|
|
28-07-2021, 14:14
|
#1
|
Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,982
|
Mi sono sempre chiesto come si faccia a capire che direzione prendere nella vita. Avere un sogno, un'aspirazione lavorativa ben precisa. Ed anche avendola, come si possono avere le forze necessarie per realizzarsi? Non credo di soffrire più di depressione, eppure sento di non avere la motivazione per imbarcarmi in nulla di serio. Vedo gli altri intorno a me che intraprendono diverse strade, studiano, cambiano lavori e quant'altro, e io mi chiedo come cavolo ci riescano. Solo il pensare ad anni di studi mi sfianca, non riesco ad essere convinto su nessun percorso e ho sempre avuto grandi difficoltà a concentrarmi e a studiare.
Ogni idea che mi viene la cestino e penso che se non sento una vera convinzione verso di essa è inutile cominciare. Il problema è che questa convinzione non arriva mai.
Studiare non mi riesce, non ho una buona memoria, mi deprimo troppo facilmente e non ho mai avuto un buon metodo di studio, e lavorare fuori mi fa paura (e poi come ho detto non saprei davvero che lavoro potrei fare, mi sembrano tutti alienanti e folli), quindi sono bloccato.
Non capisco se sia semplicemente paura, o il non sapere letteralmente cosa fare, o un mix tra le due che mi impedisce anche solo di prendere seriamente l'eventualità di impegnarmi in qualcosa. O anche la certezza che non potrò mai avere chi mi sostenga in qualche decisione, a parte i miei.
A volte sento come se non valesse la pena di impegnarsi solo per il mio bene.
O magari sono scuse anche queste, ormai non lo so più nemmeno io.
Non capisco come si possa considerare il lavoro stesso come un sogno.
Anche un altro progetto che avevo, ovvero quello di trasferirmi su, l'ho abbandonato poco dopo poiché non ho trovato una sistemazione degna di questo nome e ho dovuto lasciare tutto perché stavo malissimo. Non riesco a resistere agli eventi negativi, mi arrendo velocemente. Fossi stato più forte avrei atteso in quella camera orrenda, cercando almeno un monolocale o un bilocale, e dopo avrei iniziato seriamente a pensare a cosa fare poiché il lavoro online che ho non durerà per sempre (e a volte fatico a reggere anche questo, seppur leggero, questo la dice lunga sulla mia voglia di fare cose serie), ma in cuor mio non sento nessuna convinzione a riguardo. E trasferirsi su senza obiettivi ben precisi, ma solo sperando di fare nuove amicizie tramite il web è totalmente fallimentare. Allo stesso tempo però non ho nessuna voglia di intraprendere percorsi di studio o professionalizzanti qui al sud poiché odio il modo di fare delle persone qui intorno ed uscire mi fa stare solo peggio. Mentre ero su invece ero molto più a mio agio.
Dovrei anche prendere la patente, ma le guide mi spaventano terribilmente, poiché si incentrano molto sui riflessi e sulla manualità, due cose in cui sono un disastro. E la gente in strada è così aggressiva che mi spaventa.
Anche facendo ciò che mi piace (mi viene in mente solo il lavorare in fumetteria o in libreria ad esempio, le uniche cose che potrebbero piacermi) come lavoro secondo me finirebbe per venirmi a noia, diventando un obbligo con orari ben precisi e via dicendo.
Come si può pensare di incasellare le proprie passioni in degli schemi così rigidi? E poi anche se fosse, aprire una fumetteria al giorno d'oggi? Ci vorrebbero migliaia e migliaia di euro, e se fallisse sarebbe davvero la mia fine. Ho pensato se lavorare come dipendente, ma anche qui servirebbe una laurea e c'è troppa competizione, servirebbero voti altissimi per entrare a lavorare in una libreria (in una fumetteria non credo abbiano bisogno di personale). Possibile che bisogna essere sempre delle macchine ultra performanti per fare qualsiasi cosa?
Mi sembra tutto impossibile, in qualsiasi direzione io mi giri vedo il nulla e l'impossibilità di farcela, la troppa competizione, l'aggressività altrui, il cinismo, la follia della gente, le pressioni, le aspettative, gli standard assurdi della società e la pesantezza di qualsiasi percorso, tutti lunghi anni ed estenuanti.
Ed anche qui, come si fa ad avere la forza e la costanza di seguire un percorso di questo tipo per anni e anni (una laurea), con la convinzione sempre a mille che è quello ciò che si vorrà realmente fare?
Io non sono sicuro di niente, è questo il mio eterno problema.
E penso sempre di non potercela fare.
