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09-02-2017, 17:37
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#41
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Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,977
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Quote:
Originariamente inviata da Marceline
Conosco persone fatte rientrare nella categoria dei neet, che svolgono attività in proprio, o studiano per conto proprio (con metodo, ho visto cose). Casi in cui l'evitanza, quindi, non ha a che fare con l'incapacità. Eppure troppo spesso si generalizza, attribuendo alla persona lo stigma di "inutile per la società". Quando questa, usando un termine del gergo, spesso è una risorsa come altre.
Detto questo, c'è chi sceglie di non studiare o lavorare, o non ne ha accesso, per vari motivi
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E spesso ci sono persone che ufficialmente studiano e lavorano e sono utili alla società quanto il due di coppe quando la va a spade.
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09-02-2017, 17:39
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#42
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Esperto
Qui dal: Mar 2015
Messaggi: 865
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Per rispondere a Masterplan, come vedi non c'è una risposta univoca su cosa sia meglio fare. Da un punto di vista statistico, la percentuale di laureati che lavorano è superiore a quella dei non laureati, è l'unico dato oggettivo. Poi c'è tutto il resto. Se fai fatica a trovare lavoro e pensi di essere in grado di affrontare un percorso di studio, secondo me fai bene ad iscriverti. Potrebbe andare bene come no, ma almeno non stai del tutto fermo.
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09-02-2017, 17:51
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#43
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Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,977
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Apro una parentesi.
Ha fatto notizia quella lettera firmata da molti docenti in cui si lamenta l'ignoranza (soprattutto nella lingua italiana)di numerosi studenti universitari.
Si possono fare molte riflessioni a riguardo,a me ne vengono due:
-ha senso questo accesso democratico ai livelli alti di istruzione, per cui tutti riescono ad andare avanti a spintoni,per poi ritrovarsi pieni di laureati capre?Una volta si laureavano solo i migliori,adesso il pezzo di carta non si nega a nessuno.
-per il grado di istruzione primaria ,ha senso spingere verso la programmazione per competenze chiave-europee,la lim,i tablet,i mega progetti,il clil, le didattiche innovative e cooperative e chi più ne ha più ne metta,o ha più senso fare un passo indietro e tornare a fare didattica frontale di dettati e analisi grammaticali?
Il rischio concreto è di ritrovarsi una massa di caproni espertissimi di tablet e nuove tecnologie e incapaci di mettere due parole scritte in fila.
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09-02-2017, 18:07
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#44
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Ubicazione: Near Rome
Messaggi: 11,492
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Quote:
Originariamente inviata da claire
Apro una parentesi.
Ha fatto notizia quella lettera firmata da molti docenti in cui si lamenta l'ignoranza (soprattutto nella lingua italiana)di numerosi studenti universitari.
Si possono fare molte riflessioni a riguardo,a me ne vengono due:
-ha senso questo accesso democratico ai livelli alti di istruzione, per cui tutti riescono ad andare avanti a spintoni,per poi ritrovarsi pieni di laureati capre?Una volta si laureavano solo i migliori,adesso il pezzo di carta non si nega a nessuno.
-per il grado di istruzione primaria ,ha senso spingere verso la programmazione per competenze chiave-europee,la lim,i tablet,i mega progetti,il clil, le didattiche innovative e cooperative e chi più ne ha più ne metta,o ha più senso fare un passo indietro e tornare a fare didattica frontale di dettati e analisi grammaticali?
Il rischio concreto è di ritrovarsi una massa di caproni espertissimi di tablet e nuove tecnologie e incapaci di mettere due parole scritte in fila.
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lo dico da anni.....dovrebbero farmi ministro della cultura....
Ho visto personalmente errori fatti ai primi anni delle superiori, tipo a senza H, non segnati o giudicati irrilevanti....
Ormai un laureato odierno vale si e no quanto un diplomato di 20-30 anni fa, se avessi un azienda/ufficio mio non assumerei nessuno laureato con 110 e lode se prima non avessi verificato personalmente la sua preparazione o cmq la sua capacità di lavoro.
Uno dei problemi della scuola, ma in generale della società, è il lassismo, tirare a campare anche se sbagli, non volersi migiorare ma pensare subito a come giustificarsi e questo è ancora più grave della scarsa preparazione e ignoranza culturale che c'è in giro.
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09-02-2017, 18:11
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#45
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,306
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Quote:
Originariamente inviata da Myway
lo dico da anni.....dovrebbero farmi ministro della cultura....
Ho visto personalmente errori fatti ai primi anni delle superiori, tipo a senza H, non segnati o giudicati irrilevanti....
Ormai un laureato odierno vale si e no quanto un diplomato di 20-30 anni fa, se avessi un azienda/ufficio mio non assumerei nessuno laureato con 110 e lode se prima non avessi verificato personalmente la sua preparazione o cmq la sua capacità di lavoro.
