Un sacchetto della spazzatura, un essere inutile ed ignorante, senza contenuti, senza capacità, indesiderabile, inetto e dalla forma ripugnante. Parlo a vanvera, le mie argomentazioni sono stupide, illogiche. Non assomiglio ad una figura femminile, non ho potere attrattivo, sembro una casalinga psicolabile lobotomizzata.
Sono uno zero in mezzo a tanti -10 e tanti 10. Un ripiego, una scelta a malincuore, una cosa da sopportare, patetica ed incomprensibile. Parlo sempre peggio, sono sempre più nervosa, sempre più distante, sempre meno me stessa.
Un giorno è così, il giorno dopo un po' meglio, fatto sta che sempre un sacchetto dei rifiuti mi sento.
C'è una sola dimensione in cui mi sento bene, in cui è tutto il contrario, in cui la mia forma è elegante perché sono parte dell'universo e rappresento un'entità che levita tra le meraviglie della natura, inconsistente ma piena di tutto, piena di vita. E' un posto dove vivo da quando sono bambina, che esiste solo nella mia testa. Certe volte ho sperato che questa dimensione prendesse il sopravvento e la mia mente si arrendesse, abbandonando tutto ciò che ho acquisito in un mondo che non mi piace.
La bolla si rompe e cado su un pavimento, mi guardo allo specchio ed il ciclo della nettezza ricomincia.