Salve a tutti.
Vorrei condividere con voi questa mia breve riflessione.
Una settimana fa sono andato a trovare un amico, una persona che conosco da tanti anni; mi ha detto che aveva iniziato a frequentarsi con una ragazza ( me ne aveva già parlato al telefono) e che, dopo un tiro e molla di diverse settimane e qualche momento di sofferenza emotiva personale, era riuscito a fidanzarsi.
Ora.
Da una parte, mi ritengo felice per il mio amico, una persona a cui tengo e con cui ho condiviso un lasso di tempo importante negli ultimi 10 anni; vedo un ragazzo che dal punto di vista sentimentale, riesce ad uscire da una condizione di privazione dopo diversi tentativi andati a vuoto.
Dall'altra, c'è un lato di me che sente una sorta di pressione sociale, figlia di una situazione dove alcune individui vanno avanti nella vita mentre qualcun altro rimane indietro, con sempre meno opportunità di condividere sensazioni e tempo libero con un'altra persona.
Con la conseguente somatizzazione della solitudine.
E la cosa mi fa un po' paura.
Come vi sentireste al mio posto?
Dovrei essere contento oppure no?
Meglio vedere la situazione con un approccio altruistico od egoistico?