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Vecchio 25-04-2004, 15:50   #1
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Sinceramente neanche io credo che sia possibile convivere con la fobia sociale!
Puoi farlo per un certo periodo forse, ma prima o poi ti stanchi di condurre un'esistenza da eremita (che è il primo effetto della malattia!).
Abbiamo tutti un punto di rottura credo; c'è chi lo raggiunge prima e chi dopo, ma prima o poi ci si stanca di lasciarsi condurre dalla corrente e si prendono in mano i remi e si comincia a remare!
Sicuramente si fa più fatica di una persona "normale" questo è ovvio, ma anche noi dobbiamo dare un senso alla nostra esistenza.
E comunque credo che già il fatto che ci si trovi su questo forum a parlarne sia un indizio del fatto che questo schifo di esistenza fatto di rinunce continue ci va stretto.
E' il segnale che indica che c'è la volontà di uscirne.

O no?
Vecchio 12-05-2004, 20:39   #2
Banned
 

Scusate se riesumo questo post. :lol:
Secondo me non basta la volontà per uscire. Bisogna anche essere propositivi e non mi pare che in questo forum si parli di questo.
La domanda non è se si può o non si può convivere con la fs (la risposta sarebbe banale e scontata, ovvero "sì" basterebbe accettarsi come si è), ma: "cosa sto facendo per risolvere CONCRETAMENTE la mia situazione?". Scrivi che frequenti solo tuo cugino sociofobico e un po' misantropo e sinceramente non mi pare che questo possa essere di grande aiuto. Anzi mi sembra un po' limitante perché non consente il confronto con gli altri. Non hai un amico/a con cui uscire? Se nella malaugurata ipotesi non ne avessi nemmeno uno/a, allora dovresti porti quest'altra domanda: "come mai sono arrivato alla mia età (che ignoro) senza avere costruito delle amicizie?". Per la fs? Io non lo credo. Per quanto uno possa essere timido e introverso o poco disposto verso gli altri, le occasioni per "legare" nella vita di una persona ce ne sono parecchie: scuola, lavoro, eventuali attività hobbystiche o sportive, l'intorno nel quale vivi. Dipende da te cogliere le occasioni che la vita ti presenta per tessere nuovi legami. L'isolarsi, l'allontanarsi da tutto e da tutti, l'abbandonarsi fatalistico al caso o al destino, come se non avessimo la facoltà di decidere di noi stessi, come se fossimo burattini i cui fili sono tirati da chissà quale forza oscura, non mi paiono buoni rimedi per iniziare a risolvere i propri problemi.
Trovo infine un po' sconcertante che tu veda la situazione di una persona trascinata nell'abisso della droga migliore della tua. 8O

insider
Vecchio 13-05-2004, 20:13   #3
Eco
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Ciò che mi colpisce del tuo messaggio è la non vita, la passività e la non intraprendenza. Con la quale mi rispecchio. Leggo sempre più spesso, anche in altri siti sulla fs, la parola non vita.
Fobia sociale, sarebbe fobia della società, cioè della vita e della realtà. La fobia, o meglio prima di essa, la paura, è una insicurezza. L'insicurezza di affrontare la vita, magari perchè non si hanno i mezzi per farlo. Oppure per tutta una serie di motivi e circostanze negative.
Ciò che più conta, però, è il presente. Il passato è passato. Giriamo pagina e ricominciamo. Senza paure e insicurezze.
Vecchio 13-05-2004, 21:31   #4
Guest
 


Beh molto probabilmente sei rimasto solo, perché la solitudine non ti pesava. Se avessi sentito veramente la necessità di amicizia credo che non ti saresti lasciato sfuggire occasioni per farla. Però l'inazione è la peggiore delle soluzioni. Ma posso capirti perché pure io ho passato lunghi periodi abbandonandomi al pessimismo più nero. E' chiaro che certi pensieri, certe idee devono maturare dentro di te. Per questo ci vuole un tempo indefinito. Però ad esempio a me ha aiutato molto a prendere sicurezza in me stesso l'amicizia con un compagno di studi che aveva un carattere simile al mio, ma portato con "fierezza". Ovvero non si faceva problema di essere timido, per lui era una cosa naturale e non negativa. Col tempo ho capito poi che ogni carattere ha i suoi pregi e suoi difetti e ti dirò oggi non invidio per niente un tipo estroverso. Inoltre molta della mia timidezza l'ho persa proprio in virtù della sicurezza acquisita.