Vorrei sentire prima o poi una forte vocazione per qualcosa, un lampo di genio improvviso che mi faccia pensare che questa volta ce la farò e che sarà quella la mia strada, ma non mi è mai successo.
|
|
28-07-2021, 14:27
|
#2
|
Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
|
Quote:
Originariamente inviata da Onizuka
Vorrei sentire prima o poi una forte vocazione per qualcosa, un lampo di genio improvviso che mi faccia pensare che questa volta ce la farò e che sarà quella la mia strada, ma non mi è mai successo.
|
Se non capiterà, consolati che sei in buona compagnia. La mia casistica personale è che circa una persona su venti fa quello che davvero avrebbe voluto fare e se parliamo in termini di vocazione la percentuale dimezza, secondo me circa una persona su cento ha la fortuna di avere una vocazione. E' a questi che si applica l'aforisma "trova un lavoro che ami e non dovrai lavorare un giorno in vita tua" (sottinteso: perché è una cosa che ti piace così tanto che per te non è un peso).
Di qui allo zero assoluto ci sono tanti gradi intermedi. Ma la maggioranza delle persone è verso questo secondo estremo. Si fa il primo lavoro che capita, ad alcuni piace e non cambiano, altri insofferenti vorrebbero ma non riescono, ad altri riesce. Non ci sono regole ma possiamo solo valutare i numeri, nella misura del possibile (non credo si possano stendere statistiche quantitative).
Insomma, non sei solo. Se poi ci si mettono depressione e problemi di skills sociali lo so, tutto peggiora. Lo so molto bene.
|
|
28-07-2021, 14:42
|
#3
|
Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,982
|
Il fatto è che trovo inconcepibile fare per tutta la vita un lavoro che non voglio fare, lo trovo quasi peggiore della morte.
Quindi mi preoccupa molto l'avvenire. Vorrei fare qualcosa che mi piaccia un minimo, ma non mi viene niente in mente, a parte i due esempi sopracitati, che sono abbastanza difficili da realizzare.
Anche il mio attuale lavoro lo sopporto solo perché sono da solo in casa, gestisco tutto io, decido io quando farlo e quando no, non devo interagire con gente folle, cinica e provocatrice e sono sempre accompagnato dalla musica che riesce a farmi immergere in altri mondi e a non farmi pensare alla noia di questa attività.
Se dovessi lavorare qui da me al sud sarebbe finita davvero, al massimo ci sarebbe qualche fabbrica o altri lavori pieni di gente "terra terra", lo capisco anche dai racconti di chi qui ci lavora davvero, che la situazione sul posto di lavoro è veramente tragicomica tra battute sessuali, dialetto e ignoranza a mille tutto il tempo...sarebbe come ritrovarsi di nuovo a scuola e non ho nessuna voglia di ritrovare quelle dinamiche nella vita adulta, anche per questo preferirei un ambiente tranquillo, immerso nei libri o in altre cose simili dove poter stare per conto mio parecchio tempo, e interagire al massimo con qualche cliente.
Ma non saprei quale laurea bisognerebbe prendere per questo tipo di attività.
Con le mie attuali forze forse riuscirei a prendere una laurea breve, ma non ne sono per niente sicuro.
|
Ultima modifica di Onizuka; 28-07-2021 a 14:51.
|
28-07-2021, 14:57
|
#4
|
Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,982
|
Diciamo che in questo periodo sento una certa urgenza nel capire cosa voglio fare, nell'imboccare un qualche percorso di laurea o qualche corso professionalizzante dato che ho già 26 anni e zero esperienze lavorative a parte quella attuale che non conterà di certo nulla nello spietato mondo del lavoro, ma la mia eterna indecisione ed inesistente convinzione mi fa restare fermo lì dove sono.
|
|
28-07-2021, 16:09
|
#5
|
Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,396
|
Aver avuto dei genitori normali sarebbe stato un buon punto di partenza...
|
|
28-07-2021, 16:17
|
#6
|
Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,982
|
Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
Un momento fa ho avuto un illuminazione proprio su cosa fare.
Se la vita ti aspettasse in un certo punto del percorso e bisognasse solamente raggiungerlo?
Amare un singolo giorno, sentire un singolo momento e subito dopo morire.
Questo sento sia il destino di alcuni, lo sento per me stesso.
Non studiare o lavorare, abitare di qua o di là, ma vivere un momento, la vita della farfalla.
Arrivare a quel punto e finire, non una vita di pianificazione, nessun progetto, solo lo schiocco delle dita e la fine.
|
Gran bel messaggio, e devo dire che concordo in buona parte con esso. Sono parole rispecchianti, la pensavo esattamente così quando stavo malissimo, e in parte la penso così anche adesso.
Tra farmaci e psicoterapie sono migliorato su determinati problemi, questo è vero, ma alcune idee che avevo sul mondo, sulla società e via dicendo sono rimaste identiche. Quelle non erano frutto dello star male, ma erano la mia visione di alcune dinamiche, che è rimasta uguale a quella di dieci anni fa.
