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16-07-2012, 01:31
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#81
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Esperto
Qui dal: Mar 2006
Ubicazione: in un tunnel arredato in stile minimal
Messaggi: 1,485
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Comunque, le convinzioni servono per orientare la propria vita pratica.
L'intero settore della formazione & crescita personale ha come caposaldo lo sviluppo di convinzioni potenzianti a discapito di quelle depotenzianti, e se tutti sul forum riuscissero a farlo, sarebbe vuoto.
Il bivio che viene posto è: vuoi avere ragione o essere felice?
Io qui sono sempre cascato, andando alla (almeno presunta) ricerca della verità dei fatti, ritrovandomi troppo spesso ad aver ragione, anche quando non avrei voluto avercela. Il risultato è proprio l'infelicità.
Da una parte li invidio quelli che hanno convinzioni solide (in se stessi, in qualche religione, in qualche principio etico), perché hanno quel "quid", quella bussola, quella benzina per potersi muovere nel mondo con più leggerezza, coerenza e decisione, e che permette loro di dispiegare un maggior potere di "accaparramento" di cose, risultati, esperienze, emozioni.
Una vita trascorsa alla ricerca della verità, qualora si ritenga che la stessa vita non abbia un qualche senso, non ha nulla di più positivo e nobile di una vita passata a ricercare agi, sesso selvaggio, illuminazione spirituale, ecc. ecc.
Ma credo che le persone che maturano "lucidità" e desiderio sistematico di ricerca siano accumunate da un percorso simile, che parte molto presto, e in genere parte perché manca qualcos'altro.
Tendenzialmente un giovinastro belloccio e sicuro di sè, con pulzelle al seguito, la "kumpa", ecc. ecc. non si mette a "ravanare" sistematicamente tra i misteri della vita.
"No, stasse non esko, voglio leggere il libro tibetano dei morti".
La vive e basta, e con ragionamenti giocoforza meno strutturati manderà in bestia la persona meno "fortunata" che invece si è in qualche modo trovata a scavare nello scibile umano.
A grandi linee funziona così, almeno per quanto concerne la mia esperienza.
C'è da chiedersi: quando mi troverò sul letto di morte e penserò a cosa ho fatto nella vita, ne sarò fiero?.
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Ultima modifica di filosofo; 16-07-2012 a 01:35.
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16-07-2012, 01:38
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#82
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
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Quote:
Originariamente inviata da filosofo
C'è da chiedersi: quando mi troverò sul letto di morte e penserò a cosa ho fatto nella vita, ne sarò fiero?.
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Nel letto di morte non me ne importerebbe nulla di questo pensiero. Mi verrebbe più da prepararmi psicologicamente ad adattarmi all'aldilà, anche perchè ho pure un progetto da realizzare nell'aldilà.
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16-07-2012, 01:44
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#83
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Intermedio
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 137
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Quote:
Originariamente inviata da filosofo
Comunque, le convinzioni servono per orientare la propria vita pratica.
L'intero settore della formazione & crescita personale ha come capisaldi lo sviluppo di convinzioni potenzianti a discapito di quelle depotenzianti, e se tutti sul forum riuscissero a farlo, sarebbe vuoto.
Il bivio che viene posto è: vuoi avere ragione o essere felice?
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Come si può essere felici senza avere ragione? Siamo animali curiosi, la nostra stessa natura ci spinge a cercare il perché delle cose. Abbiamo inventato intere mitologie, viaggiato oltre gli oceani e fatto milioni di esperimenti per cercare il perché delle cose. Come può essere felice una vita senza ricerca? Non è umano.
Quote:
Originariamente inviata da filosofo
Da una parte li invidio quelli che hanno convinzioni solide (in se stessi, in qualche religione, in qualche principio etico), perché hanno quel "quid", quella bussola, quella benzina per potersi muovere nel mondo con più leggerezza, e che permette loro di dispiegare un maggior potere di "accaparramento" di cose, risultati, esperienze, emozioni.
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Non vedo cosa ci sia da invidiare. Chi crede a qualcosa senza prove è matto.
