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11-09-2012, 18:53
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#1
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Esperto
Qui dal: Oct 2009
Ubicazione: Veneto
Messaggi: 5,615
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Questa mattina leggendo il forum ho letto una frase di un utente che mi aveva un po' colpito. Non vorrei quotarla in maniera testuale però il significato era più o meno questo: "Io non voglio essere positivo o sorridente con le persone perche queste devono sapermi accettare anche quando sono negativo. Se so che una persona mi accetta quando sono negativo allora so che posso fidarmi, posso sciogliermi ed essere piu sorridente"
Il concetto mi ha fatto venire in mente un mio periodo del passato in cui con i miei familiari non parlavo quasi mai, nella mia mente pensavo "io sono di poche parole e loro mi devono accettare così". Però seguendo questo pensiero spesso non parlavo apposta perche nella mia mente era giusto cosi, loro dovevano accettarmi, dovevano capirmi lo stesso. Ero entrato in una specie di circolo vizioso...meno parlavo, piu mi mettevo in testa queste cose, piu stavo male con me stesso e con gli altri e meno parlavo... Da una parte mi sentivo quasi superiore (anche se superiore non è il termine corretto vista la mia autostima sempre bassa), o meglio "Io potevo permettermi di non parlare troppo". Ora sono passati un po' di anni e mi ero quasi scordato di queste sensazioni. Il rapporto con i miei familiari è molto migliorato. Col senno del poi penso fosse stato un atteggiamento errato perchè è normale che le altre persone non possano entrare nella nostra testa per capire cosa pensiamo. Spesso non hanno nemmeno la sensibilità per farlo, però non è nemmeno una colpa loro. Io alla fine volevo che le persone venissero incontro a me accettandomi ma in fin dei conti non facevo niente per andare incontro a loro. Ma a parte questo, colpa o non colpa degli altri, alla fine so che io VIVO MEGLIO senza queste paranoie e senza questi modi di pensare troppo "difensivisti". Spesso nel forum leggo di utenti che si comportano un po' cosi "io sono cosi sono gli altri devono capirmi o che non mi capiscono" con un filo di vittimismo incosciente che serve a far filare il loro ragionamento. Anche in questo caso il vittimismo non è forse il termine corretto però spero si sia capito il senso di quello che ho riportato con la mia esperienza in prima persona. Non voglio criticare nessuno anzi sono il primo a dire di essermi comportato in passato secondo queste logiche.
Voi che ne pensate? E' un atteggiamento comune o no? Esperienze vostre?
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11-09-2012, 19:23
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#2
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,635
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E' una necessità fisiologica.
Essere accettati quando non si parla/si è negativi, leggasi quandi si è al livello di apprezzabilità minimo, darebbe garanzia di essere accettati sempre da quelle persone, darebbe sicurezza e paradossalmente sbloccherebbe la parte più intraprendente del nostro carattere.
E' questo bisogno di sicurezza che inconsciamente chiediamo quando vogliamo testardamente essere trattati come i primi del gruppo anche se siamo giù di morale.
Comunque boh, probabilmente l'avrò fatto anch'io, non ricordo.
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Ultima modifica di Novak; 11-09-2012 a 19:52.
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11-09-2012, 19:44
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#3
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 836
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Quote:
Originariamente inviata da Blur
Il concetto mi ha fatto venire in mente un mio periodo del passato in cui con i miei familiari non parlavo quasi mai, nella mia mente pensavo "io sono di poche parole e loro mi devono accettare così". Però seguendo questo pensiero spesso non parlavo apposta perche nella mia mente era giusto cosi, loro dovevano accettarmi, dovevano capirmi lo stesso. Ero entrato in una specie di circolo vizioso...meno parlavo, piu mi mettevo in testa queste cose, piu stavo male con me stesso e con gli altri e meno parlavo... Da una parte mi sentivo quasi superiore (anche se superiore non è il termine corretto vista la mia autostima sempre bassa), o meglio "Io potevo permettermi di non parlare troppo".
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Questo forse è quello che sta accadendo anche a me
Soprattutto con i familiari più stretti mi dico "io sono di pochissime parole e questo loro lo sanno e lo devono accettare, quindi non c'è bisogno di parlare con loro se non il minimo indispensabile" e così tante volte mi ritrovo a rispondere a monosillabe o con soli cenni invece di dare risposte decenti o intavolare qualche discorso. Una cosa assurda e controproducente lo so, ma non riesco a fare a meno di comportarmi in questo modo.
