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Originariamente inviata da muttley
Il problema è che all'interno dei gruppi la maggior parte delle persone si ritaglia il proprio ruolo intervenendo e "imponendo" la propria personalità. Molti di noi, succubi di quella visione idealistica dei rapporti umani che ci accompagna sin dall'infanzia, reputano la partecipazione ad un dibattito o ad una situazione di convivialità come un diritto che ci dovrebbe essere fornito dagli altri, e non facendo nulla per intervenire ci sentiamo emarginati. Ma di fatto è raro subire vere e proprie marginalizzazioni. Come ho sempre detto: per un introverso è più frequente l'autoesclusione che l'esclusione, fa parte della sua natura estraniarsi.
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No. E ti ho già fornito la mia spiegazione di questo in un altro post.
Non esiste autoescludersi: esiste un contesto in cui ti trovi a tuo agio o un contesto in cui non ti trovi a tuo agio.
Chi apparentemente si "autoesclude" in realtà
viene escluso, nel senso che si trova in un contesto in cui non è a proprio agio, e questo dipende non solo dal suo carattere ma anche molto dall'atteggiamento e dal carattere/sensibilità delle altre persone. Non sto parlando di colpe, sto parlando di cause (per es. è possibile che il gruppo escluda
inconsapevolmente).