Continuo a non trovarmi a mio agio nella vita "normale", non la desidero, eppure sembra l'unica strada percorribile. E qui nasce uno scontro dentro di me, tra il desiderio di non uniformarsi e quello di continuare a vivere trovando un equilibrio ed un compromesso.
Anni fa pensavo che non avrei vissuto a lungo, quindi ormai non programmavo più nulla, era solo una lenta caduta verso il baratro e pensavo che avrei continuato a stare male per tutta la vita.
Invece la sorpresa è giunta quando ho iniziato a stare meglio.
Ora mi ritrovo senza alcun titolo che mi serva davvero, senza esperienza e senza obiettivi ben precisi, e sono ancora qui vivo e vegeto.
E quel problema che ho sempre rimandato e considerato inconsistente ora si è fatto vivido e presente, mi preoccupa davvero.
E la voglia di fare come dici tu non nascondo che è tanta, forse supera persino quella di provare a fare qualcosa.
Proprio perché questo è l'unico modo che io conosco per vivere, ho sempre fatto così.
Sto meglio solo da due anni circa, per me circa 8 anni sono stati come un enorme buco nero, e solo di recente ho iniziato di nuovo a muovere i primi passi e a fare qualcosina, come ad esempio cercare il contatto con nuove persone. E ora che sono uscito da lì tocca ricostruire tutto quanto dalle macerie, ma non so se è un lavoro che si possa riuscire davvero a fare, gli strascichi sono veramente enormi.
|
Ultima modifica di Onizuka; 28-07-2021 a 16:19.
|
28-07-2021, 17:42
|
#7
|
Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,298
|
Io ho avuto tanta fortuna.
Ho scelto le scuole superiori quasi a caso, e quando si è trattato di scegliere l'università ho scelto qualcosa che mi ispirava senza minimamente pensare a future carriere lavorative. Poi, mentre ancora studiavo, ho avuto le prime esperienze lavorative, e questo quasi per caso tramite conoscenze nel settore (specifico che sono tutte conoscenze che ho ottenuto via internet).
C'è da dire che, nel mio caso, a fronte di soft skill lavorative abbastanza penose, mi difendo bene con le hard skill, per questo negli anni tra una cosa e l'altra sono quasi sempre riuscito a tenermi a galla col lavoro, e questo considerando che come lavoro so fare un'unica cosa, che è quella per cui sono stato formato all'università.
Certo, non ho potuto realizzare il mio desiderio principale, cioè fare il ricercatore all'università e nel contempo insegnare, e poi, causa appunto scarse soft skill, la mia posizione lavorativa rimane tuttora estremamente precaria, però se mi guardo indietro e ci penso a posteriori, devo dire di avere avuto una grande fortuna nel mio percorso, per quanto accidentato e spesso doloroso.
L'alternativa sarebbe stata fare il neet a casa dei miei o buttarmi giù da un ponte. Non particolarmente allettante.
|
|
28-07-2021, 17:47
|
#8
|
Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,396
|
Quote:
Originariamente inviata da Onizuka
Possibile che bisogna essere sempre delle macchine ultra performanti per fare qualsiasi cosa?
Mi sembra tutto impossibile, in qualsiasi direzione io mi giri vedo il nulla e l'impossibilità di farcela, la troppa competizione, l'aggressività altrui, il cinismo, la follia della gente, le pressioni, le aspettative, gli standard assurdi della società e la pesantezza di qualsiasi percorso, tutti lunghi anni ed estenuanti.
|
Questo mi ha fatto ritirare e lasciare anche cose che avrebbero potuto piacermi,quantomeno dare un senso alle mie giornate..proprio questa insana,malsana,tremenda competizione.
A me paiono veramente robot,mi fanno paura,tanta paura....
|
|
28-07-2021, 18:06
|
#9
|
Esperto
Qui dal: Jan 2021
Messaggi: 2,302
|
Alla fine bisogna buttarsi, c é poco da fare...
Io, per paura di fare un determinato lavoro, ho buttato un' occasione d oro...e di questi tempi é un suicidio. Gli altri ragazzi se ne fregano invece, a loro interessa avere un lavoro sicuro(economicamente....), quindi si adattano, poche persone sono veramente appassionate.
Bisogna compensare in qualche modo, se fai un lavoro che non ti soddisfa, il resto deve essere perfetto...vita sociale, ragazze ecc. Se mancano queste cose...l esaurimento é probabile.
Stesso discorso per il laureati, non tutti scelgono la facoltà per vocazione, c é chi la sceglie per status, perché dà lavoro o per fare contenti i genitori. Trovi le motivazioni piú disparate...