E questo atteggiamento si ripercuote inevitabilmente anche fuori dalla sfera familiare e il fatto che parli sempre meno mi fa sentire inadeguato e isolare dagli altri.
Io non penso che bisogna per forza farsi accettare dagli altri così come si è, perchè se su 100 tentativi hai 100 riscontri negativi, mi viene da pensare che sono io quello sbagliato che deve cambiare e non gli altri che devono capirmi e accettarmi.
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11-09-2012, 19:47
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#4
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Principiante
Qui dal: Aug 2012
Messaggi: 71
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Quote:
Originariamente inviata da Blur
Questa mattina leggendo il forum ho letto una frase di un utente che mi aveva un po' colpito. Non vorrei quotarla in maniera testuale però il significato era più o meno questo: "Io non voglio essere positivo o sorridente con le persone perche queste devono sapermi accettare anche quando sono negativo. Se so che una persona mi accetta quando sono negativo allora so che posso fidarmi, posso sciogliermi ed essere piu sorridente"
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le persone nn ti accettano quando sei negativo ed è piuttosto normale come atteggiamento
del resto lo faresti anche tu
ad esempio ..con chi sceglieresti di uscire una sera con un amico sempre sorridente e che fa ridere? oppure con un amico sempre cupo e depresso che parla solo di tragedie e problemi?
scegliere di avere un atteggiamento negativo e di chiusura nei confronti degl'altri non può certo portare lontano, del resto l'hai sperimentato anche tu questo dicendo che vivi meglio adesso senza tutte quelle paranoie
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11-09-2012, 20:24
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#5
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Intermedio
Qui dal: May 2012
Messaggi: 252
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Secondo me non bisogna cercare l'accettazione degli altri fino a questo punto.
Io sono di poche parole, e se me lo chiedono rispondo che "non ho mai molto da dire".
Al massimo si può desiderare di essere accettati per come si è realmente, nel mio caso introverso. Però non è che non parlo apposta!
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11-09-2012, 21:41
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#6
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 1,573
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Quote:
Originariamente inviata da jwhite
le persone nn ti accettano quando sei negativo ed è piuttosto normale come atteggiamento
del resto lo faresti anche tu
ad esempio ..con chi sceglieresti di uscire una sera con un amico sempre sorridente e che fa ridere? oppure con un amico sempre cupo e depresso che parla solo di tragedie e problemi?
scegliere di avere un atteggiamento negativo e di chiusura nei confronti degl'altri non può certo portare lontano, del resto l'hai sperimentato anche tu questo dicendo che vivi meglio adesso senza tutte quelle paranoie
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concordo con quanto dice white. purtroppo nel mio caso anche quando provo ad essere positiva e simpatica le persone mi evitano. non ne sono proprio capace!! eppure io non vorrei essere così! so che le persone non gradiscono la mia compagnia, e questo mi fa stare male perchè io vorrei stare in compagnia!! ma com'è difficile la vita uff..
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11-09-2012, 21:52
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#7
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Torino
Messaggi: 3,495
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Il tema può essere più o meno ricollegato alla solita questione "cambiare/non cambiare" anche se come lo poni è più sottile... cioè tu dici un minimo bisogna venirsi incontro... e su quello sono daccordo. O meglio: io la porrei in maniera ancora diversa: meglio andare incontro alle persone che apprezziamo.... meglio andare in una direzione precisa.
Dall'altra parte però io penso che uno non debba mai fare niente contro sua voglia. Se uno veramente ha poca voglia di parlare... fa bene a non parlare. C'è poco da fare... bisogna essere se stessi.
E poi io sono anche contrario alla ricerca di un "bene sempre e comunque"... se uno è incazzato.. o triste... ci mancherebbe che non può mostrarsi incazzato o triste. Deve farlo. Non deve abbozzare un sorriso pensando: "se sorrido piacerò maggiormente" perchè quella è falsità.
A me son state, e non di rado, simpatiche persone che se ne stavano anche molto sulla loro o che non intervenivano quasi mai nè si mostravano nemmeno cordiali. Anzi... spesso mi sono sentito intrigato da persone decisamente asociali.
Non vorrei quindi che si tendesse tutti verso un'ideale stereotipato di persona piacevole... e ci ritrovassimo un domani in un mondo pieno di gente con sorrisi a 45 denti e cose così. In tal caso olierò i fucili aspettando quel momento.