Uno dei problemi della scuola, ma in generale della società, è il lassismo, tirare a campare anche se sbagli, non volersi migiorare ma pensare subito a come giustificarsi e questo è ancora più grave della scarsa preparazione e ignoranza culturale che c'è in giro.
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hai fatto l'uni?
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09-02-2017, 18:17
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#46
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Esperto
Qui dal: Jun 2016
Messaggi: 608
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La Laurea POTREBBE darti nozioni e conoscenze aggiuntive, POTREBBE ma è tutto da vedere.
La selezione delle aziende private per titolo di studio e addirittura per voto di laurea porta spesso spiacevoli sorprese, ovviamente togliendo quelle mansioni per le quali il titolo è obbligatorio, lì non si discute.
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09-02-2017, 18:18
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#47
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 4,795
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Perché non iniziate se è così importante? Non è mai troppo tardi.
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09-02-2017, 18:39
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#48
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Ubicazione: Near Rome
Messaggi: 11,492
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Quote:
Originariamente inviata da Masterplan92
hai fatto l'uni?
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yes, ma la preparazione lavorativa l'ho avuta con il lavoro più che con l'università, però una base , un modus operandi, una forma mentis ancora la riusciva a dare la scuola.
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09-02-2017, 18:43
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#49
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Ubicazione: Near Rome
Messaggi: 11,492
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Quote:
Originariamente inviata da Marceline
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ah ok..........
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09-02-2017, 18:57
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#50
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Principiante
Qui dal: Jan 2017
Messaggi: 3
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Mi ero iscritto ad informatica a Trento. Ho frequentato il primo anno dando gli esami necessari ma dopodiché non mi sono più iscritto al successivo.
Ero in una fase particolarmente depressiva e sono letteralmente crollato.
E' il momento in cui ho realizzato la mia condizione e ho deciso di andare da uno psicologo.
Ogni tanto ci ripenso, ma non credo che sarei riuscito ad affrontare il contesto universitario serenamente.
Alcune problematiche si erano acuite al punto da crearmi notevole disagio:
- presenziare alle lezioni e mangiare nella mensa scolastica con gli altri studenti;
- concentrarsi nello studio;
- sostenere gli esami, o più precisamente l'ansia anticipatoria e i vari disturbi psicosomatici come insonnia, mal di pancia e tremori (solitamente il mattino prima dell'inizio delle prove scritte).
Nel periodo successivo, sostenuto anche dalla mia psicologa di allora e dai miei genitori ho avuto la fortuna di trovare un buon posto di lavoro presso cui sto ancora lavorando.
E' stato importante per me, soprattutto dopo la delusione che ho provato per aver mollato l'università.
Ogni tanto i colleghi mi chiedono perché non provo a dare gli ultimi due anni giusto per prendere il mio pezzo di carta, però io evito la domanda con risposte sommarie del tipo "... chissà, prima o poi" xD
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09-02-2017, 20:01
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#51
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Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: TV
Messaggi: 2,426
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Quote:
Originariamente inviata da Masterplan92
meglio farla o non farla?
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Meglio fare ciò che ti piace e ti da una marcia in più nel cercare un posto di lavoro. Detto in parole povere, se devi fare filosofia o scienze politiche (per quanto gli argomenti possano essere interessanti per te) meglio che risparmi tempo e soldi...concentrati su ciò che il mercato del lavoro potrebbe richiedere da qui a 3-5 anni.
Io ho fatto la triennale e se nn avessi avuto certi problemi magari ora sarei avviato già da un bel pezzo, come lo sono chi ha frequentato con me, anche quelli che nn capivano un cazzo
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09-02-2017, 20:20
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#52
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,589
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Quote:
Originariamente inviata da Myway
yes, ma la preparazione lavorativa l'ho avuta con il lavoro più che con l'università, però una base , un modus operandi, una forma mentis ancora la riusciva a dare la scuola.
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Rispondo anche per me.
A me i 5 anni di università non hanno dato nessunissima preparazione lavorativa.
Quella me l'han data, in parte, studi universitari post lauream (ne ho fatti ma logicamente non entro nei dettagli), e soprattutto il lavoro stesso.
Ciò che mi ha dato l'università è la capacità di scrivere e parlare in italiano (era una facoltà umanistico-sociale-economica), la capacità di esprimermi a voce, quella di ragionare tanto fino a spremermi il cervello, la forma mentis, e la serietà metodologica.
E' vero che in teoria l'università dovrebbe prepararti, una volta uscito, a lavorare. Però è anche vero che per imparare un mestiere hai poi tutta la vita davanti, e gli impieghi sono spesso così specialistici e settoriali che non sarebbe possibile insegnare a svolgerli già all'università.