(Addirittura su un forum, un tizio ha detto che ha scelto medicina solo per indossare il camice....non sò se stesse trollando o altro..ma non mi sorprenderebbe).
|
|
28-07-2021, 18:46
|
#10
|
Banned
Qui dal: May 2012
Ubicazione: Südtirol
Messaggi: 6,981
|
Beh, in realtà basta imboccare il binario giusto fin da piccoli, così poi si riesce a tirare avanti senza il bisogno di imbastire strategie di coping che neghino il valore di tutto per riuscire a convivere con le proprie carenze personali.
L' ho fatto e in parte lo faccio ancora anch' io eh ( il coping etc indendo ).
|
|
28-07-2021, 19:43
|
#11
|
Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
|
Quote:
Originariamente inviata da Onizuka
Non capisco come si possa considerare il lavoro stesso come un sogno.
Anche un altro progetto che avevo, ovvero quello di trasferirmi su, l'ho abbandonato poco dopo poiché non ho trovato una sistemazione degna di questo nome e ho dovuto lasciare tutto perché stavo malissimo. Non riesco a resistere agli eventi negativi, mi arrendo velocemente. Fossi stato più forte avrei atteso in quella camera orrenda, cercando almeno un monolocale o un bilocale, e dopo avrei iniziato seriamente a pensare a cosa fare poiché il lavoro online che ho non durerà per sempre (e a volte fatico a reggere anche questo, seppur leggero, questo la dice lunga sulla mia voglia di fare cose serie), ma in cuor mio non sento nessuna convinzione a riguardo. E trasferirsi su senza obiettivi ben precisi, ma solo sperando di fare nuove amicizie tramite il web è totalmente fallimentare. Allo stesso tempo però non ho nessuna voglia di intraprendere percorsi di studio o professionalizzanti qui al sud poiché odio il modo di fare delle persone qui intorno ed uscire mi fa stare solo peggio. Mentre ero su invece ero molto più a mio agio.
Dovrei anche prendere la patente, ma le guide mi spaventano terribilmente, poiché si incentrano molto sui riflessi e sulla manualità, due cose in cui sono un disastro. E la gente in strada è così aggressiva che mi spaventa.
Anche facendo ciò che mi piace (mi viene in mente solo il lavorare in fumetteria o in libreria ad esempio, le uniche cose che potrebbero piacermi) come lavoro secondo me finirebbe per venirmi a noia, diventando un obbligo con orari ben precisi e via dicendo.
Come si può pensare di incasellare le proprie passioni in degli schemi così rigidi? E poi anche se fosse, aprire una fumetteria al giorno d'oggi? Ci vorrebbero migliaia e migliaia di euro, e se fallisse sarebbe davvero la mia fine. Ho pensato se lavorare come dipendente, ma anche qui servirebbe una laurea e c'è troppa competizione, servirebbero voti altissimi per entrare a lavorare in una libreria (in una fumetteria non credo abbiano bisogno di personale). Possibile che bisogna essere sempre delle macchine ultra performanti per fare qualsiasi cosa?
Mi sembra tutto impossibile, in qualsiasi direzione io mi giri vedo il nulla e l'impossibilità di farcela, la troppa competizione, l'aggressività altrui, il cinismo, la follia della gente, le pressioni, le aspettative, gli standard assurdi della società e la pesantezza di qualsiasi percorso, tutti lunghi anni ed estenuanti.
|
Ti rispondo solo su questo.
Il lavoro "un sogno" può esserlo, e ti suggerisco di impegnarti per costruirti professionalmente, adesso che puoi.
Mi sembra che ti identifichi con le tue difficoltà, con il tuo "carattere".
" Non riesco a resistere a", " fossi stato più forte" -> stai trattando delle tue azioni come cose che ti... caratterizzano, come cose che sei.
Potresti invece provare a capire meglio te stesso, in un modello leggermente più complesso, distinguendo tra cose che fai, cose che sei (quali siano non lo so, e non so nemmeno se ci sono) e cose di cui hai bisogno o desideri.
Per esperienza, posso dirti che ci sono cose di cui hai bisogno, facendo le quali proveresti appagamento, di cui adesso non sei consapevole. Lo studio è una di queste, e il lavoro anche, anche se su questo tema è facile fare confusione.
Che significa "lavoro"? E' una parola che racchiude più concetti, diversi e a volte inconciliabili.
Prendiamo come riferimento lingue diverse dall'italiano. Una distinzione comune è tra "lavoro espressivo di sé", un'attività con cui ti impegni attivamente e appassionatamente nella vita: il lavoro del libero; e "lavoro necessario, svolto a fini di sopravvivenza": il lavoro dello schiavo, di chi subisce costrizioni; dell'uomo che cura il giardino perché Aristotele possa passeggiarvi mentre compie il suo lavoro (del primo tipo).
