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Vecchio 07-03-2008, 22:53   #1
Esperto
L'avatar di dottorzivago
 

Ecco cosa è accaduto negli ultimi giorni.

Vado in palestra con il mio amico (di cui ho parlato nel topic "il mio amico è più strano di me") in questi giorni conosco un ragazzo che si allena nei nostri orari, a me sta simpatico come primo impatto....stessa passione, sembra tranquillo e gentile, non è uno particolarmente estroverso e casinista.
Ci conosciamo un giorno perche ci scambiamo opinioni sull'allenamento, i giorni seguenti un paio di votle scambiamo qualche battuta, sembra che a lui faccia piacere.
Questo lo faccio solo io perche appunto il mio amico ha piu problemi di me.

Dopo un paio di giorni che ci vediamo mi chiede "ma di dove sei?" io rispondo secco per poi poter sgattaiolare via. La sua curiosità è sensata visto che non mi ha mai e non mi vede mai in giro in questo paesino.

Ieri sera nello spogliatoio dop ou npaio di battute mi chiede "sabato sera dove vai?" e io invento una cazzata...."hemm boh ancora non ho deciso niente andro in città ehmm...." e lui "beh si in città è pieno di ragazze".
(il suo non era un invito ma solo una semplice curiosità, ha già il gruppo di amici con cui uscire).
Dopo mi chiede "ma voi dove uscite?"
io ero solo perche il mio amico era al cesso...e rispondo inventando una risposta su due piedi "beh qua io ci sono poco spesso sono invece là" riferendomi ad un paese qua vicino e chiudo velocemente l'argomento.

Ecco.....se prima avevo piacere a incoltrarlo ora lo eviterei volentieri in palestra, mi capita spesso questa cosa!Uno fà tanti sforzi per uscire dal proprio guscio eppoi.....
Io odio questa domanda "tu dove esci?" che palle!
Vecchio 08-03-2008, 00:04   #2
Esperto
L'avatar di sfigato
 

si a me è successo. Io ho vissuto la tua stessa situazione (cioè rimanere completamente isolato e senza amici) per due anni: dal giugno 2003 al luglio del 2005. naturalmente non dicevo a nessuno della mia situazione e raccontavo più o meno le tue stesse scuse: ho degli amici nella città vicina, oppure vado in giro in macchina...poi io abitando in una città di 50.000 abitanti ero più avvantaggiato...se abitassi in un paese di 10.000 sarebbe più difficile...
Poi inventai una bella storiella e la tirai avanti per un anno intero. A tutti quelli che mi chiedevano della mia vita sociale (per la maggior parte i miei compagni di partito) raccontavo che ero fidanzato e che quindi passavo tutte le serate con la mia ragazza, raccontanto pure i dettagli, nome, cognome della mia ragazza, la scuola che frequentava, la zona in cui abitava...ripeto...farlo in una citta di 50.000 abitanti è più facile che farlo in una di 10.000...
Vecchio 08-03-2008, 00:14   #3
Esperto
L'avatar di vetro
 

Secondo me è inutile sentirsi colpiti per queste domande.Se le persone non ti vedono mai pur abitando nello stesso paese è leggittimo che si chiedano qualcosa.Il problema è sentirsi subito etichettati sempre per il solito discorso,dare troppo peso al giudizio degli altri.
Vecchio 08-03-2008, 01:24   #4
Esperto
L'avatar di dottorzivago
 

Ormai ho capito che queste domande sono inevitabili, quello che mi preoccupa è il mio atteggiamento.Lo rivedro e lo eviterò perchè ho paura che le domande diventino sempre piu pressanti.....questo non và bene ma non vedo soluzione non posso dirli la verità! Non è costruttivo nessuno di questi atteggiamenti ma almeno la faccia me la salvo, dicendo la verità non cambierà niente e in piu sarò considerato uno sfigato....anzi un "pensionato dedicato alla vita antisociale" cosi ho letto su un forum mentre un ragazzo scherzava con altri.

In questo momento poi mi sono calmato dentro, vivo la mia vita ppiatta come sempre ma non sento nemmeno la voglia di uscire, non mi mancano queste cose....a cui ambivo fino a qualche mese fà, forse perche sono sempre impegnato e la mancanza dfi queste cose si sente meno..
Mi basterebbe una ragazzuccia con cui stare bene e sarei apposto
Vecchio 08-03-2008, 10:53   #5
Principiante
L'avatar di frustrato
 

Povero dottorzivago, come ti capisco, anche io fuggo da queste domande evitando amici e PARENTI che non si fanno i cazzi loro... da anni uso la scusa di dire: <uscireeeee?... di questo periodo sono carico di studio e lavoro che la sera se non vado a letto presto svengo.>
Da lì inizi a lamentarti del lavoro/studio e degli amici che non vedi più, annoierai subito l'altra persona che probabilmente vorrà cambiare discorso.
funziona specie per chi conosci poco o incontri in modo casuale, con altri meglio l'evitamento appena li vedi e farsi vedere impegnato in conversazioni al cellulare o con altro con la faccia incazzosa che dice più di tante parole.
Vecchio 10-04-2008, 16:58   #6
Intermedio
L'avatar di Poison2
 

--
Vecchio 10-04-2008, 19:26   #7
Principiante
 

A me lo chiedono spesso,e la mia risposta é:
sto a casa,ho pochi soldi,e poi quelli della mia età nn si trovano in giro..
Vecchio 13-04-2008, 01:45   #8
Esperto
L'avatar di pain
 

anke io anni fa ero come voi, poi mi sn stancato di raccontare palle, dico semplicemente la verità (tranne ai parenti ovvio) se qualcuno mi chiede se esco io rispondo: NO non esco, esco poco io, e non vedo proprio perchè dovrei vergognarmene.