E' l'eterno tema del giusto equilibrio tra teoria e pratica. Ho sempre pensato che spostarlo troppo presto verso la seconda abbia le sue controindicazioni.
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Ultima modifica di Blue Sky; 09-02-2017 a 20:22.
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09-02-2017, 20:24
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#53
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Esperto
Qui dal: Aug 2016
Ubicazione: Bologna
Messaggi: 8,118
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Mollata mentre ero fuori corso con 11 esami sostenuti.
Motivi per cui l'ho mollata:
1) gli esami mi mettevano un'ansia tremenda;
2) ero troppo perfezionista nello studio e non mi sentivo mai pronto per sostenere gli esami, perché non avevo finito di leggere tal libro o tal dispensa;
3) ero emotivamente instabile, già molto fobico e con principio di depressione;
4) una volta persi borsa di studio e lo studentato ho provato a lavorare e studiare contemporaneamente, ma ho avuto un esaurimento nervoso con relativo ricovero.
Incredibilmente ero riuscito a farmi degli amici.
Che, ovviamente, quando hanno capito che avevo problemi piuttosto gravi si sono tutti dileguati.
Mi è rimasto il rimpianto di non averla finita, anche se frequentavo un corso che non mi avrebbe dato mai un lavoro.
Serve o non serve?
Dipende dalle facoltà, ma secondo me serve.
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09-02-2017, 21:12
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#54
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Banned
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: NO
Messaggi: 3,978
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L' ho iniziata, ho fatto un anno e rotti di un corso associato ai miei studi delle superiori.
Poi è sopravvenuta la fase acuta della depressione, unita alla consapevolezza che ciò che avevo scelto non mi piaceva ( nonostante andassi bene), ed ho mollato.
Mi sono reiscritto ad un altro corso, triennale, che ha poco a che fare col diploma.
È andato tutto bene per circa due anni e mezzo, poi per vari motivi mi sono nuovamente impiantato ed adesso sono al secondo anno fuori corso.
Nel migliore dei casi ho ancora un annetto scarso davanti.
Realisticamente però, contando che è un anno e passa che non riesco a passare un esame e nemmeno frequentare, sono fottuto.
Vivo con la costante pressione del non sapere se valga la pena tenere duro e continuare, oppure se è solo un peso che non avrà soluzione e convenga abbandonarla.
Qualsiasi interesse o alto motivo è andato perduto, odio l'università ed il.mondo accademico con tutte le mie (poche) forze.
L' unica motivazione per cercare di chiudere tutto sono i soldi ed il tempo che ci ho buttato; oltre a non volermi arrendere passivamente alla depressione.
Dal lato sociale : il primo corso mi offriva la possibilità di avere un gruppetto, ma io ero nel pieno dei miei problemi ed ho sempre evitato accuratamente di partecipare.
In quel periodo ho anche fatto la conoscenza della prima ragazza con cui sono stato; ma non saprei dire quanto sia direttamente collegato all'uni - faceva un altro corso, presso un altro edificio.
Il corso attuale invece non mi ha dato assolutamente nulla, pur stando decisamente meglio ed avendone le capacità, non ho trovato mai nessuna persona con cui poter pensare di costruire un rapporto anche di sola conoscenza. Ci ho provato ad avere a che fare con qualche gruppetto, ma mi è passata subito la voglia.
Infatti da un certo momento me la sono fatta completamente in solitaria (altra condanna), ora nemmeno frequento e pace.
A livello lavorativo : il primo corso mi stava dando gli strumenti per imparare quel mestiere.
Quello attuale è assolutamente ridicolo su questo lato; esco con la stessa capacità di saper svolgere quel ruolo di quando sono entrato. L' unica speranza è lo stage - ma non faccio l'ipocrita e dico chiaramente che cercherò di farlo il più semplice e meno impegnativo possibile, solo per togliermelo dalle palle.
Altro
Non saprei dire se l'uni mi abbia aiutato a sviluppare una forma mentis migliore o ragionamenti più complessi. Probabilmente sì.
Non posso valutare però come sarebbe la differenza senza averla fatta.
L' unico dato concreto è che mi ha progressivamente fatto diventare molto molto più insofferente verso il dover studiare qualcosa per necessità.
Chiudo dicendo che, col senno di poi, avrei fatto altro. Lavoro o corsi; adesso mi ritrovo spesso a fantasticare su come sarebbe stato bello imparare un.qualche lavoro artigianale.
All'epoca ovviamente li schifavo malamente, ironia della sorte.
Il dubbio enorme è su come sarebbe stata la mia vita senza uni ed esperienze annesse; perché a 18-19 anni stavo decisamente male e non è affatto detto che andarmi a scontrare col mondo del lavoro non mi avrebbe del tutto causato una crisi nervosa anche peggiore di quelle avute.
