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02-02-2014, 02:08
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#1
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Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,951
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Non so quanti di voi mi conoscono. Ho fatto qualche post meno di un mese fa in cui parlavo dei miei problemi. In sintesi, mi ero ritirato per la seconda volta da scuola. La prima volta fu a 16 anni, ed ho vissuto due anni senza fare niente, a parte stare al pc e stare con i miei soliti amici. A 18 anni ho voluto dare una svolta e rimettermi in carreggiata tornando a scuola, stavolta di sera, per sconfiggere le mie paure e andare avanti. Questa fu una mia decisione, e non vi sto qui a dire quanta ansia abbia affrontato le prime volte. Fu terribile. Non avevo a che fare con estranei da due anni ormai. Lentamente cominciai ad abituarmi, e scambiavo anche qualche parola con alcuni compagni, tant'è che ho anche stretto amicizia con due di loro. In ogni caso parlavo davvero poco. Circa un mese fa ci fu la ricaduta. Uno stato di totale apatia, oltre ad una sorta di non accettazione delle responsabilità che gravano sulle mie spalle ora che ho raggiunto la maggiore età. Insomma, non volevo più tornare a scuola, non volevo più avere a che fare con la gente, ne avevo abbastanza di tutto quanto, volevo soltanto restarmene da solo e nient'altro, a cazzeggiare al pc. Poi è arrivata la svolta e dopo una settimana chiuso in casa ho capito, dopo essere arrivato a piangere e dopo essermi fatto un esame di coscienza, ho capito che stavo sbagliando. Non era questo che volevo. La solitudine mi stava distruggendo, e non solo quella. Mi stava distruggendo anche la totale assenza di lotte quotidiane. Non avevo ragioni per andare avanti, MI serviva qualcosa per cui lottare. Capii che se mi fossi lasciato andare ancora una volta, avrei peggiorato la sociofobia che stava lentamente migliorando e mi sarei ritrovato ancora più impaurito, frustrato e apatico di prima. Così ho ripreso il controllo della situazione dopo aver toccato il fondo, e sono ritornato a scuola. E' stato un ritorno in grande stile. Sembravo un'altra persona. Ho cominciato a parlare con tutti, mi sentivo euforico oltre che un vero guerriero, per essere riuscito a rimettermi in gioco, a combattere contro il mondo e contro le mie paure. Ero arrivato a desiderare fortemente di ritornare a scuola, pur di stare con qualcuno... non vedevo l'ora di scambiare qualche parola con qualcuno. Detto da un sociofobico potrà sembrare strano ma era così. Ero arrivato al limite. Così mi sono accorto che l'unica cosa da fare è continuare a combattere giorno dopo giorno, immerso negli ambienti che creano il disagio appunto, e non continuare ad evitarli. Solo così si riesce lentamente a combattere questa tremenda fobia. Sono contentissimo di avercela fatta a ritornare, ho riscoperto il piacere di vivere davvero la vita, quella vera, alternata tra momenti a contatto con la gente, con tutti i pro e i contro della situazione, e i momenti da solo, quelli che mi merito dopo essermi messo alla prova quelle ore a scuola, una specie di premio. Sono soddisfatto e ho scoperto che parlare con la gente non è affatto male come pensavo, e che molte volte siamo solo noi a crearci barriere che ci limitano. Aprirsi agli altri non è affatto male, e l'ho potuto constatare dal fatto che alcune persone, di loro spontanea volontà mi hanno raccontato aneddoti delle loro vite, abbiamo conversato del più e del meno senza problemi, cosa che prima accadeva di rado e che ora accade molto di più. Perché? Perché ora sono io a pormi in modo diverso, sono il primo a mettermi in gioco e a provare a rivolgere la parola a qualcuno, anche per la cosa più banale, anche da lì può nascere un bel discorso che in ogni caso ti arricchisce e ti fa sentire soddisfatto. Spero che qualcuno che sia in difficoltà estrema come lo ero io, legga questo post e trovi il coraggio per tornare a fare quello che faceva prima, perché il mondo cambia se cambia il nostro modo di vedere il mondo.
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02-02-2014, 03:30
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#2
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: germania
Messaggi: 520
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Complimenti per la forza che hai avuto
Continua così, mi raccomando
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02-02-2014, 03:37
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#3
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Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,951
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Quote:
Originariamente inviata da mdh
Complimenti per la forza che hai avuto
Continua così, mi raccomando
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Grazie, l'intenzione è quella! C'è anche un ulteriore motivo, oltre a quelli elencati, che mi spinge a non arrendermi e a continuare ad andare a scuola, ma lo racconterò in un altro post Comunque sia, chiunque si sia ripreso si faccia avanti e ci renda partecipe della sua storia. O viceversa, chiunque voglia qualche consiglio è il benvenuto. La sociofobia non l'ho sconfitta, questo è sicuro, ma la sto combattendo, e l'importante è non smettere questo, comunque vada.
