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15-06-2017, 14:45
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#1
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,746
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Sto leggendo (sono a metà) questo post, e credo possa essere uno spunto di discussione importante per chi, come i frequentatori di questo forum, sta combattendo (o vorrebbe farlo e sta cercando di ricavarne le forze necessarie) per superare i propri disagi.
http://waitbutwhy.com/2015/11/the-co...ret-sauce.html
Iniziate a leggerlo e a commentare con le prime impressioni; appena lo finisco vi dico le mie.
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15-06-2017, 16:34
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#2
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,746
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Ammazza quant'è lungo! Non ero neanche lontanamente vicino alla metà!
Quote:
Originariamente inviata da Joseph
The Young-Girl conceives of her own existence as a management problem she needs to resolve. (cit. Raw Materials for a Theory of the Young-Girl)
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Pensi che l'articolo dica questo? Da cosa lo deduci?
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15-06-2017, 18:04
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#3
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Esperto
Qui dal: Oct 2015
Messaggi: 4,200
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Diciamo che ragiono in modo simile solo che mi blocco al momento di passare all'azione.
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15-06-2017, 18:26
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#4
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 3,395
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Per superare i propri disagi basta millantare la propria sicurezza e farsi di nascosto un trapianto di capelli
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15-06-2017, 18:43
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#5
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,746
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Quote:
Originariamente inviata da Krieg
Per superare i propri disagi basta millantare la propria sicurezza e farsi di nascosto un trapianto di capelli
[]https://qph.ec.quoracdn.net/main-qimg-e6f1a6fc6c31d3cfdc0d7b9357e119d8-c[/]
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Allora sono fortunato, visto che sono geneticamente capellone.
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15-06-2017, 18:57
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#6
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Near Milan
Messaggi: 3,986
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Quote:
Originariamente inviata da Krieg
Per superare i propri disagi basta millantare la propria sicurezza e farsi di nascosto un trapianto di capelli
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Era meglio prima...
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15-06-2017, 19:28
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#7
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,393
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Quote:
Originariamente inviata da Crystal
Era meglio prima...
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Bè, no, dai.
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15-06-2017, 22:32
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#8
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,746
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Quote:
Originariamente inviata da JericoRose
Magari avessi il suo cervello... altro che superare i miei disagi. Questo tizio ha una delle menti più visionarie che siano mai esistite, insieme a Tesla e Leonardo Da Vinci, vorrei avere il suo cervello non tanto per la sua intelligenza (non so neanche se abbia un quoziente intellettivo alto, ma non credo lo abbia particolarmente alto) ma per il suo essere visionario appunto e per il suo essere strategico, sa immaginare il futuro in un modo in cui pochi riescono per poi "investire" nelle sue visioni in maniera pianificata senza sbagliare un colpo.
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Beh a quanto dice l'articolo "il suo cervello" è la parte meno importante. E' il "software" che gira all'interno del suo cervello la parte che lo caratterizza di più.
E come ha fatto ad ottenere quel software? Con le giuste abitudini.
Forse il punto non è ambire ad essere come Elon Musk o come Leonardo da Vinci.
Ma è ambire a come essere noi stessi (Marco Russo, Jerico Rose, ecc.) ma al 100% delle nostre potenzialità, nell'ottica di un miglioramento continuo.
Ad esempio: una cosa su cui obietto è la sua semplicistica equivalenza "persona=computer".
Per certi versi quest'equivalenza è verosimile. Però, limitatamente a quanto concerne la mia esperienza come tecnico informatico, esiste una differenza sostanziale che ne determina una differenza radicale e qualitativa.
Il nostro hardware è influenzato dal nostro software.
Questo è facile da dimostrare, e l'ha fatto Pavlov col celebre esperimento dei cani. Non è che poiché noi siamo umani e più intelligenti dei canidi allora siamo esentati dai fenomeni di condizionamento operante e rafforzamento delle nostre sinapsi. Questo può causare danni molto gravi, probabilmente anche irreversibili nella chimica cerebrale. Perché se abituiamo il nostro cervello a produrre determinati neurotrasmettitori che ci gratificano in risposta a stimoli errati (ad esempio stimoli che ci rendono infelici) e questi neurotrasmettitori
in qualche modo rafforzano in un circolo vizioso il nostro comportamento errato, finiremo condizionati a tal punto da non riuscire mai più a disassociare le due cose.
Non è così difficile da immaginare: basta iniziare a fumare. Ci ho messo neanche 4 anni, finora il periodo più lungo di astinenza dal fumo è stato 7 mesi e nonostante tutto ancora mi sognavo le sigarette. Mi domando se sia un danno irreversibile; se quando avrò bisogno di stare meglio, anche tra 15 o 30 anni sognerò ancora una sigaretta.
