Come hanno agito i continui e reiterati momenti di emarginazione, disconferma, discriminazione, solitudine, incomunicabilità, debolezza, sopraffazione (marcata ed esplicita o nascosta e lieve), ecc sulla vostra sensibilità?
Ci sono due reazioni più frequenti, credo:
1)
L'ipersensibilità. La soglia di sopportazione a quelle che sono o vengono sentite come ingiustizie diventa particolarmente bassa. Dopo anni e anni non si tollera più niente, neanche un vago accenno di atteggiamento scorretto o disconfermante da parte degli altri. Se faccio una domanda per due volte e non mi rispondi, ignorandomi, mi incazzo e ti grido in faccia.
"Osi farmi il solletico? Ti stacco la testa con una katana"
2)
Lo sviluppo della corazza cinica. Si sviluppa lentamente nel tempo un'armatura impenetrabile a qualunque cosa. I soliti piccoli "soprusi" a cui è soggetto il timido non fanno più alcun effetto, tanto si è abituati. In una data situazione tutti sono contro di me e mi danno addosso criticandomi? Non mi fa né caldo né freddo: continuo per la mia strada con assoluta faccia di tolla, sbattendomene del disprezzo altrui e perseguendo i miei obbiettivi personali. Vengo escluso palesemente a causa di ragioni sociali? E' il destino, tanto nella vita ho subìto ben altro: ci sono abituato.
Hai dei problemi e mi chiedi aiuto? Cavoli tuoi. Potevi essere più rispettoso verso di me in passato, quando ne hai avuto l'occasione: adesso arrangiati.
E' ovvio che nel caso (1) c'è pericolo di passare per bisce incazzate disfunzionali nevrasteniche, e nel caso (2) c'è pericolo (anzi quasi la certezza) di passare per persone ciniche, opportuniste e meschine.
Voi che reazioni avete sviluppato? Ricadete più nella 1 o nella 2 ?
Edit: come fatto notare, le due opzioni non si escludono per forza a vicenda, e ovviamente sono entrambe "soluzioni" disfunzionali.