Posso capire quando dici che una qualsiasi vita sarebbe meglio della tua, arrivando ad “invidiare” il drogato per il semplice fatto che lui è riuscito ad esprimere ed esplicitare il proprio disagio, mentre tu appunto hai scelto il ritiro “strategico” e la non esposizione condannandoti ad un eremitaggio sterile e privo di prospettive. Però considera una cosa e cioè che tu hai avuto la forza di carattere di non cadere in un abisso del genere che alla lunga sarebbe più distruttivo.

insider
Vecchio 15-05-2004, 21:17   #5
Banned
 

[quote]Ciò che più conta, però, è il presente. Il passato è passato. Giriamo pagina e ricominciamo. Senza paure e insicurezze.[quote]

Hai detto poco!!!
Cambiare nn è come girare la pagina di un libro, ci vuole tanta forza, ma tanta.
Io x esempio, come già ho avuto modo di scrivere, sono attratto dalla vita, dal fare, dal conoscere e sperimentare, ma allo steso tempo sono terrorizzato di provare qlc di nuovo, ho una paura che mi blocca in tutto...e sempre ogni giorno mi ripeto: "se nn faccio nulla sarà sempre + dura, dai buttiamoci tanto peggio di così" eppure eccomi qua anch'io a 23 anni a nn fare niente e a sprecare i miei giorni migliori così a piangermi addosso.
Si dice che chi si riduce così è solo perchè lo vuole lui, ma nn è vero, almeno nn sempre! io vorrei davvero avere una vita, ma la tremenda paura mi blocca....essere intraprendenti è 1 conquista nn da poco, anzi è l'obiettivo ultimo di un timido/sociofobico o come volete.
Molto dipende anche da quanto "giro" si ha intorno, voglio dire x es io ho 3 amici in tutto e di solito quello che vuole fare 1 all'altro nn va bene e via così...bene ora ditemi voi messi così come si può pensare di fare qlc!!e chi si ritrova solo o quasi ha ancora + problemi perchè nn c'è qlc che lo tira, ma deve essere lui stesso a darsi la spinta e questo per 1 persona nn estroversa è un grandissimo ostacolo, il rischio è che ci si blocchi ancora di +! conoscere nuove persone, iniziare qlc lavoro part-time mentre si studia così anche x entrare nel movimento, rappresenta x 1 persona introversa 1 grande attrattiva, ma chi ha il coraggio poi di portarla in fondo? è la paura che ci blocca, paura di come andrà...ma così nn si inizia mai e il tempo passa! il + è iniziare, il resto vien da sè...ma come fare a superare l'ostacolo iniziale??

p.s.: mi scuso x la lunghezza e per la caoticità del discorso ma mi sn lasciato prendere.. 8O
Vecchio 15-05-2004, 21:43   #6
Eco
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per quanto riguarda la mia esperienza, l'introversione troppo accentuata, staccato dalla realtà. Adesso faccio molta fatica a riprendere questo contatto. Se voglio usire da questo tunnel tremendo, devo ritornare nella realtà. Il tunnel è un luogo irreale, immaginario. I fantasmi non sono reali, sono paranoie. I presunti giudizi cattivi, le umiliazioni, ecc. sono solo fantasie. Riprendersi la realtà, significa capire la differenza tra fantasia e realtà, tra introversione (inconscio), ed estroversione (realtà). Vabbè sto dicendo cavolate, però credo in ciò che dico, perciò mi accontento. D'altronde se il mio peniero è caotico, schizofrenico, vuol dire che sto ragionando poco..
Vecchio 15-05-2004, 21:47   #7
Eco
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non vorrei offendere i socialfobici dicendo che il loro pensiero malato ha qualcosa di schizofrenico. Se lo dico, è perchè sto comiciando a capire qualcosa sulla mente.
Vecchio 16-05-2004, 14:59   #8
Banned
 

provate x esempio a fare come faccio io,quando vedete in giro,tipo a scuola dei conoscenti,invece di passargli accanto e far finta di non vedere,fermatevi,fate gli interessati,iniziate così,sara' poco,ma vi assicuro che puo' diventare piacevole,anche se son persone che a voi non stanno troppo simpatiche,tanto vi serve x aprirvi di piu!poi poco alla volta iniziate a rompere un po' le scatole a chi non conoscete,chesso'chiedere qualunque banalita',fare un saluto in piu al prof.una battuta fuoriluogo,senza pensare troppo a se e' andata bene,o se cela fate,fatelo e basta,poi non pensateci piu..
e' un punto di partenza che credetemi e' un giochetto che vi aiutera!
Vecchio 16-05-2004, 16:22   #9
Guest
 

