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03-05-2020, 20:29
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#1
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Nord-est
Messaggi: 1,808
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Faccio tanto il gradasso ma ho un legame morboso con i miei e la mia casa natale.
Domani mi trasferirò per lavoro a 30 km da casa che non sono niente ...
Ma dopo aver trascorso due mesi a casa con i miei, i miei gatti, il mio giardino sento che è un trauma. So che così si cresce, ma forse non voglio crescere.
Avevo già vissuto questo trauma del distacco diverso tempo fa cercando di andare a vivere da solo per l'università senza farcela. Pensavo che la qukestione fosse la presenza di coinquilini e la mia incapacità di stare con loro, ma anche adesso che andrò a vivere da solo vivo le stesse angosce.
Mi sembra di aver saltato l'adolescenza e la ricerca dell'indipendenza.
PS: ho 30 anni
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Ultima modifica di TãoSozinho; 03-05-2020 a 20:32.
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03-05-2020, 20:36
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#2
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Era così anche per me, il militare fu un trauma. Ma la verità è che la voglia di stare in famiglia è puro veleno, dolcissimo, attraente, confortante. Non si vede che è veleno. Per due buoni motivi: uno è che prima o poi il distacco è inevitabile (intendo: morte di genitori e gatti) ed è traumatico anche per le persone che si sono allontane dalla famiglia molto presto, mentre chi non lo ha fatto ha avuto la vita spezzata e difficilmente si è ripreso. Secondo perché non aiuta a conquistare l'indipendenza. Bisogna ricordare che il genitore medio non vuole assolutamente che i propri figli siano indipendenti, li vorrebbe accanto e accetta il loro prendere il volo come compromesso inevitabile ma indesiderato. Se cediamo alla lusinga e a questo genere di trappole è la fine.
Forse il più grande rimpianto della mia vita è aver fatto come te fino a un'età in cui poi il distacco sarebbe stato impossibile. Per mia fortuna a un certo punto mio padre ha iniziato una campagna d'odio verso di me, del tutto ricambiata e questo non solo mi ha consentito di fare il salto e mollare un po' la famiglia ma mi ha fatto capire quanto male mi ha fatto non averlo fatto prima.
Se posso permettermi un suggerimento ripetiti sempre che staccato dalla famiglia non si sta bene, ma rimanerci vuol dire avere rimpianti futuri che non saranno rimediabili e complessivamente dall'effetto infinitamente peggiore. Ripetere ogni 10 secondi
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Ultima modifica di pokorny; 03-05-2020 a 20:41.
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03-05-2020, 20:44
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#3
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
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Quote:
Originariamente inviata da pokorny
Ma la verità è che la voglia di stare in famiglia è puro veleno, dolcissimo, attraente, confortante. Non si vede che è veleno.
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Ti attirerai le ire dei gendarmi della vita familistica a tutti costi, quelli per cui è meglio vivere in famiglia anche quando si ha un lavoro che garantirebbe l'indipendenza, perché andare a vivere da soli aumenta il senso di solitudine e poi bisogna avere dei motivi validi, tipo il matrimonio ecc. ecc.
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03-05-2020, 20:47
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#4
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 12,260
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Per me essere legati ai genitori e non volersene staccare se non si ha nessun altro a fianco è perfettamente normale, mi pare ovvio che ci si sentirà peggio dopo in totale solitudine.
Cioè non ci vedo proprio la logica di andare a stare peggio prima del necessario/inevitabile.
Continuerò sempre a contrastare il mito dell'indipendenza perché la trovo una grossa, inutile forzatura (per non dire di peggio).
Penso alle famiglie ingigantite dell' 800 in cui vivevano in 15 sotto lo stesso tetto.
Avevano tutti disturbi mentali? Erano tutti costretti a stare lì perché obbligati dalla famiglia? Non credo proprio.
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03-05-2020, 20:49
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#5
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Banned
Qui dal: Apr 2020
Messaggi: 13,603
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Se è possibile economicamente meglio vivere soli però avendo magari un rapporto/aiuto con la famiglia, magari abitare vicino perché chi come me ha problemi può avere bisogno ancora di supporto anche per fare due chiacchiere visto sono solo
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03-05-2020, 20:52
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#6
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
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Quote:
Originariamente inviata da Nightlights
Per me essere legati ai genitori e non volersene staccare se non si ha nessun altro a fianco è perfettamente normale, mi pare ovvio che ci si sentirà peggio dopo in totale solitudine.
Cioè non ci vedo proprio la logica di andare a stare peggio prima del necessario/inevitabile.
Continuerò sempre a contrastare il mito dell'indipendenza perché la trovo una grossa, inutile forzatura.
Penso alle famiglie ingigantite dell' 800 in cui vivevano in 15 sotto lo stesso tetto.
