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Vecchio 03-06-2012, 21:31   #1
Esperto
L'avatar di Yumenohashi
 

Stavo studiano Jean Jacques Rousseau e in particolare ha attirato il mio interesse il sunto molto molto molto riassunto dell'Emil, forse la sua opera principale.

Forse qualcuno l'ha letta approfonditamente e ne saprà più di me io ho letto solo la "trama" dalle mie schede ma ho pensato subito che Jean Jacques la sapeva lunga.

Per chi non la conoscesse l'opera "Emil" è una sorta di trattato sull'educazione dagli zero ai ventiepassa anni che ha come protagonista questo ragazzo che praticamente dagli zero ai sedici anni vive isolato dal mondo in una casetta in aperta campagna, lontano da qualsiasi tipo di influenza e contaminazione derivante dalla civiltà.

Per prima cosa l'educatore osserverà Emil da lontano, lo guarderà esplorare ciò che lo circonda a modo proprio coltivare spontaneamente i propri interessi e sviluppare in modo armonico una personalità unica e originale e non inquinata dall'altrui intervento.

Poi crescendo, L'educatore preparerà il ragazzo nei campi specifici nei quali quest'ultimo ha mostrato interesse in tutti quegli anni, e infine raggiunta una certa età verrà inserito nella società, formata da tanti altri "Emil" che hanno avuto affine percorso di formazione così da favorire una socializzazione più "pulita" e "spontanea".

Beh i miei compagni estroversoni guardacaso si son mostrati in disaccordo
"Ehh che schifo vivere lontano dal mondooo che palle"

Ma io, invece c'ho riflettuto e son giunta alla conclusione che se fosse un percorso formativo fattibile concretamente al giorno d'oggi i miei figli vorrei crescessero proprio in questo modo.

Io, perlomeno sarei voluta crescere in questo modo.

Voi che pensate?

Scusate se non mi sono espressa bene ma c'ho la Tv accesa quindi non riesco bene a concentrarmi! Magari dopo correggo qua e la!
Vecchio 03-06-2012, 21:38   #2
Esperto
L'avatar di super unknown
 

pura utopia.
Vecchio 03-06-2012, 21:40   #3
Esperto
L'avatar di Yumenohashi
 

Quote:
Originariamente inviata da super unknown Visualizza il messaggio
pura utopia.
Nel senso che non si può fare?
Owio che non si può fare, almeno non al giorno d'oggi.
Però secondo me se si potesse fare sarebbe cosa buona e giusta.
Vecchio 03-06-2012, 21:54   #4
Esperto
L'avatar di シリウス
 

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Originariamente inviata da super unknown Visualizza il messaggio
pura utopia.

Già, a meno che tu non abiti in qualche zona dispersa di qualche deserto subsahariano/subtropicale allora si potresti crescer cosi volendo. Bisogna tener in conto le origini primo; noi deriviamo dalle scimmie che sono per antonomasia animali sociali che vivono e crescono in gruppo, dalle quali a livello sociale abbiamo pure mantenuto alcuni comportamenti. Secondo l'idea non mi piace per niente, noi siamo e diventiamo quello che le nostre emozioni, esperienze e interazioni con gli altri e il mondo ci insegnano se non avessimo ciò saremmo soltanto contenitori vuoti prodotti in serie come dei robot.



Quote:
Originariamente inviata da VUCHAN94 Visualizza il messaggio
e sviluppare in modo armonico una personalità unica e originale e non inquinata dall'altrui intervento.
Come può una persona acquisire una personalità se cresce in un mondo fittizio isolato dal mondo in cui crede di esser da solo? Non l'avrà mai e non sarà mai pronto ad affrontare tutte le situazioni che non riguardano solo lui stesso.
Vecchio 03-06-2012, 22:11   #5
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da VUCHAN94 Visualizza il messaggio

Voi che pensate?
Bello! 16 e passa anni senza rombimendi di balle
Vecchio 03-06-2012, 22:16   #6
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
Questo può avere i suoi vantaggi e i suoi vantaggi..
ma anche no
Vecchio 03-06-2012, 22:22   #7
Banned
 

