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21-09-2012, 22:25
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#1
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Intermedio
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 245
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Ciao a tutti.
Uno dei pensieri che più mi ossessiona e che più mi deprime è quello della memoria. Ovvero: che senso ha alzarsi alla mattina, uscire di casa con il cuore in gola, passare una giornata al lavoro (se lo sia ha!) o a scuola, dove raramente si fa/studia ciò che piace, si torna a casa esausti e ci si addormenta davanti alla TV? Pensate di ripetere questa routine per 40 anni. Ma per cosa?
Tra 100 anni, o forse anche prima, saremo tutti morti. Ciò che ci siamo sforzati di fare, gli obiettivi che abbiamo raggiunto, il dolore che abbiamo provato... perché? Tra qualche anno sarà comunque tutto finito.
Da questo mi viene da pensare una cosa. La vita dovrebbe essere piacevole. Tutti sappiamo che dobbiamo morire, ma chi si gode la vita la vive un po' come si vive una vacanza: sai che dovrai tornare in ufficio, ma intanto te la spassi.
Ma se la vita è caratterizzata soprattutto da dolore?
Dobbiamo morire. Di noi non rimarrà nulla. Siamo felici? Godiamoci questi pochi anni che ci sono stati dati. Siamo tristi? .................
Ogni tanto mi vien da pensare che non bisogna pensare.
Forse sono troppo riflessiva, rimugino sulle cose, voglio dare una spiegazione a tutto, insomma... penso troppo.
È per questo che la gente si sommerge di cose da fare? Lavoro, famiglia, amici, hobby, sport... Tutto questo per tenersi occupati ed evitare di pensare?
In definitiva PENSARE=TRISTEZZA?
Dobbiamo smettere di pensare, di chiederci perché, di farci mille pare mentali, di riflettere, anche su temi profondi e interessanti?
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21-09-2012, 22:30
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#2
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,635
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Quote:
Originariamente inviata da ThinkHappy
In definitiva PENSARE=TRISTEZZA?
Dobbiamo smettere di pensare, di chiederci perché, di farci mille pare mentali, di riflettere, anche su temi profondi e interessanti?
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Estremizzazione.
Capisco che chi pensa troppo veda tutte le cause dei suoi mali nella sua eccessiva riflessività, degenerata ormai ai confini dell'ossessività.
Ma la soluzione non è troncarla totalmente, perchè dalla riflessione possono nascere delle pare come degli spunti intellettivi stupendi. Riflettere su temi più impegnati, se fatto per piacere personale, fa star bene, è interessantissimo.
Quindi il succo sta nell'equilibrio, come in (quasi) tutto.
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21-09-2012, 22:30
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#3
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Provincia di Venezia
Messaggi: 1,777
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Alla fine ha ragione Latrinlover
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21-09-2012, 22:31
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#4
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Banned
Qui dal: May 2011
Ubicazione: MI
Messaggi: 3,173
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L introversione porta alla riflessione...siamo fatti cosi
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21-09-2012, 22:33
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#5
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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L'ironico è che ti chiami "thinkhappy"
Comunque secondo me ti ci sei avvicinato.
Il fatto è che il pensiero fine a sé stesso è una "pippa mentale". Il pensiero serve all'azione, altrimenti è soltanto mera autogratificazione di stampo onanistico ed autoreferenziale.
Se pensi troppo "fai bene" a porti dei limiti.
La riflessività e l'introversione, in una certa misura, sono doti, ma vanno usate cum grano salis al fine di ottenere vantaggi tangibili nella vita, e la vita si misura sulla base delle azioni.
E sono le azioni che fanno la differenza. Ad esempio la differenza tra prendersi un caffé da soli e prenderselo coi colleghi. La differenza tra il soffrire la loro compagnia perché ci si sente giudicati, e il godersela perché ci si sente accettati e ci si riesce a valorizzarsi, a comunicare, a interagire.
