Eccomi. 22 anni, per trascorsi di vita potrei averne benissimo 13. Anch'io fobico sociale. Finalmente scopro qui che ha anche un nome il mio lato oscuro e non è solamente un destino avverso. Ero già passato qualche tempo fa da queste parti, ma dopo aver letto alcuno messaggi inneggianti al suicidio fuggii. Ritorno grazie a google, cercando una di quelle domande che solo noi fobici possiamo farci. Noi su google cerchiamo domande che se riscontrate da altri utenti ci rendono meno soli.
Sono un emigrato, che ha perso alcuni usi e costumi del proprio Paese per abbracciarne altri di questo Paese in maniera convenzionale. Con il risultato di un identità incerta, un vorrei ma non posso.
Mi reputo sensibile, dolce, romantico, quindi con un sex appeal pari ad una bolletta della luce.
Fino ad ora, eccetto "men che rare" occasioni, trascorro le serate, tutte, a casa chiuso su internet, che da una parte mi lega al mondo e dall'altra mi intrappola, sfogliando profili facebook che paragono al mio estremamente povero, immaginandomi un giorno in quelle feste o con quella donna che ho sempre amato di nascosto. Durante le festività la solitudine è opprimente che quasi mi manca l'aria. Poi ci sono quei giorni che arrivi così profondo nell'abisso della malinconia che quasi è tristemente meraviglioso. Poi quei giorni così pieni di cose che alla sera si è tristi perchè chissà quando ricapitano. E quelle mattine che ci si sveglia il più tardi possibile, dove anche fare incubi in fondo è meglio del risveglio, umiliante, che ti priva di tutti quelle pezze messe la notte prima di addormentarmi. I genitori perplessi che con la loro perplessità ti feriscono inconsapevoli della mia fragilità.
Quelle passanti bellissime che guardi fuggitivo e te ne fai una colpa, quasi come se l'avessi sporcate, ostacolato la loro luce con i miei occhi scuri. Gli "amici amici" che poi ti rubano la bici, i sogni e tutto il resto sorprendendoti ogni volta del potere della falsità.
Non ho mai avuto il coraggio di accettare il mio stato, figuriamoci di parlarne con qualcuno. Mi iscrivo per condividere il dolore, forse così sembrerà meno. Concludo con un pensiero di Nietzsche
Nella solitudine il solitario divora se stesso, nella moltitudine lo divorano i molti. Ora scegli.