Non c'è molto da dire, mi chiamo Laura, ho 26 anni e nella mia vita non sono riuscita a costruire niente.
Soffro di un latente disturbo evitante di personalità, sono stata diagnosticata borderline e ho diversi problemi "minori" di cui vi parlerò più dettagliatamente in altri thread (se vorrete leggerli)
Spero di trovarmi bene (almeno con voi).
edit.
Vi parlo a grandi linee del "problema" - per la verità è tutto un guazzabuglio di problemi, un caos assurdo...
Direi che il deragliamento vero e proprio della mia vita è cominciato intorno ai 13 anni, a seguito di un episodio di bullismo in 3^ media. In quell'occasione mi venne inferta una grossa ferita, quella del tradimento amicale (la mia "migliore amica" divenne una "trascinatrice di bulli" contro di me). Quello che mi portò a lasciare gli studi e a riversarmi su Internet fu proprio questo episodio, la classica goccia che fa traboccare il vaso, ma già da qualche tempo avevo cominciato a vivere nel virtuale, forse come surrogato o compensativo di una vita che sentivo profondamente insoddisfacente.
Andrò un po' a ritroso e parlerò di mio padre, il quale quando ero bambina era quasi completamente assente, e quando presente, "violento" verbalmente e svalutante. Io sono cresciuta nella classica famiglia allargata, con sorella, cugina, zio, nonna e mamma (quest'ultima aveva - avendo divorziato - la custodia mia e di mia sorella). Questo dava luogo a stress in tutto il contesto "famigliare", perché mio zio sembrava sentirsi invaso dalla presenza di due bambine.
Tornando a quest'amica-traditrice, i due anni di amicizia con lei furono completamente insoddisfacenti. Le violenze, psicologiche, che mi faceva erano inimmaginabili per una bambina di quell'età. Se mi arrabbiavo, cercava di ammansirmi e otteneva sempre il proposito d'essere perdonata. Fu, come ho già accennato, proprio lei la causa del mio ritiro scolastico in terza media. Studiai da esterna e mi diplomai.
Poi cominciò la lunga degenerazione del liceo: a 14 anni andai dalla mia prima psicologa, continuando a non frequentare la scuola e i coetanei e a vivere nel virtuale. Tentai a 15 anni di tornare a scuola (fuori zona), ma persi un anno per le ripetute assenze. Zoppicando (studiando da esterna) arrivai al diploma.
Da quando mi sono diplomata ad oggi, 26 anni, ho provato anno per anno ad iscrivermi all'università, ma è sempre stato un buco nell'acqua.
Se dovessi riassumere la causa di questo travagliato vissuto scolastico (che costituisce per me l'indicativo maggiore di quanto sto male in società...) direi che è il legame simbiotico che c'è (ancora) con mia madre, e il mio terrore del giudizio della gente.
Già ai 14 anni - primi periodi di autoreclusione - avevo paura dei luoghi pubblici, e certamente per questo vissuto di inadeguatezza cronica non mi curavo e valorizzavo come una normale adolescente.
La mia sensazione di "non essere abbastanza" mi ha portata in seguito anche ai dca (in primissima battuta anoressia e da anni bulimia nervosa) e all'abuso di alcolici (per un periodo). Mi sentivo inadeguata, giudicata, disprezzata, e vedevo che era impossibile comunicare con gli altri serenamente, anche (seppur in misura enormemente minore) nel virtuale. Questo era uno dei motivi che mi portava a bere; anche se i problemi sono rimasti, ho superato la dipendenza da un annetto.
In questo periodo sono molto preoccupata al pensiero di non avere un lavoro (perché all'idea degli studi ho rinunciato); mia madre, che mi ricorda di quanto sia faticoso e inadatto a me qualunque lavoro, non aiuta.
Spero di essere stata esauriente, e di ricevere l'opportunità di partecipare alla community.