Questo album, uno dei primissimi di Laura Pausini mi fa venire in mente ricordi molto particolari, anche se non proprio bellissimi. Ero appena arrivato dove abito ora e mi sentivo solo e sperduto, impaurito dal futuro, lontano da casa, da quella che ho sempre considerato la mia vera casa. Ero convinto che fosse la cosa peggiore che mi potesse capitare, ma non potevo immaginare che sarebbe stato solo l'inizio delle disgrazie che ci apettavano. Questo posto ci ha portato sfortuna dal momento stesso in cui ci siamo trasferiti. Ma in quel momento non lo sapevo e avevo bisogno di fuggire con la mente e rifugiarmi nel mio mondo, non pensare, solo immaginare e sperare di rifarmi e tornare.
Adesso, dopo 25 lunghi anni quel passato mi sembra tanto lontano, triste, troppo ingenuo, ma era anche un momento in cui ero ancora me stesso, ero il meglio di me, a riascoltarlo questo album provo compassione e tenerezza per quel ragazzino ancora inconsapevole della vita e dei veri drammi, come se la "semplice" solitudine non fosse già un dramma personale.
Ma l'amarezza stemperata nella struggente dolcezza spesso aiuta a collocare i ricordi nel posto più intimo e sicuro del cuore, dove sono solo i propri e di nessun altro.