In latino, abbiamo opus (opificio, opera, operosità, opus magnum), che descrive il lavoro del primo tipo, e labor, che descrive il lavoro del secondo tipo.
In inglese, work - primo tipo - e job - secondo tipo.
In tedesco, Werk - primo tipo - e... indovina? Arbeit - secondo tipo, ovviamente, che non rende frei, a differenza del primo.
In italiano, questa distinzione non c'è. Ci si può però prestare attenzione.
Quando dici "non mi va di lavorare", hai probabilmente in mente il lavoro del secondo tipo; e in questo hai del tutto ragione: a nessuno va di jobbare, se non per motivi che approfondirò tra poco. Sotto sotto, però, senti sicuramente il bisogno di workare. Distingui tra le due cose.
(continua)
|
Ultima modifica di Angus; 28-07-2021 a 19:46.
|
28-07-2021, 20:24
|
#12
|
Esperto
Qui dal: Oct 2013
Messaggi: 13,523
|
Cinque anni fa la pensavo esattamente come te, ho piantato diversi tirocini e addirittura un posto indeterminato nello Stato perché sentivo che quella non era la mia vocazione e non reggevo lo stress.
Ora, dopo diverse esperienze, nulla è cambiato se non la mia soglia di sopportazione a lavori alienanti e in ambienti di gente terra a terra.
L'unica cosa che mi ha fatto riflettere, se così si può dire, è stata un'esperienza all'estero simile alla tua qui al Nord, ma dove ho conosciuto ragazzi in gamba che facevano lavoracci senza grosse ambizioni, solo per sbarcare il lunario.
E' stato dopo quell'esperienza che ho deciso di ributtarmi nella mischia e sono tutt'ora lì, nella mischia, non nutro nessuna speranza di trovare un lavoro adatto alle mie capacità e so che ormai non mi prenderebbe più nessuno.
Come te mi vedrei bene solo in una libreria o in un'attività da me gestita, ma non ho la stabilità emotiva e mentale per reggere il peso di un'azienda qualora le cose dovessero andare male.
L'unica cosa che ho in più rispetto a prima sono i soldi, ma solo perché mi sono privato di quasi tutto e comunque non ho raggiunto chissà quale cifra.
|
|
28-07-2021, 21:05
|
#13
|
Esperto
Qui dal: Nov 2020
Messaggi: 536
|
Solidarietà, dato che capisco bene e mi ci ritrovo in quello che hai scritto.
Restando sul generico e non entrando nello specifico degli esempi che hai portato, non posso fare a meno di notare che, come il sottoscritto, da come scrivi, hai un atteggiamento quasi rassegnato o tendente a trovare ostacoli che ti sembrano insormontabili, per cui non vale nemmeno la pena provarci dato che sasarebbe un fallimento annunciato.
Ebbene mi colpisce sempre e mi rimanda sempre a quel poco che ho letto sull"impotenza appresa", ovvero su quel comportamento di impotenza ed evitamento che ormai adottiamo di fronte ad ogni problema,che diventa insormontabile per natura.
E ogni potenziale attività o strada da percorrere sembra essere un problema a sua volta.
|
|
28-07-2021, 21:40
|
#14
|
Banned
Qui dal: May 2012
Ubicazione: Südtirol
Messaggi: 6,981
|
Quote:
Originariamente inviata da faria
.
|
Che è un po' la storia dell' umanità: individualmente magari pensiamo di cominciare da zero, ma in realtà questa tabula rasa nelle condizioni di partenza non esiste, perché pressoché sempre ci sono influenze pregresse varie che dirigono gli sviluppi dei singoli come delle intere società.
In altri termini: siamo rovinati e nel momento in cui ce ne rendiamo pienamente conto possiamo solo mettere delle pezze e magari sperare nella pura fortuna, quello sì.
|
Ultima modifica di Franz86; 28-07-2021 a 23:07.
|
29-07-2021, 00:18
|
#15
|
Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,614
|
Quote:
Originariamente inviata da Onizuka
Mi sono sempre chiesto come si faccia a capire che direzione prendere nella vita. Avere un sogno, un'aspirazione lavorativa ben precisa. Ed anche avendola, come si possono avere le forze necessarie per realizzarsi? Non credo di soffrire più di depressione, eppure sento di non avere la motivazione per imbarcarmi in nulla di serio. Vedo gli altri intorno a me che intraprendono diverse strade, studiano, cambiano lavori e quant'altro, e io mi chiedo come cavolo ci riescano. Solo il pensare ad anni di studi mi sfianca, non riesco ad essere convinto su nessun percorso e ho sempre avuto grandi difficoltà a concentrarmi e a studiare.
