ciao a tutti, abito a napoli e ho 30 anni. soffro di fobia sociale fin dall'adolescenza, da quando mi capitò un episodio a dir poco imbarazzante : una cosa semplice, in apparenza, leggere in classe ad alta voce. Mi insorse una grave balbuzie, il cervello andò in tilt e il linguaggio si inceppò clamorosamente, insomma una vera e propria figuraccia. Da lì in poi è stato un copione identico e mai modificato : l'evitamento di situazioni sociali che potessero favorire la mia maturità sociale e relazionale, l'insorgere di balbuzie correlato al grado di ansia sociale (a bassa ansia me la cavo, anche se a volte anche entrare in un bar, fare una telefonata o chiedere un'informazione può diventare complicato), timidezza estrema, ansia, paura, atteggiamenti auto-imposti. Tutte queste mie problematiche hanno inevitabilmente condizionato i rapporti interpersonali, il rapporto con l'altro sesso, le prestazioni lavorative, ecc. Nel mio caso la fobia sociale si manifesta non solo nel linguaggio ma anche nell'azione : compiere azioni anche elementari diventa in base alla mia percezione un'impresa ardua, e questo mi ha pesantemente svantaggiato, soprattutto in ambito lavorativo dove non sono mai riuscito ad esprimermi liberamente, facendomi perdere occasioni lavorative importanti in cui se non avessi avuto di questi problemi avrei anche potuto essere assunto. Ho avuto solo due fidanzate che ho conosciuto virtualmente, nell'approccio con le ragazze è stato sempre difficile, la paura di risultare ridicolo e fuori luogo mi ha impedito di tentare molti approcci. Nei rapporti interpersonali la mia condizione mi ha portato come conseguenza l'essere preso di mira e spesso schernito (fortunatamente non ho mai subito episodi di bullismo vero e proprio) ma questi episodi non hanno fatto altro che cronicizzare il mio disturbo. Riguardo ai percorsi terapeutici, sono seguito sia da uno psichiatra che da uno psicoterapeuta (entrambi amici di famiglia), ma non mi ritengo affatto soddisfatto dei risultati conseguiti (soprattutto per quanto riguarda lo psicoterapeuta, con lo psichiatra a volte è stato utile), anzi, più vado avanti e più la mia fobia sociale peggiora. Attualmente sto lavorando con un contratto di tirocinio (ho l'attestato di operatore socio sanitario) presso un ospedale ma la fobia sociale è sempre lì in agguato e non sto affatto rendendo bene. Penso di non poterne mai uscire e questo mi porta a fare molti pensieri negativi e distruttivi (a volte anche suicidi, ma solo a livello immaginario e mai con tentativi veri e propri), la mia sofferenza e il mio disagio parte da molto lontano e ho la sensazione che ormai siano cronici, perenni, implacabili. L'unico spiraglio che adesso vedo è il fatto che intorno al mese di settembre inizierò un nuovo percorso di psicoterapia con un altro professionista, questa volta un estraneo, e il fatto di non conoscermi e di poter trattare il mio caso con distacco credo sia molto meglio. Spero di non avervi annoiato, un saluto a tutti gli utenti del forum.