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02-02-2014, 15:06
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#4
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Intermedio
Qui dal: Dec 2013
Messaggi: 123
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Bravo....è sicuramente la strada giusta..il difficile è mantenere questo atteggiamento con costanza...spero anche io di riuscirci...
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02-02-2014, 15:54
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#5
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Ubicazione: nel torinese..
Messaggi: 1,103
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Bravissimoooo .......eh..mannaggina...la costanza.....è quella la cosa fondamentale.....cioè...non cadere in tropi alti e bassi..saliscendi...che posson mandare in pappa fisico e cervello
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02-02-2014, 16:21
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#6
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,205
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bene, forza e coraggio
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02-02-2014, 19:55
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#7
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Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,951
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Ragazzi, è difficile, non lo nego. Per farvi capire quant'è difficile questa lotta, è da oggi che mi sto arrovellando sulla giornata di domani, su quelle cinque ore, su cosa potrebbe accadere, su cosa potrei dire, ho paura che qualche professore mi faccia leggere qualcosa, ogni volta vado nel panico, porto con me tante caramelle perché masticare qualcosa di dolce mi fa calmare... insomma, è dura, non lo nego, dentro di me c'è un casino, ma mi terrorizza ancora di più tornare come quella settimana in cui sembrava davvero finita per me, non vedevo alcun futuro. Avete ragione, è la costanza la cosa più dura, infatti pur essendo tornato, l'altra settimana non sono andato tutti i giorni. Questa settimana però punto a farlo, cominciando da domani.
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02-02-2014, 19:57
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#8
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Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,951
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Comunque grazie dell'incoraggiamento, chiunque voglia farsi una chiacchierata io sono sempre a disposizione!
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02-02-2014, 21:04
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#9
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Valdelatresca
Messaggi: 1,092
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bella testimonianza, continua sempre così, bisogna andare alla pugna con onore e senza paura di schiattare
perchè gli eroi che periranno in battaglia finiranno nel Walallha, trasportati dalle Valchirie, e lì berrano birra e vino con gli dei e avranno donne a volontà, e si farà la pugna tutti i giorni e si cavalcherà al fianco di Odino nella caccia alle belve feroci
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02-02-2014, 23:50
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#10
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Avanzato
Qui dal: Jun 2011
Messaggi: 336
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Bravo Onizuka, sai cosa dice Silvani Agosti ? Che ammalarsi in una società come questa è un segno di salute.
Non darti, non diamoci tutte le colpe per non riuscire ad omologarci alla massa, la massa non è sana come ci piace tanto illuderci che sia.
Ci illudiamo che il nostro disagio scaturisca dall'essere diversi, diversi nel senso che valiamo meno di tutti "gli altri" che vivono una vita scandita dal lavoro, dalla famiglia, dai passatempi, dalle ferie etc.
La vertità è molto più complessa e variegata, difficile da cogliere, per ciascuno ci sono verità intime, personali, che lo spingono a vivere in un certo modo, coi propri limiti, coi propri ritmi, coi propri problemi. Ma credo una cosa e credo che valga per tutti i "non omologati"; che non necessariamente le persone "normali", che vengono spesso viste, qui soprattutto, come realizzate, felici, libere da qualunque problema invalidante, non necessariamente queste persone rappresentano il modello ideale cui ispirare di arrivare.
Ed è questo il punto.
La ricerca è complicata, dura, personale, intima, a volte difficilissima e ci coinvolge in una lotta che non basterà forse una vita intera per vincerla. E dovremo, fino a che saremo vivi, sopportare situazioni che saranno sempre fonte di stress.
Perché siamo noi esseri umani a riuscire a malapena a sopravvivere, non siamo nemmeno in grado di garantire cibo e un lavoro a tutti, siamo scrivendo proprio in questi anni un periodo oscuro della storia, siamo così indietro e siamo saturi di questo schifo al punto da non solo non riuscire a rendercene conto, ma da credere che i problemi arrivino tutti quanti da noi.
La nostra ricerca e le nostre sofferenze ci apriranno delle porte, ci indirizzeranno verso risposte ad interrogativi che i "normali" nemmeno si chiederanno mai, e quelle risposte a quegli interrogativi ci porteranno sicuramente da qualche parte, e quella sarà la nostra strada, e non sarà sbagliata se non saremo riusciti ad omologarci alla massa di coglioni, chissene frega di omologarsi, non so gli altri, ma io non mi voglio omologare, voglio solo trovare la mia strada e rimanere onesto nella mia ricerca con gli altri e con me stesso e voglio imparare a conoscermi e a amarmi.
E basta.
