Ciao a tutti mi chiamo Daniele ho 28 anni sono un ragazzo con vari disturbi psicologici. Di solito non mi piace parlare molto dei miei problemi, non lo faccio con lo psicologo, figuriamoci qua, però voglio attenermi alle linee guida del forum. Ebbene cerco di raccontarmi il più possibile. Tutto ebbe inizio da quando ero piccolo, per via del divorzio da parte dei miei genitori non ho accettato la separazione ed ero sempre alla ricerca di mio padre. Mia madre non mi faceva mancare mai niente e anche facendomi vedere mio padre ogni tanto mi aiutava a tenere un buon rapporto con lui. Pultroppo non so come spiegaverlo a scuola e nella vita sociale ero sempre nervoso e venivo seguito da uno psicologo. Però ero ancora bambino e non avevo coscienza di quello che facevo, infatti mi mettevo sempre nei guai, ma nello stesso tempo avevo anche degli amici con cui passare il tempo. Fatto sta che ora vi racconto solo quello che mi ricordo, pultroppo per via dei farmaci non ho una buona memoria dei fatti precedenti. Comunque come stavo dicendo diciamo che ho passato non dico una bella infanzia, ma comunque accettabile. Col passare degli anni ho cominciato a coltivare la passione per l'informatica e avevo sempre quella voglia di imparare e di rubare con gli occhi il sapere dagli altri. Questa passione mi ha portato un po' a farmi conoscere ed accettare in un gruppo di amici. Inizialmente andava tutto bene, poi col tempo si è manifestata l'ignoranza e la gelosia da parte di certi amici nei miei confronti. Questo mi ha portato un bel po' di problemi nel cercare di salvare dei rapporti di amicizia con alcuni amici. Pultroppo alla fine sono rimasto solo. Poi dopo un certo periodo un po' tra alti e bassi, ho cominciato a frequentare una famiglia molto religiosa. Dato che loro sono amici di famiglia, il rapporto era idialico.
Sono stato sempre a disposizione loro, gli ho aiutati in vari modi, soprattutto i figli che avevano problemi di socializzazione con gli altri. Col passare del tempo le cose tra loro andavano bene, mi sono anche avvicinato alla loro figlia maggiorenne ed e mi sono invaghito e innamorato di lei, fino a che un giorno pultroppo per motivi medici mi sono dovuto sottoporre a un intervento chirurgico. In quel periodo stavo lavorando presso il mio comune come archivista digitale. Parlai del mio problema agli assistenti sociali e hai responsabili che mi seguivano. Uno dei responsabili mi avrebbe rassicurato che avrei continuato a lavorare nel comune anche dopo il periodo di convalescenza o almeno dopo che mi sarei ripreso. Nonostante l'intervento fosse andato bene pultroppo subii un stress post operatorio. Ma però stavo bene i miei amici mi stettero vicino e anche alcuni famigliari. Il percorso di guarigione procedeva bene fino a quando ebbi delle crisi sul cibo. Non sapendo cosa mangiare ulteriormente alla dieta datomi dal chirurgo che mi ha operato, ho sentito molti dottori a riguardo, ce chi mi diceva di mangiare certi alimenti, ce chi mi diceva di non mangiare altri alimenti. insomma alla fine sono andato nella confusione più totale. Cominciai ad avere delle paranoie e questo si ripercuoteva nel rapporto con i miei amici e nel rapporto con mia madre. Cominciarono a entrare nella mia mente momenti di vera crisi, con attacchi di panico, aggressività verbale e fisica, paranoie, ossessioni ecc... Mia madre non si arrendeva all'idea che stavo cominciando a perdere peso. I miei amici per un motivo e per un altro pian piano cominciarono a prendere le distanze da me. E io non mi rendevo tanto conto di quanto succedevo e perseguivo una condotta psicopatologica nei confronti di tutti. Mi sentii solo e abbandonato nonostante l'amore da parte di mia madre. Ma i miei amici e soprattutto la ragazza di cui mi ero innamorato stava prendendo una cattiva piega. Adottai un metodo ossessivo nei confronti di questa ragazza e pensai che mi sarebbe stata vicino ad aiutarmi, ma non fu' così. Tra Aprile e Maggio dello scorso anno ebbi le mie prime crisi depressive non diagnosticate ancora da un dottore. Mi sentivo solo, lei non mi corrispondeva nell'amore in cui io avevo creduto, ero geloso se frequentava altri ragazzi, avevo bisogno di lei come il pane. Però di mezzo cera la mia salute che andava sempre vacillando. Incominciarono i primi ricoveri in ospedale, e da quei ricoveri mi fu' diagnosticata la depressione. E' da qui iniziò il calvario. Ovvero l'inferno. Ci furono litigi con mia madre alcune volte molto violente, tentai il suicidio ma non lo misi mai in atto, le ossessioni sul cibo e sulla ragazza erano continue, non accettavo l'abbandono da parte di mio padre ecc..
