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Vecchio 18-11-2014, 14:59   #1
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Provate più spesso pena e compassione per voi stessi o per gli altri? Io riesco a sopportare la mia tristezza, ma non riesco a sopportare la tristezza altrui, è una cosa lacerante.

E voi provate più spesso compassione per voi o per gli altri? E quale dei due sentimenti può spingervi a superare le vostre paure?

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Ultima modifica di Stefania90; 18-11-2014 a 15:43.
Vecchio 18-11-2014, 15:07   #2
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Sei sicura che questo riversare sugli altri non sia una forma di proiezione?

Ultima modifica di Franz86; 18-11-2014 a 15:10.
Vecchio 18-11-2014, 15:12   #3
Esperto
L'avatar di Atraius
 

Sei una ragazza molto di cuore, non sono molte le persone che al posto tuo si comporterebbero così. A me la tristezza altrui da fastidio ma non sempre, dipende dalla persona in questione. Ad esempio le persone anziane mi fanno tenerezza, perché le vedo indifese, e quindi vedere un anziano triste, mi rattrista. Se invece vedo ad esempio in televisione, qualche vip triste per delle idiozie, non mi fa ne caldo ne freddo.
Vecchio 18-11-2014, 15:18   #4
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Originariamente inviata da Franz86 Visualizza il messaggio
Sei sicura che questo riversare sugli altri non una forma di proiezione?
Non lo so, non credo,come ho detto riesco a sopportare benissimo le mie emozioni negative semplicemente "auto curandomi," (come un gatto che si lecca da solo le ferite) ho imparato negli anni a farlo, mi chiudo in me stessa e dedico del tempo a me e al superamento dei momenti negativi, vedo che gli altri invece non riescono a fare ciò, ad elaborare e superare bene come me le cose negative, per cui mi sopraggiunge naturale l'istinto di protezione nei confronti altrui.Ovviamente questo istinto è più forte con le persone che amo.
Vecchio 18-11-2014, 15:28   #5
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Originariamente inviata da Atraius Visualizza il messaggio
Sei una ragazza molto di cuore, non sono molte le persone che al posto tuo si comporterebbero così. A me la tristezza altrui da fastidio ma non sempre, dipende dalla persona in questione. Ad esempio le persone anziane mi fanno tenerezza, perché le vedo indifese, e quindi vedere un anziano triste, mi rattrista. Se invece vedo ad esempio in televisione, qualche vip triste per delle idiozie, non mi fa ne caldo ne freddo.
Eh be quello succede anche a me, quando vedo gente triste per delle idiozie non riesco a provare compassione, anzi in quei casi divento cinica, penso "ben gli sta, prenditelo in quel posto."

Comunque io non provo compassione per tutto, per esempio per il dolore fisico altrui non provo compassione, quando si tratta di me invece si, divento lagnosa e piagnucolona e voglio che tutti mi compatiscano, ma quando qualcuno mi dice "mi fa male questo o mi fa male quello" lo prendo in giro e gli dico di non lamentarsi.

è più che altro la sofferenza psicologica, sopratutto la solitudine a ispirarmi compassione negli altri, forse perché io riesco a gestirla bene e penso che gli altri non ci riescano.

Ultima modifica di Stefania90; 18-11-2014 a 15:31.
Vecchio 18-11-2014, 15:44   #6
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Originariamente inviata da Stefania90 Visualizza il messaggio
Non lo so, non credo,come ho detto riesco a sopportare benissimo le mie emozioni negative semplicemente "auto curandomi," (come un gatto che si lecca da solo le ferite) ho imparato negli anni a farlo, mi chiudo in me stessa e dedico del tempo a me e al superamento dei momenti negativi, vedo che gli altri invece non riescono a fare ciò, ad elaborare e superare bene come me le cose negative, per cui mi sopraggiunge naturale l'istinto di protezione nei confronti altrui.Ovviamente questo istinto è più forte con le persone che amo.
In ogni caso è solo un aggiungere un anello alla catena: accettiamo anche il fatto che tu riesca a gestire bene il tuo dolore, in ogni caso hai difficoltà a gestire il dolore che in te è provocato dal vedere ( o solo immaginare? sicura di averne un' idea realistica? ) il dolore altrui. Cioè, perché aggiungendo un solo passaggio la "tecnica felina" non funziona più ( alla fin fine è pur sempre di un dolore tuo che si parla ... ) ?

Ovviamente non è che dica che essere dei totali insensibili sia invece un indice di salute, ma provare addirittura una "tristezza lacerante" per altri quando non la si prova per sè ... boh, capitasse a me mi farebbe pensare.