La vita così è fatta di tanti piccoli momenti che sommati ne determinano la sua valenza, positiva o meno. E' ovvio che pensare ad un'esistenza in completa solitudine e frustrazione sia angosciante!
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21-09-2012, 22:33
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#6
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Principiante
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: Torino
Messaggi: 80
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Io credo che la vita è stata trasformata dall'uomo stesso in qualcosa di monotono è doloroso... se la osserviamo non possiamo non dire che il più grande regalo che ci abbiano fatto, ma il problema principale è che noi, o per lo meno io, la vivo male... ponendomi troppi problemi, troppe domande senza risposta credo che mi farebbe bene per un momento ignorare le domande, ignorare le opinioni altrui liberarsi da tutte queste convenzioni sociali e vivere liberi vivendo ogni giorno come se fosse l'ultimo ma allo stesso tempo il primo.. meravigliandosi per un tramonto, per l'aria fresca la mattina quando ti alzi e vai a correre oppure per la felicità che ti pervade quando raggiungi un obiettivo
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21-09-2012, 22:34
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#7
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,635
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Quote:
Originariamente inviata da Eric Junkwood
E come si fa a trovarlo?
Alla fine è così semplice oscillare.
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Domanda da un milione di dollari
Io ci sto provando, sento che è la strada giusta.
Ah, ovviamente l'equilibrio non implica che ogni giornata abbiamo lo stesso livello di riflessività, ma deve manifestarsi sul medio periodo (2-3 settimane).
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21-09-2012, 22:41
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#8
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Intermedio
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 245
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Quote:
Originariamente inviata da LukasMan
Io credo che la vita è stata trasformata dall'uomo stesso in qualcosa di monotono è doloroso... se la osserviamo non possiamo non dire che il più grande regalo che ci abbiano fatto, ma il problema principale è che noi, o per lo meno io, la vivo male... ponendomi troppi problemi, troppe domande senza risposta credo che mi farebbe bene per un momento ignorare le domande, ignorare le opinioni altrui liberarsi da tutte queste convenzioni sociali e vivere liberi vivendo ogni giorno come se fosse l'ultimo ma allo stesso tempo il primo.. meravigliandosi per un tramonto, per l'aria fresca la mattina quando ti alzi e vai a correre oppure per la felicità che ti pervade quando raggiungi un obiettivo
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In linea di massima concordo, ma come si fa a vivere così? Se troviamo monotono il lavoro in un ufficio o ci fa soffrire il fatto che lavoriamo senza uno scopo, che facciamo? Molliamo tutto e andiamo a vivere nelle foreste?
O forse è meglio andare in ufficio, pigiare qualche tasto fregandosene di cosa si sta facendo, prendersi lo stipendio per poter andare al bar con gli amici o andare in vacanza 1 settimana all'anno e poi, pam, un giorno si muore e buonanotte ai suonatori?
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21-09-2012, 22:47
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#9
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Principiante
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: Torino
Messaggi: 80
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Quote:
Originariamente inviata da ThinkHappy
In linea di massima concordo, ma come si fa a vivere così? Se troviamo monotono il lavoro in un ufficio o ci fa soffrire il fatto che lavoriamo senza uno scopo, che facciamo? Molliamo tutto e andiamo a vivere nelle foreste?
O forse è meglio andare in ufficio, pigiare qualche tasto fregandosene di cosa si sta facendo, prendersi lo stipendio per poter andare al bar con gli amici o andare in vacanza 1 settimana all'anno e poi, pam, un giorno si muore e buonanotte ai suonatori?
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Credo che bisognerebbe innanzitutto smettere di sprecare del tempo per cose che non piace fare e cercare di concentralo per raggiungere i nostri obiettivi, io credo che ognuno di noi ha un obiettivo dal punto di vista umano, uno dal punto di vista lavorativo uno dal punto di vista dell'esistenza, ad esempio io nel istante in cui morirò ripensando a tutto quello che ho fatto vorrò essere fiero e contento di aver vissuto la mia vita al massimo senza tralasciare nulla al caso. Io credo che ponendosi un obiettivo anche il lavoro si possa trasformare inun qualcosa di istruttivo e costruttivo per noi stessi e poi sopratutto circondandosi con persone a cui si tiene quei pochi momenti che trascorreremo con loro renderanno la nostra esistenza degna di essere chiamata tale sono un po un sognatore xD
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21-09-2012, 22:50
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#10
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Intermedio
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 245
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Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
L'ironico è che ti chiami "thinkhappy"
Comunque secondo me ti ci sei avvicinato.
