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23-07-2007, 11:57
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#1
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Principiante
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 2
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Mio figlio diciottenne, ormai da vari anni manifesta un quadro che per semplicità definirei di fobia sociale o disturbo evitante della personalità. Il quadro è simile a quello che viene descritto in varie pubblicazioni (abbandono scolastico alle superiori, pochissimi amici (1), tutti i lavori provati sono durati dalle 4 ore al max 3 gg, vita vissuta in camera con pochissima capacità di prendere iniziative) il problema è che non vuole farsi aiutare, non parla o parla pochissimo e solo ultimamente ha accetta l'ipotesi che il suo comportamento sia da "curare".
L'unico contatto avuto con medici è stato all'età di dodici anni con una psicologa, convinto a venire per risolvere il problema della enuresi notturna ma superato il problema, ha chiuso. Con quella psicologa, l'unica che lo ha visto abbiamo continuato ad avere colloqui io e mia moglie a tutt'oggi.
Ogni consiglio o suggerimento è ben accetto
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23-07-2007, 20:11
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#2
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Intermedio
Qui dal: Jun 2007
Ubicazione: Genova
Messaggi: 145
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Mi ritrovo parecchio nella descrizione di tuo figlio...
Secondo me se la situazione gli crea disagio (è ovviamente questo il punto di partenza... se non c'è disagio, non c'è nulla da curare) dovrebbe essere lui a cercare un aiuto o comunque ad accettarlo. Secondo me la cosa migliore (che su di me, diciottenne come tuo figlio, credo funzionerebbe) sarebbe metterlo al corrente del fatto che esistono dei rimedi alle sue "paure" e alla sua "chiusura di carattere" (giusto per usare un eufemismo) e basta, senza quindi insistere troppo. Magari richiedergli ogni tanto, un po' di striscio e non troppo spesso, se per caso ha deciso di accettare di andare da qualche psicologo/psichiatra. Assolutamente non conviene fargli pesare il fatto. Se veramente soffre della sua condizione, dovrebbe essere lui ad accettare spontaneamente. L'importante, secondo me, è non insistere troppo e assolutamente evitare frasi del tipo "su, dai, esci con qualcuno" o simili: sono la cosa in assoluto peggiore che si possa fare, secondo me. Per il resto, forse non sarebbe male se si confrontasse con qualcuno della sua età con problemi simili... a me personalmente ha fatto molto bene "scoprire" che esiste molta gente con problemi simili ai miei e anche, in quanto a intensità, molto molto maggiori. La ricerca di persone simili a lui, però, dovrebbe venirgli abbastanza spontanea :?
Altro purtroppo non so consigliarti
Facci sapere... sento una certa empatia per i coetanei in condizioni simili alle mie
... E spero che qualcuno sappia darti consigli più utili
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23-07-2007, 20:36
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#3
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Intermedio
Qui dal: May 2007
Ubicazione: Nord Europa
Messaggi: 134
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Ciao Mario, anche io sono stato simile a come forse è tuo figlio adesso. Ora ho 46 anni e ne so di più della vita anche se non ho figli per adesso. Consiglio vivamente anche io a te e a tua moglie di mantenere un "profilo basso". Fategli sapere che ci siete se ha bisogno e che i suoi problemi sono i problemi di molti ragazzi della sua età od anche più grandi. Che avere un problema di questo tipo non è molto diverso dall'avere un problema fisico come un braccio rotto od un malanno; la cura esiste e basta prenderla. Fategli sentire che quando vorrà lo aiuterete a guarire portandolo dal giusto "medico". La cosa dovrà però partire da lui; non insistete troppo.
Vi sono vicino, un abbraccio.
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23-07-2007, 21:31
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#4
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Banned
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Napoli
Messaggi: 695
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Io da fobico posso dire ke avrei voluto dei genitori diversi, avrei voluto l'affetto ke mi è stato sempre negato, ricevere un abbraccio, vorrei non sentire le urla dei miei genitori ke litigano 24 ore su 24, vorrei un dialogo dove potermi aprire senza dover subire accuse e senza essere sempre giudicato male per ogni pensiero,azione o cosa ke faccio...vorrei essere ascoltato,vorrei ke mia madre mi stia meno col fiato sul collo, vorrei i miei spazi, la mia libertà, vorrei ke i miei genitori fossero d'accordo con me anke se dico banalità, vorrei qualkuno ke mi dica come fare e non cosa fare....
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23-07-2007, 22:08
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#5
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Principiante
Qui dal: Jun 2007
Messaggi: 51
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fate bene ad aiutarlo...ma dovete evitare di stargli troppo addosso.magari nn accetta la sua condizione forse ha paura magari si vergogna.cmq le cure ci sono e spiegateli che andare dallo psicologo nn e male ho da matti oramai tt ci vanno.