già basta il fatto ke per lavoro mi hanno spedito a viareggio (porca di quella putta*a) convivo cn 2 colleghi di 40 anni ke conosco appena :evil:

quando rientro nel week end ho solo voglia di starmene un pò in casa e mi sembra anke giusta cm cosa :roll:
Vecchio 13-04-2008, 12:14   #9
Esperto
L'avatar di clizia
 

Se posso darti un consiglio….
Ho notato spesso (non solo per quanto riguarda questa discussione, bensì anche in molte altre) che ci si preoccupa della mancanza di qualcosa (ragazza, vita sociale) quasi di più perché queste cose rappresentano uno status symbol agli occhi degli altri che per un bisogno reale di cui si sente reale mancanza.
Ho un amico di penna di vecchia data (ora 29enne) che già da quando aveva 18 anni si lamentava tantissimo per il fatto di non avere mai avuto una ragazza (neanche io a quell’età avevo mia avuto un ragazzo eppure stavo bene!).
Io penso che a 18 anni – quando appunto ci si affaccia per la prima volta alla vita – sia magari anche normale non avere avuto tutte queste esperienze; eppure, tutta questa ansia da dove gli derivava? Secondo me dal fatto di sentirsi giudicato, di non rientrare in quella “presunta normalità” tracciata sulla scia dei tanti telefilm americani o dalla tv in genere, che ci fa credere che sia per forza normale o obbligatorio iniziare certe esperienze a 13-14 anni, quando magari queste vengono ricercate dal singolo più per una sorta di rito di branco (per dimostrare di appartenere al gruppo dei pari) che per reale bisogno.
Ecco, io se fossi in te più che preoccuparmi di quello che pensano gli altri e soffrire di non fare certe cose perché secondo la prospettiva altrui siamo “strani” o “anormali” mi concentrerei di più sulla comprensione dei tuoi reali bisogni interiori.
Cerca di vedere se l’assenza continua di vita sociale ti faccia realmente soffrire, oppure se in realtà riesci a stare lo stesso BENE facendo “poco” e condividendo quel poco coi tuoi radi (e magari buoni) amici. Cerca di scoprire i tuoi reali bisogni, al di là di quegli imperativi categorici che ci vengono imposti dalla società del consumo che ci gira continuamente attorno.
Io personalmente faccio poco, con poche person, ma faccio sempre cose belle che personalmente mi appagano (ieri sono stata ad un concerto per es!). Se non ho nulla da fare mi piace anche restare a casa a leggere un libro o passeggiare da sola lungo il Tevere….
Non ci trovo nulla di male e non mi devo giustificare con nessuno…anzi, a me la solitudine piace anche, e sogno di passare qualche settimana in un posto lontano dal mondo e da tutti (magari in un eremo, in posti di alta montagna….)
Ciao!

Vecchio 13-04-2008, 12:22   #10
Esperto
L'avatar di vetro
 

Quote:
Ecco, io se fossi in te più che preoccuparmi di quello che pensano gli altri e soffrire di non fare certe cose perché secondo la prospettiva altrui siamo “strani” o “anormali” mi concentrerei di più sulla comprensione dei tuoi reali bisogni interiori.
Concordo.Inoltre sembr ache l'avere una vita sociale intensa sia un biglietto da visita,uno status symbol per dimostrare che conti,che ci sei.
Nei piccoli paesi in teoria è cosi'.Proprio li' le domande:Ma abiti qui?Nn ti vedi mai...etc sono le piu' frequenti.L'mportantge come diceva clizia è capire quali sono le tue esigenze e trovare una via di mezzo.Non è nemmeno bello starsene rintanati perche' la fuori ci si sente a disagio.
Vecchio 13-04-2008, 12:41   #11
Esperto
L'avatar di clizia
 

Non voglio dare consigli “sballati” o “un po’ matti”, ma se io vivessi in un paesino pettegolo mi divertirei tantissimo a giocare con le ovvie aspettative degli altri, ritagliandomi io stessa il personaggio che più mi appagherebbe perché comunque – anche rifiutando l’idea di auto-etichettarsi o di essere un personaggio - nelle piccole realtà ognuno è costretto, voltente o nolente, a recitare una parte all’interno della comunità, senza nemmeno poterla scegliere di sua volontà…allora, per dirla con Pirandello, a questo punto accetta la sfida di essere maschera agli occhi altrui e precedi gli altri scegliendotela tu stessa per bene questa maschera, magari giocando con le aspettative e i luoghi comuni dell’altro…
Sarà che giace in fondo a me un “nonsochè” di “bastian contrario” che mi piacerebbe quasi quasi sottolineare la differenza che intercorre tra me e l’opprimente “natio borgo selvaggio” in cui sarei costretta a vivere…oppure giocherei a fare un po’ la misteriosa….andrei in giro con il libro sotto il braccio, con in mano “carta, penna e calamaio” e mi metterei nel posto più solitario e poetico del paesello a scrivere i miei pensieri; insomma, mi costruirei un’aura inafferrabile, un po’ da “matta del villaggio”, per giocare con le aspettative pettegole del prossimo….vabbè, ste cose le facevo quando ero più ragazzina, quando andavo in giro con capelli “lunghissimissimi”, volto pallido e vestito da hamish!! Sembravo uscita dal XIX secolo, direttamente dalla casa delle sorelle Bronte!!!!
:? :?
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