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Ma rischiare, cosa?
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Se decidi di rischiare per uscire dal tuo isolamento lo fai ben sapendo che rischi un contatto umano che potrebbe comportare una possibile legnata frontale, un altra ferita.
E' questo che porta all'immobilismo, la paura di ricevere altre ferite oltre quelle che si portano addosso, che ancora suppurano.
Io ho pochi contatti umani, tuttavia per quanti pochi siano, capita, diciamo una volta su sette, di trovare qualche coglio*e capace di farmi pentire di essere uscito di casa, quel giorno.
Potrei citarti alcuni esempi... non nego che qualcun altro potrebbe sfanculiz*arlo al momento, o sfanculiz*are il mondo e andare avanti, non nego indi la mia delicatezza. L'aspettarmi qualcosa che non arriva o, al contrario, non aspettarmi qualcosa che arriva con violenza.
Muovendoti rischi gli incidenti di percorso. Rischi di trovarti in una situazione che ti faccia stare ulteriormente male. Ma restando ferma non guadagni
niente.
Un bel giorno ti rendi conto che i pigiami che indossi sono invecchiati e tu, dentro, nella stessa maniera se non peggio.
Il tempo è un arbitro impietoso. Hai una data di scadenza: il tempo fra il presente e quella data è "tuo"... certo, puoi scegliere di passarlo con le imposte delle finestre chiuse o piangendo fuori o, magari, ridendo fuori.
Il futuro è una incognita
completa, non smetto mai di ripeterlo.
Non smetto mai di ripetermelo.
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E per cosa?
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Per non soggiornare ulteriormente in una situazione di dolore, in un blocco che ti vede sempre dolorante, in quel pigiama, dietro quelle ante chiuse. Rischi per te stessa ~~~, perché non esiste in tutto l'universo qualcuno che può volerti più bene di quanto dovresti volertene tu.
Per la tua vita.
Qui siamo tutti giocatori, in vantaggio o in perdita... il punto sta che le carte non ci vengono consegnate dal mazzo, ma siamo noi a dovercele prendere, è il guaio (o la fortuna) del diventare "grandi".