Ho 47 anni e da 28 anni soffro di fs e dap. A 17 anni inizio a fumare spinelli e per 1 anno e mezzo tutto va a meraviglia...risate, empatia con gli amici, agire disinvolto, rilassamento, partecipazione, voglia di esprimersi, di socializzare....poi, quasi da un giorno all'altro, arriva la fase negativa, l'ansia, la paura, la paranoia....Nella mia testa iniziavo a percepire gli altri come nemici, pronti a giudicarmi e ridere delle mie goffaggini. Ovviamente la cannabis non faceva che amplificare tutto ciò...lasciandomi in stati emotivi altamente ansiotici a volte terrorizzanti....pensavo fosse solo una fase passeggera e continuavo con la cannnabis pensando che prima o poi sarebbe passata....vedevo gli amici sempre sereni sorridente empatici allegri ma capivo che il diverso ero proprio solo io e che ogni giorno questa diversità andava aumentando. Stavo insomma perdendo totalmente la lucidità.... ero sempre più spesso in ansia e panico perché non mi riconoscevo piu....non riuscivo più a interagire normalmente con gli altri e avevo difficoltà anche coi familiari benchè con loro c'era sempre un buon rapporto....per circostanze fortuite conobbi una persona che mi propose di andare all'estero ad aprire una gelateria. Sebbene avessi tutte queste paure ormai radicate decisi che non avevo molte altre alternative per continuare una vita al limite del normale e lo seguii in questa avventura aiutato economicamente dalla mia famiglia che oramai capiva il mio disagio. Grazie a dio l'attività funzionò, sopratutto grazie al mio amico che era diventato anche il mio compagno. Io seguivo il laboratorio e quindi non ero a contatto diretto col pubblico e lui e i dipendenti provvedevano alle vendite. Ero tornato a stare benino, certo le paure c'erano sempre ma riuscivo a controllarle. Non avevo più il terrore “di incontrare qualcuno che mi aveva visto cambiare carattere e comportamento e che quindi avrebbe potuto giudicarmi”...Avevo conosciuto gente nuova e allacciato nuove relazioni. Facevo molto sport e la vita scorreva particolarmente tranquilla. Purtroppo dopo 3 anni per motivi familiari di entrambi tornammo in Italia.
Le cose ovviamente non poterono che peggiorare, tornavo a rivedere conoscenti, parenti, amici con cui relazionarsi e la paura tornava a farsi strada....Comunque sopravvissi, il mio compagno era sempre lì e mi dava sicurezza.
Con gli amici andò tutto sommato bene....si, a volte qualche attacco di panico mi capitava ma non mi invalidava totalmente. Consultai uno psicologo che mi diede una cura farmacologica di zoloft e xanax e devo dire che funzionò abbastanza, ero più sicuro di me e più espansivo verso gli altri. Però lo zoloft aveva quello spiacevole effetto indesiderato sulla libido che non aiutava certamente l'autostima per cui dopo un anno e mezzo mollai lo zoloft e rimasi con la benzodiazepina assunta non regolarmente ma secondo la necessità del momento. L'insicurezza e le ansie non mi hanno mai abbandonato e assieme agli attacchi di panico continuano a rimanere lì pronte a fare il loro sporco lavoro. In questi anni ho sempre cercato di fare lavori che non mi esponevano al contatto diretto col pubblico e in qualche maniera ne sono sempre venuto fuori dovendo a volte sacrificare delle potenziali opportunità perché le paure mi hanno spesso inibito. Quando mi venne proposto di entrare in partecipazione di un'attività di piccola ristorazione andai dallo psicologo per vedere se c'era la possibilità di una cura farmacologica efficace che mi permettesse di gestire l'ansia del pubblico e mi diede una cura di mutabon forte e xanax congedandomi con un “stavolta vedrai che ce la fai”... morale della storia, non ce la feci e non accettai l'incarico. Così continuo a fare il mio lavoro da dipendente di un artigiano, con un po' di rammarico e frustrazione per quel che non si è realizzato ma con soddisfazione per quel che faccio. Prendo benzodiazepine alla bisogna e qualche birra in casa non manca mai. Poco tempo fa un vecchio conoscente, che non sa della mia situazione e che ho rincontrato dopo tanti anni mi ha chiesto se lo aiuto a mandare avanti un agriturismo in un posto bellissimo della Sicilia. La cosa mi intriga tanto ovviamente. La natura il mare il sole sono tutti aspetti fantastici che invogliano a partecipare alla cosa ma il mostro è sempre li in agguato che mi sussurra che non ce la posso fà....E quindi sono da capo, tornerò dallo psicologo, 2 chiacchiere, prescrizione medica per un ciclo di speranza e di “vedrai che questa volta ce la fai ”....
La ruota che continua a girare...
Questo, in sintesi, il mio percorso.
Un saluto e in bocca al lupo a tutti noi.