Sikerhoof

Oggi è venuta a mancare una zia di mia madre. Quando è arrivata la notizia mi trovavo in un'altra stanza, ma sentendo mia madre piangere ho provato fastidio. Ho minimizzato la cosa dicendo che aveva vissuto anche oltre le aspettative, visti i problemi di salute. Del resto, dobbiamo morire tutti, prima o poi. Quindi perché piangere e disperarsi? Questo è il mio modo un po' cinico e brutale di rapportarmi ai lutti. Non che non me ne importasse nulla di questa persona, anzi, però mi infastidiscono i pianti e non voglio farmi coinvolgere da queste emozioni.

Sono sempre stato distaccato (almeno esteriormente) rispetto alla morte degli altri. Poi, dopo la scomparsa di mio padre, mi sono indurito ancora di più. Certo, ci sono momenti in cui mi manca tantissimo (così come mi mancano anche altre persone), ma non voglio farmi risucchiare da queste emozioni e preferisco distaccarmene.

Non sto dicendo che il mio modo sia migliore o giusto: è semplicemente il modo in cui gestisco certe situazioni.

Axolotl~

In linea di massima, soffro in modo distaccato, anzi tante volte cerco pure di ironizzare e farmi vedere sempre su. Non mi da fastidio il dolore altrui, come nel tuo caso, ma penso che ognuno abbia il suo modo di reagire , tieni conto che mi è appena successa una perdita l'8 dicembre quindi molto fresca, eppure non sembrerebbe per come mi comporto. Posso dirti che quando perdi un genitore , tutti gli altri sono il "meno" che può capitarti. Quindi che si fa ? Si va avanti e basta.

claire

Ah, li sminuisco a piacere i lutti altrui e qualunque dolore.


Solo la verginità , il microcrimine dei maranza , i morti del 7 ottobre e i danneggiati vaccinali non vanno sminuiti, ma tutto il resto è ok

Sasuke

Non capisco il tuo comportamento, se una persona muore di morte naturale è fisiologico sicuramente dispiace ai cari ma stiamo andando tutti là, sottoterra, ma i morti del 7 ottobre sono persone uccise nelle loro case senza motivo, non è bene fare battute su queste cose, e non importa chi erano o in cosa credevano sono morti anche arabi quel giorno, va bene scherzare ma qua stiamo andando oltre.

Patatrac!

No, vi prego, l'ho messa in ignore per non leggere certe minchiate che scrive solo per provocare, se la quotate mi tocca leggere lo stesso

Hassell

Non sta sminuendo, anzi è tutto il contrario. Tu ti triggheri subito quando si nomina Israele.

Sasuke

Non era mia intenzione anche io evito ma siccome l'argomento mi tocca personalmente ho risposto.

Sasuke

Non mi sembra che ho triggerato ma su certe cose non si fanno battute.

Hassell

Altri forumer qui dentro hanno fatto continuamente battute sui bambini palestinesi che meritano di morire male, ma non ti ho visto in prima fila a bacchettarli.
E comunque ripeto: il post di Claire non era irrisorio verso i morti, tutto l'opposto.

Xchénnpossoreg?

Sikerhoof, se posso.
Forse il punto non è il lutto, ma qualcos’altro.
Provo a spiegarmi.

Da bambina e da adolescente ho avuto a che fare con familiari molto emotivi. Ho assistito spesso a manifestazioni di sofferenza: pianti, scenate che si trasformavano in giornate intere di lacrime e via così.

Per molto tempo ho cercato di consolare queste persone, senza riuscirci. Non c’era modo, e alla fine potevo soltanto restare lì, assorbendo le loro sensazioni come una spugna.

Crescendo ho iniziato a provare una certa insofferenza. Non riesco a mostrare dolore davanti agli altri e nei momenti difficili preferisco isolarmi o continuare a fare ciò che devo, interiorizzando il malessere senza condividerlo. Ancora oggi, quando vedo certe persone piangere, tendo a bloccarmi. Le consolo, sì, ma in modo goffo, e credo si percepisca che non sono a mio agio.

Penso di essere rimasta un po’ segnata da queste esperienze e di aver sviluppato una forma di autodifesa.

Mi chiedevo se anche nel tuo caso potesse essere in corso un meccanismo simile. Non sei tenuto a rispondermi, è un argomento molto personale. Volevo solo lasciarti questo messaggio.