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Originariamente inviata da rainy
non sono veramente d'accordo. Io credo che la cosa sia più soggettiva, il valore è soggettivo perchè ognuno di noi ha una scala di valori diversa degli altri. Tu ragioni in base alla coscienza collettiva, ovvero che secondo la società comune il liquido contenibile in una bottiglietta sarà sempre inferiore a quello di una tanica. Io ragiono più soggettivamente: la bottiglietta non deve prendere come punto di riferimento la tanica, ma il liquido stesso contenuto nel suo recipiente. Deve far affidamento su di esso.
Stessa cosa per i difetti umani: se uno (bottiglietta) prendere come punto di riferimento una persona con una vita sociale arzilla, bello da morire (tanica) si sentirà sempre inferiore. Invece deve prendere come riferimento la propria vita, deve accettarsi per quello che è perchè non tutti possono fare la parte della tanica. Qualcuno deve accontentarsi di essere una semplice bottiglietta. Ma questo non prelude il fatto che bisogni abbattersi: bisogna accettare i propri difetti e andare avanti. Perchè troveremo sempre, prima o poi, qualcuno migliore di noi. Anche la tanica non è nulla in confronto ad una vasca. Anche la vasca non è nulla in confronto ad un lago. Anche il lago non è nulla in confronto ad il mare. E il mare non è certamente come l'oceano.
Ma ciò non vuol dire che l'oceano sia migliore del mare, non vuol dire che il mare sia migliore di un lago, non vuol dire che il lago sia migliore di una vasca...
qui posso essere certamente d'accordo. Soprattutto quando dici che una ragazza bassa diventa una ragazza piccolina e tenera, una persona timida diventa una persona dolce e sensibile, una persona stupida diventa una persona innocente, una persona ansiosa diventa una persona che si preoccupa. Qui hai ragionato in base alla tua personale scala di valori e hai fatto bene. E' un giudizio soggettivo, certamente condivisibile.
Ma per la coscienza collettiva della società uno stupido rimarrà sempre uno stupido, un timido rimarrà sempre un timido, una ragazza bassa rimarrà sempre bassa.
Vedi? Uno non può basarsi sulla coscienza collettiva, distorce la visione della realtà personale che ognuno di noi vede e comprende a modo suo.
Non possiamo ragionare con la testa degli altri, dobbiamo ragionare con la nostra testa. Che, il più delle volte, basta e avanza.
Questa parte del tuo intervento mi è piaciuta molto
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forse non mi sono spiegato bene: nella mia prima parte dico cose molto simili a quelle che dici te. Tant'è che la seconda parte del post ti è piaciuta molto: sapevo di essere incoerente ma fare un post schizofrenico è troppo anche per me
Vedo di spiegarmi meglio.
Nella prima parte faccio una mia definizione di difetto: il criterio della qualità risponde ad una definizione d'ordine, dove a qualitá maggiore corrisponde una sovrapponibilità, in senso monodirezionale, con la qualità minore. Faccio l'esempio della bottiglia e della tanica.
Poi metto in luce che tutto dipende da come si sceglie il criterio di qualità, scelta che definisco arbitraria.
Tu parli di soggettività, io di arbitrarietà. E' qui che non ci troviamo.
Io includo la soggettività nell'arbitrarietà, ma in un discorso puramente astratto, è chiaro che non sempre il criterio è soggettivo.
Se l'analisi è di tipo utilitaristica è ovvio che il criterio sará oggettivo, e vedrá come miglior rappresentante ora la tanica, ora la bottiglia, ora la vasca, a seconda dello scopo.
Ritornando IT è chiaro che quando parliamo dei difetti delle persone, il tutto rientra nell'ambito della soggettività. A me ad esempio le ragazze piccoline piacciono un macello, mentre so che altri preferiscono le stangone.