robottino

In verità prima ho gironzolato davanti a più di un bar, fino a che ho trovato quello giusto, né troppa gente, né troppo poca. Sono entrato, mi sono avvicinato e ho atteso che la ragazza dietro al banco mi parlasse: “Prego?” “Buongiorno” (salutare è importante, chi ti deve servire ti osserva e ti valuta), “caffè e brioche”.

Perfetto. Ora devo fare attenzione perché la brioche è pericolosa, ha una consistenza tutta sua e se non controllo l’ansia l’esofago mi si chiude e il dolore mi impedisce di deglutire; è l’incidente tipico nelle soste in autostrada, quando sono teso per la guida e la folla dell’autogrill mi disturba: la contrazione mi causa un dolore al petto così forte che devo buttare la brioche, e spesso non riesco a finire nemmeno il caffè. Ma ora va tutto bene.

Per pagare non c’è problema. Mi avvicino alla cassa con il portamonete in mano, e aspetto che sia ancora lei a parlare. “Pago caffè e brioche”, dico, e sorrido. Anche lei sorride. Tlin, plin, fatto. “Grazie, buona giornata”. “Grazie a lei, buona giornata”.

Mi avvio all’uscita, esco, sono fuori e cammino nel sole. La mia anima è attiva ma calma e vigile, e viaggia tranquilla. Come il traffico di questa città, in questa mattinata qualunque.

Inosservato

uhhh, i bar li evito come la peste

Yumenohashi

Rende l'idea

tersite

io ho fatto colazione con questa e della marmellata di pesche autoprodotta

Immagini allegate

ceci_acqua-12-10.jpg‎ (82.6 KB, 6 visite)

An.dream

Scommetto che ti ha dato un cornetto al posto della brioche.

Nekomata

Entrare al bar vicino l'università, solitamente con un paio di compagne.
Perché affrontare una giornata lunga con il caffè delle macchinette è improponibile.
Il bar è gestione familiare, il marito che fa i caffè e la moglie dietro al bancone delle paste.

"Buongiorno."
"Buongiorno care. Il solito?" chiede il marito. Sta già armeggiando con la macchinetta del caffè, perché sa già che ogni mattina ordiniamo tre caffè macchiati.
"Si, grazie." rispondo, le mie compagne stanno già ordinando le brioche, un paio di bresciane. La signora dietro al bancone mi sorride.
"Brioche al cioccolato o con la marmellata?" chiede.
"Cioccolato. Sarà una giornata lunga." dico, lei mi da la brioche e io ringrazio, dall'altra parte il caffè macchiato è già pronto.
"Ti ho già messo lo zucchero." mi dice la mia amica, con la bocca sporca di briciole.
Beviamo i nostri caffè macchiati e mangiamo le brioche, poi andiamo a pagare. Abbiamo già i soldi contati.
"Grazie ragazze, buona giornata." ci saluta la signora, anche il marito ci saluta.
"Grazie, buona giornata." salutiamo.

Usciamo e ci avviamo verso l'università. La mia compagna esprime ciò che pensiamo tutte.
"Quanto è bello quando al bar ti chiedono <<Il solito?>>? Ti fa sentire coccolato."

tersite

bello Nekomata
io il caffè e la pastina di marzapane m e la facevo portare perchè avevo il chiosco
anche lì marito e moglie e figliole , che erano simpaticissime ..bei tempi


all'università invece caffè punti : un po' ero giovane (20 anni) e nn prendevo tutti sti caffè
un po' i soldi erano contati , la colazione la facevo a casa e mangiavo in mensa che era gratuita

Mike Patton

L'ultimo caffè ad un bar l'avrò preso a novembre *usuallyfobic*

Di solito non ci vado mai, altrimenti quei pochi spicci che maneggio finiscono subito. (il caffè di cui sopra a ben ricordare me lo offrirono)

BlackDragon

Se sono da solo tendo a evitarli anche io, o al massimo compro una brioche e me ne vado.

Hazel Grace

Adoro prendere un cappuccino e una brioche vuota o spesso alla crema, ogni tanto almeno nei giorni particolari, solo che non mi piacciono i bar troppo piccoli e vuoti, mi mettono un po in ansia

fabri98

Ora la racconto io la storia di una colazione da sociofobico/socioschifato, realmente avvenuta.

