Buonasera a tutti
sono mesi che girovago per questo forum, guardo le domande (che mi pongo anche io) e leggo le risposte, sperando di poterne trarre qualche consiglio per vivere meglio il mio dramma personale.
Come potete immaginare, sono una fobica sociale. Ora crederete che sono pazza quando vi dirò che me la sono "autodiagnosticata", ma fondamentalmente studio psicologia, mi sono quasi laureata e qualcosina l'ho appresa negli innumerevoli esami. Se vi dicessi che quando il professore parlava di fobia sociale io sono diventata rossa manco fossi un semaforo, sudando come una dannata, forse mi credereste di più?
Non vado da uno psicologo, i miei probabilmente manco lo sanno che sto così di schifo, oltre al fatto che probabilmente manco posso permettermelo.
Vi dirò di più, mi sono convinta a registrarmi a causa dell'ennesimo litigio con mio padre, il quale da tutta la mia vita mi dà della "ritardata", facendomi sentire una nullità. Ho passato la mia adolescenza a chiedermi che problema avessi, per quale motivo non riuscivo a renderlo "fiero". I miei studi mi hanno dato sempre più conferma della mia ipotesi, ossia che la mia bassa, bassissima, autostima ha radici proprio nel mio rapporto con lui... anche se, insomma, penso che non serva una laurea in psicologia per capirlo, no?
Il mio dramma mi segue ovunque, dalle riunioni familiari (che passano dall'essere divertenti e piacevoli ad un vero e proprio incubo), alle serate con gli amici (esattamente la stessa storia), dallo sport (dove se il maestro mi corregge qualcosa divento viola e inizio a sudare e a non capire più nulla) allo studio (provate ad immaginarvi come una fobica sociale possa ripassare con gli amici che, al 99%, sono più bravi e intelligenti di me).
Vorrei evitare di annoiarvi con la mia storia, spero solo di aver scritto tutto il necessario.
Spero di poter ricevere consigli e magari dispensarne altri.
Ah sono una ragazza, in caso non si fosse capito!