Il fatto è che il pensiero fine a sé stesso è una "pippa mentale". Il pensiero serve all'azione, altrimenti è soltanto mera autogratificazione di stampo onanistico ed autoreferenziale.
Se pensi troppo "fai bene" a porti dei limiti.
La riflessività e l'introversione, in una certa misura, sono doti, ma vanno usate cum grano salis al fine di ottenere vantaggi tangibili nella vita, e la vita si misura sulla base delle azioni.
E sono le azioni che fanno la differenza. Ad esempio la differenza tra prendersi un caffé da soli e prenderselo coi colleghi. La differenza tra il soffrire la loro compagnia perché ci si sente giudicati, e il godersela perché ci si sente accettati e ci si riesce a valorizzarsi, a comunicare, a interagire.
La vita così è fatta di tanti piccoli momenti che sommati ne determinano la sua valenza, positiva o meno. E' ovvio che pensare ad un'esistenza in completa solitudine e frustrazione sia angosciante!
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Mi piace molto il tuo modo di interpretare il rapporto pensiero/azione.
Ti vorrei porre un altro quesito: chi lo dice che il pensiero è volto all'azione? Oggigiorno si vive con una mentalità "utilitaristica" cioè è giusto, socialmente accettabile ciò che è utile o che produce utile. Un ragazzo di 30 anni, laureato in filosofia, che vive con i genitori perché non trova lavoro, non è forse uno sfigato fannullone? Fino all'inizio del secolo scorso (ovvero l'altro ieri) le materie umanistiche la facevano da padrone, mentre quelle scientifiche erano denigrate. Ora è tutto il contrario.
Questa digressione per chiedere: chi lo stabilisce che il pensiero serve all'azione? Siamo uomini, non animali. Forse il nostro destino (ma cos'è il destino?) è proprio quello di pensare e non di raccogliere banane da un albero.
Purtroppo mi sento come schiava della mia mente, qualcosa da cui fuggire. La stessa sensazione che si prova quando per strada vediamo da lontano qualcuno che non vogliamo incontrare e allora lo si evita, si inventano strategie e percorsi alternativi, si fugge.
Ci si tiene occupati, si soffoca il cervello, si fugge.
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21-09-2012, 22:54
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#11
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,635
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Quote:
Originariamente inviata da Eric Junkwood
Ma come fai?
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Mi hanno fatto il lavaggio del cervello
No vabè, ho iniziato questo percorso un anno fa, e avevo come obiettivo lo smettere di rimuginare e di pensare ossessivamente, per farlo ho dovuto eliminare la mia paura del fallimento, del giudizio altrui, il tarlo del far sempre un figurone.
Se mi chiedi cosa mi ha detto lo psycho e cosa ho fatto specificamente, non me lo ricordo, credo abbia continuato di volta in volta a farmi raccontare le cose su cui mi ero fissato, facendomele sembrare sempre meno importanti e meno decisive, mostrandomi come a episodi di poco conto dessi un'importanza ed un'assolutezza esagerate.
Btw una figura di riferimento è indispensabile, senza questa non avrei saputo come muovermi.
Comunque ha funzionato, ora continuo talvolta a dispensare gaffe, ma dopo mando a cagare la cosa e non ci penso più
Perchè si instilla questo nella tua testa: riuscire ad ogni costo non è più fondamentale ---> meno pressione ---> risultati migliori ---> più fiducia nei propri mezzi, dunque consapevolezza di sè a prescindere dai risultati ---> riuscire ad ogni costo non è più fondamentale ---> ecc. ecc.