>Si dice che chi si riduce così è solo perchè lo vuole lui, ma nn è vero

E invece è così. Qualcuno forse t'impedisce di uscire di casa? Di fare nuove conoscenze? A meno di non essere privati della propria libertà l'agire e il fare dipende da te e da nessun altro. Altrimenti dimostrami il contrario e cioè che l'agire dipende da una volontà esterna a te stesso.

>io vorrei davvero avere una vita, ma la tremenda paura mi blocca....

E come pensi di vincere le paure? Se non ci si sforza di definire nel concreto queste paure è un po' difficile trovare il modo di superarle. Allora tutto rimane vago e indefinito e ci si muove in un labirinto senza trovare modo di uscirne.
Vecchio 17-05-2004, 12:45   #10
Banned
 

sara' che al nord la gente e' piu chiusa nel suo guscio,ma io mi sto sforzando da un po' di socializzare,di dire una parola in piu di una in meno,di essere disponibile e meno frettoloso,ma son sempre tutti di corsa,ognuno ha il suo dafare,anche se aspetto qualcuno,mi fermo con lui,non riesco proprio ad integrarmi con qualcuno di nuovo.molti hanno gia' gli amici,la compagnia con la quale esce,insomma neanche se mi sforzo riesco a concludere qualcosa.

che fareste voi al posto mio?oggi x esempio mi son fatto dare il numero di tel da una nuova amica a scuola,ma come faccio a usarlo se con tutta la mia gentilezza di tenerle compagnia nella mattinata,quella sen'e'andata via senza aspettarmi?eppure dovevamo andare tuttedue in un'altro stesso edificio e io ero solo.
e quando le chiedi come passa i pomeriggi ti risponde vagamente "con i miei amici.." e ovviamente come al solito sene frega di rigirarti la domanda a te..


sapete,dopo che fai così con due o tre persone,la voglia di socializzare e far nuove conoscenze credetemi passa..
..e la gentilezza e tutto il resto non servono a nulla..

pikkolo80
Vecchio 17-05-2004, 17:51   #11
Banned
 

le amicizie valgono doppio se abitano a due passi da te,ma,purtroppo abito in una zona della mia citta' dove ci son solo vecchietti!e x giunta a scuola abitano tutti in provincia e cmq molto lontani da me!
Vecchio 23-05-2004, 22:56   #12
Guest
 

Se consideriamo che la maggior parte dei problemi psicologici nascono da un modo distorto di vedere le cose l'idea di avere per amici solo altri sociofobici come dice francesco mi sembra un modo inutile di ghettizzarsi. Sembra che per te solo fra "malati" ci si possa capire e comprendere o aiutare. Secondo me faresti meglio a conoscere e frequentare persone che non hanno problemi di questo tipo.
Poi dici che a 23 anni è difficile fare amicizia. Ma quando mai? certo che se rimani nel tuo guscio, nel tuo isolamento o peggio ti ghettizzi non vedo come tu possa instaurare dei legami con gli altri.

Mi piacerebbe ogni tanto leggere dei messaggi capaci di far vedere le cose in una luce diversa, più positiva, più propositiva, ma vedo che la musica che si suona qui è sempre quella. Comincio a capire che questo forum non ha nulla da darmi.

Ma non capite che se non inziate a vedere le cose in una prospettiva diversa non ne uscirete mai?

Insider
Vecchio 24-05-2004, 15:48   #13
Guest
 

Beh io volevo far capire che è necessario vedere la realtà non sempre in negativo, sforzandosi di cambiare punto di osservazione nell'analizzare i fatti e le situazioni che ci capitano e, se caso, rivedere le nostre "certezze".

