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Vecchio 25-03-2011, 04:36   #1
Principiante
 

Salve a tutti
io sono Valentina, 26 anni di Reggio Calabria.
Mi sono iscritta a questo forum perchè spero di trovare qualcuno che abbia avuto un'esperienza simile alla mia, in modo da ricevere qualche consiglio su come muovermi nei prossimi mesi: credo (ma non ne ho la certezza) di soffrire di depressione, ansia, fobia sociale, in che misura lo lascio decidere a voi perchè non mai trovato un medico che mi dicesse nulla in proposito e quindi io stessa ci capisco poco più di un ciufolo.

Vi racconto la mia storia sperando che qualcuno mi risponda.
I miei genitori hanno 71 anni mia madre, 67 mio padre. Io sono l'ultima nata di tre figli, un maschio e due femmine, venuta dopo 12 anni di ritardo. mio fratello è andato via di casa a 17 anni, mia sorella a 20, quindi dai 6 anni in poi sono cresciuta come figlia unica.
Della prima infanzia non ricordo molto, i miei mi dicono che ero una bambina estroversa e che importunavo spesso gli estranei e chiacchieravo con chiunque, tuttavia credo di aver avuto pochi contatti umani perchè i miei erano sempre super impegnati: mia madre era insegnante elementare e il pomeriggio doveva badare un nonno arteriosclerotico e molto irascibile, che non la faceva uscire di casa, mentre mio padre aveva il doppio lavoro, di mattina insegnava al liceo, di pomeriggio gestiva un bar.

La scuola elementare l'ho fatta nella scuola dove insegnava mia madre, fuori città. I miei amichetti erano del paese e quindi, complice la distanza e le difficoltà dei miei genitori, i miei contatti con bambini della mia età in un ambiente non scolastico erano sporadici. A scuola i contatti li avevo ma era tutto falsato, poichè, visto che scrivevo bene e avevo facilità nello studio gli insegnanti mi ritenevano la migliore della classe se non peggio, mi chiedevano di sedermi accanto a loro, mi facevano domande stupide e insistenti del tipo "chi ti piace della classe", mettendomi quindi su un piedistallo e alimentando un'aura di grandezza che non era del tutto meritata e comunque deleteria perchè mi isolava e sono sicura alimentasse desiderio di rivalsa fra gli altri bambini. Il passaggio dalle elementari alle medie è stato traumatico. La mia memoria era ancora ottima, ma le cose da imparare molte di più e nessuno mi aveva mai insegnato il valore del duro lavoro, visto che erano tutti così occupati a lodarmi; così se non ricordavo una cosa alla prima lettura, di solito non resistevo a lungo, perdevo interesse e mollavo. In più, le mie incapacità nello stare con gli altri incominciavano a farsi sentire. Quello che era stato il mio pregio maggiore, l'intelligenza, alle medie divenne il mio peggior difetto, perchè ero diventata, senza rendermene conto, suponente e un po' fanatica; l'insegnante di lettere, ahilei, il primo giorno di scuola mi salutò così: "ecco una che ha la brutta faccia della prima della classe". Tutti risero, risi anch'io, ma di quel riso che non si cuoce, perchè ero imbarazzatissima. Avevo pochi amici, perchè ero impacciata, timida, troppo seria: venivo da una famiglia dove erano tutti adulti, dove si parlava solo di scuola, libri, studio, dove non si scherzava mai e non ci si prendeva mai svaghi. Di quelli che reputavo miei amici, 3 contati, seppi poi che uno mi frequentava perchè sapeva che non avevo amici - trovare un ragazzino che abbia questa sensibilità oggi è impossibile, non gli sarò mai grata abbastanza per essere stato il mio unico vero amico di allora - le altre due sembravano amiche ma col sottinteso che scrivessi loro i temi - cosa che allora facevo con piacere perchè tra amiche ci si aiuta no? Col passaggio alle superiori ci siam persi, mi hanno comunque sempre esclusa dalla loro intimità e questo mi ha ferito spesso, considerato che loro, le mie uniche amiche coincidevano con le mie migliori amiche. Anche alle medie gli insegnanti esaltavano la più brava della classe - che poi non era vero, c'era gente che si impegnava come e più di me, ottenendo buoni risultati; la cosa era meno plateale ma dava un certo contributo al mio isolamento rendendolo più pesante. Come ho detto, non mi impegnavo quasi per nulla, buona parte delle mie energie erano dirette a misurarmi con il problema della solitudine e non trovavo soddisfazione nello studio perchè non mi risultava più facile come una volta. In sostanza alle medie sono riuscita ad andare avanti con buoni voti in virtù di una certa brillantezza intellettuale che ancora avevo ma meriti ce n'erano pochi. Al liceo, nonostante fossi forte nelle materie umanistiche, presi lo scientifico perchè volevo una buona preparazione anche in matematica. Si continua sempre con lo stesso discorso degli insegnanti che esaltano la più brava nelle materie umanistiche (in matematica non ero più la migliore finalmente), con scene disgustose come questa:
Insegnante: "Valentina che voto ti ho messo secondo te?"
Io: "non lo so."
Insegnante: "Dammi un bacio su, sennò non te lo dico"