Per come è costruito il cervello, sono le abitudini a rafforzare o indebolire determinate associazioni. A mio avviso dall'articolo noi del forum potremmo imparare a creare un sistema di obiettivi che ci renda più semplice l'instaurarsi di abitudini che migliorino il nostro stato di benessere psicofisico: che ci consentano di stare male il meno possibile e sentirci bene, utili, connessi, produttivi, figobulli, ecc. il più possibile.
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15-06-2017, 23:28
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#9
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,746
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Mi sfugge completamente come si possa prendere sul serio qualcosa che contiene una frase del genere.
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Mi sfugge come faccia a sfuggirti.
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16-06-2017, 02:12
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#10
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,746
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Joseph, per favore, mi spieghi quale è il significato dell'esistenza, a parte rimanerci male quando un qualche altro genio viene ammirato?
(Spoiler alert: non c'è, ognuno si trova il suo).
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16-06-2017, 03:22
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#11
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Esperto
Qui dal: Sep 2016
Ubicazione: Italia
Messaggi: 4,240
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Ma dove li trovate questi personaggi bizzarri e geniali ?
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16-06-2017, 22:43
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#12
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Intermedio
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Piemonte
Messaggi: 194
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Marco, è stata una po' una tortura la lettura di questo articolo e alla fine (ma ho letto davvero tanto) ho interrotto. Hai chiesto un confronto e ho cercato di offrirti il mio pensiero nel modo più imparziale possibile.
Cominciamo: Secondo una visione razionale, la nostra razionalità lavora in modo fondamentalmente algoritmico e si può esser portati a vedere le persone come computer, però il rischio è che sfugga qualcosa... creatività? intuizione? e la coscienza inoltre?
Musk crede che i figli siano una parziale replica di sé che ci preserva dalla morte... questo è vero se ci si identifica con la nostra memoria e le informazioni, ma io non credo che sia così (non siamo solo degli hard disk). Prima di tutto siamo esseri coscienti, c'è un'individualità che può morire, trovo un po' stupido che Musk nemmeno lo pensi... magari non gli interessa.
"Saper lavorare col proprio software mentale" può render conto di personaggi storici speciali? Ci credo poco... Talvolta ci sono delle fortunate combinazioni storiche che se non capitava a Tizio, l'avrebbe fatto Caio; altre volte grandi inventori o artisti sembrano avere effettivamente "una marcia in più". Io sono propenso a ritenere che ci sia qualcosa di innato, più un ambiente favorevole.
Desideri, realtà, obiettivi e strategie... credo che in pedagogia si studiano queste cose come tra le più basilari, almeno come schema di fondo per capire l'agire umano già nei bambini.
Le persone usano molto la ripetizione, l'imitazione e le abitudini, fare diversamente è più "intelligente", però consuma più energie e richiede più tempo, non tutti hanno l'ambiente, la sicurezza e la possibilità di iniziare a fare i divergenti. E lo dico nel ruolo di chi riflette sul senso e i fondamenti di tutto...
La metafora delle "scatole" mi fa un po' ribrezzo: ci rendiamo conto di quanto è complessa la realtà con i suoi vincoli, le gerarchie sociali, i vari momenti storici come quello di crisi occupazionale e di crisi della crescita finanziaria classica che viviamo? "Riempire la scatola" mi fa ridere, in realtà, quasi arrabbiare.
"Riempiamo le scatole" e miglioriamo la strategia, facciamo una teoria e testiamola, poi miglioriamola. Proviamo a dirlo ad un barbone che deve usare meglio il suo software per trovare un posto di lavoro in tempo di crisi magari... è solo questione di aggiustamenti e nuove prove, come no!
Senza prendere questo caso estremo (il senzatetto), ci sono tanti casi intermedi, in cui le possibilità sono limitate, i fattori della realtà sono vasti e complessi, possiamo tenacemente cercare una soluzione con tutte le nostre risorse, ma non di rado passa il tempo in modi che non vorremmo e senza trovare particolare uscite. C'è un forte elemento di condizionamento della realtà, se nasci in una famiglia povera o ricca, in Afria o in Europa, sono differenze pazzesche, come anche avere una base ansiosa, o lievi ma compromettenti disturbi ormonali o ai neurotrasmettitori, che uno comprende magari dopo 10 o 20 anni...
Poi si passa alla vita di Elon Musk e una biografia è sempre interessante da leggere, più di questa schematizzazione (offerta dall'articolo) che lascia il tempo che trova o che è condivisibile nella sua ovvietà e risibile nella sua banalizzazione metaforica.
Riguardo la vita di Musk, partire dal desiderio di fare qualcosa per l'umanità è piuttosto curioso. È un intento altruistico, però questo atteggiamento ha qualcosa di paradossale. Infatti, ogni cosa che facciamo è motivata da desideri, altrimenti non la faremmo. Ora è buona cosa che qualcuno abbia desideri così salutari per la specie umana, ma se non fosse partito da quel desiderio? E una tale differenza non sarebbe stata nel software, forse proprio nell'hardware: Musk ha bisogno di obiettivi di questo tipo per vivere bene (per "funzionare"), è partito da quello e non l'ha messo in discussione minimamente.
