allora...fino a ieri ripetevo in continuazione frasi del tipo il teatro non fa per me, io non so recitre seguendo un copione....cioè...mi impappino subito...a quel punto mi trovo meno a disagio nell'improvvisare senza un copione in mano...parlerò poco, ma almeno un "i criceti miagolano mungendo la mucca" o un "se sono rose fioriranno, se sono finocchi prevedo scintille i ncamera da letto" mi viene sul momento se sgombro la mente.
Credo che il mio problema a dialogare possa derivare anche da questo ed è per questo che sto riflettendo realmente sull'ipotesi di un corso d iteatro.
Infatti ho notato una cosa: ho detto a più riprese di sentirmi in parte estroverso e non quindi un solo introversone timido/poco loquace.
Credo di aver capito che la parte estroversa di me esce quando tengo la mente libera....quando sono carico....e infatti spesso al mattino quando ho la voglia di riniziare la giornata o alla sera se sono carico per una programmazione particolare...
ecco...quando riesco a sgombrare la mente escono le parole spontanee e soprattutto escono le battute...e le battute le ritengo importanti perchè sono una molla per aumentare la propria autostima vedendo i buoni risultati visivamente sul viso dell'altro.
Poi ho detto che sono poco loquace....che non riesco a parlare di banalità del tipo "cosa hai fatto ieri?"...ecco questo accade perchè in quella microfrazione di secondo credo che mi soffermo su tale pensiero.
Invece di esplicare immediatamente il concetto mi dico "chissà cosa avrà fatto la Laura ieri?"...ma in quella frazione di secondo già tutta la curiosità e svanita e non sento più il bisogno di chiederlo...tutto ciò si protrae sull'atteggiamento che manifesto e per questo poi arrivo a risultare poco loquace.
Mi ricordo di quando ero estroverso e ricordo che ero estroverso semplicemente perchè pensavo mentre parlavo: sputavo fuori ancor prima di intuire ciò che il mio cervello stava pensando.
Oggi, da introverso, non dico "ciao" se nel mio pensiero non ho già elaborato "dico a marco, ciao come stai?" e quindi se non ho elaborato già lo "stai" finale.
Da estroverso, invece ero capace di dire "ciao" anche se dopo non avevo ancora elaborato nulla...magari mi ero fermato al "come"...e quindi ci avrei potuto mettere un "va" o un "te la passi" a seconda di cosa usciva dal cervello in quel momento.
Oggi se penso di dire a quella persona "ciao come te la passi...." dico quello e so già che dirò quello appena ho esplicitato il "ciao".
Dunque la proposta del corso di teatro...
come detto ipotesi sempre scartata perchè a ricordarmi copioni a memoria non ci so fare proprio...è già tanto se mi ricordo il nome della persona che ho davanti solitamente; e se devo imparare qualcosa a memoria ci metto secoli e probabilmente senza nemmeno rendermene conto attuo certamente modifiche:
se il pezzo ipotizziamo che sia "mi immobilizzo i tuoi occhi perchè è intrigante vosservare il riflesso delle stelle che si addormentano nel cielo"; è probabile che esca dalla mia bocca (se sto seguendo un copione mettiamo di anche sola mezza facciata) come un "mi fisso suoi tuoi occhi perchè è intrigante cercarne il riflesso delle stelle che si addormentano..."
Però sono molto interessato dall'idea di poter reimparare l'arte dell'improvvisazione: ho letto diversi manifesti di corsi di teatro in cui insegnano a recitare e a improvvisare.
Voglio imparare a svuotare la mente come facevo un tempo e a concentrarla solo sul discorso in modo attivo.
Cioè sentire la persona davanti dire "cane" e rispondere "oh oh oh chihuaua....po po po po chihuauaua" (per chi non la conoscesse la canzoncina di dj Bobo di qualche estate fa); cioè reagire in modo immediato alle parole dell'altra persona.
D'altro canto la fermezza nel rispondere non mi manca: le stesse risposte che ho dato in questo post "po po po chiuauaua" e "se sono finocchi prevedo scoppiettii in camera" sono state scritte di getto senza pensare....si può dire che sono state "scritte estroversando".
Ciò vuol dire che al mio interno la prontezza nell'elaborare non manca. Questo è già un punto fondamentale.
Non fossi capace di elaborare una risposta immediata direi "pazienza...ho il cervello lento".
Dal momento che mi rendo conto che a mente libera e serena so esercitare un ruolo attivo (anche nella vita di tutti i giorni le poche volte in cui ho avuto la voglia di estroversare) nel gioco della conversazione vorrei reimparare l'arte di compiacersi dei discorsi anche banali come facevo un tempo.
Tante volte negli ultimi tempi mi sono detto: io sono diventato poco loquace perchè non trovo comprensibile aprire bocca per parlare di banalità come fanno gli altri del livello di "ho visto la parrucchiera che aveva i brillantini alle labbra" o "ieri sera siamo andati a mangiare una pizza".