Ogni idea che mi viene la cestino e penso che se non sento una vera convinzione verso di essa è inutile cominciare. Il problema è che questa convinzione non arriva mai.
Studiare non mi riesce, non ho una buona memoria, mi deprimo troppo facilmente e non ho mai avuto un buon metodo di studio, e lavorare fuori mi fa paura (e poi come ho detto non saprei davvero che lavoro potrei fare, mi sembrano tutti alienanti e folli), quindi sono bloccato.
Non capisco se sia semplicemente paura, o il non sapere letteralmente cosa fare, o un mix tra le due che mi impedisce anche solo di prendere seriamente l'eventualità di impegnarmi in qualcosa. O anche la certezza che non potrò mai avere chi mi sostenga in qualche decisione, a parte i miei.
A volte sento come se non valesse la pena di impegnarsi solo per il mio bene.
O magari sono scuse anche queste, ormai non lo so più nemmeno io.
...Possibile che bisogna essere sempre delle macchine ultra performanti per fare qualsiasi cosa?
Mi sembra tutto impossibile, in qualsiasi direzione io mi giri vedo il nulla e l'impossibilità di farcela, la troppa competizione, l'aggressività altrui, il cinismo, la follia della gente, le pressioni, le aspettative, gli standard assurdi della società e la pesantezza di qualsiasi percorso, tutti lunghi anni ed estenuanti.
Ed anche qui, come si fa ad avere la forza e la costanza di seguire un percorso di questo tipo per anni e anni (una laurea), con la convinzione sempre a mille che è quello ciò che si vorrà realmente fare?
Io non sono sicuro di niente, è questo il mio eterno problema.
E penso sempre di non potercela fare.
|
Mi trovo in una situazione molto simile.
Io non sono neppure riuscito a prendere il diploma per via dell'ansia, delle pressioni, della competizione e poi delle mie difficoltà di concentrazione.
E pensare che ero partito da un percorso che avevo scelto io con convinzione, era qualcosa che mi piaceva (disegnare), avevo obiettivi, sogni, ambizioni, ma col tempo è tutto morto.
Le passioni si sono trasformate in ossessioni, le mie manie di perfezionismo hanno iniziato ad impedirmi di fare il mio lavoro, di stare al passo con gli altri e di rispettare le consegne scolastiche.
Nel giro di poco tempo la depressione, l'ansia, l'anedonia, il disturbo ossessivo compulsivo, mi hanno tolto tutto.
Poi con la fobia sociale e il disturbo evitante mi sono isolato in casa fino ad ora e così la mia vita è finita.
Lo stesso in ambito lavorativo, dove non riuscirei minimamente a reggere, sono troppo alienato dal mondo esterno.
Niente più sogni, niente più obiettivi, niente più speranze, niente più prospettive.
Nel frattempo vedo i miei coetanei in giro o anche solo mio fratello che vive nella stessa casa ma studia, va all'università, esce con gli amici, con la morosa, si diverte, lavora, va avanti con la sua vita...
Quote:
Originariamente inviata da Texas
hai un atteggiamento quasi rassegnato o tendente a trovare ostacoli che ti sembrano insormontabili, per cui non vale nemmeno la pena provarci dato che sasarebbe un fallimento annunciato.
Ebbene mi colpisce sempre e mi rimanda sempre a quel poco che ho letto sull"impotenza appresa", ovvero su quel comportamento di impotenza ed evitamento che ormai adottiamo di fronte ad ogni problema,che diventa insormontabile per natura.
E ogni potenziale attività o strada da percorrere sembra essere un problema a sua volta.
|
E poi si arriva proprio a questo, non si trova più alcun senso in niente, tutto muore sul nascere, anche quelle piccole idee che ogni tanto mi passano per la mente ma che in realtà con me sono solo ossessione compulsive periodiche dovute ai miei disturbi (poi c'è anche la mancanza di soldi che è un ulteriore impedimento che si aggiunge a quello mentale); e si è rassegnati ad andare avanti per inerzia, con le giornate scandite solo dagli orari dei farmaci, sperando che riescano ad attenuare un po' i sintomi e i rimuginii.
Al CSM i medici continuano a chiedermi se ho proposte da fargli, idee per il mio futuro, per cosa fare nella vita...
Io non so più cosa rispondergli, mi sento una merda; penso agli altri e mi sento un inutile scarto della società.
|
Ultima modifica di cancellato21736; 29-07-2021 a 00:53.
|
29-07-2021, 09:23
|
#16
|
Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,982
|
Quote:
Originariamente inviata da Dark97
Alla fine bisogna buttarsi, c é poco da fare...