UNA TRISTE COLAZIONE

Mi sveglio tardi come ogni buon cazzaro, alle 9:30 circa.
Mi viene voglia di far una piccola camminata fino al bar, anche perché in casa non c'è nulla con cui fare colazione, a parte il latte che a me non piace.
Mi lavo, mi vesto e vado subito al bar.
Non c'è nessuno nel bar, quindi mi avvicino subito al bancone, dove c'è una ragazza (un cesso con le gambe, ecco perché i pochi che frequentano il bar mangiano sempre ai tavoli fuori) a chiedermi cosa prendo.
Lei fa: "buongiorno, cosa prendi?", ed io, deciso come sempre: "un cornetto al cioccolato ed un bicchiere d'acqua".
La barista, con sguardo dispiaciuto, mi dice: "I cornetti al cioccolato gli ho finiti da poco, ma se vuoi ci sono quelli alla marmellata."
A me, i cornetti alla marmellata fanno defecare, ma non sono il tipo che esce dal bar senza aver preso nulla, e quindi dico: "va bene anche alla marmellata. Me lo puoi imbustare?"
Lei dice di si, ed io prendo il cornetto e mi avvio verso casa, lasciando il bicchiere d'acqua sul bancone, senza averlo neanche toccato.
Apro la busta e faccio a pezzi il cornetto, sfamando i randagi per strada.
Torno a casa e trovo la porta chiusa.
Mia madre è uscita a fare la spesa e non si era neanche accorta che ero fuori casa, quindi aspetto un paio d'ore a bollire al caldo perché la porta è chiusa (chiude sempre la porta a chiave quando va via di mattina, perché forse crede che vengono i ladri proprio mentre io dormo), e me ne sto seduto avanti l'ingresso di casa.
Torna mia madre e mi fa: "Perché non mi hai avvisata che eri in giro?".
Io rispondo con una sonora bestemmia senza alcun senso logico, cosa che evito spesso di fare, ma in questo caso mi esce dal cuore.
Entro in casa e manca un'ora per le 13:00, orario in cui mangiamo a casa nostra.
Faccio colazione con un cono gelato di marca scadente che avevo nel freezer.
Fine.

ocelot83

Probabilmente una delle mie rare forme di interazione sociale
Per 7 anni sono sempre andato nello stesso bar/ristorante a fare colazione (cappuccio e brioche), a prendere un caffè finito il lavoro, e a pranzo una volta la settimana.
Pian piano è nato un buon rapporto coi proprietari; non so quanto possa definirla amicizia ma era una bella cosa, a volte mi è capitato al mattino di arrivare appena aperto il locale, e le brioche non erano ancora arrivate .
3 mesi fà hanno preso in gestione un altro ristorante, più lontano dalla mia zona, e non sono ancora riuscito ad andare a trovarli....
Da allora sto andando regolarmente in un altro bar per la colazione e il caffè post lavoro, e anche li mi stanno imparando a conoscere, anche se al momento più di saluti non c'è stato

Atlas

La mattina mi piace quando ci si ammucchia in tanti nell'unico bar aperto alle 5 del mattino, con il barista che fa un servizio sociale e noi soldati di trincea che si aspetta il rancio per la giornata. Io prendo caffè in quantità industriali, anche come antidepressivo, e qualcosa di salato, poi gli altri chi un panino, chi acqua, l'alcolizzato funzionale che attacca con una birra, quello che si stronfia con un bombolone alla crema, e via. Elettricisti, idraulici, muratori, spazzini, ci si saluta non conoscendosi ma vedendosi sempre ovunque. E il barista congeda tutti con un "buon lavoro", ad uno ad uno mentre ce ne usciamo verso la maratona che sarà la giornata. E' difficile da spiegare, ma vuol dire tanto quel saluto diretto a te, diretto al tuo sacrificio.

robottino

...il caffè dei COMBATTENTI. Capisco bene.

Mi piace.

Suttree

Per me sarebbe un incubo dover interagire con altri esseri umani al mattino presto..già detesto prendere il caffè al bar normalmente..poi circondato da altre persone tristi perché devo andare a lavorare sarebbe proprio la mazzata definitiva
Inoltre il caffè posso bermelo a casa in tutta tranquillità e spendendo meno

Suttree

Io lo vedo più come il caffè degli schiavi senza offesa, visto che prima o poi la "schiavitù" toccherà anche a me e anzi sono disperato perché non trovo lavoro.

Atlas

Centauro

Stavo per scriverlo io.

È una situazione che mi mette una tristezza immensa,già che di mio la mattina presto mi prende l' angoscia esistenziale,figuriamoci poi se devo anche andare a lavorare.

Suttree

Io sono NEET e me ne sto tutto il giorno dietro al PC (salvo rare uscite) lo stesso..visto che non ho i soldi né un'auto per spostarmi

JeanneClaude

Io adoro i bar, anzi adoro un bar. Letteralmente uno solo, quello dove mi conoscono tutti.