Tanto per farti un esempio banale. Hai affermato ad esempio che a 23 anni è difficile fare amicizie perché ognuno ha già una vita affermata. Allora io mi chiedo: puoi dimostralo? Conosci così a fondo il mondo e le vite degli altri per affermare ciò che scrivi? Io penso proprio di no perché le amicizie si possono fare a 20 come a 30 e potrei portare mille esempi che lo dimostrano. L'età c'entra poco. C'entra la volontà di crearsi nuovi legami. Allora proviamo a vedere le cose in una maniera diversa. Io non ti conosco perciò prendila solo come una ipotesi.
Non è che forse, sotto sotto, hai poca voglia o nessuna di conoscere persone perché stai bene da solo e quindi cerchi una giustificazione, un'alibi per non agire. E' come se dicessi: " è del tutto inutile che mi dia da fare per conoscere nuova gente a 23 anni: è troppo tardi; l'unica è trovarmi altri come me".
Potrei farti altri esempi. Potrei rivoltare come un calzino tutte le cose che hai scritto in questo forum, confutarti parola per parola e dimostrare tutto l'opposto di quel che affermi. :lol: vuoi mettermi alla prova?

Vuoi un'altra dimostrazione? Un ragazzo scriveva tempo fa che nonostante i suoi sforzi un paio di ragazze che tampinava non l'hanno cagato. Ma il signorino non ha pensato ad esempio che magari non l'hanno cagato semplicemente perché non suscitava simpatia alle due donzelle o semplicemente perché avevano mille cazzi per la testa in quel momento per non cagarlo? Cos'è vogliamo essere simpatici ed amati a tutti? Allora un modo di vedere alternativo e positivo è proprio questo: non mi hanno cagato per mille motivi che non posso sapere. Ed è perfettamente inutile che mi crucci sul perché o che mi deprima; troverò altre persone a cui risultare simpatico.

:lol:

insider
Vecchio 24-05-2004, 19:48   #14
Guest
 

La tua esperienza è appunto solo la TUA esperienza. Il tuo vissuto potrebbe essere poco significativo per trarre le considerazioni che trai. Quindi probabilmente è difficile per te, ma non per altri, molto probabilmente perché fai una vita che non ti consente di conoscere tanta gente o per milli altri motivi che io non conosco, ma che se fossi in te analizzerei bene.
Vecchio 25-05-2004, 19:50   #15
Eco
Principiante
L'avatar di Eco
 

Trovo molto positivo il ragionamento di Insider. Mentre mi reddo conto del negativismo di alcuni che assomiglia molto al mio. In particolare quando vedo tutti i lati negativi, sottovalutando quelli positivi. Ciò che mi colpisce di questa discussione è proprio il negativismo e anche, l'evidenza esposta da insider, quando dice che da soli si sta bene.
Ecco, personalmente, quando sono solo sto molto bene. Quando sono in compagnia sto male. Penso che il negativismo e la distorsine cognitiva, in negativo, vada analizzata partendo da quest'ultimo punto: perchè sto male con gli altri? Non è certo per depressione o schizofrenia, semmai queste sono una conseguenza (sempre che si presentino, e comunque non sono le depressioni e psicosi vere e proprie).
Star male con gli altri, può avere tante ragioni, che andrebbero valutate singolarmente e per ogni diverso soggetto. Una di queste motivazioni è quella che ha detto insider: voler piacere agli altri, ossia, temere di non piacere, vissuto con molta sofferenza
Vecchio 26-05-2004, 23:17   #16
Guest
 

>Certe volte però mi pare che ti sfugga il concetto primordiale da cui >tutto ha origine ovvero che sono “vittima” di un disagio psicologico >assurdo e paradossale che tarpa le ali della volontà

Questo ragionamento tradisce l'intima convinzione che tu non possa far nulla in quanto il problema nasce da cause esterne, indipendenti dalla tua volontà. Ma se sei vittima, non puoi che esserla di te stesso e del tuo modo di pensare. Anche ammettendo che ci sia una base organica alla fobia sociale è innegabile anche una componente psicologica che contribuisce. Se sulle cause organiche c'è poco da fare (ognuno nasce com'è, con la propria combinazione di geni), molto si può su quelle psicologiche.
Tu stesso ammetti d'essere insicuro, ma come pensi possa venirti la sicurezza? come per magia? d'incanto? se nel confronto con gli altri, vedi in te stesso solo i difetti e negli altri solo pregi, è un po' difficile che tu possa acquisire sicurezza col tempo. Poi certo mica tutto questo avviene dall'oggi al domani, occorrono anni, ma l'importante è iniziare, cercando di coltivarsi, di valorizzarsi, di fare esperienze relazionali, senza farsi scoraggiare troppo dai fallimenti (che sicuramente potranno esserci).



