Ciao a tutti,
eccomi a presentarmi (probabilmente avrò riscritto milioni di volte prima di inviarlo).
Sono una ragazza di 26 anni, al momento sono una studentessa/lavoratrice.
Sono qui perché potrei dire di essere arrivata un po' al culmine della mia situazione personale, per la quale mi ritrovo quasi da sola.
Mi sono imbattuta qua cercando delle soluzioni: del perché mi ritrovo così, come porvi rimedio, delle regole da seguire, ecc. insomma alla fine ho cliccato e mi sono trovata davanti a una discussione del sito, che riprendeva alcuni punti che ritrovavo nei miei stessi comportamenti e incuriosita mi sono messa a leggere le varie informazioni riportate. In quelle ho visto gran parte delle situazioni/sensazioni che vivo.
Come detto ho 26 anni e da sempre convivo con l'ansia perenne al di fuori delle mie quattro mura (per lo più queste mura sono la mia testa).
Sin dall'infanzia non sono mai riuscita a vivere bene il rapporto con le altre persone. Spesso mia madre mi ricorda di quanto fossi brava e tranquilla da piccola, ma sono sempre più consapevole di quanto in realtà il mio comportamento fosse dettato dal senso d'inadeguatezza.
Ricordo che già dall'asilo me ne stavo molto per i fatti miei e che l'unica amica che avevo se ne andò, scattando in me la sensazione che non avrei mai potuto essere in grado di avere amici. Questo genere di situazioni e di solitudine sono continuate fino ai 18 anni, insomma compromettendo gli anni scolastici e il periodo più saturo per formarsi socialmente.
Nel frattempo conosco il mio compagno che invece è l'esatto opposto di me, senza persone e vita sociale non può stare, e fortunatamente riesce a farmi uscire un po' allo scoperto con lui e sopporta questa mia condizione in cui mi trovo continuamente con alti e bassi. Ovviamente lui cerca di aiutarmi, affrontando le situazioni, portandomi con lui e facendomi vedere gente, mettendomi nelle condizioni di relazionarmi ecc., solo che a volte mi sento oppressa dai pensieri che anche solo battere le ciglia non vada bene, quindi mi chiudo ancora di più nel mio silenzio, oppure prendendomela con lui che mi "porta" in quelle situazioni, allo stesso tempo sentendomi in colpa perché non contribuisco a passare una bella serata, perché da parte mia non riesco mai a organizzare qualcosa, perché alla fine le persone chiedono a lui i motivi per cui mi comporto in modo "strano".
Lavorativamente questo ha generato problemi, perché nel momento in cui stavo per ottenere delle promozioni, queste sono state date a chi alla fine è riuscito a emergere personalmente.
Ora sono nel punto in cui questa situazione mi sta portando a compromettere la mia vita, quindi ho deciso in qualche modo di affrontarlo. Parlandone con altre persone, ascoltando le loro storie. Conoscere per conoscermi meglio.
Magari ho scritto più di quel che serviva, magari dovevo scrivere altre cose.
Spero vada bene.
Un saluto
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