Sono una ragazza di 24 anni, da almeno 10 convivo con: attacchi di panico, ansia sociale, ipocondria, disturbo di somatizzazione, insonnia.
Non ricordo un periodo della mia vita in cui non mi sia sentita sbagliata, fuori posto. Da bambina odiavo farmi vedere dagli altri mentre giocavo, il primo giorno d'asilo lo passai a reggere in mano un palloncino, ferma davanti all'entrata ad osservare gli altri che si divertivano.
Ovviamente i bambini ci misero poco a scegliere me come obiettivo delle loro angherie, anche alle elementari. Il fatto che fossi la migliore, la cocca delle maestre non mi faceva guadagnare punti...
Solo due cose mi hanno sempre fatto stare bene: disegnare e scrivere.
Le ore di italiano e quelle nel laboratorio di disegno erano le mie preferite.
I miei però avevano grandi aspettative e quindi ve la faccio breve: cinque anni all'inferno chiamato liceo classico, dove la poca fiducia nelle mie capacità è stata spazzata via dal disgusto e dallo scherno sul volto dei miei professori.
Ah e dalle risatine dei miei compagni ricchi e con la puzza sotto il naso.
Avrei voluto prendermi un anno sabbatico per scegliere cosa fare dopo il liceo, ma questo non rientrava tra i progetti dei miei, quindi dopo la maturità sono stata costretta a scegliere una facoltà a caso, cioè filosofia.
Quattro anni passati a piangere su libri che odiavo.
L'eredità peggiore del liceo? Il terrore del confronto con i professori. Se durante le interrogazioni sopraggiungevano attacchi di panico, durante gli esami era già tanto se mi limitavo a pietrificarmi e andare via senza aver spiccicato parola.
Dopo un anno alla facoltà di giornalismo (credevo di aver finalmente trovato la mia strada) e altri esami muti, ho deciso di abbandonare.
In questo momento vivo con il tormento dei miei genitori che mi rinfacciano i soldi spesi, quanto io sia una delusione su tutti i fronti; non trovo lavoro perché alla mia età una ragazza senza esperienza non la vogliono manco laureata, figuriamoci se con un diploma di maturità classica...
A tutto questo si aggiunge che non ho più amici, perché hanno studiato fuori o si sono appena trasferiti, non ho un ragazzo perché tutti quelli incontrati fin'ora non hanno mai cercato altro se non l'avventura di una notte.
Sto perdendo pian piano la voglia di fare anche le cose più semplici e certi giorni vorrei solo sparire in una bolla di sapone.