>È su queste paure, su questo disagio che bisogna puntare… troppo facile >dire "fai una vita di società e miracolosamente troverai tanti amici". E i >miei cinque anni di università dove li metti? Com’è che non ho trovato >nessun amico?

Ah io non lo so, puoi saperlo solo tu. Dici che vuoi, ma non fai nessuno sforzo per volerlo. E come pensi di farti degli amici? Se materialmente non parli con nessuno, dimmi tu come puoi farti degli amici. Mica piovono dal cielo. La fobia sociale t'impedisce di parlare con chiunque? Possibile che in 5 anni tu non abbia trovato nessuno con cui uscire per un cinema, una pizza, un gelato? Insomma io non ci credo, dovresti essere autistico o muto.


>Che senso ha aver paura di uno stronzetto che passa urlando su una >motocicletta e ingobbirsi dal terrore come uno scemo? Sai spiegarmelo >tu per caso il perché?

Paure, paure, paure. Ma dovresti specificare che paure sono. Paura che ti succeda cosa? A me riesce difficile capire questa paura del tipo in motocicletta. Non ne vedo il senso. Spiegamelo se ci riesci.


>E mi danno l’anima a ripensare a tutte l’opportunità che ho davvero >gettato al vento! Non so cosa sarebbe capitato se le avessi colte, se >fossi riuscito a sconfiggere le paure e ad approfittare delle occasioni, >magari forse non sarebbe cambiato niente, ma sicuramente avrei avuto >almeno meno rimorsi di adesso…

Mamma mia ma come sei fatalista! 8O Parli come se ormai fosse tutto perduto e fossi arrivato in punto di morte! Ma non c'è una età per inziare a cambiare o trovarsi degli amici. Io ne ho avuti vari nel corso del tempo. Gli amici si trovano, si perdono, si ritrovano...
Il tuo problema anche leggendo questa email (intrisa di negatività) è che sei sempre rivolto al passato nei tuoi ragionamenti. Potevo, dovevo...quanti rimpianti! E' ora che devi agire! A 23 anni devi ancora vivere tutto e parli come se fossi in pensione!

insider


ad eco risponderò un altro giorno non ho tempo ora :lol:
Vecchio 27-05-2004, 18:57   #17
Guest
 

riporto alcune tue significative frasi :lol:

>Rivolgersi al passato è utile per conoscere i propri errori e per non >commetterli più...
>c'è un grande e infinito rammarico aver visto tanti anni sprecati, tu forse >non lo avresti al posto mio...?
>E mi vien da ridere a pensare che è tutta colpa mia, perché il momento >di agire era quando si avevano tredici o quattordici anni, quando si era >ancora ingenui, quando si aveva ancora un poco di incoscienza e >quando
>ancora non si aveva tutta questa zavorra mentale, così inestricabile

Siamo ragionevoli, che rimpianti seri puoi avere a 23 anni? Stai studiando, non sei indipendente, non sai ancora cosa ti aspetterà dopo gli studi, che lavoro andrai a fare; probabilmente devi ancora fare esperienze sentimentali di un certo rilievo e ti preoccupi di scelte ed errori che avresti commesso a 13-14-16 anni??? E cosa si potrà mai decidere a 13 anni di così fondamentale da rovinarsi la vita per tutto il resto dei propri giorni??? Il nuoto al posto del tennis? Il kinder al posto del pinguì? :lol:
Scusa l'ironia, ma per farti capire che drammatizzi troppo. Hai ancora un sacco di tempo per scegliere e cambiare, non vedo cosa ti freghi
dei 13-14-16 anni.

Come ho raggiunto questa lucidità? Beh io sono sempre stato molto razionale come persona e concreta, ma non credo basti a spiegarlo. La lucidità si raggiunge crescendo, facendo esperienze e non certo standosene da soli a rimuginare le mosse da fare. Quindi ci sono state amicizie, relazioni, conoscenze, brevi esperienze lavorative e quant'altro
che mi hanno fatto capire e maturare certe idee, che mi hanno reso più consapevole di me stesso, delle mie potenzialità e dei miei limiti, di quello che posso e che non posso aspirare.
Ovviamente non ho tutto risolto, ma guardandomi indietro vedo un'evoluzione che molto probabilmente non ci sarebbe mai stata se non avessi in qualche modo agito.
Il tutto però è avvenuto naturalmente, non è che a tavolino mi sono messo a studiare le mosse da fare e poi sono sceso in strada a provare. Una cosa ne trascinava un'altra e così via...anno dopo anno...
per questo dico che qualsiasi esperienza è sempre meglio dello starsene troppo da soli e inermi a pensare.
inoltre bisogna cercare di essere realisti e non pretendere di rivoltare come un calzino il proprio carattere dall'oggi al domani.
non è scritto da nessuna parte che essere timidi o arrossire qualche volta sia in sè negativo. Bisogna anche accettare quelli che sono i nostri tratti caratteriali e farne un punto di forza e non di debolezza. O pensi che tutti gli altri siano perfetti?