Avevano tutti disturbi mentali? Erano tutti costretti a stare lì perché obbligati dalla famiglia? Non credo proprio.
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Si può rimanere in relazione con la famiglia, andando a fare visite di tanto in tanto, senza per forza vivere nello stesso tetto. So che in molti qui siete sostenitori dell'ipotesi genetica, per la quale i nostri disturbi sono iscritti a vive lettere nei cromosomi, quindi nulla del nostro malessere deriva dalle dinamiche impervie e insane delle nostre famiglie, ma ammettiamo che abbiate torto, o ammettiamo semplicemente che costruirsi una vita senza per forza condividere il medesimo tetto rappresenti un passo in avanti...come si impara a staccarsi dal seno materno, come si impara a vestirsi da soli, a scrivere da soli, a leggere da soli, a guidare da soli, ad uscire da soli, perché non si può imparare a vivere da soli? Ammesso che ci siano le possibilità, perché non approfittarne?
Preferirei che qualcuno ammettesse senza mezzi termini che preferisce la vita in famiglia perché gli è più comoda economicamente, il resto mi sembra soltanto un raccontarsela.
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03-05-2020, 21:01
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#7
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 12,260
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Preferirei che qualcuno ammettesse senza mezzi termini che preferisce la vita in famiglia perché gli è più comoda economicamente, il resto mi sembra soltanto un raccontarsela.
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Questo non è un dettaglio trascurabile, ma comunque non riesco proprio a capire il motivo per cui dovrebbe essere visto come un problema/mancanza della persona da risolvere.
A conti fatti non c'è nessuna ragione scientifica secondo la quale una persona che abita con i suoi debba avere problemi a relazionarsi e, perché no, anche ad avere progetti di vita condivisa con qualcuno.
Semmai, in tal caso, può non essere condivisa l'idea dall'altra persona, ma non è materialmente impraticabile.
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03-05-2020, 21:04
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#8
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Ubicazione: Cintura di Castità
Messaggi: 8,010
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Quando ero via per l'università era il paradiso.. a parte il primo giorno che è stato un pò un trauma.. almeno i primi minuti che mia madre se ne è andata.. poi paradiso.. potessi vivere sola ora..
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03-05-2020, 21:06
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
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Per come la vedo io la maturazione di una persona passa attraverso la capacità di adattarsi, e adattamento significa essere in grado di gestirsi in condizioni differenti. Da soli o con altri. Per chi ha sempre vissuto coi genitori, la possibilità di vivere da solo o con altre persone che non siano i genitori stessi, potrebbe rappresentare un elemento di sviluppo e completamento della personalità.
Anche leggere, studiare nuove materie e nuovi argomenti, non sono sempre atti necessari (al massimo importanti) al sostentamento fisico della persona, ma contribuiscono al suo accrescimento e completamento.
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03-05-2020, 21:35
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#10
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Quote:
Originariamente inviata da Nightlights
Penso alle famiglie ingigantite dell' 800 in cui vivevano in 15 sotto lo stesso tetto.
Avevano tutti disturbi mentali? Erano tutti costretti a stare lì perché obbligati dalla famiglia? Non credo proprio.
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Erano semplicemente modelli di vita differenti che esistevano "in blocco" (i.e.: ci si beccavano anche i difetti, come morire di peritonite a 15 anni come mio zio per le complicazioni di anestesia e infezioni, non c'era il SSN, etc.). C'era molta più povertà e distribuzione della ricchezza forse persino più sperequativa di oggi, quindi le famiglie allargate erano in primo luogo un male necessario. Certamente è difficile districare questo da tutto il contesto ma non era un bel contesto. Letti di paglia, cagare tutti nello stesso posto, ventilazione, scazzi... Queste cose c'erano tutte e la convivenza forzata le amplificava.
Per motivi anagrafici (diciamo che non sono più giovane) i miei nonni avevano un piede in quel mondo e non se lo ricordavano per niente bene. Vivere in una casa più spaziosa, pulita e meno affollata l'hanno sempre apprezzato e ogni volta che mi lamentavo di qualcosa mi ricordavano come vivevano, con parole simili alle tue ma che per loro non volevano affatto dire qualcosa da rimpiangere.
Oggi il modello in cui ci troviamo a vivere è diverso, e richiede molta più adattabilità individuale. Proprio perché le macro-famiglie nello stesso tetto non esistono più è molto improbabile che qualcuno ci aiuterà a morire nel nostro letto con persone care attorno (e questo sì, era un vantaggio se non altro perché era una medicina per il male peggiore del nostro secolo: la rimozione del pensiero della morte) e prima si conquista l'indipendenza meno peggio sarà dopo.
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Ultima modifica di pokorny; 03-05-2020 a 21:38.