Quote:
Originariamente inviata da filosofo
Una vita trascorsa alla ricerca della verità, qualora si ritenga che la stessa vita non abbia un qualche senso, non ha nulla di più positivo e nobile di una vita passata a ricercare agi, sesso selvaggio, illuminazione spirituale, ecc. ecc.
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Non si tratta di valore. La conoscenza è necessaria come il cibo per la nostra specie, chi non avverte questa necessità è meno che umano.
Quote:
Originariamente inviata da filosofo
Ma credo che le persone che maturano "lucidità" e desiderio sistematico di ricerca siano accumunate da un percorso simile, che parte molto presto, e in genere parte perché manca qualcos'altro.
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Au contraire. è agli altri che manca qualcosa. Segnatamente, una cifra del Q.I.
Quote:
Originariamente inviata da filosofo
Tendenzialmente un giovinastro belloccio e sicuro di sè, con pulzelle al seguito, la "kumpa", ecc. ecc. non si mette a "ravanare" sistematicamente tra i misteri della vita.
"No, stasse non esko, voglio leggere il libro tibetano dei morti".
La vive e basta, e con ragionamenti giocoforza meno strutturati manderà in bestia la persona meno "fortunata" che invece si è in qualche modo trovata a scavare nello scibile umano.
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Non ragiona perché è scemo, non perché ha un sacco di belle cose. Il Buddha era un principe. Galileo ha perso tutto per sostenere la sua teoria. Giordano Bruno anche la pelle.
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16-07-2012, 02:53
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#84
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Esperto
Qui dal: Mar 2006
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Mi sa che anche tu ricadi sotto una forma di fanatismo.
Antropocentrico e gnoseocentrico.
L'uomo non è altro che una specie vivente - come altre - che nel suo percorso evolutivo ha affinato determinate facoltà (a discapito di altre), che è chiamato a sopravvivere (istinto di autoconservazione), e perpetuare la specie (attraverso quegli inganni che chiamiamo innamoramento e amore).
Tutto il resto lo possiamo riempire come vogliamo.
Ma fondamentalmente siamo bestie pure noi.
E ricercare il sapere senza partire da quest'atto di consapevolezza e - perché no - umiltà, che ricerca è? Di che cosa stiamo parlando?
Ti dirò di più: ti senti in qualche modo speciale e intelligente perché ricerchi la conoscenza (e l'ho fatto - provato pure io), ma se avrai il desiderio di condurre uno studio sull'enneagramma, scoprirai con tutta probabilità che ricadi in uno dei 9 enneatipi (il tipo 5). Quindi sei (sono) "schedato" come altri.
Nella vita ciascuno ricerca determinate cose, dà priorità a determinate cose, esprime una determinata condotta, ecc. ecc.
Non c'è una categoria in sè e per sè nobile o superiore, che vince il premio a fine corsa.
Mi citi delle persone che hanno pututo ricercare la conoscenza perché c'erano altre persone - magari meno dotte - che avevano costruito per loro scrivanie, case, ecc. ecc.
Il metro di una vita "ben vissuta" non è dato né da un sapere infinito, né da un patrimonio immobiliare megagalattico, né dal numero di pulzelli/e "castigate", ma dalla rispondenza tra ciò che desideriamo e ciò che realizziamo, e da un equilibrio tra le istanze della ragione e quelle degli istinti animali, che variano da persona a persona. Ciascuno è un micromondo, e due persone identiche non esistono, su 6 miliardi (?).
Quindi, se il tuo obiettivo è la ricerca, e ti senti autenticamente felice e appagato a proseguire vita natural durante in quest'ottica, ottimo.
Ma non hai il diritto di denigrare chi, la propria vita, vuole viverla diversamente.
Anch'io ci sono passato, ora ho 27 anni, ho vissuto esperienze eterogenee e mi sono imbevuto di vari imput, e mi capita tutt'ora di dare in escandescenze, mettermi le mani nei capelli, tuonare, disperarmi, ecc. ecc. verso chi si chiude verso le prospettive della conoscenza, ma - lucidamente - mi rendo conto che è sbagliato, che sono un intollerante del cazzo, e che nutro infinita stima verso chi si assume grossi rischi, dà vita ad aziende di successo, ecc ecc.