So solo che adesso me lo trovo in quel posto lungo un metro, grazie alla mia scelta di continuare pure dopo il primo abbandono. Mi odio profondamente per averla fatta.
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09-02-2017, 21:18
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#55
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 99
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Per riuscire a svolgere certe professioni bisogna per forza frequentare l'università. Quello che mi ha portato ad iscrivermi è stato questo. Non mi è mai piaciuto studiare e anche durante il percorso universitario ho avuto i miei momenti di blocco.
Sostenere l'esame orale era una tortura, per non parlare della discussione della tesi... Per come sto oggi non sarei in grado di sostenere un esame davanti ad una commissione, ma questo è un altro discorso.
Per mia fortuna la strada che ho scelto ha delle prospettive reali lavorative, ovviamente se si abbandona l'idea ormai arcaica del tanto ambito posto fisso statale.
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09-02-2017, 21:33
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#56
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,848
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Dunque, cercando di essere breve. Ho fatto l'università che mi era più comodo fare, seguendo le mie inclinazioni e passioni, approfittando dell'occasione di approfondirli e formarmi culturalmente. Senza pensare ai famigerati sbocchi, un po' perché scarsamente coi piedi per terra di natura, un po' perché, dopo un liceo portato avanti molto a fatica, volevo studiare, diamine, qualcosa che mi piacesse. Ma tale università sbocchi fatica molto, molto ad offrirne; per cui se guardo spesso con una certa nostalgia a quegli anni in cui ero ancora qualcosa, ero "studente", e ho fatto volentieri quel che ho fatto trovandomi tutto sommato bene lì dentro, dal punto di vista concreto non mi hanno portato quasi nulla. Nulla in tasca, comunque. Qualche amicizia e conoscenza, quello sì.
Sono seguite altre esperienze ed esperienzine "formative". Quella che seguì subito dopo, ancora universitaria, anche se strampalata nelle sue modalità di svolgimento, fu relativamente positiva nel suo svolgersi, ma pure lì: la ricordo con affetto dal punto di vista umano e per il suo essere stata una parentesi nella mia vita -mi fece essere per brevissimissimo tempo studente fuori sede-, ma... nulla in tasca.
Idem con patate -mi è piaciuto farlo, interessante, un po' di nostalgia per l'esperienza e il piano umano, anche coincise largamente con un periodo molto problematico per me- per la principale esperienza formativa successiva.
L'ultima invece... la ricordo con imbarazzo e mi suscita parolacce, voglia di rimuovere. Quoto malamente The Sleeper quando scrive: "Quello attuale è assolutamente ridicolo su questo lato; esco con la stessa capacità di saper svolgere quel ruolo di quando sono entrato. L' unica speranza è lo stage....", ed ecco, per me fu fallimentare anche quello. Mi è parsa una cosa un po' fuori tempo, per via della mia età non più verdissima; dal punto di vista formativo qualcosina da mordere c'era (un qualcosina accompagnato da altri "qualcosa" imbarazzanti da questo punto di vista), ma ci sarebbe voluta più applicazione e una mente più fresca da parte mia, ed evidentemente fo più fatica di prima ad averla. Comunque, tutto sommato un pacco. L'ho fatto per pressioni familiari, ma ho solo passato dei mesi "facendo qualcosa", senza poi poter dire di essere formato, al punto tale che a volte la rimuovo dal cv. Discreta, comunque, la faccenda dal pdv umano.
...Questo è quanto
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09-02-2017, 21:45
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#57
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Principiante
Qui dal: Feb 2017
Messaggi: 7
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L'ho abbandonata dopo un anno, purtroppo. Mi piacerebbe molto laurearmi, ma ho molte difficoltà difficoltà nello studio.
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09-02-2017, 21:56
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#58
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,589
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Sul discorso "meglio farla / meglio non farla", rispondo che dipende.
C'è modo e modo di farla e di finirla, c'è facoltà e facoltà (questo è un punto fondamentale), e anche non facendola ci sono diverse possibili scelte che si possono fare. Conosco persone non laureate che però si sono mosse bene.
Non voglio fare negazionismo, ma questo è quello che penso quindi lo dico.
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09-02-2017, 22:00
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#59
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,589
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Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide
Io sono per la didattica classica, quella fatta di tabelline e analisi grammaticale. Insegna le basi e un metodo, una certa precisione anche che poi rimane in tutto.
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Concordo.
Una cosa su cui però non sono classicista è l'inglese, lo insegnerei in maniera intensiva, quasi da scuola bilingue.
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09-02-2017, 22:04
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#60
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,589
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E' un cane che si morde la coda, chi seleziona il personale vuole la laurea per assumere chi fa le fotocopie, così tutti vanno in massa all'università, e il circolo si autoalimenta.
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