Io non dico di essere stato allevato così.. ma per esempio i miei mi tenevano molto in casa al di là della scuola che io fra l'altro ho iniziato anche con un anno di ritardo.
Perchè nella mia famiglia c'era un po' la puzza sotto il naso o comunque la concezione: "massì.. è inutile mandarlo lì.. lo tengo in casa che è meglio".
Quando tutti gli altri ad esempio andavano ad estate ragazzi o altre situazioni di socialità.. spesso io non ci andavo e a volte nemmeno in gita.
Non per iperprotettività.. dato che nel frattempo giocavo in cortile con la roncola o a far esplodere i proiettili mettendoli su un cucchiaino e scaldandolo con l'accendino...o a picchiare una bambola appesa ad un bastone.. la sua faccia gommosa dava soddisfazione ma devo dire che quando beccavi con le nocche gli occhi di vetro non era piacevole.. Insomma ce la giochiamo con le famiglie irlandesi che quando si vedono si prendono a pugni.
Fatto stà che anche solo il fatto di avere poche occasioni di socializzare al di fuori del contesto scolastico, mi ha portato dopo ad avere qualche piccolo problema nei primi anni a scuola. Ma non di disciplina o cosa.. proprio per il fatto che ero un ingenuo totale.. il ragazzo di campagna che se lo prendi in giro non capisce perchè e te lo rigiri con le parole, no? Non capivo le battute, non capivo la cattiveria umana. E questo ti porta a scontrarti poi con la realtà. Quindi in conclusione penso che se mai uno dovesse vivere nella natura incontaminata fino ai 20.. e poi essere messo a contatto con gli altri.. la cosa potrebbe sfociare in qualcosa di positivo o negativo.... non credo sia prevedibile perchè ci sono un' infinità di variabili a determinarlo.
Poi positivo per chi? Perchè anche quello è tutto da vedersi... essere dei bravi cittadini ligi al dovere e rispettosi delle regole coincide con essere uomini di valore?... mmmah.
Potrebbe formarsi la personalità di un pazzo maniaco come quella di un brav'uomo.. difficile a dirsi.

Ultima modifica di Halastor; 03-06-2012 a 22:29.
Vecchio 03-06-2012, 22:40   #8
Esperto
L'avatar di super unknown
 

@ VUCHAN, io sono cresciuto in una grande città del nord ovest, a 28 anni mi trasferisco in una frazione del nord est, morale, dopo 10 anni non mi ci sono ancora ambientato, "colpa mia" che non sono cresciuto qui, antropologicamente un altro pianeta, cultura sociale, tradizioni e persino gli stereotipi, totalmente differenti, figurati crescere isolati in campagna fino a 16 anni per poi essere catapultati nella "nostra" realtà... un esempio banale, 16 anni e non saper neanche accendere un pc... in campagna serverebbe a poco, ma nella "nostra" realtà...
Vecchio 03-06-2012, 23:13   #9
Esperto
L'avatar di Yumenohashi
 

Oh c'è anche da dire che Rousseau è vissuto nel '700 quindi all'epoca una situazione del genere era pensabile in quanto non esistavano mezzi di comunicazione di massa, tecnologia, automobili mezzi di trasporto metropoli e caos cittadino. Quindi forse l'impatto con la società era meno traumatizzante. E poi se si considera che tutti i coetanei di Emil si suppone crescessero nello stesso modo lui non si sarebbe poi sentito come un "diverso" una volta posto tra i suoi simili perchè tutti avevano il suo stesso vissuto.