E via dicendo. A posteriori non mi stupisco che i miei compagni mi vedessero marcia, la cocca della prof, e mi accusassero di avere raccomandazioni. presto sono cominciate le prese in giro, perchè mi sono rivelata per quella che ero, molto incapace (anche se ancora non irrecuperabile a quel punto) socialmente, molto timida, troppo seria per una quindicenne. Una mia compagna che cercava di capirmi disse di me una volta :"E' già vecchia", ed era proprio così. Rapporti sociali all'infuori dell'ambiente scolastico non ne avevo, per alcuni anni ero stata nell'Azione Cattolica ma erano spesso insulti, chiodi, ansie, un ambiente troppo diverso dalla perfezione e dalla gentilezza che regnavano nella mia casa, per cui mollai senza pensarci su due volte. I miei compagni di scuola li consideravo invece, volente o nolente, miei amici, anche se mi prendevano in giro e mi trattavano male. A posteriori, sono certa che molti di loro non lo facessero con malevolenza ma la mia percezione allora era che ridessero di me, e non CON me, e non me ne capacitavo perchè non facevo assolutamente nulla per stargli in mezzo ai piedi e provavo con tutta me stessa a essere gentile.

Lo studio si fece man mano sempre più pesante e, complici la mia mancanza di impegno per i motivi che già sapete e la convinzione che abbassare i miei voti mi avrebbe reso meno invisa ai miei compagni, i miei risultati scolastici andarono in caduta libera. Poi mi sono iscritta all'università, prima a Economia alla Bocconi, non vi dico i sensi di colpa per aver fatto spendere un sacco di soldi ai miei genitori inutilmente, non studiavo, non conoscevo nessuno, né all'università né fuori, ero in un appartamento con 2 ragazzi e una ragazza che ho imparato a odiare, tutti e tre , indistintamente, che mi prendevano in giro e che sentivo fare battute su di me e sulle mie ingenuità quando io ero in camera mia e loro in cucina (le pareti erano sottili, si sentiva tutto). Che se li porti il demonio, alla bocconi si iscrisse anche una mia compagna di liceo, la quale era sempre buttata nel mio appartamento per parlare non con me, ma con i miei compagni di stanza ovviamente, che faceva tranquillamente come se io non ci fossi, e che, quando a Natale decisi di lasciare tutto e tornare a Reggio, con estrema delicatezza tutta femminile, si prese la mia stanza in quattro e quattr'otto: non che dovesse avere rimorsi per quel trasloco, ma chiedere "chissà perchè se ne va Valentina, chissà se posso consolarla, è un peccato perdere l'opportunità della Bocconi..." niente! Il Natale me lo passai da sola a Milano, visto che gli altri erano già andati via per le vacanze, poi me ne tornai a casa con la coda fra le gambe.

