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Originariamente inviata da Weltschmerz
Ciao! La tua presentazione è ancora un po' incompleta, prova a dirci qualcosa in più seguendo le linee guida.
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Scusate per la poca argomentazione. Ci riprovo 🙂. Sono una ragazza di 21 anni, che frequenta il 3 anno di università a Roma. In realtà non sono una residente ma una fuorisede che dista 6 ore in treno dalla capitale, questo è un dato importante perché il luogo ha un ruolo fondamentale nel mio "problema". Come mai sono arrivata qua? Bè, è estate e in estate si torna a casa per i mesi senza lezioni. Il mio problema nasce forse dalla mia città, non riesco a viverla bene; piccola, con tutti che conosco tutti. La storia è iniziata quando ero adolescente, ho avuto alti e bassi nelle amicizie e a scuola, con problemi più o meno gravi dal punto di vista di una ragazzina liceale. In quel periodo ho iniziato a sviluppare un non so che che non mi faceva uscire di casa di mia iniziativa. Finché era scuola va bene, il sabato uscivo con le solite amiche ma oltre a questo non mi andava di uscire mai di casa. Non volevo essere vista, non volevo essere riconosciuta, avevo paura di non essere all'altezza di qualcosa che nemmeno io so spiegarmi razionalmente, in particolare da miei coetanei. Finché erano adulti o vecchi il problema non sorgeva. Fatto sta che tutto ciò si è acutizzato dopo il liceo, ricordo l'estate dopo la maturità. Non ero più obbligata ad uscire in effetti, iniziai a inventare scuse su scuse per evitare gli inviti degli amici, uscire con loro era sempre stato una sorta di fonte di stress e un continuo "devo essere all'altezza, come loro". Finché c'era scuola un po mi obbligano a partecipare a questi eventi (feste, uscite, compleanni) che mi facevano salire l'ansia tutto il giorno con pensieri negativi, anche se alla fine mi divertivo un po'. Quando me ne andai a Roma mi si aprì un mondo, questa cosa non mi succedeva più ed era bellissimo uscire, camminare, in un certo senso finalmente libera da quelle catene che mi trascinavo da così tanti anni. Incontravo sempre persone diverse per strada, anche se mi capitava di incontrare chi conoscevo non avevo vergogna. Ha aiutato credo anche il fatto che ho trovato anche amici che non mi mettevano, l'ansia da prestazione. Per esempio, potevo vestirmi come volevo senza sentirmi a disagio mentre sono con loro (non parlo di uscire trasandata ma semplice maglietta e jeans che veniva deriso nella mia città quando qualcuno si presentava così). Ma anche quando non uscivo con nessuno, ed ero per strada da sola, non mi sentivo a disagio o osservata e giudicata. Per chiarezza vorrei dire che a Roma, non è che non succeda mai, ma sono quasi nulle le volte se dovessi fare un confronto.
Qui purtroppo il problema risorge ogni volta che rientro nella mia città per le festività, e con l'andare del tempo ho perso anche gli amici di lì a causa della distanza e il mio "problema" non ha certo aiutato. Di tutto ciò non ne ho mai parlato con nessuno finché non sono arrivata a Roma, per la prima volta quest'anno l'ho detto a qualcuno anche se non è riuscito a comprendere il mio disagio psicologico di fondo. Solitamente scambiano il mio problema per una repulsione per la città natale conseguente alla sperimentazione della vita di metropoli. Non ho mai ribattuto a queste affermazioni perché non mi sento ancora pronta ad ammettere a chi conosco che in realtà io provo letteralmente paura di incontrare persone che conosco/coetanei e vergogna ad uscire e per questo, mi nascondo e passo le giornate dentro casa quando sono nella mia città d'origine.
Potrebbero esserci errori. Causa: ho scritto dallo smartphone scomodo 😅