Probabilmente l'educatore oltre a formarlo secondo i suoi interessi e a prepararlo per un futuro collocamento nel mondo del lavoro lo istruisce anche grossomodo su ciò che lo aspetterà in società.
Non a caso nel libro sull'educazione di Sophie, la donna di Emil, alla ragazza viene insegnato come compiacere un uomo e come adempiere ai suoi doveri in quanto donna quindi un minimo di "assaggio" di ciò che l'avrebbe aspettata gli viene dato!
Vecchio 03-06-2012, 23:35   #10
Esperto
L'avatar di シリウス
 

Quote:
Originariamente inviata da VUCHAN94 Visualizza il messaggio
I vantaggi sarebbero che il bambino negli anni sviluppa una personalità autentica e non inquinata o influenzata dagli altri.
Nessuno gli dice cosa sia giusto fare o come dovrebbe essere.
Lui si sente libero di esplorare il mondo e di scoprire da solo i suoi limiti e agire da solo di conseguenza, senza pressioni senza rendere conto a nessuno.

E poi quando l'educatore lo ritiene idoneo e pronto viene immerso nella società insieme agli altri cresciuti esattamente come lui.

Una società non omologata, individui tutti diversi l'uno dall'altro e nessuno che si guardi intorno per capire cosa sia giusto fare a seconda di quello che fanno gli altri, perchè sono maturati individualmente e si sono scoperti senza che nessuno gli desse spintarelle in una direzione particolare o li condizionasse in alcun modo.


Un esempio del genere come può aver un libero arbitrio e distinguere poi tra il bene e il male davvero autonomamente se tutto quello che sa e conosce lo apprende tramite "l'educatore"?
Vecchio 03-06-2012, 23:40   #11
Esperto
L'avatar di Novak
 

Affascinante, soprattutto perchè sarei curioso di vedere come un Emil cresciuto solo o cmq in compagnia di pochissime persone per tanti anni reagirebbe all'inserimento in un mondo e contesto sociale totalmente diverso. Già al tempo ci sarebbe stato un bello stacco tra vita isolata e vita in società, oggi costituirebbe uno scossone infinitamente più forte. A meno che, visto che in fondo la tecnologia multimediale è ormai inscindibile dalla nostra vita, anch'essa non gli sia presentata durante la crescita (TV, pc senza internet, mp3 ecc). In tal caso la differenza maggiore tra lui e il mondo esterno sarebbe, come nel '700, costituita "solo" dalla presenza o meno di tante invece che poche interazioni sociali (purchè gli sia fatto presente sin dalla tenera età che esistono giganteschi ammassi grigi di calcetruzzo chiamati città, che esistano aerei, navi e compagnia).

Però non trovo giusto e positivo per l'Emil di turno essere catapultato così da un estremo all'altro, sai che trauma.
E poi, sono convinto che non esista un modo di crescere che sviluppi una nostra fantomatica "autentica personalità". Siamo l'inevitabile prodotto dei fattori socio-ambientali che ci sono caduti addosso: che questi provengano da un mondo prevalentemente aperto oppure chiuso, credo sì che cambi il risultato, ma non che porti a scoprire un genuino sè stesso, che temo non esista nel particolare, ma che sia geneticamente predelineato solo marginalmente, a grandi linee.
Vecchio 04-06-2012, 00:12   #12
Esperto
L'avatar di Novak
 

Quote:
Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
Purtroppo ormai la gente è così inserita nel mondo moderno e nel modo moderno di essere che tende a ritenerlo l'unico modo possibile.
Guarda, stai parlando con la persona sbagliata, non sono tra quelli che amano il mondo moderno, anzi.

Quote:
I greci dicevano "conosci te stesso", i moderni se ne sono via via dimenticati e ora sono giunti a teorizzare la non esistenza del sé stesso da conoscere.
Quale sarà il prossimo passo?
Noi siamo il risultato dell'ambiente in cui viviamo e delle circostanze che ci capitano. Che la stessa persona cresca in una metropoli o nei boschi, ovviamente cambia ciò che diventerà. Ma non esiste un criterio per determinare quale dei due ambienti lo faccia diventare il vero sè stesso. In una società diversa sì è meno dipendenti dal giudizio altrui, sicuro. Al tempo stesso però si può essere meno creativi e intellettivamente stimolati. Sono due risultati veri nella stessa misura, ma non ci sono criteri per dire che uno dei due faccia emergere la nostra autentica personalità, dato che questa è delineata a priori solo a grandi linee, il più si crea nel corso della vita, e si cambia anche.
Vecchio 04-06-2012, 00:13   #13
Esperto
L'avatar di canza
 

Quote:
Originariamente inviata da VUCHAN94 Visualizza il messaggio
Ma io, invece c'ho riflettuto e son giunta alla conclusione che se fosse un percorso formativo fattibile concretamente al giorno d'oggi i miei figli vorrei crescessero proprio in questo modo.