Io, per paura di fare un determinato lavoro, ho buttato un' occasione d oro...e di questi tempi é un suicidio. Gli altri ragazzi se ne fregano invece, a loro interessa avere un lavoro sicuro(economicamente....), quindi si adattano, poche persone sono veramente appassionate.
Bisogna compensare in qualche modo, se fai un lavoro che non ti soddisfa, il resto deve essere perfetto...vita sociale, ragazze ecc. Se mancano queste cose...l esaurimento é probabile.
Stesso discorso per il laureati, non tutti scelgono la facoltà per vocazione, c é chi la sceglie per status, perché dà lavoro o per fare contenti i genitori. Trovi le motivazioni piú disparate...
(Addirittura su un forum, un tizio ha detto che ha scelto medicina solo per indossare il camice....non sò se stesse trollando o altro..ma non mi sorprenderebbe).
|
Vero, senza vita sociale e senza vita sentimentale le motivazioni per impegnarsi calano ulteriormente, l'ho notato anche io. Adattarsi, beh in teoria le persone normali fanno così, io sto imparando solo ora a vedere più gente del solito ma ogni volta viaggiando in tutta Italia per farlo, passare anche a lavorare mi sembra un passo troppo grande, considerato poi cosa potrei fare qui da me, preferisco fare il neet che lavorare qui nei classici lavori da paesino. L'unica fortuna che ho è questo lavoro da casa che mi permette grandi libertà e quindi posso anche spostarmi altrove quando voglio, odierei perdere le mie libertà in nome di un guadagno più alto o del prestigio o di chissà che altro...
|
|
29-07-2021, 09:27
|
#17
|
Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,982
|
Quote:
Originariamente inviata da Angus
Ti rispondo solo su questo.
Il lavoro "un sogno" può esserlo, e ti suggerisco di impegnarti per costruirti professionalmente, adesso che puoi.
Mi sembra che ti identifichi con le tue difficoltà, con il tuo "carattere".
"Non riesco a resistere a", "fossi stato più forte" -> stai trattando delle tue azioni come cose che ti... caratterizzano, come cose che sei.
Potresti invece provare a capire meglio te stesso, in un modello leggermente più complesso, distinguendo tra cose che fai, cose che sei (quali siano non lo so, e non so nemmeno se ci sono) e cose di cui hai bisogno o desideri.
Per esperienza, posso dirti che ci sono cose di cui hai bisogno, facendo le quali proveresti appagamento, di cui adesso non sei consapevole. Lo studio è una di queste, e il lavoro anche, anche se su questo tema è facile fare confusione.
Che significa "lavoro"? E' una parola che racchiude più concetti, diversi e a volte inconciliabili.
Prendiamo come riferimento lingue diverse dall'italiano. Una distinzione comune è tra "lavoro espressivo di sé", un'attività con cui ti impegni attivamente e appassionatamente nella vita: il lavoro del libero; e "lavoro necessario, svolto a fini di sopravvivenza": il lavoro dello schiavo, di chi subisce costrizioni; dell'uomo che cura il giardino perché Aristotele possa passeggiarvi mentre compie il suo lavoro (del primo tipo).
In latino, abbiamo opus (opificio, opera, operosità, opus magnum), che descrive il lavoro del primo tipo, e labor, che descrive il lavoro del secondo tipo.
In inglese, work - primo tipo - e job - secondo tipo.
In tedesco, Werk - primo tipo - e... indovina? Arbeit - secondo tipo, ovviamente, che non rende frei, a differenza del primo.
In italiano, questa distinzione non c'è. Ci si può però prestare attenzione.
Quando dici "non mi va di lavorare", hai probabilmente in mente il lavoro del secondo tipo; e in questo hai del tutto ragione: a nessuno va di jobbare, se non per motivi che approfondirò tra poco. Sotto sotto, però, senti sicuramente il bisogno di workare. Distingui tra le due cose.
(continua)
|
Sì come ho detto ad esempio non mi dispiacerebbe lavorare in una fumetteria o libreria, e interagire coi clienti, consigliare, parlare dei miei interessi ecc. Un lavoro così lo proverei pure, tutto il resto mi sembra solo triste, meccanico e avvilente.
Per farti capire quanta poca fiducia abbia in me stesso, non mi sono neanche mai informato su che tipo di laurea bisognerebbe avere per lavorare in questo campo, proprio perché sento che non riuscirei a reggere il ritmo degli esami, lo studio, ed infine uscire fuori con un voto alto che mi permetta di competere e di essere assunto. Non riesco proprio ad accettare che questa debba realmente essere l'unica strada percorribile, ed arrendermi anche io alla competizione, allo stress di queste dinamiche e a tutto lo schifo che mi dovrei prendere, tra migliaia di cv da inviare, migliaia di porte in faccia, esperienze in cui dovrò sempre essere performante, sorridente ed energico per farmi accettare dal capo di turno... Non lo so, mi sembra tutto così sbagliato e orrendo. Forse finiró a investire le mie energie ancora sul mondo online, che è l'unico che finora mi ha dato soddisfazioni, però in un certo senso anche questo è evitamento, se nemmeno una volta provo a mettermi su una strada che coinvolga le mie passioni e vedere come reagisco.
