Buonasera! potete ovviamente chiamarmi solo Kane o solo citizen.
Il nick è anche il titolo di un film nel quale il protagonista ed altri cercano di ricostruire la figura e sopratutto la personalità di Kane. Ma falliranno, perché solo lo spettatore e solo nell'ultima scena capirà davvero Kane.
Sono un ragazzo di 20 anni, frequento il terzo anno dell'università Federico II di Napoli, a giurisprudenza. Ho scoperto circa due mesi fa una cosa come la sindrome di Asperger, e da allora non so se soffro della stessa, della sindrome evitante di personalità, di fobia sociale o di un fantastico mix di tutto
Di sicuro so solo che fino al quinto liceo la mia esistenza era a livello praticamente animale. Come un animale, non avevo vita sociale, fisicamente uscivo tipo due sabato al mese con il gruppo classe, restando in silenzio per l'intera serata. Come un animale, non avevo vera
coscienza di ciò e del suo significato. Come un animale, soffrivo ma non capivo perché.
Ho letto alcune discussioni di questo forum prima di iscrivermi, e da qualche parte qualcuno diceva di "risvegli" e robe del genere. Credo di aver avuto una di queste epifanie durante il quinto liceo: e da allora le cose sono andate un po' meglio.
Un po'. Ma negli ultimi tre anni, dopo un periodo iniziale all'università che mi è sembrato magnifico, le cose non sono ulteriormente cambiate. Il periodo era magnifico perché effettivamente non avevo mai avuto un'intesa tale con le persone, e poi potevo cominciare da zero. Eppure ora oggettivamente sono ancora spaventosamente solo, senza amici e senza amori. Ho molti conoscenti all'uni con cui occasionalmente mi vedo e ci si scambia quattro chiacchiere, ma non posso considerarli amici.
Con le ragazze poi non ne parliamo. Se riuscissi a provarci, e a non scappare quando ci provano loro suppongo andrebbe a gonfie vele.
Seguo da un po' un ciclo: mi rassegno all'asocialità, quindi smetto di sorvegliarmi, quindi ottengo un (almeno per me) considerevole
successo sociale, quindi le possibilità di socializzare diventano concrete. A questo punto me ne rendo conto, e scatta prima la sorveglianza assoluta, l'iper razionalità e la noia, infine il fastidio quindi l'alienazione. Brucio tutti, breve depressione, rassegnazione all'asocialità e il ciclo ricomincia.
Questa può essere chiamata sopravvivenza, ma non vita!
Inoltre per il percorso che ho scelto e in generale la carriera universitaria mi serve sviluppare una certa naturalezza nel parlare e nell'argomentare, anche sapendo di avere torto marcio! o finirei in mezzo alla strada, con la laurea magari di 110 e lode. Questa naturalezza è proprio ciò di cui ho bisogno nei rapporti personali e che mi viene soltanto a sprazzi. La maggior parte delle volte invece la mia replica è forzata e tentennante, razionale e non emotiva. E per questo mi vendo malissimo.
Dunque mi sono iscritto a questo forum perché vorrei riuscire a superarmi una seconda volta, e per farlo ora so che c’è bisogno di esperienze e di confronto. Una delle cose che più mi hanno bloccato (chissà quanto il blocco è psicologico e quanto reale) in questi tre anni era la consapevolezza del fatto di trovarmi indietro in tutti i campi rispetto ai coetanei con cui devo rapportarmi, e dunque un’inesperienza diviene cronica. Qui possiamo partire, o almeno poter pensare di partire, dalle stesse condizioni!