Io, perlomeno sarei voluta crescere in questo modo.

Voi che pensate?
Dammi un buon motivo per il quale i tuoi figli, dopo essere cresciuti nella grazia di Dio in un sereno contesto bucolico, debbano poi rovinarsi la vita inserendosi nella società...
Vecchio 04-06-2012, 00:19   #14
Esperto
L'avatar di Sotterranea
 

Mah... credo nell'importanza di interagire con gli altri di vario genere fin dalla più tenera età per svilupparsi in maniera decente.

Una situazione ideale secondo me sarebbe quella di far crescere il bambino in città per la varietà di stimoli e sperimentazioni che offre e poi condurlo nel weekend in un luogo tranquillo e abbastanza appartato per permettergli di conoscere un ambiente diverso ma anche per lasciargli lo spazio di raccogliere e rielaborare quanto acquisito in precedenza.
Vecchio 04-06-2012, 00:51   #15
Banned
 

La mia opinione è che sarebbe semplicemente un' assurdità crescere nella solitudine più totale un individuo destinato ad inserirsi un un contesto sociale.

Rousseau parte dall' assunto ideologico e moralista secondo il quale un individuo allo "stato di natura" sarebbe intrinsecamente "buono" e quindi eventualmente destinato a subire l' influenza "corruttrice" della società. Non condivido questa fede.

Per me le teorie di Rousseau erano utopia pura già nel momento in cui ha intinto la penna nel calamaio, non lo sono solo ora.





Detto questo, nella società moderna, in pratica, si tende a cadere in un approccio sotto certi versi opposto, ma ugualmente nocivo, a mio avviso: ossia nessuno dovrebbe rimanere mai solo con so stesso a riflettere. Infatti anche 'ste robe le scriviamo sui forum, dove viviamo una particolare e poliedrica condizione di solitudine falsata.

Ultima modifica di Franz86; 04-06-2012 a 00:54.
Vecchio 04-06-2012, 06:52   #16
Esperto
L'avatar di Labocania
 

Quote:
Originariamente inviata da VUCHAN94 Visualizza il messaggio
Forse qualcuno l'ha letta approfonditamente e ne saprà più di me io ho letto solo la "trama" dalle mie schede ma ho pensato subito che Jean Jacques la sapeva lunga.
Non ho letto approfonditamente Emilio o dell'educazione, ma ho una certa opionione riguardo l'opera e l'autore e quest'ultimo su molte cose non la sapeva proprio lunga.


I cinque figli che il grande ginevrino ottenne da una lavandaia furono tutti affidati all'orfanotrofio...
Vecchio 04-06-2012, 07:24   #17
Esperto
L'avatar di Novak
 

Quote:
Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
Non è forse questa l'illusione più grande e comune del mondo moderno? Il ritenere di non conformarsi ad esso, mentre in realtà lo si fà?
No, l'illusione più grande è quella di dipingerlo come immutabile/invincibile, un punto di arrivo definitivo, mentre non è altro che uno tra i tanti risultati momentanei a cui è arrivata la storia, finirà prima o poi.

Io comunque ci vivo, quindi nei limiti del mio carattere e delle mie convinzioni cerco di adeguarmici, ha anche dei lati positivi (gente timido-fobica potrebbe trovare un modo di relazionarsi in tranquillità, senza internet?). Suggerisco di fare altrettanto, in assenza di alternative reali migliori.
Vecchio 04-06-2012, 10:56   #18
Esperto
L'avatar di Otago
 

Non conosco bene Rousseau, leggevo però proprio l'altro giorno che è considerato come un personaggio notevolmente timido, evidentemente se questo è vero la sua "condizione" personale si è riflettuta nelle sue teorie.
Vecchio 04-06-2012, 15:00   #19
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da VUCHAN94 Visualizza il messaggio
Per prima cosa l'educatore osserverà Emil da lontano, lo guarderà esplorare ciò che lo circonda a modo proprio coltivare spontaneamente i propri interessi e sviluppare in modo armonico una personalità unica e originale e non inquinata dall'altrui intervento.