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21-09-2012, 22:55
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#12
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 847
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Quote:
Originariamente inviata da ThinkHappy
Ciao a tutti.
Uno dei pensieri che più mi ossessiona e che più mi deprime è quello della memoria. Ovvero: che senso ha alzarsi alla mattina, uscire di casa con il cuore in gola, passare una giornata al lavoro (se lo sia ha!) o a scuola, dove raramente si fa/studia ciò che piace, si torna a casa esausti e ci si addormenta davanti alla TV? Pensate di ripetere questa routine per 40 anni. Ma per cosa?
Tra 100 anni, o forse anche prima, saremo tutti morti. Ciò che ci siamo sforzati di fare, gli obiettivi che abbiamo raggiunto, il dolore che abbiamo provato... perché? Tra qualche anno sarà comunque tutto finito.
Da questo mi viene da pensare una cosa. La vita dovrebbe essere piacevole. Tutti sappiamo che dobbiamo morire, ma chi si gode la vita la vive un po' come si vive una vacanza: sai che dovrai tornare in ufficio, ma intanto te la spassi.
Ma se la vita è caratterizzata soprattutto da dolore?
Dobbiamo morire. Di noi non rimarrà nulla. Siamo felici? Godiamoci questi pochi anni che ci sono stati dati. Siamo tristi? .................
Ogni tanto mi vien da pensare che non bisogna pensare.
Forse sono troppo riflessiva, rimugino sulle cose, voglio dare una spiegazione a tutto, insomma... penso troppo.
È per questo che la gente si sommerge di cose da fare? Lavoro, famiglia, amici, hobby, sport... Tutto questo per tenersi occupati ed evitare di pensare?
In definitiva PENSARE=TRISTEZZA?
Dobbiamo smettere di pensare, di chiederci perché, di farci mille pare mentali, di riflettere, anche su temi profondi e interessanti?
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ma chi si gode la vita la vive un po' come si vive una vacanza: sai che dovrai tornare in ufficio, ma intanto te la spassi.
questo .... e in piu puoi fare pensieri belli !
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21-09-2012, 22:56
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#13
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Banned
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Circolo dei matti
Messaggi: 1,734
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L'essere umano è un essere pensate.
Questo è la sua forza e contemporanemente la sua debolezza.
Perchè pensare ci preclude molte cose, ma ci induce anche a prestare maggiore attenzione.
Le bestie non pensano, agiscono, sono istintive. L'essere umano pensa, agisce, ma non è istintivo. L'essere umano ha una coscienza, ha dei sensi di colpa e ha un'eccessiva considerazione di se stesso.
Inutile anche imitare le bestie, la nostra natura è differente. E quindi siamo condannati - per scherzo del destino - a pensare, pensare e pensare.
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21-09-2012, 23:04
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#14
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 3,959
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Quote:
Originariamente inviata da ThinkHappy
Ciao a tutti.
Uno dei pensieri che più mi ossessiona e che più mi deprime è quello della memoria. Ovvero: che senso ha alzarsi alla mattina, uscire di casa con il cuore in gola, passare una giornata al lavoro (se lo sia ha!) o a scuola, dove raramente si fa/studia ciò che piace, si torna a casa esausti e ci si addormenta davanti alla TV? Pensate di ripetere questa routine per 40 anni. Ma per cosa?
Tra 100 anni, o forse anche prima, saremo tutti morti. Ciò che ci siamo sforzati di fare, gli obiettivi che abbiamo raggiunto, il dolore che abbiamo provato... perché? Tra qualche anno sarà comunque tutto finito.
Da questo mi viene da pensare una cosa. La vita dovrebbe essere piacevole. Tutti sappiamo che dobbiamo morire, ma chi si gode la vita la vive un po' come si vive una vacanza: sai che dovrai tornare in ufficio, ma intanto te la spassi.
Ma se la vita è caratterizzata soprattutto da dolore?