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Ultima modifica di Halastor; 11-09-2012 a 21:57.
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11-09-2012, 21:53
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#8
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Intermedio
Qui dal: Sep 2012
Messaggi: 223
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Grande riflessione Blur, d'accordissimo.
Alla fine è un pò come dire "il mondo di certo non lo cambiamo noi, tantovale che ci adeguiamo". Ed è proprio così.
Detto molto brevemente, alla società frega qualcosa di noi fobici/depressi/stressati/ansiosi ecc. ecc.? No, non gliene frega un emerito cazzo (spiace dirlo, ma è la dura e cruda verità e prima la accettiamo meglio è).
Di conseguenza più ci si ripara nello scudo del "io sono così sono gli altri che non capiscono niente" "io sono così e non cambio per gli altri" "nessuno mi capisce, a nessuno frega niente di me" purtroppo non si risolve niente.
Sono il primo a sostenere che attorno a noi poche persone hanno la sensibilità e l'intelligenza di capire certe situazioni e certi problemi, ma non è di certo chiudendoci che facciamo diventare gli altri sensibili o intelligenti.
Di conseguenza conviene prendere atto della situazione e comportarsi di conseguenza. Che ci piaccia o no questa è la società in cui viviamo e con cui dobbiamo convivere, quindi meglio capirne i meccanismi e adeguarli alle nostre esigenze.
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11-09-2012, 21:59
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#9
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Banned
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 11,602
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A me non succede di non parlare apposta,mi capita che penso ma tanto che parlo a fare,poi parlo meno se sono più triste.
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11-09-2012, 22:07
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#10
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Banned
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Circolo dei matti
Messaggi: 1,734
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Io non mi sento superiore, ma non pretendo affatto che gli altri capiscano le mie idee e le mie opinioni. La maturità consiste soprattutto nel rispettare gli altri pur essendo in totale disaccordo con loro.
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11-09-2012, 22:51
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#11
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Ovunque... e da nessuna parte...
Messaggi: 6,762
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Eccomi qua: stesso problema.
Io sono molto orgoglioso e testardo, quindi quando mi impegno ad ignorare qualcuno alla fine ci riesco. Il problema è che poi vengo assalito dai sensi di colpa e mi sento una persona insensibile.
Questo accade soprattutto coi miei genitori, i quali mi attaccano per qualsiasi cosa. Ed ogni volta mi ripeto: "Stavolta gliela farò pagar cara, non aprirò più bocca e sarò indifferente".
Potrei anche farcela a mantenere questo impegno, ma, nonostante tutto quello che mi abbiano fatto, non riesco proprio a tenere il muso ai miei. Alla fine mi sento costretto a perdonarli, perché sono un debole suppongo
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11-09-2012, 23:52
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#12
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,727
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Quote:
Originariamente inviata da Blur
Voi che ne pensate? E' un atteggiamento comune o no? Esperienze vostre?
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Penso che non hai capito il mio discorso e/o lo hai estremizzato per dimostrare che sbaglio
Io "predico" l'essere se stessi, il prendere coscienza dei propri problemi. Quello che leggo tra le righe in certi post è invece un odio per se stessi, che si esprime mediante l'odio per la negatività; tra l'altro, neanche la TCC predica un odio del genere, semmai è il contrario: s'incoraggia il paziente a non abbattersi ogni volta che fallisce, cioè ad accettare la propria fallibilità ed a convincersi che gli altri non lo disprezzeranno solo perché ogni tanto fa un errore. Se sto male, dico di star male, non me lo tengo dentro «perché sennò gli altri mi eviteranno», perché anche quest'ultimo è un pensiero disfunzionale. L'ossessione per la positività non porta a creare “rapporti di qualità”, ma rapporti "tossici", basati sul presupposto che sia giusto scaricare un amico perché sta male, anziché stargli accanto ed aiutarlo.
Tutto questo discorso, infine, non va confuso col preoccuparsi di ferire qualcuno.
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Ultima modifica di barclay; 11-09-2012 a 23:59.
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11-09-2012, 23:57
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#13
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Ubicazione: Roma
Messaggi: 670
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Devo ammettere che con il passare degli anni sono diventata meno "elastica"e forse meno incline ad accettare i consigli e le osservazioni degli altri riguardo il mio modo di essere. Nel mio caso non si tratta di chiudermi in me stessa quanto di portare avanti con decisione le opinioni che ritengo corrette (dal mio punto di vista)invece di stare in silenzio e subire come ho fatto per molto tempo. Non desidero essere accettata a tutti i costi tanto ci starei male comunque a soffocare quello che ho dentro. Ne' avere la presunzione che gli altri possano condividere ed accettare quanto penso.