E non penserò mai che un lavoro che mi sfrutterà, in cui mi verrà chiesto di svendere le ore della mia vita ad un datore che mi spremerà come un limone sarà la mia realizzazione, cercherò la mia strada e sarò onesto con me stesso e spero che questo basti per trovare anche qualcosa di bello nella vita, qualcosa che spero di meritare e di raggiungere onestamente.
Sono andato un po' OT lo so, non è quindi solo una risposta ai giusti progressi che stai facendo nel superare i tuoi limiti che sono davvero importanti, fondamentali. E' anche un coacervo di pensieri che mi sono arrivati mentre ti rispondevo onizuka, spero di non aver urtato la sensibilità di nessuno, buonanotte e auguri per domani
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03-02-2014, 01:36
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#11
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Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,951
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Quote:
Originariamente inviata da Dave64_128
Bravo Onizuka, sai cosa dice Silvani Agosti ? Che ammalarsi in una società come questa è un segno di salute.
Non darti, non diamoci tutte le colpe per non riuscire ad omologarci alla massa, la massa non è sana come ci piace tanto illuderci che sia.
Ci illudiamo che il nostro disagio scaturisca dall'essere diversi, diversi nel senso che valiamo meno di tutti "gli altri" che vivono una vita scandita dal lavoro, dalla famiglia, dai passatempi, dalle ferie etc.
La vertità è molto più complessa e variegata, difficile da cogliere, per ciascuno ci sono verità intime, personali, che lo spingono a vivere in un certo modo, coi propri limiti, coi propri ritmi, coi propri problemi. Ma credo una cosa e credo che valga per tutti i "non omologati"; che non necessariamente le persone "normali", che vengono spesso viste, qui soprattutto, come realizzate, felici, libere da qualunque problema invalidante, non necessariamente queste persone rappresentano il modello ideale cui ispirare di arrivare.
Ed è questo il punto.
La ricerca è complicata, dura, personale, intima, a volte difficilissima e ci coinvolge in una lotta che non basterà forse una vita intera per vincerla. E dovremo, fino a che saremo vivi, sopportare situazioni che saranno sempre fonte di stress.
Perché siamo noi esseri umani a riuscire a malapena a sopravvivere, non siamo nemmeno in grado di garantire cibo e un lavoro a tutti, siamo scrivendo proprio in questi anni un periodo oscuro della storia, siamo così indietro e siamo saturi di questo schifo al punto da non solo non riuscire a rendercene conto, ma da credere che i problemi arrivino tutti quanti da noi.
La nostra ricerca e le nostre sofferenze ci apriranno delle porte, ci indirizzeranno verso risposte ad interrogativi che i "normali" nemmeno si chiederanno mai, e quelle risposte a quegli interrogativi ci porteranno sicuramente da qualche parte, e quella sarà la nostra strada, e non sarà sbagliata se non saremo riusciti ad omologarci alla massa di coglioni, chissene frega di omologarsi, non so gli altri, ma io non mi voglio omologare, voglio solo trovare la mia strada e rimanere onesto nella mia ricerca con gli altri e con me stesso e voglio imparare a conoscermi e a amarmi.
E basta.
E non penserò mai che un lavoro che mi sfrutterà, in cui mi verrà chiesto di svendere le ore della mia vita ad un datore che mi spremerà come un limone sarà la mia realizzazione, cercherò la mia strada e sarò onesto con me stesso e spero che questo basti per trovare anche qualcosa di bello nella vita, qualcosa che spero di meritare e di raggiungere onestamente.
Sono andato un po' OT lo so, non è quindi solo una risposta ai giusti progressi che stai facendo nel superare i tuoi limiti che sono davvero importanti, fondamentali. E' anche un coacervo di pensieri che mi sono arrivati mentre ti rispondevo onizuka, spero di non aver urtato la sensibilità di nessuno, buonanotte e auguri per domani
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In realtà hai parlato di qualcosa che mi è estremamente vicino, dato che una cosa che mi deprime è appunto questa vita piena di tappe obbligatorie da raggiungere, di lavori incessanti, occupati a fare qualcosa che non si vuole fare. Infatti quello che cerchi è quello che cerco io, ovvero la mia dimensione di felicità vissuta facendo quello che fanno gli altri, perché da lì non si scappa. Prima o poi tocca a tutti buttarsi nel mondo del lavoro, e quindi tra la gente, con tutte le conseguenze. L'obbiettivo sarebbe vivere come gli altri, ma diversamente, non so se ho reso l'idea, ma è la stessa cosa che hai detto tu. Avere una realizzazione interna, più che esterna, ed avere sempre le cose che mi garantiscono la felicità, per essere soddisfatto dopo aver fatto il mio dovere. Parlare è facile in ogni caso, mantenere la costanza in tutto questo e acquisire l'equilibrio giusto non lo è per niente. Chissà, magari un giorno ci arriveremo.
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Ultima modifica di Onizuka; 03-02-2014 a 01:44.
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