Dobbiamo morire. Di noi non rimarrà nulla. Siamo felici? Godiamoci questi pochi anni che ci sono stati dati. Siamo tristi? .................
Ogni tanto mi vien da pensare che non bisogna pensare.
Forse sono troppo riflessiva, rimugino sulle cose, voglio dare una spiegazione a tutto, insomma... penso troppo.
È per questo che la gente si sommerge di cose da fare? Lavoro, famiglia, amici, hobby, sport... Tutto questo per tenersi occupati ed evitare di pensare?
In definitiva PENSARE=TRISTEZZA?
Dobbiamo smettere di pensare, di chiederci perché, di farci mille pare mentali, di riflettere, anche su temi profondi e interessanti?
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Ah sì, hai centrato il bersaglio: tutto, dalla religione allo sport, serve a non farci pensare al nostro (triste e misero) destino.
Penso che l'uomo, evolutivamente parlando, sia stato particolarmente sfigato.
Si è accresciuto tanto l'intelletto (troppo) e insieme a cose meravigliose (cultura, letteratura, scienza, musica) è arrivata anche troppa consapevolezza, una consapevolezza inutile (tipo saper di dover morire) che rende l'esistenza assai più complicata e per certi versi "spaventosa".
Idealmente bisognerebbe godersi il poco che si vive al meglio, purtroppo siamo circondati di sovrastrutture ridicole e la società umana è abbastanza insensata (come dici tu: lavorare e dover fare cose noiose o brutte per tanti decenni e poi schiattare).
Per cui, a prescindere da ciò che si vorrebbe e dalla propria consapevolezza, a rifiutare convenzioni e sovrastrutture l'unica cosa che ci capita è di venire emarginati.. per cui una vita anche peggiore che a "conformarsi"..
Ad averlo capito per tempo ora sarei al bar dello sport a guardare la partita (di cui non me ne frega niente) pieno di "amici".. invece che a casa da solo, infelice e demoralizzato, a scrivere post inutili su fobiasociale.com.
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21-09-2012, 23:14
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#15
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Esperto
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Napoli
Messaggi: 1,298
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Mi pare fosse Cioran a dire che la vita è distrazione dal pensiero della morte.
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21-09-2012, 23:23
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#16
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Intermedio
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 245
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Quote:
Originariamente inviata da chrissolo
Idealmente bisognerebbe godersi il poco che si vive al meglio, purtroppo siamo circondati di sovrastrutture ridicole e la società umana è abbastanza insensata (come dici tu: lavorare e dover fare cose noiose o brutte per tanti decenni e poi schiattare).
Per cui, a prescindere da ciò che si vorrebbe e dalla propria consapevolezza, a rifiutare convenzioni e sovrastrutture l'unica cosa che ci capita è di venire emarginati.. per cui una vita anche peggiore che a "conformarsi"..
Ad averlo capito per tempo ora sarei al bar dello sport a guardare la partita (di cui non me ne frega niente) pieno di "amici".. invece che a casa da solo, infelice e demoralizzato, a scrivere post inutili su fobiasociale.com.
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Con le tue parole mi hai fatto venire in mente Marx, il quale diceva che l'economia è tutto, mentre la religione, la politica, la morale, l'informazione, la cultura sono solo sovrastrutture che i capitalisti costruiscono per diffondere l'opinione che l'economia capitalista è la migliore di quelle possibili. Vedi "la religione è l'oppio dei popoli".
Ora che il tempo è passato, il ragionamento di Marx non potrebbe applicarsi a ciò che abbiamo detto? È l'essere umano che decide di autocensurare i proprio pensieri, di tenersi occupati, di andare al cinema, a teatro, in palestra, a cena fuori per smettere di pensare. In pratica noi ci stiamo deliberatamente facendo di oppio per far passar sotto silenzio la tragicità della vita.
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21-09-2012, 23:29
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#17
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 3,959
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Quote:
Originariamente inviata da ThinkHappy
Con le tue parole mi hai fatto venire in mente Marx, il quale diceva che l'economia è tutto, mentre la religione, la politica, la morale, l'informazione, la cultura sono solo sovrastrutture che i capitalisti costruiscono per diffondere l'opinione che l'economia capitalista è la migliore di quelle possibili. Vedi "la religione è l'oppio dei popoli".