Dopodichè sono stata due anni a Reggio a Ingegneria, faticando sempre tanto nello studio, ma Lettere era una cosa improponibile perchè nel corso degli anni ho imparato a odiare la materia in cui eccellevo - non è ironico, la cosa che amavo di più è stata la mia rovina scolastica fino a diventare la mia nemesi - gli esami da momenti difficili da superare cominciarono a diventare degli ostacoli insormontabili, più per tutte le difficoltà che ci ricamavo sopra che per quello che realmente erano, passavo più tempo a pensare che dovevo assolutamente studiare piuttosto che, effettivamente, a studiare, i colleghi universitari diventarono dei semplici conoscenti che si eclissavano, non necessariamente per loro colpe, non appena finiva la necessità dello studio di gruppo: insomma tutto è andato peggiorando. Dopo due anni mi sono trasferita a Giornalismo a Messina, giusto per essere certa di quel che stavo facendo (spero che qualcuno colga l'ironia qui), ma è stato terribile, mi è sembrato un corso estremamente annacquato, pieno di aria fritta, io studiavo con l'approccio dell'ingegnere, sintetizzando e riducendo tutto in definizioni, invece loro ovviamente volevano che ampliassi ogni discorso e argomentassi fino alla nausea: ecco servito un altro disastro. Sono poi tornata a ingegneria per altri due anni e mezzo (fino a dicembre 2010) durante i quali ho tirato su con i denti 5 esami. Ho deciso di mollare definitivamente.

Adesso, quando parlo con una ragazza/ragazzo della mia età provo sensazioni che vanno dal fastidio, al disagio, al vero e proprio desiderio di scappare. Inoltre le persone non hanno voglia di parlare con gente votata alla negatività, che vede tutto nero, e li capisco, chi vorrebbe? In questo modo però è un circolo vizioso. Io non so se la mia sia fobia sociale, di sicuro ho trovato un ottimo sistema di involuzione, di quelli che si autoalimentano.

Con le persone fuori dalla mia fascia d'età me la cavo normalmente, fin tanto che si tratti di conoscenti e persone che so non entreranno mai nella mia sfera privata. Le uniche persone che accetto nel mio mondo sono i miei genitori, con i quali ho un rapporto temo eccessivamente tenero. Ma se me ne vado via di casa perderei le uniche persone con cui parlo di tutto e che, anche se non sempre mi capiscono, mi danno il loro affetto incondizionato.

Ultima modifica di Valentina84; 25-03-2011 a 05:22.
Vecchio 25-03-2011, 04:36   #2
Principiante
 

Ovviamente, avendo smesso di studiare, sto cercando un lavoro, in particolare come correttore di bozze, perchè purtroppo è l'unica cosa che mi sento di saper fare davvero. Anche qui però faccio il tira e molla, finora (un mese circa) ho chiesto in soli tre posti, per esitazione nel rapporto umano, per paura del rifiuto, ma la mia paura più grande è un'altra: e se mi accettassero? Allora, mio dio, dovrei mettermi alla prova, dimostrare di essere all'altezza della situazione, e io non lo sono mai stata nella mia vita.

Resto comunque una depressa cronica, in certi periodi sono stata peggio di come sto adesso, in generale ho sempre sperimentato, dai 16 / 17 anni in poi, in varia misura, stanchezza mentale, desiderio di dormire pur non avendo fatto alcuno sforzo per tutta la giornata, disinteresse per qualsiasi attività, incapacità di reazione, disagio in presenza di persone conosciute o sconosciute. Per alcuni anni ho preso una pillola, Entact, che poi ho smesso gradatamente. Ho visto vari psicologi e uno psichiatra, di loro solo lo psichiatra mi ha dato un aiuto concreto ma a quanto pare non è bastato.

Ho altre piccole / grandi fobie che rendono la mia vita strana e complicata. Odio telefonare, sopporto a stento le telefonate che riceviamo e non telefono mai a nessuno. Odio guidare, mi provoca una sensazione di ansia terribile, che mi da l'impressione di esplodere. Tutte le persone che mi conoscono prima o poi tirano fuori il discorso della guida e ripetono fino alla nausea sempre gli stessi concetti: "... devi guidare, non puoi vivere senza guidare, guidare è necessario, che ci vuole a guidare?..." E tutto il resto della compagnia cantante.

