Quote:
Originariamente inviata da Dott. Liverani
Visto il carattere generale della discussione, le due espressioni sono state utilizzate con la medesima accezione, riferendosi al disagio (che dal punto di vista emotivo è riconducibile all'ansia) più o meno intenso che una persona sperimenta in una o più situazioni sociali.
Concordo con lei che i due termini presentano importanti differenze, soprattutto di carattere quantitativo, ma nel contesto di questa discussione ho ritenuto fossero irrilevanti.
Dott. Liverani
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Grazie
Faccio una premessa: Il discorso di Francesco ,ha senso dal punto di vista,di come venga percepita la persona ,che interloquendo in un contesto come questo del forum,dia del lei...
Si puo` auspicare un differente modo di porsi : non credo che nessuno/a lo pretendera`mai, ovviamente.
Personalmente,non credo che i due termini,siano irrilevanti nel contesto di questo thread...
Come non lo sarebbero in nessun altro thread del forum Fobia sociale.com
Il punto centrale e` proprio quello: e ne avrebbe la conferma,leggendo uno di seguito all`altro ,una decina di threads diversi.
Una persona ansiosa,tutto sommato se ne interesserebbe ben poco del giudizio degli altri : in quanto ,altri da lui/lei.
Un fobico invece lo ritiene importantissimo.
Anche se ,razionalmente ,sappia ,che tale giudizio sia destinato a restare non modificabile ...
Gli da fastido e ci rimugina.
Un fobico ,in quelle situazioni ,non riesce ad esser se stesso.
Mentre ,fuori da quel contesto ,s`incavola un bel po per il non esser riuscito a reagire come volesse.
Ho quotato Viridian ,perche`ha scritto una cosa intelligente: accettare , quando non si sia a proprio agio risulterebbe esser una forzatura.
La vedrei pure peggiore del male come soluzione.
Accettare situazioni come quella :ingigantisce la fobia sociale,e` un fuggire.
Mentre reagire ,la smonterebbe e darebbe un gran soddisfazione.
REAGIRE alla situazione.
Non Accettare una situazione di quel tipo ,poiche`,e` un reprimere le proprie emozioni.
Molto meglio ,imparare a reagire.
Se ne ricorressero motivi importanti,anche con un invito a farsi gli affari propri.
Poi ,saranno gli altri a doversi porre nell`ottica dell`accettare o meno la risposta.
In entrambi i casi ,"accettazione" o"reazione",direi che sia fondamentale imparare a fregarsene di quel che dicano o pensino gli altri di noi.
Io la vedrei cosi`.
Poi ,dopo averlo fatto ,verrebbe conseguente un accettare un "se stesso " meno influenzabile dall`opinioni degli altri su di lui in questo caso.
Penso possa essere una soluzione :Lei cosa ne pensa?