In generale credo vada bene essere se'stessi nel rispetto delle persone che abbiamo vicine ed eventualmente modificare alcuni nostri comportamenti senza snaturarsi al fine di stabilire relazioni con gli altri.
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12-09-2012, 00:31
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#14
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Banned
Qui dal: Jun 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 9,190
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Quote:
Originariamente inviata da Blur
Voi che ne pensate? E' un atteggiamento comune o no? Esperienze vostre?
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Penso che le persone non si debbano forzare ma, al tempo stesso, penso che molte persone depresse, con disturbi dell'umore, evitanti, introverse, taciturne, eccessivamente timide siano un po' troppo prevenute nei confronti del prossimo "diverso".
Mi sembra che si liquidi facilmente come "non sono capito", "sono discriminato" e affini, atteggiamenti altrui che invece non denotano mancanza di comprensione o discriminazione ma la normale poca propensione ad un'interazione con un soggetto che, per primo, non intende rapportarsi col prossimo.
Per me è uno scenario distopico quello rappresentato dall'interazione frequente una persona che risponde alla descrizione di cui sopra.
Una persona può capire perfettamente lo stato di Tizio ma non sentirsela di essere presente assiduamente nella sua vita perché con una persona di poche parole, sempre di cattivo umore, triste e con una visione del circostante e del futuro pessimista si ha poco scambio ma, soprattutto, si finisce con l'essere trascinati sotto se non si ha una forte autostima.
Per cui la mia osservazione in controtendenza è quella di non snaturarsi e di non fingersi allegri e felici se non lo si è ma di essere altrettanto consapevoli che questo approccio è autodistruttivo in termini di relazioni sociali.
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12-09-2012, 01:42
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#15
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Esperto
Qui dal: Nov 2010
Ubicazione: al centro delle mie fobie
Messaggi: 3,863
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Quote:
Originariamente inviata da Blur
Io alla fine volevo che le persone venissero incontro a me accettandomi ma in fin dei conti non facevo niente per andare incontro a loro.
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è vero quello che dici, purtroppo quasi sempre il mondo non viene incontro a te, sei tu che devi andare incontro al mondo. Anch'io penso che ci siano alcune persone che effettivamente si cullano un po' in questo vittimismo distruttivo, ma credo anche che ce ne siano parecchie che pur essendo consapevoli di quale sarebbe l'atteggiamento giusto da tenere nei confronti degli altri, a causa di numerose problematiche, non riescono a tradurlo nella pratica come hai fatto tu, o altri che poichè molto depressi non sono proprio in grado di farlo.
Quote:
E' un atteggiamento comune o no? Esperienze vostre?
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è un atteggiamento che spesso si riscontra qui su questo forum, ma è anche abbastanza comprensibile visto che per molti magari questa è una delle poche o magari l'unica valvola di sfogo che hanno e qui possono dire quello che altrove non direbbero mai, magari anche in momenti di profondo sconforto.
Per quanto mi riguarda non posso dire di sprizzare gioia da tutti i pori, ma me ne rendo conto e so che con questo atteggiamento non posso pretendere di venire accettata facilmente..non credo che gli altri mi "debbano" per forza accettare così (anche perchè pure se fossi Miss Brio e felicità probabilmente ci sarebbe sempre qualcuno che non mi accetta per come sono), anche se non nego che spesso vorrei che lo facessero... quindi cerco per quel che posso, di evitare di essere troppo negativa, perchè in passato l'ho fatto e non mi ha mai portato a nulla di buono...anzi al contrario...
so però anche che quel che faccio non è ancora abbastanza...
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12-09-2012, 02:15
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#16
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Esperto
Qui dal: Nov 2010
Ubicazione: al centro delle mie fobie
Messaggi: 3,863
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Quote:
Se sto male, dico di star male, non me lo tengo dentro «perché sennò gli altri mi eviteranno»,
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premesso che non so da quale frase abbia tratto ispirazione Blur per scrivere questa discussione e non credo di averla letta, IMHO il punto è che gli altri non ti eviteranno e disprezzeranno perchè dici che stai male, ma dipende anche da in che modo lo dici e quante volte lo fai. Se lo fai troppo spesso e in maniera sbagliata effettivamente potresti avere ragione te, gli altri poi potrebbero cominciare ad evitarti.