Aggiungo che anche lavorare nel campo della fotografia non mi dispiacerebbe, ma poi penso sempre ai percorsi di anni che dovrei fare e mi deprimo.
|
Ultima modifica di Onizuka; 29-07-2021 a 09:34.
|
29-07-2021, 09:56
|
#18
|
Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,982
|
Quote:
Originariamente inviata da Texas
Solidarietà, dato che capisco bene e mi ci ritrovo in quello che hai scritto.
Restando sul generico e non entrando nello specifico degli esempi che hai portato, non posso fare a meno di notare che, come il sottoscritto, da come scrivi, hai un atteggiamento quasi rassegnato o tendente a trovare ostacoli che ti sembrano insormontabili, per cui non vale nemmeno la pena provarci dato che sasarebbe un fallimento annunciato.
Ebbene mi colpisce sempre e mi rimanda sempre a quel poco che ho letto sull"impotenza appresa", ovvero su quel comportamento di impotenza ed evitamento che ormai adottiamo di fronte ad ogni problema,che diventa insormontabile per natura.
E ogni potenziale attività o strada da percorrere sembra essere un problema a sua volta.
|
Sì, quando ho finito di scrivere il topic ho notato che ne era uscito più uno sfogo ed un autocommiserarmi, che altro.
Ho questa tendenza a partire sconfitto e rassegnato, hai detto bene, lo faccio spesso soprattutto in questi ambiti più "seri" come lavoro, studio e relazioni.. Dopo 8 anni circa di intensi disturbi psicologici mi sento molto indietro rispetto ai miei coetanei, non ho la loro stessa prontezza nelle situazioni della vita e ho un autostima ancora troppo bassa, non ho la giusta sfrontatezza e via dicendo, sono la classica persona con la testa perennemente tra le nuvole e troppo buona.
Non resta altro da fare che rimboccarsi le maniche adesso che sono in tempo e ho i miei genitori a sostenermi, o proseguire con il mio lavoretto online e mettere sempre più soldi da parte, sperando in futuro di avere una o due proprietà da poter dare in affitto, e mantenermi in questi modi alternativi.
C'è anche questo fatto, come dicevo sopra, l'idea di mettermi su binari "normali" mi repelle, fa parte non solo di un quadro problematico, ma anche di idee personali che ho sempre avuto sulla vita in sé, praticamente un mix letale.
Oppure un mix costruttivo che ti indirizza su strade alternative e di successo, ma di solito chi riesce a realizzarsi in scenari alternativi (lavori online, lavori creativi ecc) credo non abbia problemi psicologici forti che frenano. Intendo dire renderli lavori che fruttano tantissimo, e per anni.
Io ho una forte volontà di trovare sempre dei modi per cavarmela in maniera diversa dagli altri, scappatoie per non uniformarmi e via dicendo, infatti la prima volta che mi sono impegnato seriamente in qualcosa è stato nel costruire il mio attuale lavoro online.
Ma come tanti altri lavori online, non si può pensare di camparci a vita, un po' come lo youtuber o altri lavori simili, sono soggetti anche ad eventi passeggeri che potrebbero durare per lunghi periodi, ma anche per brevi.
Però allo stesso tempo il tanto ambito posto fisso mi repelle per tutti gli obblighi che presenta, tra cui orari ben definiti, pochissimo tempo libero, performance al top ecc, quindi non se ne esce facilmente.
Servirebbe il lavoro dei sogni, forse così mi sbloccherei e proverei anche quella strada... Quello che sembra un obbligo potrebbe diventare un piacere, magari. O il contrario, chissà.
|
Ultima modifica di Onizuka; 29-07-2021 a 11:34.
|
29-07-2021, 13:40
|
#19
|
Super Moderator
Qui dal: Jan 2015
Messaggi: 6,253
|
Mi ci rivedo molto in quanto scrivi, ho sempre vissuto senza sapere cosa voler fare nella mia vita, tutte le decisione che ho preso sono derivate più dagli altri che da me, infatti mia mamma mi ha sempre tacciato di essere uno che non prende mai iniziativa.
|
|
29-07-2021, 14:23
|
#20
|
Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Trani
Messaggi: 9,521
|
Come si fa a capire se il gelato è buono?
|
|
|
|
|