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03-05-2020, 21:53
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#11
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 12,260
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Quote:
Originariamente inviata da pokorny
Erano semplicemente modelli di vita differenti che esistevano "in blocco" (i.e.: ci si beccavano anche i difetti, come morire di peritonite a 15 anni come mio zio per le complicazioni di anestesia e infezioni, non c'era il SSN, etc.). C'era molta più povertà e distribuzione della ricchezza forse persino più sperequativa di oggi, quindi le famiglie allargate erano in primo luogo un male necessario. Certamente è difficile districare questo da tutto il contesto ma non era un bel contesto. Letti di paglia, cagare tutti nello stesso posto, ventilazione, scazzi... Queste cose c'erano tutte e la convivenza forzata le amplificava.
Per motivi anagrafici (diciamo che non sono più giovane) i miei nonni avevano un piede in quel mondo e non se lo ricordavano per niente bene. Vivere in una casa più spaziosa, pulita e meno affollata l'hanno sempre apprezzato e ogni volta che mi lamentavo di qualcosa mi ricordavano come vivevano, con parole simili alle tue ma che per loro non volevano affatto dire qualcosa da rimpiangere.
Oggi il modello in cui ci troviamo a vivere è diverso, e richiede molta più adattabilità individuale. Proprio perché le macro-famiglie nello stesso tetto non esistono più è molto improbabile che qualcuno ci aiuterà a morire nel nostro letto con persone care attorno (e questo sì, era un vantaggio se non altro perché era una medicina per il male peggiore del nostro secolo: la rimozione del pensiero della morte) e prima si conquista l'indipendenza meno peggio sarà dopo.
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Però, a parte la condizione di sporcizia che chiaramente non è piacevole, anche li c'era una componente di adattamento, ci si adattava a stare con molte persone in casa , si facevano compromessi come li si può fare in una convivenza con i coinquilini, o anche con i genitori, cioè la domanda chiave secondo me e se uno vuole cominciare a nn dipendere psicologicamente da qualcun'altro, è una questione più che altro psicologica che si può risolvere anche senza scelte così drastiche tipo andarsene completamente da soli, può anche abbruttire, io per esempio ho la sensazione che allo stato attuale, anche potendolo fare, mi isolerei ancora di più rispetto a quanto tenda a farlo ora, non so se sia una buona cosa.
Chiaramente i casi di cattivi rapporti,astio e litigate continue coi familiari sono un altra questione.
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03-05-2020, 22:02
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#12
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
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Se parliamo di famiglie allargate, si può tenere in considerazione anche l'alternativa della comune stile kibbutz israeliano, dove i figli non sono educativi soltanto dai genitori biologici, ma da tutti i membri della comunità stessa.
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03-05-2020, 22:04
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#13
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Quote:
Originariamente inviata da Nightlights
Però, a parte la condizione di sporcizia che chiaramente non è piacevole, anche li c'era una componente di adattamento, ci si adattava a stare con molte persone in casa , si facevano compromessi come li si può fare in una convivenza con i coinquilini, o anche con i genitori, cioè la domanda chiave secondo me e se uno vuole cominciare a nn dipendere psicologicamente da qualcun'altro, è una questione più che altro psicologica che si può risolvere anche senza scelte così drastiche tipo andarsene completamente da soli, può anche abbruttire, io per esempio ho la sensazione che allo stato attuale, anche potendolo fare, mi isolerei ancora di più rispetto a quanto tenda a farlo ora, non so se sia una buona cosa.
Chiaramente i casi di cattivi rapporti,astio e litigate continue coi familiari sono un altra questione.
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E' un problema complesso che tocca moltissimi ambiti, per questo ho parlato di modelli di vita, perché era un intero mondo. Potremmo anche voler capire i motivi, cercare di capire se era meglio o meno al di là del miglioramento delle condizioni globali materiali che è indubbio e netto. Come dicevo c'era un vantaggio immenso, ovvero morire in casa e se è sicuramente vero che c'erano meno disagi mentali uno dei motivi è che tutti dovevano lavorare fin da bambini. Si arrivava troppo stanchi la sera per lasciar spazio a cose che oggi considereremmo persino essenziali. Questo fattore credo non vada trascurato, semplicemente certi problemi non venivano fuori per la durezza delle condizioni materiali e tutto sembra più idilliaco a 150 anni di distanza.
Anche io sarei per un allontanamento soft, indipendenza non vuol dire sfanculare la famiglia però la vita di oggi un compromesso ce lo impone. Penso che 20-30 km sia l'ideale se c'è accordo e armonia, e di converso nemmeno 20000 basterebbero se c'è sangue amaro (la cifra non è a caso: persino in NZ il pensiero di avere una famiglia di stronzi continuava a tormentarmi e sarebbe stato lo stesso anche su una colonia su Marte). Però continuo a pensare in termini di alternativa: voglio dire, anche in caso di perfetto accordo è necessario, il mondo ci rende necessario, abituarsi a una condizione che prima o poi ci farà del male. Rimandarla restando troppo nell'orbita familiare renderà solo tutto più doloroso. Ci sono persone che con buoni motivi pensano che ogni secondo con la famiglia sia così prezioso da essere più importante di una maggiore sofferenza in vecchiaia e le rispetto. La mia personale esperienza è di tipo opposto ma appunto, sono convinzioni dettate dal vissuto e dalle inclinazioni personali.