provate con dei gruppi di auto aiuto li ci soono tante persone con problemi che vedendo esperienze diverse nn cambi idea--
auguroni
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23-07-2007, 23:58
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#6
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Esperto
Qui dal: Jun 2007
Ubicazione: bologna
Messaggi: 515
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secondo me dovreste cercare di capire il perchè da lui di questa situazione e sopratutto come mai non si apre con voi:questa spiegazione comunque ve la deve,in quanto vostri genitori,tuttavia dovete aspettarvi qualsiasi risposta ,anche una che vi possa fare male.Quando avrete capito questo vi suggerisco di porgergli l'invito di farsi aiutare da uno specialista:vostro figlio è ancora molto giovane e può uscirne completamente
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24-07-2007, 08:23
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#7
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Principiante
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 2
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Innanzitutto vorrei ringraziare chi ha risposto alla mia richiesta, la cosa difficile da accettare come genitore è assistere impotente al passare del tempo scandito da quelle che ai me occhi sono esperienze dolorose o fallimentari per mio figlio senza riuscire a far scattare in lui la molla, lo stimolo a cambiare, a mgliorare la sua situazione. Temo che le difficoltà e le paure che suppongo viva, lo portino ad adattarsi, a trovare un compromesso al ribasso, cioè meglio vivere una mezza vita in una famiglia infelice che affrontare le proprie paure. Purtroppo il grosso limite è che di questi argomenti non vuol parlare e se capisce che stai per farlo o quando inizi, lui si alza e se ne va......
Comunque grazie di nuovo sono convinto della verità che c'è nei vostri consigli, bisogna essere presenti aspettando i suoi tempi anche se non è per niente facile e molto spesso doloroso...
PS nel leggere lo sfogo di ch non ha una vita familiare serena mi vengono le lacrime agli occhi, per quello che può valere vi dico che sarete nei miei pensieri
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24-07-2007, 14:57
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#8
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,953
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Quote:
Purtroppo il grosso limite è che di questi argomenti non vuol parlare e se capisce che stai per farlo o quando inizi, lui si alza e se ne va......
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Tuo figlio inconsciamente ha sviluppato una personalita' dipendente.Forse le prendevate voi le inziative per lui?Decidevate cosa doveva o non doveva fare?Che ruolo ha lui in famiglia?L'avete mai fatto carico di qualche responsabilita'?
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03-12-2010, 18:03
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#9
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Esperto
Qui dal: Jan 2010
Ubicazione: Ferrara
Messaggi: 3,860
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Quote:
Originariamente inviata da desperados
Io da fobico posso dire ke avrei voluto dei genitori diversi, avrei voluto l'affetto ke mi è stato sempre negato, ricevere un abbraccio, vorrei non sentire le urla dei miei genitori ke litigano 24 ore su 24, vorrei un dialogo dove potermi aprire senza dover subire accuse e senza essere sempre giudicato male per ogni pensiero,azione o cosa ke faccio...vorrei essere ascoltato,vorrei ke mia madre mi stia meno col fiato sul collo, vorrei i miei spazi, la mia libertà, vorrei ke i miei genitori fossero d'accordo con me anke se dico banalità, vorrei qualkuno ke mi dica come fare e non cosa fare....
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non avevo mai letto queste cose tue
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03-12-2010, 19:26
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#10
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Intermedio
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Sicilia
Messaggi: 254
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Quote:
Originariamente inviata da mario173
Mio figlio diciottenne, ormai da vari anni manifesta un quadro che per semplicità definirei di fobia sociale o disturbo evitante della personalità. Il quadro è simile a quello che viene descritto in varie pubblicazioni (abbandono scolastico alle superiori, pochissimi amici (1), tutti i lavori provati sono durati dalle 4 ore al max 3 gg, vita vissuta in camera con pochissima capacità di prendere iniziative) il problema è che non vuole farsi aiutare, non parla o parla pochissimo e solo ultimamente ha accetta l'ipotesi che il suo comportamento sia da "curare".
L'unico contatto avuto con medici è stato all'età di dodici anni con una psicologa, convinto a venire per risolvere il problema della enuresi notturna ma superato il problema, ha chiuso. Con quella psicologa, l'unica che lo ha visto abbiamo continuato ad avere colloqui io e mia moglie a tutt'oggi.
Ogni consiglio o suggerimento è ben accetto
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Quando avevo 18 anni ero esattamente così e l'ultima cosa che avrei voluto sentire dire era che avevo bisogno di "curarmi". Non c'era niente da curare, ero fatta così e mi andava bene così. Crescendo poi si comincia a pensare al futuro e forse è quello che sta succedendo a tuo figlio visto che dici che ultimamente "accetta l'ipotesi che il suo comportamento sia da curare"...
Ovviamente non conoscendo il ragazzo posso solo parlare per quel che riguardava me alla sua età, comunque: unico consiglio che mi sento di dare è di non etichettarlo come fobico sociale e cercare una cura; a volte basta solo parlare un pò di più. Io non ero una fobica sociale quando avevo 18 anni e non lo sono ora; avevo uno stile evitante, che è diverso dal disturbo, ma in pratica sono solo molto timida, sensibile e introversa. Provate a capire se c'è qualcosa che lo appassiona e aiutatelo a trovare qualcosa fuori casa che si abbini ai suoi interessi.
Lui deve sapere che siete orgogliosi di lui così com'è; il peggio che si possa fare è farlo sentire diverso in senso negativo. E fategli capire che non c'è niente di male ad andare da uno psicologo se ne ha voglia (voi proponeteglielo ma lui deve sapere che è lui a decidere se vuole andarci, altrimenti è inutile o potrebbe persino peggiorare le cose); dovete fargli capire che lo rispettate, tenete in cosiderazione il suo parere, non lo giudicate e lo amate in ogni caso. Penso che questo sia l'unica cosa che un genitore dovrebbe fare.
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