Poi, se la cosa è rivolta principalmente a persone a cui si vuole bene mi sembra invece comprensibile, ma lì non ci sarebbe neanche da porre la questione ...
Vecchio 18-11-2014, 16:02   #7
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Originariamente inviata da Franz86 Visualizza il messaggio
In ogni caso è solo un aggiungere un anello alla catena: accettiamo anche il fatto che tu riesca a gestire bene il tuo dolore, in ogni caso hai difficoltà a gestire il dolore che in te è provocato dal vedere ( o solo immaginare? sicura di averne un' idea realistica? ) il dolore altrui. Cioè, perché aggiungendo un solo passaggio la "tecnica felina" non funziona più ( alla fin fine è pur sempre di un dolore tuo che si parla ... ) ?

Ovviamente non è che dica che essere dei totali insensibili sia invece un indice di salute, ma provare addirittura una "tristezza lacerante" per altri quando non la si prova per sè ... boh, capitasse a me mi farebbe pensare.

Poi, se la cosa è rivolta principalmente a persone a cui si vuole bene mi sembra invece comprensibile, ma lì non ci sarebbe neanche da porre la questione ...
Bhe per gli estranei non è lacerante, ma comunque provo una certa compassione anche per chi non amo, al punto da desiderare che quella persona non provi mai come invece le provo io, solitudine o sofferenza.

Su questo forum per esempio vedo persone che non sono capaci di gestire le emozioni negative e avvolte assumo un'atteggiamento anche aggressivo (mi è stato fatto notare che a volte sono troppo diretta nel dire le cose ecc) e me ne rendo conto, ma lo faccio perchè vorrei far capire agli altri come gestire la propria emozionalità.

Io purtroppo non posso controllare il mondo interiore altrui come posso controllare il mio per questo con gli altri non funziona la "tecnica felina".
Vecchio 18-11-2014, 16:06   #8
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Generalmente più per altri, perchè cmq c'è sempre qualcuno che in quel momento sta peggio di me e poi mi rendo conto un pò egoisticamente che è anche un modo di sfuggire dal pensare ai miei problemi e illudermi di star messa meglio, quando non sempre è il caso.
Tranne quando sto proprio male male e devo focalizzare le energie su di me.

Ultima modifica di cancellato2824; 18-11-2014 a 18:28.
Vecchio 18-11-2014, 16:08   #9
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Originariamente inviata da Stefania90 Visualizza il messaggio
Bhe per gli estranei non è lacerante, ma comunque provo una certa compassione anche per chi non amo, al punto da desiderare che quella persona non provi mai come invece le provo io, solitudine o sofferenza.
Ma allora tu solitudine e sofferenza le provi o non le provi?
Quote:
Su questo forum per esempio vedo persone che non sono capaci di gestire le emozioni negative e avvolte assumo un'atteggiamento anche aggressivo (mi è stato fatto notare che avvolte sono troppo diretta nel dire le cose ecc)
Mancanza di tattoo ?
Quote:
Io purtroppo non posso controllare il mondo interiore altrui come posso controllare il mio per questo con gli altri non funziona la "tecnica felina".
Ma la sofferenza che una qualsiasi cosa provoca in te è pertinenza del tuo mondo interiore, non di quello altrui.
Vecchio 18-11-2014, 16:13   #10
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Quote:
Originariamente inviata da shady74 Visualizza il messaggio
Spesso provo più pena per gli altri che per me.
Però dipende anche dalle persone, c'è gente cinica che se ne frega di tutto e di tutti, salvo poi piagnucolare quando le cose gli vanno storte e nessuno li aiuta, per quelle persone non provo nessuna pena.
Per me provo rammarico per aver sprecato la mia vita.
Questo capita anche a me, a volte penso al tempo che ho sprecato e sto male per me, il rimpianto non ho ancora imparato bene a gestirlo, semplicemente tendo a non pensarci.
Vecchio 18-11-2014, 16:21   #11
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Quote:
Originariamente inviata da Franz86 Visualizza il messaggio
Ma allora tu solitudine e sofferenza le provi o non le provi?
Certo che le provo, ma so sopportarle e superarle. Se non avessi imparato come gestire la mia sofferenza e la mia solitudine avrei sofferto anche per me. E tu riesci a gestire meglio la tua di sofferenza o quella altrui? Mi interessa molto il vostro punto di vista, vorrei capire in che modo questo tipo di dinamiche interne alla persona agiscono sul superamento della propria condizione.

