Mi chiedo una cosa, ora che sto cercando lavoro;
una cosa su cui tempo fa aprì un thread anche
un'utentessa, credo fosse mezzastella, alla cui discussione
partecipai.
Vale a dire, mentire sul proprio titolo di studio. Anche se, preciso
subito, tecnicamente non sarebbe una menzogna.
Non dico di mentire sul curriculum. Nè su quello che si dice a voce in un colloquio. Ma su altro. Mi spiegherò meglio, e preciso che intervengo qui, usando questo forum, perchè, essendo solo, non so con chi consigliarmi.
Per chiedere consiglio, è necessario che riassumi la mia biografia.
Ho lasciato la scuola nel 1982, a 16 anni, per problemi che io oggi attribuisco
alla dislessia o comunque a qualcosa di simile; da tale problema si è originata
probabilmente la mia fobia sociale.
Dal 1984 al 1988 ho lavorato in una fabbrica tessile nel ramo filatura cardata.
La ditta entrò in crisi; tra il 1988 e il 1990 sono stato operaio edile.
Nel 1991 ho acquistato un negozio perchè mi attirava il settore. L'ho diretto fino ad oggi. Ho fatto dei corsi inerenti a questo lavoro; ma, soprattutto, ho lavorato molto. Non avevo però soldi quando ho comprato il negozio. Il debito fatto per acquistarlo fu notevole. E il tipo di negozio, libri più cartoleria, non prevede grossi margini di guadagno. Quando siamo stati sfrattati di casa e ne abbiamo comprata un'altra, il mutuo si è assommato agli altri debiti. Finito in sofferenza già nel 2005.
Nel frattempo, ho fatto in collaborazione un lavoro di propaganda di libri di testo nelle scuole. Ho fornito i libri alle altre librerie della provincia, facendo da grossista (con margini irrisori, ma tanto lavoro). Ho triplicato il numero dei clienti. Ma non è stato sufficiente per uscire dalla sofferenza; con i libri non si guadagna (magari ci ho guadagnato in cultura....)
Ovviamente la crisi successiva al 2008 ha peggiorato le cose.
Nel 2005 avrei potuto vendere l'attività, visto che era in espansione; io sarei potuto restare nella seconda unità locale ricavata nell'immobile dell'abitazione, dove consegnavamo i libri ai librai, e poi magari cercare anche altre attività visto che all'epoca era possibile. Ma a me dispiaceva lasciare il negozio...
Si, quello fu un errore.
Nel 2012, l'emotività, dovuta anche alla condizione fobica, mi ha spinto a traslocare l'attività in un ambiente più grande e in una zona ritenuta di maggiore passaggio. Non è andata bene e ho fatto un ulteriore trasloco, per forza, nel fondo di nostra proprietà menzionato sopra. Qui non pago affitto. Ma il volume di affari si è ridotto ulteriormente.
Ovviamente mi sono messo a cercare lavoro. Per ora l'ho fatto soltanto online oppure, di persona, soltanto nelle agenzie per il lavoro; magari l'ho detto ad alcuni conoscenti del mio ambiente di lavoro.
Non mi sono ancora presentato di persona nelle aziende in cui penso di andare. O vado dai grossisti di cancelleria, o vado nelle fabbriche tessili. E' ancora attiva la fabbrica dove imparai il mestiere nel 1983-84; di recente ha assunto qualcuno. Potrei andare dal titolare, che conosciamo, per chiedergli se sa qualcosa. Ho due parenti che lavorano in due altre fabbriche; ma per ora sono prudente perchè la mia attività è ancora aperta e uno di questi parenti è cliente mio. Forse mi conviene prima provare nelle aziende del mio settore attuale; poi in quello vecchio. Secondo il dirigente di una agenzia per il lavoro in cui sono stato per me è più facile rientrare nel vecchio lavoro che in quello nuovo. Tuttavia, potrei provare lo stesso, secondo voi, da un grossista di cancelleria, quando vado a rifornirmi, a propormi? E poi andare nella fabbrica in cui ho lavorato per la prima volta.....
E veniamo all'altra questione. Sui siti online delle agenzie interinali, dobbiamo scrivere i nostri dati. Ovviamente, non ho problemi nel settore esperienze di lavoro. Nel modulo titolo di studio non ho altra scelta, dal menu a tendina, che scrivere licenza media inferiore. Non mi piace la parola inferiore. Nel curriculum che ho scritto io, e che allego in questi siti, le esperienze professionali vengono prima del titolo di studio. Lì sono più evidenti questi ultimi. Ciò ovviamente costituisce un dato che non posso modificare. Tuttavia, certi automatismi sono troppo semplificatori a mio avviso. Soprattutto riguardo al settore in cui lavoro da 28 anni.
Mi spiego meglio. Anche da un punto di vista legale, due anni di lavoro nel commercio corrispondono ad una qualifica professionale. Infatti per qualificarsi come agente e rappresentante di commercio, che costituisce una professione vera e propria, due anni di esperienza commerciale, anche solo come dipendente (purchè di livello medio-alto) sono validi come un diploma commerciale rilasciato da una scuola superiore e addirittura come una laurea in discipline giuridiche e commerciali. Giuridicamente potrei iscrivermi all' Albo; non l'ho fatto per il notevole costo dei diritti di segreteria alla Camera di Commercio, costo che è uguale per chiuneque abbia i requisiti.
Per cui, visto che l'esperienza commerciale equivale, a questo fine, come un diploma, addirittura come una laurea, e che la mia esperienza non è di due anni, ma di ventotto, non come dipendente, ma come titolare; e non riferita a una sola funzione, ma a diverse (dettagliante, grossista, anche una forma ufficiosa di rappresentanza) tecnicamente io non mentirei a scrivere nell'apposito spazio che ho un diploma superiore di tipo commerciale; tanto poi la verità sarebbe riportata in maniera più giusta nel curriculum allegato.
Sarebbe giusto, o no?