Ciao a tutti,
mi sono iscritta a questo forum a causa della timidezza che mi porto dietro da talmente tanto da non ricordare più...In pratica lo sono sempre stata.
Curioso è il fatto che questa cosa vada però a momenti, alternando periodi in cui mi sento aperta al mondo ad altri in cui ogni piccola cosa mi fa venire ansia nel doverla affrontare.
Mi sono chiesta spesso da dove derivi questa timidezza e la risposta che mi sono data è stata: insicurezza.
Ciò nonostante all'apparenza non sembro una ragazza insicura e faccio molte cose che anzi mi fanno apparire una ragazza forte, questo forse per il fatto che dentro di me sono così, ma non riesco ad esserlo poi in molti casi nella vita di tutti i giorni.
Quando ero alle medie pensavo che col tempo avrei superato questa cosa ma nonostante per qualche tempo mi sia sembrato così ora mi trovo a quasi 28 anni ancora in balia della timidezza che non mi permette di godere a pieno della mia vita.
Ad esempio sento che mi vincola fortemente a livello lavorativo.
Ho cercato con un auto analisi di capire da dove arrivi questo problema, perché questo è: Un vero problema. Qualcosa che ti fa vivere col freno a mano tirato anziché lasciarsi andare a vivere una vita piena.
La "colpa" della mia timidezza l'ho affibiata a 3 fattori: sicuramente un carattere prevalentemente introspettivo, una mamma molto rigida nei confronti di se stessa e di conseguenza anche verso di me, e una serie di storie sentimentali che mi hanno spesso fortemente limitata.
Nel primo caso la cosa mi faceva apparire spesso fra le nuvole, fuori dal mondo...una bambina un po' strana, insomma.
Nel secondo caso mi sono sentita mancare un rifugio sicuro: se io non salutavo le persone o non mi sapevo fare valere abbastanza con gli altri bambini lei si arrabbiava, facendomi sentire ancora peggio.
Nel terzo caso mi sono sentita spesso oppressa dalla gelosia dell'altro che spesso mi ha portata a chiudermi in me stessa proprio in quei momenti in cui pensavo di stare superando la timidezza.
Mi sono sentita limitata su con chi e come dovevo parlare, facendomi sentire in colpa di socializzare con altri ragazzi e questo poi si è ripercosso in un problema di socializzazione generale.
Il tutto aggravato dal fatto che mi trovo meglio con i ragazzi che con le ragazze, ed è stato così per me da sempre, dai tempi dell'asilo.
Non sono un maschiaccio e non credo di esserlo mai stata nemmeno da piccola ma non sono mai andata matta per i giochi prettamente femminili: mi piaceva inventarne di particolari.
Comunque non so se fosse questo il motivo della mia preferenza per i maschi come compagni di gioco, sta di fatto che la cosa col tempo non è variata molto. Ho avuto amiche molto strette ma se si trattava di conoscere ragazzini nuovi, coi maschi riuscivo a parlare facilmente, con le femmine mi sentivo molto più a disagio.
Ancora oggi la cosa è così: ho sempre l'impressione che le donne mi studino, mi sento osservata e quasi sempre il risultato di questa loro osservazione è che non gli piaccio.
Mi sento squadrare e ispiro antipatica molto spesso.
Ovviamente ci sono alcuni casi in cui non è così e ho una ristretta cerchia sia di amici uomini che donne.
Purtroppo il mio legarmi di più ai ragazzi ha portato sempre al fatto che essi si innamorassero di me cosa che ha sempre creato sofferenze quando non ricambiati e che non mi permette di essere totalmente me stessa quando mi approccio ad un uomo, perché ho sempre paura che possa innamorarsi e soffrire.
Dall'adolescenza in poi mi sono resa conto di essere sempre più vista come una bella ragazza ma questo nonostante sembri una cosa positiva e che ti possa fare sentire sicura di te, per me non è stato così perché non amo avere addosso troppo sguardi e non abituata a ricevere complimenti mi sento facilmente in imbarazzo. Per non parlare dei commenti un po' più rozzi.
A volte vorrei semplicemente passare inosservata.
Nonostante la mia timidezza sono riuscita a vivere una vita abbastanza normale: ho sempre avuto degli amici e diverse storie.
Penso però che molte di queste storie abbiano influito negativamente sulla mia crescita personale e purtroppo ora ne pago le conseguenze.
Credo che la mia timidezza dipenda soprattutto dalla paura di fare brutta figura, di non risultare all'altezza di qualcosa o di non avere qualcosa di brillante da dire quando qualcuno mi interpella.
Questo mi porta spesso a interagire in modo serioso e magari poco interessante per la persona che ho davanti, facendomi apparire forse noiosa.
A volte i miei ragazzi non hanno fatto altro che evidenziare i miei difetti, rimarcando le mie distrazioni, i miei sbagli e facendomi sentire una sorta di Bridget Jones. Insomma un disastro di ragazza.
Questo mi ha portato ad aver paura di mostrare i miei difetti e soprattutto ora che ho un ragazzo che mi tratta con stima e rispetto io ho paura smetta di farlo e cominci ad accorgersi che sono una frana...Ma poi mi chiedo: lo sono realmente?
Forse no!
Quando tiro fuori le unghie e riesco a sentirmi più sicura di me agisco anche di conseguenza, quindi penso che la paura di sbagliare o di fare brutta figura siano la causa del fatto che poi questo accada.
Quando riesco a vincere la mia timidezza mi sento una ragazza in gamba e ho la sensazione di poter fare tutto ciò che vorrei nella vita...è questo di cui ho bisogno che significa poi vivere davvero...
Invece purtroppo non è così...
Spesso mi sono chiesta se fosse meglio parlare con uno psicologo e mi piacerebbe davvero farlo, ciò che mi frena sono i soldi, per il resto non ho paura di affrontare i miei problemi anzi mi piacerebbe molto!
Spero che aprirmi con voi possa aiutarmi a capire i veri motivi e ad un introspezione che mi porti ad affrontarli nel modo migliore! :-)