Avevo bisogno di sfogarmi, scusate, e rileggendo mi sembra tutto un po' patetico. Spero che vogliate scusarmi per questa lettura che a tanti sarà risultata noiosa. Scusatemi anche se ci sono errori nei tempi dei verbi, ho scritto di getto.

Ultima modifica di Valentina84; 25-03-2011 a 05:29.
Vecchio 25-03-2011, 08:59   #3
Intermedio
L'avatar di scontenta
 

Ciao Valentina e benvenuta.
Ho letto tutto ciò che hai scritto, in cui si capisce benissimo il tuo stato d'animo.
Vedrai che ci sarà qualcuno qui che ti potrà aiutare in qualche modo, magari perchè ha avuto i tuoi stessi problemi.
Ti mando un abbraccio!
Vecchio 25-03-2011, 09:25   #4
Esperto
L'avatar di barclay
 

Benvenuta
Vecchio 25-03-2011, 09:35   #5
Banned
 

-----------------------------

Ultima modifica di criptico; 14-11-2011 a 12:15.
Vecchio 25-03-2011, 11:49   #6
Avanzato
L'avatar di virginio
 

Ciao Valentina, benvenuta!
Vecchio 25-03-2011, 12:28   #7
Esperto
L'avatar di clanghetto
 

Salve e Benvenuta!
Vecchio 25-03-2011, 12:29   #8
Banned
 

Benvenuta Valentina
Vecchio 25-03-2011, 12:54   #9
Intermedio
 

ho letto tutto fino in fondo ...storia molto simile alla mia , tranne essere il primo della classe
Benvenuta tra noi
Vecchio 25-03-2011, 13:22   #10
Banned
 

Benvenuta
Vecchio 25-03-2011, 13:35   #11
Esperto
L'avatar di Wasted Life
 

Ciao Valentina,benvenuta!
Vecchio 25-03-2011, 15:25   #12
Esperto
L'avatar di very90
 

Benvenuta!
Vecchio 25-03-2011, 15:58   #13
Intermedio
L'avatar di Hartigan
 

Ciao e benvenuta
Vecchio 25-03-2011, 16:11   #14
Banned
 

Benvenuta Valentina, ho letto tutta la tua storia....mi spiace davvero....inoltre ultimamente provo quello che provi tu, ovvero stanchezza cronica ecc ecc...sono in cura con entact.....quindi ti capisco.
Vecchio 25-03-2011, 16:24   #15
Esperto
 

benvenuta
Vecchio 25-03-2011, 16:50   #16
Banned
 

Ciao Valentina, benvenuta, siamo coetanei.

Fino alle medie anch'io andavo molto bene a scuola, ma più che di impedimento era di ausilio alle relazioni sociali. Godevo dello status di "quello bravo/intelligente", e tutti volevano sedersi accanto a me :-)
Alle superiori però, trasferitomi in un'altra regione, è cambiato tutto. Professori odiosi che non premiavano l'impegno, compagni disinteressati a qualunque cosa non riguardasse sport, motorini/macchine, ubriacature e discoteche.
Mi sono chiuso a riccio tirando avanti con il minimo indispensabile, fino all'università, quando le cose sono un po' migliorate, ma solo un po'.
Anch'io sono sempre stato considerato più vecchio/maturo dei miei coetanei. Forse perché invecchiando si perde spontaneità, che è poi una delle cose che manca a noi.

Di nuovo benvenuta, e non preoccuparti, quello che hai scritto non è affatto patetico, anzi è molto coraggioso. :-)

Ultima modifica di Angus; 25-03-2011 a 16:53.
Vecchio 25-03-2011, 18:09   #17
Esperto
L'avatar di missim
 

Ciao e benvenuta
Vecchio 26-03-2011, 01:11   #18
Esperto
L'avatar di lizbon
 

ciao Valentina, benvenuta
Vecchio 26-03-2011, 01:45   #19
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

benvenuta
Vecchio 26-03-2011, 01:56   #20
Intermedio
L'avatar di Leopard
 

benvenuta Valentina
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