Poi crescendo, L'educatore preparerà il ragazzo nei campi specifici nei quali quest'ultimo ha mostrato interesse in tutti quegli anni, e infine raggiunta una certa età verrà inserito nella società, formata da tanti altri "Emil" che hanno avuto affine percorso di formazione così da favorire una socializzazione più "pulita" e "spontanea".
  • La prima fase va dalla nascita fino a quando il bambino è in grado di parlare. Durante questa fase il fanciullo fa le prime esperienze con le realtà esterne.
  • La seconda fase arriva fino ai dodici anni. Ciò che maggiormente colpisce il giovane in questa fase della vita sono le esperienze sensoriali; il criterio in base a cui valutare tali esperienze è costituito dal piacere e dal dolore.
  • La terza fase, dai dodici ai quattordici anni, è quella in cui il ragazzo riceve la sua educazione sessuale e religiosa. Secondo Rousseau questa è l'età migliore, perché prima non sarebbe in grado di comprendere il valore degli insegnamenti fornitigli in materia.
  • La quarta e ultima fase è quella in cui è ormai pronto a entrare nella società e ricerca la donna della sua vita, Sofia, educata in maniera da essere la compagna ideale di Emilio.

l'ho preso da Wikipedia. Concordo con la terza fase e cioè quando ad Emile vengono impartite lezioni nozionistiche di base religiosa e concettuale, una formazione di cultura generale necessaria per l'ingresso in società. Concordo, perchè anche secondo me la fascia di età che va dai quattordici ai sedici anni è la migliore per comprendere gli insegnamenti educativi, perchè prima si è troppo piccoli per comprendere. O almeno, si studia certamente, ma è difficile cogliere il vero significato di quel che si studia.
Ma le fasi prima e seconda sono da scartare: crescendo in totale libertà, Emile potrebbe apprendere la realtà che lo circonda ed intenderla a modo suo. Creandosi un campo sensoriale e intellettivo tutto suo, che difficilmente potrebbe essere cambiato in tarda età. Tu per esempio sai benissimo che la sfera di fuoco alta nel cielo che illumina il giorno si chiama "Sole". Ma se ti dicessero, dopo tutti questi anni, che in realtà è una sfera di ghiaccio e che si chiama "Rota"? Come la prenderesti? Tutte le nozioni apprese in questi anni, da autodidatta e a scuola, andrebbero perse e smarrite. Le tue certezze verrebbero a sgretolarsi e, da quel momento, metteresti in dubbio ogni cosa. Persino l'aria che respiri. Impazziresti, sostanzialmente. Un po' come nel film "Matrix".
Oggigiorno, credo sia impossibile nascere e crescere in totale libertà. E' necessario apprendere attraverso un percorso consolidato dai genitori, che pur lasceranno una certa autonomia al piccolo.
Purtroppo, di libero nella nostra vita c'è ben poco. Percorriamo lo stesso viaggio di chi ci ha preceduto, lungo binari già prestabiliti e percorsi ogni giorno da persone diverse.
Nasci, cresci, vai alle elementari, poi alle medie, poi alle superiori, poi all'Università, poi al lavoro, poi in pensione... cose che fanno tutti, cose che faranno tutti. Perchè tutti siamo destinati a farlo, mossi da una mano invisibile che ci dice di farlo.
E se non lo fai, se scegli di non farlo, la società ti taglia fuori
Vecchio 04-06-2012, 15:50   #20
Banned
 

Bom, dico la mia.
Il confronto è tutto, non venire a contatto con modi di pensare e idee differenti dalle nostre non può che portare ad una società dalla mentalità chiusa, poco incline a comprendere il diverso.
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