Evvai ce l'ho fatta, beccatevi sto mappazzone
Non sono ancora giunto ad una conclusione su alcuni aspetti contradditori della mia persona, alle volte penso di essermi creato in testa un’immagine di me che è diversa da quella che viene percepita dagli altri.
Quando ho la testa libera e sono in un fase up ho quasi la convinzione di essere una persona che emana sicurezza, decisa, convinta delle proprie azioni, riesco a dimenticarmi completamente del mio aspetto, che normalmente rappresenta per me un blocco non indifferente, quasi mi immagino diverso da come sono, è una sensazione stranissima, ma che mi fa stare bene e in qualche modo credo che migliori il mio impatto con gli altri, ciò che comunico con l’atteggiamento del corpo.
Chiaro che questo castello di carta crolla non appena colgo nel mondo esterno segnali di disconferma….
Credo che questo io immaginario sia come una sorta di autodifesa, mi sono costruito in qualche modo un’immagine di me che mi aiuta in determinati contesti e con le persone giuste ad andare oltre i miei limiti, a superare la zona di comfort e riuscire finalmente a mettermi in gioco, ad aprirmi. Rimane il fatto che ciò mi è più facile quando appunto sono di fronte a persone di un certo tipo, che ho imparato nel tempo ad individuare e a ricercare.
Poi c’è la parte forse più vera di me, più intima, la risposta alla domanda “chi sono?”. Credo che di essere una persona tremendamente insicura, continuamente bisognosa di conferme e sostegno, ma soprattutto alla disperata ricerca di certe sensazioni, di rapporti veri ed esclusivi, di vicinanza ed affetto, penso che alcuni utenti del forum, che rientrano in quella ristretta cerchia di persone capaci di ispirare in me il desiderio di un rapporto più profondo, abbiano percepito nettamente questo mio bisogno.
Credo che queste siano le motivazioni che mi hanno portato a condurre una vita prevalentemente solitaria e povera di conoscenze, perché rifiuto inconsciamente tutto ciò che è superficiale, non sono capace né ricerco rapporti che non siano sufficientemente intimi e profondi, che poi a ben pensare sono la maggioranza dei rapporti di amicizia, le persone che hanno tanti amici non intrattengono certo con la maggioranza di essi un rapporto di tale profondità, è normale che sia così, sarebbe impossibile diversamente.
Io non ne sono capace, lascio andare chi non desidera entrare in connessione con la parte più nascosta di me, sono sostanzialmente incapace di socializzare nel senso più classico del termine, di intrattenere una rete di rapporti sociali più superficiali, ma dei quali comunque normalmente si ha bisogno, non tutto dovrebbe essere profondo, intenso, ci dovrebbe essere anche spazio per la leggerezza.
Ricordo nitidamente come ai tempi del liceo e poi dell’università tendessi all’interno di un gruppo a ricercare istintivamente una persona di riferimento, non tanto per ciò che attiene alle opinioni, non cercavo un leader, cercavo una persona della quale mi potessi fidare, cercavo un rapporto esclusivo, finiva così che spesso mi emarginavo da solo, interagendo principalmente con questa persona e trascurando i rapporti con gli altri, che sentivo distanti e incapaci di rapportarsi con la mia eccessiva sensibilità.
E poi c’è un’altra contraddizione in me, la debolezza , l’insicurezza nella vita quotidiana a contrasto con la mia capacità di affrontare le difficoltà più dure che la vita ti può mettere davanti, non capirò mai perché riesco ad affrontare queste situazioni (ahimè numerose nella mia vita) con la positività e la sicurezza con la quale non riesco ad affrontare la vita quotidiana, forse perché quando non hai scelta, non puoi evitare, sei costretto a tirare fuori energie che non sospettavi di avere.
Alla fine ne viene fuori un quadro complesso e contraddittorio tra “chi sono” e “chi penso di essere”, che poi è alla base dei miei continui cambi di umore, soprattutto nell’ultimo periodo, un continuo scoraggiarsi e reagire, sempre in corsa su queste immaginarie montagne russe, alla ricerca di un equilibrio difficilmente raggiungibile, la tensione tra il desiderio di provare emozioni forti e l’incapacità di riuscire a raggiungerle (se non raramente, troppo raramente), in poche parole frustrazione allo stato puro, come colui che si sente di poter prendere tutto, ma sa che non vi riuscirà mai fino in fondo.