Forse io non riesco a uscire dal mio guscio perché ho imparato a starci bene e non ho lo stimolo per uscirne?
Vecchio 18-11-2014, 16:31   #12
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Quote:
Originariamente inviata da Stefania90 Visualizza il messaggio
E tu riesci a gestire meglio la tua di sofferenza o quella altrui? Mi interessa molto il vostro punto di vista, vorrei capire in che modo questo tipo di dinamiche interne alla persona agiscono sul superamento della propria condizione.
Io non sono certo un modello, con gli altri sono discretamente insensibile ( ma non è che abbia chissà che rapporti profondi ... ) e la mia sofferenza la nascondo bene ma si manifesta comunque in una certa apatia.
Quote:
Forse io non riesco a uscire dal mio guscio perché ho imparato a starci bene e non ho lo stimolo per uscirne?
O forse hai maturato la convinzione di non poterne realmente uscire, un po' come l' animale rimasto chiuso in gabbia per anni che, quand' anche gli si aprisse la porta, resterebbe all' interno.
Vecchio 18-11-2014, 16:39   #13
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Non so se dò il giusto significato alle parole, ma:

La pena non riesco a provarla per nessuno, la reputo un sentimento molto negativo, soprattutto da quando mi è successo di imbattermi in chi provava questo sentimento nei miei confronti, e mi ha fatto talmente schifo, dato che io pena non mi facevo.

La compassione posso provarla verso chi subisce le miserie della vita, verso me stessa no di certo, quello che ho, per lo più, me lo sono voluta.

Ultima modifica di SUBurbe; 18-11-2014 a 16:46.
Vecchio 18-11-2014, 16:59   #14
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Quote:
Originariamente inviata da SUBurbe Visualizza il messaggio

La pena non riesco a provarla per nessuno, la reputo un sentimento molto negativo, soprattutto da quando mi è successo di imbattermi in chi provava questo sentimento nei miei confronti
Sì, cioè alla fine nessuno vuole suscitare compassione.
E poi comunque non si può sapere esattamente cosa l'altro provi, inevitabilmente entra in gioco la nostra immaginazione.

Ultima modifica di cancellato2824; 18-11-2014 a 20:19.
Vecchio 18-11-2014, 17:06   #15
Esperto
L'avatar di Drifter
 

Forse provo più compassione per gli altri, dipende molto dalle situazioni chiaramente, ma mi capita anche di provarla per persone che non conosco, in qualche caso per persone che nemmeno sono più in vita e non ho mai conosciuto; non so nemmeno se sia giusto il termine compassione per quanto mi riguarda, sicuramente ho un livello di empatia e sensibilità decisamente elevati (anche troppo mi sa).
Vecchio 18-11-2014, 18:09   #16
Esperto
 

Né l'uno né l'altro. Ma non per superficialità...
Vecchio 18-11-2014, 18:13   #17
Esperto
L'avatar di pokorny
 

Come ho detto in qualche altro post, ormai ho preso tanti di quei calci nel sedere dal mondo e da tanta gente, che non me ne frega assolutamente niente di niente di nulla e nessuno...
Vecchio 18-11-2014, 18:29   #18
Esperto
L'avatar di Imagine
 

Provo molta compassione verso le altre persone quando le vedo in difficolta.
Vecchio 18-11-2014, 22:06   #19
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
Il gatto è un animale oltre che puccioso, anche solitario.



Proprio come (fonte wikipedia*) la persona con tratti da sindrome di Asperger (cioè autismo lieve) che prova a volte grande compassione per gli altri, tende a farsene molto carico, ma per altri versi è completamente egoista.

Però è un farsene carico che ha molto a che fare con se stesso e poco a che fare con gli altri (come Hitler che sicuramente era onesto però anche un criminale, il perfetto esempio di empatia verso gli altri, di senso di responsabilità verso gli altri che ha perso per strada la ragionevolezza, il capire cosa per gli altri è davvero importante)

Queste persone sono totalmente prese dalla propria dimensione interiore (quindi molto egocentriche) e non riescono a adattarsi ai reali bisogni e richieste dell'altro, anche se queste vengono verbalizzate.

... anche la compassione, come la tristezza o qualsiasi emozione sono all'inizio molto difficili da sopportare per il neonato e dovrebbe essere il genitore che aiuta via via a gestirle, altrimenti il ritiro in una dimensione più o meno autistica/ritirata è inevitabile per sopravvivere, visto che troppi stimoli risulterebbero insopportabili e ingestibili.

Forse un buon punto di partenza per superare il problema della compassione è osservare che la maggior parte delle persone ha (sopratutto verso gli estranei/conoscenti superficiali) un alto grado di egoismo / menefreghismo che si può inferire è sano dal fatto che la maggior parte delle persone sono sane (quantomeno più sane di noi). Però mi sa che anche una conquista cognitiva di questo tipo la si ottiene solo decentradoci un attimo da noi stessi, uscendo dall'egocentrismo neonatale... un'operazione che è probabilmente solo effetto di un miglioramento emozionale, più che di un ragionamento razionale.

* pure le bibliografie metto adesso...
Sai questa tua "analisi" mi sembra molto azzeccata, non ci sarei arrivata da sola, mi hai dato un'ottimo spunto di riflessione.
Vecchio 18-11-2014, 23:18   #20
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Per me stessa non più, per gli altri dipende.mo sono molto meno sensibile per certi versi.

Ultima modifica di AshtrayGirl; 18-11-2014 a 23:21.
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