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Ultima modifica di filosofo; 16-07-2012 a 02:58.
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16-07-2012, 03:21
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#85
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Intermedio
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 137
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Quote:
Originariamente inviata da filosofo
Mi sa che anche tu ricadi sotto una forma di fanatismo.
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No, credo di no.
Quote:
Originariamente inviata da filosofo
Antropocentrico e gnoseocentrico.
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Ovvio che sono antropocentrico. Non conosco civiltà aliene avanzate.
Ovvio che sono gnoseocentrico. L'unica civiltà avanzata che conosco è costruita sulla conoscenza.
Quote:
Originariamente inviata da filosofo
L'uomo non è altro che una specie vivente - come altre - che nel suo percorso evolutivo ha affinato determinate facoltà (a discapito di altre), che è chiamato a sopravvivere (istinto di autoconservazione), e perpetuare la specie (attraverso quegli inganni che chiamiamo innamoramento e amore).
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Been there, done that. In realtà queste valutazioni non dicono niente sulla realtà dell'esperienza umana. L'uomo decide i suoi valori, considerato che è l'unica specie in grado di afferrare il concetto di valore.
Quote:
Originariamente inviata da filosofo
Tutto il resto lo possiamo riempire come vogliamo.
Ma fondamentalmente siamo bestie pure noi.
E ricercare il sapere senza partire da quest'atto di consapevolezza e - perché no - umiltà, che ricerca è? Di che cosa stiamo parlando?
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Ma è irrilevante. La distanza fra la specie umana e qualsiasi altra specie animale è molto più grande, complessivamente, della distanza fra le amebe e i mammiferi superiori.
Quote:
Originariamente inviata da filosofo
Ti dirò di più: ti senti in qualche modo speciale e intelligente perché ricerchi la conoscenza (e l'ho fatto - provato pure io), ma se avrai il desiderio di condurre uno studio sull'enneagramma, scoprirai con tutta probabilità che ricadi in uno dei 9 enneatipi (il tipo 5). Quindi sei (sono) "schedato" come altri.
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Non mi sento speciale e intelligente, ho appena detto che è solo umano.
Quote:
Originariamente inviata da filosofo
Nella vita ciascuno ricerca determinate cose, dà priorità a determinate cose, esprime una determinata condotta, ecc. ecc.
Non c'è una categoria in sè e per sè nobile o superiore, che vince il premio a fine corsa.
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Il punto è quello che ci qualifica come umani. L'accumulo di beni e la ricerca sessuale (metafore del dominio dello spazio e del tempo) sono cose che condividiamo con gli animali. La ricerca è quello che fa di noi umani.
Quote:
Originariamente inviata da filosofo
Mi citi delle persone che hanno pututo ricercare la conoscenza perché c'erano altre persone - magari meno dotte - che avevano costruito per loro scrivanie, case, ecc. ecc.
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Perché, non c'è conoscenza nell'artigianato? I frammassoni?
Quote:
Originariamente inviata da filosofo
Il metro di una vita "ben vissuta" non è dato né da un sapere infinito, né da un patrimonio immobiliare megagalattico, né dal numero di pulzelli/e "castigate", ma dalla rispondenza tra ciò che desideriamo e ciò che realizziamo, e da un equilibrio tra le istanze della ragione e quelle degli istinti animali, che variano da persona a persona. Ciascuno è un micromondo, e due persone identiche non esistono, su 6 miliardi (?).
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Non esiste una vita ben vissuta. Esistono vite più o meno pienamente umane.
Quote:
Originariamente inviata da filosofo
Quindi, se il tuo obiettivo è la ricerca, e ti senti autenticamente felice e appagato a proseguire vita natural durante in quest'ottica, ottimo.
Ma non hai il diritto di denigrare chi, la propria vita, vuole viverla diversamente.
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Puoi negare che il personaggio dell'esempio da te citato sia, con schiacciante maggioranza statistica, semplicemente scemo?