Vero. Però ora mi sono reso conto che il concetto in sè è banale, ma per me una volta non era così banale....le dicevo anch'io ste cose...
perchè? perchè era il modo in cui le dicevo che non era quasi mai banale.
Dovevo dire "ho visto la parrucchiera ecc...ecc...."
e allora dicevo "oh non sai cosa ho visto ieri....pazzesco! la mia parrucchiera aveva un rossetto con i brillantini....sembrava una via di mezzo tra una che si è mangiata il trucco di Platinette ed una in menopausa con le speranze di papparsi un bel giovanotto".
Ecco anche questa frase mi è venuta di getto scrivendo.
Probabilmente qualcuno di voi la valuterà come una frase idiota; altri come un'uscita brillante...
Notato la differenza? tra la prima banale "la parrucchiera aveva i brillantini" e la seconda?
ecco. Negli ultimi anni mi sono abituato a pensare in modo molto concreto...parrucchiera + brillantini? come notizia serve concretamente a qualcuno per il proseguire della vita? No.
Ottimo inutile.
Negli ultimi anni mi sono dimenticato di un aspetto importantissimo della vita, di ciò che mi spingeva nei primissimi anni della mi adolescenza a vivere da estroverso: l'amore nello stare insieme.
O meglio l'ho vissuta in maniera totalmente differente: amo stare insieme agli altri, ma farlo esponendo solo ciò che è concretamente utile.
"Attento all'auto", "come è andata la verifica (raro...perchè solitamente pensavo "chissene? è andata come è andata....ormai quel che è fatto e fatto e parlarne non cambia nulla....")", "ciao", "ci vediamo domani" e poco altro.
Ma l'amore per interagire con l'altro?
Io mi sono soffermato sull'aspetto più concreto (facendolo passare anche per qualcosa di superiore e sublime...): mi basta un abbraccio, uno sguardo e poi si può rimanere in silenzio.
No. Le persone amano sentirsi ascoltare e ascoltare; amano chi riesce a farle sorriderle come facevo io un tempo, chi ama esporsi all'altro.
TROPPO SEMPLICE
IO in questi tempi ho preteso che le persone venissero da me giusto perchè ero io....vivendo quasi di rendita su ciò che SONO STATO....per un mio sguardo....un mio abbraccio...
Si...ma dopo l'abbraccio...dopo lo sguardo? il silenzio totale?
Non è giusto. Negli ultimi mesi sono quasi andato fiero di essere diventato più introverso e riflessivo e invece forse è quasi un atteggiamento egoistico (nascosto dietro ad un falso altruismo/benevolismo e sensibilità).
Dunque soprattutto per affinare l'arte dell'improvvisazione perchè recitare più di tanto non mi interessa....anzi mi interessa anche la recitazione nel momento in cui si abbina la recitazione al gioco.
Esempio? esempio essere tra amici/e e fingere di essere prima una "mamma" che cerca di far sorridere il proprio bambino con tutte le moine e le smorfie del caso e poi impersonificar eimmediatamente il bimbo dicendo "mamma....tette grandi...io succhiare latte da te"
Ecco: la situazione la si può fare improvvisando dal nulla e inventarsi la scena momento per momento o viceversa partire con preconcetti già configurati.
Esempio? esempio le frasi che ho scritto in questa discussione:
quella dei "finocchi" (senza offesa per chi fosse omosessuale ovviamente....fa parte della goliardia teatrale immagino), o la scenetta del bimbo che dice con la vocina "mamma....tette grandi".
Ecco queste sono già frasi che potrebbero esser erinchiuse dei cassetti della memoria per poi essere ritirate fuori nel momento giusto (come fossero appunto tanti piccoli copioni).
Per intenderci....un "buona la prima" di Ale e Franz l'avete mai visto su mediaset?
Ecco quelli sono i risultati della mia precedente estroversione, quelli sono i risultati di uno che è bravo un minimo ad improvvisare...
E quindi direi che sì....mi sto davvero avvicinando all'idea di provare un qualche corso teatrale.
Quindi a questo punto domanda:
qualcuno di voi l'ha già provato a fare? differenze tra prime e dopo (le immagino....ma tanto per parlare un po' :P)
E soprattutto: qual'era il range di età che avete trovato? perchè la sensazione credo sia differente se chi hai davanti sono tutti coetanei (non so.....18-20enni), viceversa tutti 70enni, o ancora tutti 50 enni, o un po' 20enni e un po' 40 enni....o magari qualche 15enne...
Insomma solitament econ che gente si ha a che fare?
Altra domanda (di cui purtroppo immagino già la risposta): esistono corsi in cui non sussiste il versamento di una quota di partecipazione/pagamento? insomma un qualche corso gratuito? voi avete messo soldi? quanti? sapete com'è...uno studente i soldi non li trova facilmente da nessuna parte se non va a rubarli.
Tecnicamente (domanda che vale ovviamente per chi ha fatto qualche corso) in cosa è consistito il corso che avete fatto? qual'era il "programma" che solitamente svolgevate? il lavoro che c'era dietro? su cosa? argomenti? trucchi acquisiti?