Le cose che ha messo in elenco sono molto singolari (intelligenza artificiale ecc.), più probabili o possibili che certe. Si può arrivare alla fine di un percorso di studi, senza avere sicurezza su ciò a cui ci si vuol dedicare -- sempre che uno la abbia una tale chiara passione da trovare! molti desiderano "solo" una famiglia e va bene qualsiasi lavoro trovano... Non è un problema di software, ma di desideri e questi riguardano la coscienza umana (una macchina non ha desideri, giusto per evidenziare seri problemi alla metafora dei computer).
L'elemento di certezza iniziale, cosa assai rara (quasi una "vocazione per fede"), ha aiutato ad impostare tutto il resto (nella vita di Musk), ma è proprio aver le idee chiare all'origine il problema. A tratti sembra quasi che abbia un DOC su questo punto... (beato lui perché in tal caso è stato benefico) ma mica è da tutti... e sarebbe più un aspetto hardware.
La passione per la tecnologia e le novità fantastiche sono altri desideri che Musk aveva dentro, probabilmente poco condivisi da quelle tribù che vivono bene (o con difficoltà) nel loro piccolo mondo e non sono interessati a cercare cose nuove. Conoscono ciò che li fa star bene, difendono quello e non chiedono altro. Se Musk era così (come molte persone penso che siano) sarebbe mancata quasi tutta questa pianificazione.
Inoltre, leggiamo di Musk, ma cosa ne sappiamo di altre persone simili a lui che per condizioni poco fortunate non hanno potuto seguire un buon percorso e non sono emerse? Rischiamo di ignorare l'impatto dei fattori accidentali, considerando solo il caso fortunato di Musk.
Talvolta ci sono giornali che riportano i casi di successo in tempo di crisi, certamente può succedere, ma si tende a dimenticare che quei casi sono una minoranza strettissima, la maggior parte diventa impiegato, altri non trovano lavoro proprio. Statisticamente c'è un peso sulle possibilità molto vincolante. C'è chi vince la lotteria, ma non è un buon motivo per giocarci per esempio. Il caso di Musk potrebbe essere molto simile ad uno che ha vinto la lotteria.
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16-06-2017, 22:59
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#13
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Intermedio
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Piemonte
Messaggi: 194
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"Quando qualcosa è abbastanza importante, lo fai anche se le probabilità non sono a tuo favore", qui nuovamente l'importanza di qualcosa dipende dai nostri desideri, da quanto chiari essi sono ed è un fatto che si pone prima delle scatole. Noi non scegliamo i nostri desideri, ce li ritroviamo, desideri ambiziosi e audaci in un periodo in cui l'economia è in crescita e Internet stava nascendo possono portare a risultati eccellenti in termini di affari (sempre che la cosa interessi), ma se cambiamo anche pochi desideri si può passare da un percorso come quello di Musk, al trovare lavoro come spazzino ed essere soddisfatti, in una posizione semplice e sicura, per poi cercare relazioni perché magari interessano quelle...
Riguardo l'aggiustamento di ciò che uno vuole, Spinoza invitava a liberarsi dai propri desideri, dato che è più facile cambiare se stessi che il mondo, finché ci si riesce. Se una cosa non la desideriamo più è un problema in meno, ma spesso i nostri desideri non sono così facilmente removibili. Anche se molte persone ci riflettono superficialmente su questo... e potrebbero liberarsi di desideri indotti. Però, si arriva ad un livello di desideri che fa parte dell'hardware: non li cambiamo a piacimento.
Insistere sul "gioco del perché" è un altro aspetto che può essere imputato all'hardware, o meglio, al carattere di base, dato che i bambini non sono "palline di argilla", ma hanno molte componenti innate legate ad aggressività, sopportazione, tenacia, cessione, energie, modalità d'uso delle energie, ecc. ecc. Oltre ad un ambiente culturale idoneo, perché se Musk fosse nato tra gli sciamani di Bali, ho qualche dubbio che avrebbe gestito il "suo software" come invita a fare.
Curiose le critiche alla scuola... io le condivido: disincentivano la creatività, promuovono la ripetizione, l'accettazione acritica, senza contare il tempo che ti portano via e spesso in un'età in cui uno ha tutt'altro per la testa e deve sopportare cose più o meno noiose e col problema del voto... Però, perché Musk non è stato vittima di ciò? Allora contrariamente a quanto dice c'era qualcosa di particolare proprio nell'hardware... Eh.