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Ultima modifica di pokorny; 03-05-2020 a 22:06.
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03-05-2020, 22:49
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#14
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Nord-est
Messaggi: 1,808
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Mi sono appena comprato un peluche su Amazon.
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03-05-2020, 23:09
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#15
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Quote:
Originariamente inviata da TãoSozinho
Mi sono appena comprato un peluche su Amazon.
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Mo' piglio la macchina e passo a bruciartelo, non è giusto che tu soffra in futuro ahahahaha Scherzo eh...
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03-05-2020, 23:36
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#16
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,396
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Io sempre..non accetto di essere ormai grande
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04-05-2020, 00:27
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#17
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,044
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nei rapporti sociali e con le autorità sono come un bambino. però come forza fisica e spinta emotiva sono come una persona di 70 anni.
vivere da solo mi ha insegnato tante cose ma mi ha anche provocato un sacco di grane: case in affitto che non sono mai adeguate oppure sono belle ma in posti brutti. La casa genitoriale invece ha diversi pregi.
All'inizio era una bella sfida, ma ora sono sopraffatto dalle rogne.
Cmq lo rifarei e lo continuerò a fare.
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04-05-2020, 05:30
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#18
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Esperto
Qui dal: Sep 2016
Messaggi: 2,707
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Io mi sento di fisico un vecchio e di testa un adolescente timido.
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04-05-2020, 17:48
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#19
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Banned
Qui dal: Dec 2009
Ubicazione: Inferno
Messaggi: 2,713
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Quote:
Originariamente inviata da Nightlights
Per me essere legati ai genitori e non volersene staccare se non si ha nessun altro a fianco è perfettamente normale, mi pare ovvio che ci si sentirà peggio dopo in totale solitudine.
Cioè non ci vedo proprio la logica di andare a stare peggio prima del necessario/inevitabile.
Continuerò sempre a contrastare il mito dell'indipendenza perché la trovo una grossa, inutile forzatura (per non dire di peggio).
Penso alle famiglie ingigantite dell' 800 in cui vivevano in 15 sotto lo stesso tetto.
Avevano tutti disturbi mentali? Erano tutti costretti a stare lì perché obbligati dalla famiglia? Non credo proprio.
Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk
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La penso come te. Mi sento una bambina per altri motivi, non perché vivo ancora con i genitori. E poi, per passare anni da sola c'è ancora gran parte della vita, non vedo perché dovrei iniziare a farlo ora. Tra l'altro, sarebbe pure uno spreco di soldi, perché dovrei andare in affitto (quindi, soldi buttati), mentre stando ancora per qualche altro anno con i miei potrò accumularne e magari smettere di lavorare tra una quindicina d'anni e andare poi a vivere per conto mio.
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05-05-2020, 10:51
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#20
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Avanzato
Qui dal: Dec 2010
Ubicazione: Nord Italia
Messaggi: 327
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secondo me è tutto molto soggettivo. Credo che se una persona si pone questo tipo di domande significa che sta maturando un'esigenza,chi non se la pone in teoria sta bene come sta.Non ci vedo niente di male in entrambi i casi , sia per chi sceglie la vita indipendente o chi resta in casa , sono scelte personali. Vivere da soli non è la soluzione a tutti i mali ma può aiutare ad acquisire maggiore sicurezza in alcuni ambiti,parlo di piccole cose ma che comunque sommate possono dare una piccola mano all'autostima. Io vivevo bene con i miei ma ad un certo punto ho cominciato a non sentirmi più nel posto giusto, mi seccava dover rendere conto a qualcuno per quello che facevo o quando lo facevo. Poi dipende sempre dall'ambiente familiare, quanto serena è la convivenza o al contrario quanto tossica . Molti genitori assecondano troppo , lo fanno in modo egoistico e non si rendono conto di quanto limitano i figli. Ecco quello che posso dire è che a volte si nota quando un uomo adulto vive in famiglia da sempre,ci sono comportamenti che lo fanno intuire. Non sono certo regole ma però mi è capitato più di una volta di notarlo. Poi una cosa che proprio stufa è questa continua ripetitività italica del " ma dove vai in giro a sprecare soldi". Se una persona vuole vivere la sua vita è giusto ci provi,se significa sentirsi meglio con se stessi non sono sprechi ma investimenti.
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Ultima modifica di Davidian; 05-05-2020 a 10:54.
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