Una psichiatra del DCA (disturbo del comportamento alimentare) nonostante pesassi 42 kg non mi diagnostico' il disturbo da comportamento alimentare ma una depressione con istinto al suicidio e mi voleva fare un TSO, ovviamente mia madre si oppose. Non capivo più niente, come se fossi un altra persona,.ero sempre nervoso, stanco. debilitato, confuso, ossessivo, mi rifugiavo sempre nel letto. Fino a che un giorno fui ricoverato in medicina e incominciai a rifiutare le cure,il cibo, minacciavo i dottori, gli infermieri. Ero diventato psicotico e schizofrenico. Per stare calmo mi dettero il Valium, dosi massicce di Valium, con conseguenze moto negative sulla mia psiche. Poi per la mia condotta violenta fui trasferito in Psichiatria. Vi lascio immaginare solo il trauma che ho subito lì dentro. Però piano presi coscienza dei miei problemi, e grazie alle cure incominciai a stare meglio. Ritorno a casa e avevo solo mia madre, mentre i miei amici oramai avevano preso le distanze da me, cosi incominciai a prendere le distanze anche io ma non avevo quella forza di interrompere il rapporto con questa ragazza. Lei nel frattempo si era fidanzata, poi si è lasciata e aveva attribuito la colpa a me di quanto accaduto. Ma io non mi sentivo così. Così cercai di capire come mai era così fredda nei miei confronti. Nonostante i miei sforzi alla fine, un giorno andai con le buone intenzioni a chiarire a casa sua dove era presente anche il padre, il fratello, la sorella e un loro amico. La discussione fu' cosi accessa che non vi voglio raccontare perché mi fa male. Succese che il padre mi aggredisce verbalmente e fisicamente e io lo denunciai. Ora se non e un problema mi voglio fermare perché poi da questo fatto in poi e fino adesso non voglio parlarne per questioni legali. Quindi spero che mi capite. Poi se qualcuno è interessato mi può contattare in privato. Invece vi dico che poi seguii un percorso in una comunità dove ho conosciuto persone fantastiche e sono stato meglio. Eh si la parola meglio perché stando lontano da casa ho sviluppato una miglioria nell'aiutare gli altri. Finito il mio percorso ho deciso di dedicarmi anche se virtualmente a dare un aiuto agli altri. Ed eccomi qui su questo forum, sui gruppi, su Facebook, a dar man forte ad altre persone che hanno problemi uguali o diversi dai miei. Nonostante i traumi in ospedale, ho sviluppato una certa esperienza nell'ambito medico soprattutto in quello psicologico e psichiatrico. È così che penso che ho capito che aiutando gli altri, aiuto me stesso. In qualche modo mi sono isolato tantissimo tanto da avvicinarmi a una definizione di hikikomori. Ora non so se qui viene trattato questo fenomeno sociale. Però mi sento di dover aiutare gli altri. Cerco di farlo nel miglior modo possibile. Ed eccomi qui sul forum perché per cercare persone simili con esperienze simili, perché penso che tra di noi ci capiamo meglio, non voglio osare se anche meglio di un dottore. Quindi concludo dicendo spero di trovarmi bene qui dentro e di essere di aiuto agli altri. Grazie.