Quote:
L'ossessione per la positività non porta a creare “rapporti di qualità”, ma rapporti "tossici", basati sul presupposto che sia giusto scaricare un amico perché sta male, anziché stargli accanto ed aiutarlo.
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anche l'ossessione per la negatività non porta a creare "rapporti di qualità", magari si può essere sinceri con gli altri ed esprimere il proprio malessere anche buttandola sull'ironia, senza però risultare pesanti.
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12-09-2012, 03:22
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#17
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Banned
Qui dal: Nov 2010
Ubicazione: Somewhere over ther rainbow
Messaggi: 2,996
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Si, molto comune, conosco molte persone negative che non sanno neanche di esserlo, e la loro negatività infetta tutte le persone che stanno intorno a loro, come un sottile subdolo disfattismo, che finisce per coinvolgere anche le azioni che le persone accanto compiono.
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12-09-2012, 08:40
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#18
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,727
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Quote:
Originariamente inviata da lizbon
anche l'ossessione per la negatività non porta a creare "rapporti di qualità", magari si può essere sinceri con gli altri ed esprimere il proprio malessere anche buttandola sull'ironia, senza però risultare pesanti.
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Mi sa che non ci capiamo o che il mio comportamento su questo forum viene frainteso: io posso sfogarmi solo col mio psicanalista o con persone conosciute attraverso questo forum: nella vita reale sono costretto a tenermi dentro certe cose, per questo mi irrita l'idea di dovermi trattenere anche qui.
Per inciso, tutta questa negatività in me non la vedo: mi pare che ogni tanto anche i miei post contengano delle battute… o forse il problema è che non contengono ESCLUSIVAMENTE battute e che “non vi faccio ridere”? Tra l'altro sono stupito che un discorso del genere venga da te, lizbon, visto che NON sei di certo una utente dedita al cazzeggio
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Ultima modifica di barclay; 12-09-2012 a 09:01.
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12-09-2012, 09:56
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#19
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
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Quote:
Originariamente inviata da Blur
Questa mattina leggendo il forum ho letto una frase di un utente che mi aveva un po' colpito. Non vorrei quotarla in maniera testuale però il significato era più o meno questo: "Io non voglio essere positivo o sorridente con le persone perche queste devono sapermi accettare anche quando sono negativo. Se so che una persona mi accetta quando sono negativo allora so che posso fidarmi, posso sciogliermi ed essere piu sorridente"
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Sono d'accordo più con la seconda parte della frase che con la prima.
Evitare a prescindere anche il minimo sforzo, anche quando sarebbe possibile, per essere cordiali con le persone direi che non solo è sbagliato ma alla lunga controproducente e causa di ulteriore malessere e isolamento.
Però è vero che non si può essere felici o sorridenti a comando, e in un rapporto abbastanza solido e profondo tra due persone, ognuna delle due dovrebbe essere consapevole che ci saranno dei momenti in cui sarà impossibile essere allegro e sorridente per l'altra.
Quote:
Originariamente inviata da lizbon
è vero quello che dici, purtroppo quasi sempre il mondo non viene incontro a te, sei tu che devi andare incontro al mondo.
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Secondo me sono sbagliati entrambi gli approcci, in medio stat virtus (cit.)
Il venirsi incontro dovrebbe essere reciproco.
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Ultima modifica di Winston_Smith; 12-09-2012 a 09:58.
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12-09-2012, 10:30
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#20
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Banned
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 11,602
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Quote:
Originariamente inviata da rainy
Eccomi qua: stesso problema.
Io sono molto orgoglioso e testardo, quindi quando mi impegno ad ignorare qualcuno alla fine ci riesco. Il problema è che poi vengo assalito dai sensi di colpa e mi sento una persona insensibile.
Questo accade soprattutto coi miei genitori, i quali mi attaccano per qualsiasi cosa. Ed ogni volta mi ripeto: "Stavolta gliela farò pagar cara, non aprirò più bocca e sarò indifferente".
Potrei anche farcela a mantenere questo impegno, ma, nonostante tutto quello che mi abbiano fatto, non riesco proprio a tenere il muso ai miei. Alla fine mi sento costretto a perdonarli, perché sono un debole suppongo
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A me succede una cosa simile,quando litigo poi non riesco a rimanere incavolato,questo quando litigo con i miei genitori e con gli amici.Anche io ho pensato che mi succede così,perchè sono debole.
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