Quote:
Originariamente inviata da filosofo
Anch'io ci sono passato, ora ho 27 anni, ho vissuto esperienze eterogenee e mi sono imbevuto di vari imput, e mi capita tutt'ora di dare in escandescenze, mettermi le mani nei capelli, tuonare, disperarmi, ecc. ecc. verso chi si chiude verso le prospettive della conoscenza, ma - lucidamente - mi rendo conto che è sbagliato, che sono un intollerante del cazzo, e che nutro infinita stima verso chi si assume grossi rischi, dà vita ad aziende di successo, ecc ecc.
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Di norma, adotto la seguente rule of thumb: se qualcuno non è in grado di comprendere il significato del termine "relativismo etico", mi sento legittimato a non applicarlo nei suoi riguardi.
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16-07-2012, 05:03
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#86
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Qin, il tuo malcelato rancore che mostra il bluff dell'aria fredda e distaccata che ti dai si tradisce quando ti fai scappare termini come "scemo" nel disapprovare chi non ti piace. Se vuoi sfogare sentimenti di fastidio verso chi non pone al centro la conoscenza a questo punto fai un bello sfogo con punti esclamativi, faccine disgustate, e offese varie, ma non fare il bluff del tono freddo e asettico, anche questo non è umano, non trovi?
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16-07-2012, 08:53
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#87
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Intermedio
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 137
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Qin, il tuo malcelato rancore che mostra il bluff dell'aria fredda e distaccata che ti dai si tradisce quando ti fai scappare termini come "scemo" nel disapprovare chi non ti piace. Se vuoi sfogare sentimenti di fastidio verso chi non pone al centro la conoscenza a questo punto fai un bello sfogo con punti esclamativi, faccine disgustate, e offese varie, ma non fare il bluff del tono freddo e asettico, anche questo non è umano, non trovi?
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Scemo è un termine qualunque, indica una mancanza intellettuale. Tu come definiresti il personaggio dell'esempio?
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16-07-2012, 14:25
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#88
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da Qin Shi Huang
Scemo è un termine qualunque, indica una mancanza intellettuale. Tu come definiresti il personaggio dell'esempio?
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No, scemo esprime anche un contenuto emotivo, è un insulto, così come anche etichettare un individuo come pazzo in due righe sulla base del fatto vago che "crede in qualcosa senza prove". E' evidente che stai esprimendo un'idiosincrasia.
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16-07-2012, 16:06
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#89
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Intermedio
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 137
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
No, scemo esprime anche un contenuto emotivo, è un insulto, così come anche etichettare un individuo come pazzo in due righe sulla base del fatto vago che "crede in qualcosa senza prove". E' evidente che stai esprimendo un'idiosincrasia.
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Ma questo lo dici tu. Scemo etimologicamente indica solo una mancanza. Uno che vede cose che non ci sono è matto. Non sono insulti, sono i termini corretti.
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16-07-2012, 21:40
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#90
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da Qin Shi Huang
Ma questo lo dici tu. Scemo etimologicamente indica solo una mancanza. Uno che vede cose che non ci sono è matto. Non sono insulti, sono i termini corretti.
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Con me non puoi bluffare. Prendi per il culo qualcun altro.
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16-07-2012, 21:42
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#91
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Intermedio
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 137
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Con me non puoi bluffare. Prendi per il culo qualcun altro.
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Come ti pare.
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18-07-2012, 17:22
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#92
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Ovunque... e da nessuna parte...
Messaggi: 6,762
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18-07-2012, 17:28
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#93
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Ovunque... e da nessuna parte...
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18-07-2012, 18:55
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#94
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Esperto
Qui dal: Sep 2007
Messaggi: 2,443
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certe persone vivono perché traggono piacere dal vivere, dopamina, serotonina, ossitocina, noradrenalina e altri neurotrasmettitori di sensazioni piacevoli nel loro sistema nervoso.
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18-07-2012, 19:49
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#95
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Esperto
Qui dal: May 2012
Messaggi: 530
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Affermare che le persone credano solamente in virtù del beneficio psicologico o neuro-chimico che ne deriva, è limitarsi a descrivere un mero effetto di superficie, che "giustifica" la questione senza però risolverla in minima parte.
Il problema che si dispiega nel profondo è quello solito dell'episteme.