Ora che il tempo è passato, il ragionamento di Marx non potrebbe applicarsi a ciò che abbiamo detto? È l'essere umano che decide di autocensurare i proprio pensieri, di tenersi occupati, di andare al cinema, a teatro, in palestra, a cena fuori per smettere di pensare. In pratica noi ci stiamo deliberatamente facendo di oppio per far passar sotto silenzio la tragicità della vita.
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Diciamo che in parte sono la società, la cultura (in quanto nasciamo in un contesto sociale e culturale, non nei boschi da soli) ad influenzarci..
Per il resto.. sì, in generale la gente tende a fare come dici tu, cioè "esiliare" i brutti pensieri (ed emarginare le persone che non sono allegre e scanzonate) e farsi di qualche tipo di oppio più che può.
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21-09-2012, 23:39
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#18
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 3,959
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Quote:
Originariamente inviata da ThinkHappy
Questa digressione per chiedere: chi lo stabilisce che il pensiero serve all'azione? Siamo uomini, non animali. Forse il nostro destino (ma cos'è il destino?) è proprio quello di pensare e non di raccogliere banane da un albero.
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Personalmente penso che una società con più "pensiero" (cultura, scienza, letteratura) e meno "azione" (pigiare bottoni, tirare leve, scaricare pacchi, rispondere ai telefoni, pulire i pavimenti) sarebbe quantomeno migliore di questa.
Ma la follia della società umana, appunto, è che ti fanno studiare la filosofia e la scienza e alla fine per campare ti obbligano comunque a raccogliere banane da un albero (per di più per darle a terzi, manco per te stesso).
Quote:
Originariamente inviata da ThinkHappy
Purtroppo mi sento come schiava della mia mente, qualcosa da cui fuggire. La stessa sensazione che si prova quando per strada vediamo da lontano qualcuno che non vogliamo incontrare e allora lo si evita, si inventano strategie e percorsi alternativi, si fugge.
Ci si tiene occupati, si soffoca il cervello, si fugge.
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Il fatto è che una volta arrivati alla consapevolezza delle cose è DIFFICILE fuggirne.. perché non è qualcosa di esterno che puoi evitare, la tua consapevolezza SEI tu.
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22-09-2012, 00:14
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#19
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Intermedio
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 245
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Quote:
Originariamente inviata da chrissolo
Personalmente penso che una società con più "pensiero" (cultura, scienza, letteratura) e meno "azione" (pigiare bottoni, tirare leve, scaricare pacchi, rispondere ai telefoni, pulire i pavimenti) sarebbe quantomeno migliore di questa.
Ma la follia della società umana, appunto, è che ti fanno studiare la filosofia e la scienza e alla fine per campare ti obbligano comunque a raccogliere banane da un albero (per di più per darle a terzi, manco per te stesso).
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Siamo governati da beceri individui. E non intendo solo i "politici". I grandi banchieri o i grandi industriali, i mafiosi... sono loro che dettano le sorti dell'economia e quindi della politica. Tutti questi potenti signori se ne fregano e denigrano tutto ciò, o tutti coloro, che non producono ricchezza, per poi additare con derisione oppure costringere alla fame i "ribelli" che decidono di studiare qualcosa che non sia ingegneria, economia o medicina.
Quote:
Originariamente inviata da chrissolo
Il fatto è che una volta arrivati alla consapevolezza delle cose è DIFFICILE fuggirne.. perché non è qualcosa di esterno che puoi evitare, la tua consapevolezza SEI tu.
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Davvero poco consolante, ma purtroppo concordo.
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22-09-2012, 00:15
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#20
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Intermedio
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 245
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Quote:
Originariamente inviata da Dedalus
Il problema non è che pensi troppo, è che pensi male.
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Potresti spiegarti meglio?
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