meramente delle patologie (su predisposizione genetica), il passo successivo dovrebbe essere accettarsi e smetterla di farsi problemi per paura di essere giudicati/criticati. qualcuno che lo farà ci sarà sempre.. di sicuro... purtroppo il mondo va così! ma è assurdo farsi delle paranoie dle vittime di un problema siamo noi stessi. è forse colpa nostra se sussiste questa condizione genetica? è forse colpa nostra se certe esperienze (traumatiche) di vita ci hanno porta a ciò...? e se gli altri non sono in grado di capire... beh, peggio per loro... è un limite loro, non nostro. io ai miei miegliori amici ho sempre confidato tutte le mie difficoltà. non so fino a che punto le abbiano intese... però rimane il fatto che le conoscono, che mi accettano per quello che sono.. e che interagiscono con me tenendo conto di ciò.
nb: una persona con cuore ed umanità non ti volterà mai le spalle solo perché sei un ansioso, fobico o che altro. anzi, ti sarà ancora più vicina! per cui secondo me è ora di fregarsene di tutti gli altri e dei preconcetti popolari. è ora di fregarse di cosa possa pensare gente senza un briciolo di umanità e comprensione... STOP!
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Ultima modifica di animanera71; 01-05-2010 a 16:04.
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01-05-2010, 16:51
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#13
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Banned
Qui dal: Jul 2009
Messaggi: 678
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Quote:
Di recente all'università parlo spesso e volentieri con un collega nel quale ho riscontrato più di un'affinità col mio carattere: intendiamoci, non è certo afflitto da una qualche forma di timidezza patologica, però non è il tipo in grado di tenere banco con più di due persone attorno e in più ho notato che abbiamo lo stesso modo di scherzare, di fare battute, di commentare gli eventi circostanti, oltre a un grande interesse in comune che facilita sicuramente le conversazioni. Inaspettatamente la settimana scorsa si è confidato con me sulla recente, brusca interruzione della sua love story e sulla sofferenza psicologica che ne è seguita.
Io vorrei tanto provare a stringere amicizia con questa persona (intendo andare oltre il buon rapporto di vicinato) ma ciò che più mi irretisce sarebbe dover affrontare l'argomento tempo libero&attività serali con particolare riferimento ai fine settimana, ovvero il Buco Nero per eccellenza (cit.)
Da un lato temo che fare certi ragionamenti mi condurrebbe su un terreno minato con ottime possibilità di saltare per aria facendo la figura del disadattato, dall'altro se evitassi l'argomento scabroso questa conoscenza al momento superficiale sarebbe destinata a finire nell'arco di due semestri accademici.
Per questi motivi non so cosa fare, mi sento bloccato ed impotente: di qui il titolo del topic.
Vi chiedo: secondo voi è così importante la questione del "dove, come, con chi me la faccio la sera" nel momento in cui si stringe un'amicizia?Come vi comportereste?Vuotereste il sacco o continuereste a sorvolare?
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Da quanto hai scritto non dovresti avere molti più anni di me. Quanti anni hai e in che zona di bari vivi ??
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