E ti dirò che a distanza di qualche anno, ho rivalutato anche una psicoterapia che sul momento pensavo non mi avesse dato niente. Eppure questo psicoterapeuta (del servizio pubblico), un tipo molto concreto,
che tra l'altro mi liquido' dopo qualche mese dicendo che potevo cavarmela da solo e che all'inizio trovai frustrante in quanto confutava tutto quello dicevo, mi ha aiutato a capire che, come ho già avuto modo di dire, spesso interpretiamo le cose che ci capitano in modo distorto o errato; e che partendo dalle stesse premesse e osservazioni si possono arrivare a conclusioni opposte. bisogna sforzarsi di guardare le cose in modo diverso e non sempre e solo in un verso, che guarda caso poi è sempre quello negativo.

Riguardo al tipo in motocicletta a tutto c'è una causa e una spiegazione. Io non sono certo uno psicologo, ma non ci vuole una laurea per capire che evidentemente il motociclista o la motocicletta rappresentano per te qualcosa d'importante cui probabilmente aspiri o invidi.
Sarebbe interessante sapere come te lo immagini uno in moto. Pensi che sia più "figo" di uno che va in bici? O che si "cucchi" di più? Come puoi sentirti giudicato inferiore (meno intelligente? meno scaltro? meno bello? o che?) da uno scemo in moto che ti urla dietro?
Razionalmente non hai pensato che potrebbe avere più sfighe delle tue? magari lo pensi, ma non ne sei convinto questo è il punto.
Non basta saperle le cose, bisogna convincersene e mi rendo conto che non è facile.

Insider
Vecchio 28-05-2004, 19:51   #18
Guest
 

Quote:
Originariamente inviata da Francesco
ma si può sapere poi chi sei tu?
se posso permettermi di chiedertelo... che ci fai qui?
Mi ero scordato di rispondere a queste tue domande :lol:

E chi dovrei essere secondo te? Sono uno con le fobie sociali come tutti quelli che stanno in questo forum :lol:

Che ci faccio? pensavo di confrontarmi con persone col mio stesso problema, visto che nella mia vita non mi è mai capitato d'incontrarne o per lo meno nessuno me l'ha mai confessato. Però vedo che tutti parlano in modo generico delle loro paure e quindi diventa difficile capire quali sintomi coincidono con i miei e quali no.
Personalmente ti potrei dire che ho una varietà di sintomologie che a seconda dei periodi e dell'umore si acutizzano o si attenuano. un bel mistero :roll:
Diciamo che i problemi maggiori li trovo in ambito lavorativo. Mi capita ad esempio di dover spiegare a della gente (evento che mi causa 2 litri di sudore e palpitazioni a non finire) e mi è capitato di perdere lucidità nell'esposizione...insomma una volta una mi fece una domanda alquanto banale, ma preso in contropiede ho sparato una cazzata che sarei sprofondato! Eppure la risposta la sapevo benissimo, ma ero nel pallone e mi uscivano dalla bocca parole che non avevo pensato. Insomma ho pestato una bella merda diciamo. E che potevo fare? Ho fatto finta di niente, probabilmente quella manco si ricorda dell'episodio. Il problema tuttavia si ripresenta ogni qualvolta uno mi fa delle domande specie di tipo professionale, ma mi è capitato anche in situazioni non professionali.