Alcuni storici hanno mostrato come l'ordine della conoscenza, fino al XVI secolo,si presentasse come un gioco di similitudini: gli occhi rimandavano alle stelle, la noce leniva l'emicrania poichè il suo nocciolo riproduceva il cervello etc etc.
Un simile sapere, posto sulle colonne dell'analogia e della somiglianza, descriveva il mondo in un concatenamento infinito.
Il razionalismo e la scienza moderna( ma già in Bacone è presente una critica al metodo delle somiglianze) ribaltano tutto ciò: alle analogie ora si deve guardare con sospetto, la "misura" ha rimpiazzato l'interpretazione che scovava le segnature nelle cose.
Ora, questo percorso inaugurato dai Galileo e dai Cartesio arriva fino a noi, si chiama metodo scientifico.
Domanda: che ne è stato dell'apparato del sapere precedente?Dei balletti tra cose e parole e delle loro connessioni segrete?
Affrancata dall'indagine ufficiale della natura, la pratica suggestiva dell'analogia si ricicla nelle attività "laterali" del pensiero.
La malattia( o meglio il vizio) che, nonostante tutto, permette ancora al poeta di puntare ingenuamente il dito in direzione "del simile", è la stessa su cui la credenza in qualcosa diventa edificabile.
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18-07-2012, 20:02
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#96
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Banned
Qui dal: May 2012
Ubicazione: Südtirol
Messaggi: 6,981
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Quote:
Originariamente inviata da Qin Shi Huang
... Per esempio, io ho una paura patologica della morte ... Il dubbio mi pare l'unico modo sensato di vivere.
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A voler essere davvero sensati si dovrebbe ritenere assurdo l' aver paura della morte finchè si è vivi.
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18-07-2012, 21:32
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#97
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Esperto
Qui dal: May 2012
Messaggi: 530
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Qual'è questo vizio?
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L'ho detto: quello di vedere connessioni "segrete" tra le cose, nelle cose.
Il vizio della metafora.
Se per credenza qui intendiamo quella religiosa, un ruolo fondamentale comunque lo gioca l'iconografia: qualcosa nella crocifissione rinvia alla mia vita eccetera...
Ma come dicevo è una via laterale del pensiero, retaggio di un antico modo di indagare il mondo, di scoprirlo per analogie.
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18-07-2012, 22:21
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#98
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Kurt Gödel ci vedeva giusto, come mostrano questi suoi appunti:
Quote:
Originariamente inviata da Gödel
Credo che il principio più fruttuoso per ottenere una visione complessiva delle possibili concezioni del mondo [filosofie] sia quello di suddividerle a seconda del grado e del modo della loro affinità, rispettivamente eterogeneità, con la metafisica (o la religione). Così facendo si ottiene subito una suddivisione in due gruppi: da una parte stanno materialismo, scetticismo, positivismo, dall'altra spiritualismo, idealismo, teologia, e si vede anche subito il grado di differenza in questa successione, in quanto lo scetticismo è più lontano dalla teologia del materialismo, mentre d'altra parte l'idealismo, per esempio nella sua forma panteistica, è un indebilimento della teologia in senso proprio.
Ma tale schema si dimostra fruttuoso anche per l'analisi di dottrine filosofiche ammesse in contesti particolari, basta che esse vengano ordinate in questo senso, oppure, nei casi misti, si cerchino i loro elementi materialistici e spiritualistici. Così per esempio si dirà che in linea di principio l'apriorismo appartiene al lato destro e l'empirismo al sinistro, ma d'altra parte si danno anche forme miste come una teologia fondata empiristicamente. Si vede inoltre che in linea di principio l'ottimismo appartiene alla destra e il pessimismo alla sinistra. Infatti lo scetticismo è certamente un pessimismo relativamente alla conoscenza. Il materialismo poi tende a considerare il mondo come un ammasso disordinato e quindi insensato di atomi. Inoltre, ad esso la morte appare come l'annullamento finale e completo, mentre d'altra parte la teologia e l'idealismo vedono in tutto senso, scopo e ragione-d'altra parte il pessimismo di Schopenhauer è una forma mista, precisamente un idealismo pessimista. Un esempio ulteriore di teoria evidentemente a destra è quello del diritto oggettivo e del valore estetico oggettivo, mentre la spiegazione dell'etica e dell'estetica sulla base di abitudine, educazione ecc. appartiene alla sinistra
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Quindi, caro Qin Shi Huang, tu non sei altro che un seguace dello "spirito del tempo" (Zeitgeist)che, per un processo analogo alla legge di entropia (tendenza al massimo caos e disorganizzazione), fa tendere l'ala della bilancia del pensiero filosofico umano verso sinistra (pensiero debole).
