Ciao a tutti,
sono Piergiorgio e mi sono iscritto a questo forum perchè girovagando sul web ho riscontrati alcuni post con manifestazioni, malesseri a me affini. Ho 34 anni, lavoro e sono single. Sono un informatico e con la pandemia si è consacrato il cosidetto lavoro "agile", ovvero da remoto. Anno dopo anno vedo che la mia insoddisfazione di vita cresce, un'insoddisfazione che va dalla sfera sociale a quella sentimentale. Una vita trascorsa con pochi stimoli se non quelli dovuti al lavoro ed alla presenza di un amico a 4 a zampe (il mio cane). Penso di non avere amici, forse uno, l'amicizia è un qualcosa di nobile. A questa età ti rendi conto che la vita forse doveva farti prendere una strada, strada che è stata intrapresa da quei coetanei che ora convivono, hanno famiglia e insomma hanno una vita. Penso di aver vissuto la pandemia con la concezione che lo stare chiusi in casa fosse una condizione che a me più di tanto non alterava la vita, sebbene trascorrere il sabato a casa per me fosse giorno dopo giorno una continua sofferenza. Non è semplice crearsi occasioni sociali, farsi nuovi amici, sebbene ci sia una grande volontà da parte mia. Tante volte penso di cambiare contesto, trasferirmi altrove, ma forse poi mi manca il coraggio, vuoi per un contesto familiare che ha ancora bisogno di me, vuoi perchè cambiare città non significa risolvere i problemi. Sono un pensatore, la mia mente macina in continuazione e pensare fa male, sono una persona simpatica e divertente, so ancora ridere, ma quel che mi manca è sorridere a lungo termine.