Scrivo qua qualche pensiero, anche come nota personale per mettere per iscritto i miei pensieri, e come tentativo di trovare spunti per andare avanti.
Sono ad un livello in cui non ci capisco più niente riguardo la mi situazione dell'essere single in maniera permanente.
Faccio un po' di rivisitazione della mia vita per mettere qualche punto fermo.
Ormai mi è assolutamente chiaro che il problema è dentro la mia testa, di una qualche natura che non riesco a comprendere bene.
Ho sempre avvertito la cosa come un blocco. Ho sempre avvertito che si tratta di un UNICO ostacolo, che una volta abbattuto, mi darebbe una vera sensazione di libertà. Mi sento quasi come limitato da non so cosa, come chiuso in gabbia, ma senza avere idea di come uscirne.
Ho colto che un aspetto del problema è che si manifesta come una forza di attrazione centripeta che mi tiene ancorato alla mia situazione dell'essere da solo. A volte mi sembra di avere la soluzione, di sentirmi vicino alla liberazione, ma poi ricado sempre nella stessa posizione di blocco.
Ho capito che in parte ho una sorta di "paura" ad avventurarmi in una situazione in cui non ho tutti i tasselli a posto: quando c'è una ragazza che mi piace esteticamente, cerco di conoscerla e vado a caccia di tutta una serie di requisiti, per vedere se la pensa come me e mi ci trovo bene; e più la conosco, più vado a caccia di "difetti", quasi che fossi in cerca di giustificazioni per non smuovermi; sotto questo punto di vista sono estremamente esigente. Non posso dire che si tratti di una paura vera e propria: mi sento che non è giusto per me agire se non sono pienamente convinto a priori. Per agire intendo prendere l'iniziativa per invitare una ragazza ad uscire, per un aperitivo o una pizza, ecc.
Alla fine mi muovo quando davvero non ho più scuse, quando mi trovo ad essere cotto. Qui non ho particolari problemi a dichiararmi, anche se:
- vivo la situazione con ansia, come una cosa che DEVE essere fatta, è inevitabile
- mi sento come se si trattasse di un atto eroico, meritevole di essere fatto, ma stile kamikaze, come una cosa senza ritorno
- la mia dichiarazione si trova ad essere sempre maldestra; io mi sento maldestro, mi sento di non comunicare bene e probabilmente di dichiararmi in un punto "troppo avanzato" per me, mentre l'altra persona non dico che caschi dal nulla, ma quasi: il risultato è scontato.
Anche nelle situazioni in cui mi muovo, vivo con notevole stress la cosa, non sapendo bene cosa fare, come comportarmi, ecc.
Se qualcuno si è trovato in qualcuno di questi casi e ha qualche commento da aggiungere proveniente dall'esperienza personale, lo accolgo volentieri. Grazie.