I geni vanno verso destra (metafisica) prendendo ciò che di utile c'è a sinistra (empirismo, verificabilità etc... ma razionalità no: quella appartiene all'ala destra), e sono una minoranza (si oppongono all' "entropia").
La matematica resiste a questo decadimento, nessuno riesce a portarla a sinistra (neanche i costruttivisti), rassegnatevi.
Gödelizzatevi.
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Ultima modifica di HurryUp; 18-07-2012 a 22:27.
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18-07-2012, 22:34
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#99
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da Dedalus
Molto interessante, Hurry.
Non mi trova d'accordo, ma molto interessante.
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Gödel filosofo è sottovalutato, viene preso per platonista ingenuo.
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18-07-2012, 22:56
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#100
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Intermedio
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 137
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Già... ma la questione del credere non riguarda anche il metodo scientifico? Ci sono persone che credono in esso...
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Che bisogno c'è di credere in qualcosa che funziona? Se Gesù Cristo tornasse in terra e cominciasse a guarire i ciechi e moltiplicare il pane, non si potrebbe più parlare di fede.
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Quindi, caro Qin Shi Huang, tu non sei altro che un seguace dello "spirito del tempo" (Zeitgeist)che, per un processo analogo alla legge di entropia (tendenza al massimo caos e disorganizzazione), fa tendere l'ala della bilancia del pensiero filosofico umano verso sinistra (pensiero debole).
I geni vanno verso destra (metafisica) prendendo ciò che di utile c'è a sinistra (empirismo, verificabilità etc... ma razionalità no: quella appartiene all'ala destra), e sono una minoranza (si oppongono all' "entropia").
La matematica resiste a questo decadimento, nessuno riesce a portarla a sinistra (neanche i costruttivisti), rassegnatevi.
Gödelizzatevi.
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Grazie della citazione, ma non vedo il nesso nella fattispecie. Non era in discussione la natura dello scetticismo. BTW, le bilance hanno le ali?
Quote:
Originariamente inviata da Daniele89
Affermare che le persone credano solamente in virtù del beneficio psicologico o neuro-chimico che ne deriva, è limitarsi a descrivere un mero effetto di superficie, che "giustifica" la questione senza però risolverla in minima parte.
Il problema che si dispiega nel profondo è quello solito dell'episteme.
Alcuni storici hanno mostrato come l'ordine della conoscenza, fino al XVI secolo,si presentasse come un gioco di similitudini: gli occhi rimandavano alle stelle, la noce leniva l'emicrania poichè il suo nocciolo riproduceva il cervello etc etc.
Un simile sapere, posto sulle colonne dell'analogia e della somiglianza, descriveva il mondo in un concatenamento infinito.
Il razionalismo e la scienza moderna( ma già in Bacone è presente una critica al metodo delle somiglianze) ribaltano tutto ciò: alle analogie ora si deve guardare con sospetto, la "misura" ha rimpiazzato l'interpretazione che scovava le segnature nelle cose.
Ora, questo percorso inaugurato dai Galileo e dai Cartesio arriva fino a noi, si chiama metodo scientifico.
Domanda: che ne è stato dell'apparato del sapere precedente?Dei balletti tra cose e parole e delle loro connessioni segrete?
Affrancata dall'indagine ufficiale della natura, la pratica suggestiva dell'analogia si ricicla nelle attività "laterali" del pensiero.
La malattia( o meglio il vizio) che, nonostante tutto, permette ancora al poeta di puntare ingenuamente il dito in direzione "del simile", è la stessa su cui la credenza in qualcosa diventa edificabile.
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Anche la simpatia universale presuppone un metodo e un modello, però.
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Ultima modifica di Qin Shi Huang; 18-07-2012 a 22:58.
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