Quelli che vengono chiamati "software vecchi", sono i retaggi culturali o condizionamenti, il classico attrito tra genitori e figli, i quali hanno vissuto periodi storici diversi e ciò incide sulle aspettative, i timori, le mode, ecc.
Non è facile mantenere un pensiero indipendente, dipende molto dal carattere e dal nostro "modo di funzionare". Inoltre, già adesso la maggior parte dei figli tende a divergere dalla visione dei genitori, per non parlare della nonna. Non penso sia una grande rivelazione questo fatto che viene presentato tra l'altro in tantissimi film.
I dogmi vanno messi in discussione, io sono molto propenso a farlo, però rischi di perdere tanti riferimenti, tante certezze e hai bisogno di tempo per ricostruire delle fondamenta. Se una persona è molto pragmatica, smonta i dogmi nella misura in cui praticamente gli serve. Se una persona è mossa dal desiderio di comprendere, può riflettere su molti dogmi, a prescindere da una pratica ragione per farlo, e questo può portare via tempo e magari anche possibilità che andrebbero colte, mentre si riflette e si esplora. Però, ciò dipende nuovamente da ciò che uno cerca, dai desideri, se piace riflettere su tutto perché l'obiettivo (il divertimento) è riflettere, può passar la vita così (compatibilmente ad altre necessità).
Inoltre, qualche dogma dobbiamo pur accettarlo, è impossibile fare estese riflessioni su tutto: sul mangiare, sull'economia, sul senso dell'esistenza umana, su altri aspetti etici e culturali, sul modo di fare dell'azienda in cui magari lavoriamo, sulla politica e sul voto, ecc. ecc.
La critica al cieco tribalismo: ok. Purtroppo, per varie ragioni, le persone ricercano i gruppi e trovano compromessi e mediazioni per rimanerci, ignorano ipocrisie, accettano cambiamenti di comodo dell'identità di gruppo giustificandoseli in qualche modo, ecc. In genere, perché i motivi sono di altro tipo: amicizie, altrimenti finirei da solo/a e non saprei dove andare, ho rapporti di lavoro o sportivi legati a quel gruppo e mi conviene mantenere buoni rapporti, ecc. Non c'è solo la facilità di adesione ai dogmi, che penso sia un motivo piuttosto limitato e legato per lo più ad alcune sette o comunità religiose.
Riguardo esempi passati di "tribalismo" per mettere su soldati fedeli... direi che entrano in gioco anche fattori di forza, mancanza di cultura, contesti storici che difficilmente ti davano la possibilità di fare diversamente, se non diventando un ribelle o un nemico con tutti i rischi del caso... Ci vedo una certa banalizzazione...
La metafora cuochi e chef in linea di massima ci può stare, ma bisogna entrare nei dettagli della vita di ciascuno, concludere che i primi aggiornano la casella realtà, quando non riesco a gestire una novità, e che i secondi inventano e aggiornano la casella... non lo dice esplicitamente che altra casella aggiornano, ma penso sia quella degli obiettivi e delle strategie. Conclude che la differenza cuoco-chef sta nel lavorare con il software e non sta nell'hardware, eppure uno chef deve avere sensibilità e abilità che, secondo me, sono abbastanza "hardware" (mi adeguo alla metafora, ma non mi piace). Chiaro che l'allenamento aiuta e potenzia, ma si vanno a potenziare aspetti promettenti e, soprattutto, nella maggior parte dei casi si cerca di seguire un dannato percorso che porti ad un lavoro e non c'è possibilità di fare tante fantasticheria sulla creatività, sull'essere leader ed altre cose del genere. Non per tutti.
Il modo in cui l'articolo dà per scontato che si percepisca Musk come un genio impressionante, un grande chef, uno con le "super palle" è abbastanza disgustoso per me, sia per il linguaggio che trovo antipatico, sia perché ritengo che sia un'esagerazione. Non mi sono letto la sua vita, magari ci sono altri motivi che ignoro per cui lui risulta particolarmente grandioso, ma per quanto offre questo articolo, mi sembra pieno di "sparate".
Ricordarsi che le attuali possibilità sono maggiori rispetto a quel che è stato attualmente visto è un buon consiglio ed è bene tenerlo presente.
Avviare un'azienda è come la versione della "paura del buio" per gli adulti: direi che è un'altra banalizzazione... Se hai soldi da buttare, sicuramente, ma non penso sia così frequente fare i milioni e poterli investire senza pensieri (cioè potendo sopportare l'eventuale perdita). E per fare i milioni non basta "cambiare il software"... È una questione statistica e di gerarchia socio-economica, non possono essere tutti milionari (giusto per dare un caso limite).
Mi sono stufato, c'è ancora un lungo pezzo, ma basta... mi fermo qui. Poi, semmai, vedrò. Ma non sono soddisfatto di questo articolo.
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Ultima modifica di Labirinto; 17-06-2017 a 02:10.
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