Difficile fare un'associazione mirata, al momento, ma data la mia vena creativa direi che assomiglia molto ad un quadro di Pollock.
Sfondo a tinta unita, il nero più profondo, l'infinito... Il tutto attraversato da migliaia di schizzate di colore totalmente casuali e differenti.
Non c'è nulla di sicuro, come base, è solo un'enorme tela nera di cui non si conoscono i confini, perciò non posso sentenziare né sui limiti né sulle potenzialità in maniera totalmente accurata.
So per certo, però, che più cerco di guardare da vicino e meno ci capisco, perché ognuna di quelle pennellate va ad intersecarsi con un'altra. Più mi avvicino e metto a fuoco, più scopro sovrapposizioni, passaggi, collegamenti... ed avanti così fino all'infinito. Un groviglio totale, senza uno schema ordinato e prevedibile (per quanto poi una mente possa esserlo). Ecco perché vengo definita dai più 'camaleontica'; cambio abitudini e forme espressive con una dinamicità scoraggiante, di conseguenza sento che mi appartenga tutto ed al contempo non mi appartenga nulla.
Infinite possibilità, variabili, davvero troppi dati da tenere in conto, per riuscire a spiegarsi qualcosa ed avere la sicurezza che sia effettivamente così. Non a caso sono una persona che tende a perdersi nei bicchieri d'acqua anche per questo... Alle volte la risposta ad un quesito è delle più stupide e scontate, ma essendo abituata a smacchinare copiosamente su tutto ciò che esige una spiegazione, magari vado a considerare opzioni che sì, calzerebbero pure a pennello, ma stanno ad anni luce di distanza dalla realtà dei fatti, che si rivela di una pragmaticità sconvolgente.
Più o meno posso farmi un'idea generale, guardando la tela della mia mente da una certa distanza, ma so che vivendo ciò in prima persona il distacco non sarà mai della giusta misura, tanto da catalogarmi.
E comunque con un'irregolarità tale nella struttura, la distanza non fa altro che portare a perderti una miriade di dettagli, tutti egualmente determinanti e fondamentali, nonostante la loro microscopicità.
Se c'è un modo per mandarmi nel pallone è chiedermi quali siano i miei pregi e difetti. Mettendo da parte il fatto che l'autoanalisi non è mai sufficientemente obiettiva, io non ho davvero idea di quali siano i miei tratti caratteriali; posso tutt'al più azzardarmi ad individuare dei pilastri, ma è davvero difficile. Ci sono alcune fondamenta solide ed imprescindibili, sì, ma è più una questione di ideali e principi, che sono poi solo una parte esigua del tutto.
Davvero troppe cose da dire, in merito a ciò, tanto che una vita intera di considerazioni e passaggi logici non sarebbe sufficiente a dare al tutto una forma meno criptica. Non a caso il cervello umano è un universo a sé stante. Il fatto che qualcosa di così imponente sia confinato nelle dimensioni di una scatola cranica è qualcosa di affascinante. E pensare che a livello di epicità di proporzioni la mente sarebbe paragonabile alla 'realtà' esterna, che invece necessita di spazi amplissimi. Però chi lo sa, magari tutto l'universo, a sua volta, è inscatolato in qualcosa che in una realtà parallela ha le dimensioni di una confezione di tè...
Ora però da brava figlia del caos mi sto appropinquando all'off topic, chiedo venia