Sarebbe interessante se qualcun altro specificasse nel dettaglio i propri sintomi e sapere se a tutti quelli che s'ingollano tonnellate di pillole i sintomi cessano oppure si attenuano soltanto. Lo chiedo perché io non prendo nulla.

insider
Vecchio 29-05-2004, 13:30   #19
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Francesco
Nel sondaggio sul rimedio migliore per affrontare la fobia sociale ci sono ben 3 voti per l’opzione “Nessun rimedio, conviverci!”…
Ammetto che la cosa un po’ mi ha stupito perché andando a sfogliare le pagine del forum non ho mai trovato persone che raccontassero di una felice convivenza con questa dannata fobia sociale…
Quindi le invito a raccontarsi nel forum, serenamente, perché m’incuriosisce davvero tanto la possibilità di una convivenza con la fobia sociale…

Dopotutto ripensandoci è quello che ho sempre fatto, soprattutto quand’ero adolescente; trovai infatti una giustificazione mitologica al mio malessere rifacendomi al mito del disagio giovanile… i mass media ti presentavano il “disadattamento” come un modo per stare al mondo e contestare la società in cui vivevi… erano gli anni ’90, l’era grunge e l’era di Kurt Cobain di cui io credevo di essere la reincarnazione... (guarda un po’ che fantasie!), poi uscivano un sacco di romanzi sui giovani che non facevano altro che riprendere il topic del classico antieroe del romanticismo annoiato dalla vita ed eternamente immalinconito, stile “I dolori del giovane Werther” di Goethe…
E poi una gran contributo, almeno per me, me lo offrì “Il pasto nudo” di Burroughs… leggere di quei giovani disperati che vivevano come se fossero la reincarnazione della droga mi aiutò a stare meglio… anche perché era una realtà con cui avevo direttamente a che fare, ho visto tanti miei coetanei gettarsi via nell’eroina…
Io invece ho sempre avuto il rimpianto di non essermi drogato quando avevo diciassette anni… almeno avrei avuto qualcosa da raccontare ai miei nipoti anziché raccontargli che stavo alla finestra a guardare il mondo scorrere via avvolto in un enorme vuoto… almeno avrei vissuto seppur al limite… ma non so perché non abbia fatto anch’io il grande salto come tutti ovvero dalla marijuana alla droga pesante e del perché continui a fumare questa merda…

Ora invece quando sto giù cerco di giustificare la fobia sociale in chiave filosofica giungendo alle più estreme sponde del nichilismo… che non è sinonimo di pessimismo, tutt’altro… ma vi risparmio il pistolotto filosofico perché sarebbe davvero troppo noioso…

E comunque mi pare che sia solo un ennesima finzione…

Quindi sono arrivato alla conclusione che convivere con la fobia sociale sia praticamente impossibile… non tanto per la malattia in sé che non è poi così tragica (almeno per me)… ma per la solitudine che questa apporta…

Mio cugino, (che poi è il mio caro compagno di pogo e di cazzeggio vario, ed è anche l’unica persona con cui riesco a essere veramente me stesso) della solitudine non soffre, è sociofobico più di me, eppure pare che non glieni freghi un cazzo di passare le serate a casa o gettato in una panchina di qualche piazza… provo a chiedergli come faccia ad essere così sereno e scopro che anche lui è giunto a giustificare la fobia sociale con un assoluto menefreghismo che spesso poi si traduce in puro anarchismo…

Ma io la solitudine la detesto… non c’è mito che tenga e che mi consoli… è davvero troppo fredda, vuota, triste… anche se ormai mi ci sono abituato… almeno fino a quando non guarirò…
Ciao Francesco, io credo che dipenda da persona a persona.
Fobia sociale a parte, siamo tutti diversi uno dall'altro.
Io e te ad esempio non riusciamo ad adattarci a questa condizione.
Del resto, ad esempio tu frequenti l'universita' per cui ti dedichi allo studio. Di sicuro conoscerai persone che di studiare non ne vogliono sapere. Come giustifichiamo questo menefreghismo nei confronti dello studio ?
Quando poi andrai a lavorare, ti renderai conto che questo divario e' ancora piu' grande nel senso che molte persone fanno lavori che per te sarebbe impossibile svolgere anche per una giornata sola. Alla fine vedrai che ognuno ha il suo carattere e le sue ambizioni che e' giusto rispettare. Se tuo cugino si e' adattato a passare le giornate in solitudine bisogna lasciarlo fare e rispettare la sua "condizione".
Nel tempo mi son reso sonto che la cosa piu' inutile e pericolosa da fare e' cercare di cambiare le persone in base ai propri ideali/ambizioni/desideri/ecc.
Ciao...
Vecchio 06-02-2005, 22:28   #20
Principiante
L'avatar di europe
 

credo che si sia possibile convivere con la fobia sociale
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