Sono qui perché ho una paura fottuta delle persone. Da sempre. L’ansia attanaglia le mie giornate, insieme ai pensieri ossessivi e molto dolorosi sulle mie figuracce fin da quando ero piccolissima. Ho sempre fatto una gran fatica nei rapporti sociali, non ho mai avuto vere amicizie, sono sempre uscita pochissimo e ogni volta era uno strazio e me ne scappavo appena possibile (non sempre con decoro). Non ho mai sentito d’appartenere a nulla, a nessun gruppo, mi sono sempre sentita un’intrusa che non c’entrava nulla. Sono stata da diversi specialisti. Attualmente non vado da nessuno. Sono stufa marcia di essere schiava di queste paure e insicurezze odiose che razionalmente vedo come del tutto insensate e assurde. Ma di cui però non riesco comunque a liberarmi. Perché non è nella parte razionale di me il danno. E nemmeno non può passare attraverso la parte razionale la guarigione. E qui sta il bel guaio, perché io sono totalmente incapace di entrare in contatto con la mia parte chiamiamola emotiva, con la pancia e col cuore. Sono sempre rimasta nascosta nella mia testa, come Raperonzolo chiusa nella stanzetta in cima alla torre più alta del castello. E non so come diavolo fare a scendere. Lo vedo anche da come scrivo qui e mi innervosisce, descrivo i fatti, analizzo, so tutto, ma non scrivo mai come sto, cosa sento, come mi sento. Perché non mi riesco proprio a sentire, ho come un blocco terribile. Un muro. Le provo le emozioni ma non le sento. O comunque sento sempre le solite, quelle con cui ho confidenza, tutte negative. Ho uno squilibrio forte. Poi c’è la vergogna, da sempre, che blocca tutto e rende tutto ciò che è di pancia e di cuore fuori luogo e imbarazzante. Ovviamente somatizzo e quindi ho l’intestino sempre infiammato, la nausea, la tachicardia e le palpitazioni, i muscoli contratti, ca va sans dire. Un’altra cosa che mi manda in bestia è che non percepisco i miglioramenti. Nell’ultimo anno la mia vita è cambiata tantissimo, in meglio. Ma se cerco di ricordare come stavo prima, non ci riesco. Vorrei riuscirci, per rendermi conto (anche qui, non solo razionalmente) dei progressi, e per aiutarmi a non vedere sempre tutto nero, ma niente, come se avessi rimosso. Ma il dolore non se ne va, resta, sommerso, e continua a fare danni. Vorrei riuscire a tirarlo fuori sto dolore, guardarlo bene, sentirlo, così forse poi se ne andrebbe. Ma in realtà non ho il coraggio, chissà che succederebbe se davvero uscisse allo scoperto. Cose imbarazzanti di sicuro. Da filarci su per 3 vite, no grazie. Per ora comunque le mie uniche interazioni sociali sono al lavoro (moolto difficile per una come me, sguazzo nel senso di inadeguatezza) e già mi esauriscono, che devo starmene chiusa in casa tutto il resto del tempo a cercare di ripigliarmi. Una cosa molto faticosa è cercare di sembrare normale, sul lavoro, in famiglia, nelle interazioni che capitano. In passato sono stata molto depressa, una vena malinconica e “moscia” rimane, ma devo sempre mascherarla, vivo nel terrore delle battutine “come sei seria” “e parla un po’” eccetera. Ho un tono dell’umore sempre piuttosto basso (a parte certi picchi quasi di euforia che durano pochi minuti se non addirittura secondi, durante i quali ho la grinta, e penso come sarebbe facile vivere se stessi sempre così). Invece vivere è faticosissimo, sono giovane ma non ne posso già più. Non so come farò. Non sono credente e non do nessun significato alla vita, che mi pare più che altro una totale assurdità parecchio sopravvalutata (meglio che non ci penso troppo), però almeno vorrei essere una persona libera, dalle mie paure, dal giudizio degli altri, credo sarebbe tutto un altro vivere, molto più accettabile. Comunque nella mia vita devo quasi sempre tenere nascosti tutta questa parte così ampia di me, le mie sofferenze, penso che avere un angolino anche virtuale in cui condividere ed aprirmi possa aiutarmi.