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Vecchio 24-01-2013, 19:46   #1
Esperto
L'avatar di clizia
 

Sono stata incerta fino all'ultimo se aprire questo topic o no, ma poi ho deciso di farlo, seppur titubante.
La mia indecisione deriva dal fatto che non so come impostare la discussione: vuole essere un topic di semplice sfogo, di analisi razionale dei fatti che andrò a raccontare o un topic nel quale chiedere consigli efficaci sulla soluzione ottimale da perseguire?

Allora, cercherò di spiegare la situazione il meglio che posso, anche se in questo momento non sono molto lucida mentalmente.

Come tutti i vecchi utenti del forum sanno, faccio l'insegnante (purtroppo); da 3 anni a questa parte ricopro il ruolo di sostegno. Sino ad ora mi sono trovata sempre abbastanza bene nel sostegno, perchè ho lavorato con ragazzi carini, gestibili e in zone della città abbastanza tranquille, ricoprendo una posizione abbastanza defilata, rispetto al docente di cattedra che è sempre al centro dell'attenzione.

Purtroppo quest'anno sono finita nel "bronx" della mia città, ovvero nel quartiere più malfamato e degradato in assoluto. Dato che sono arrivata già agli arbori di settembre, mi hanno assegnato il caso più grave della scuola: un ragazzino cognitivamente sano, ma con problemi comportamentali di tipo oppositivo-provocatorio.
La situazione però dell'intera scuola è di per sé tragica: alunni che scappano in continuazione dalle classi, parolacce e bestemmie anche verso gli insegnanti, risse in continuazione, incursioni inaspettate di genitori che minacciano i professori e via dicendo. Insomma, un vero incubo.
In realtà, data la situazione descritta e data la mia personalità molto flemmatica, riflessiva, introversa (e purtroppo eccessivamente ansiosa e insicura), unita a un aspetto molto adolescenziale e delicato, non posso certo dire di essere capitata bene, tutt'altro.

Anche se possiamo credere che per agire al meglio sia bene eliminare qualsivoglia idea relativa al fatto di avere un determinato carattere o una determinata personalità, mi sono accorta che, nonostante l'impegno, saranno sempre gli altri ad etichettarti in un certo modo, anche se ci illudiamo di poter credere di essere in grado di scrollarci di dosso la nostra personalità assieme ai nostri vissuti. Ma non è così. I ragazzi di queste periferie mi hanno fiutata subito e pur avendo un rapporto discreto con le classi, purtroppo ho un rapporto pessimo col ragazzino che dovrei seguire nel particolare, che è un vero bullo in salsa psicopatica.

Scusate la crudezza, ma purtroppo è così, ed è la tremenda e dura verità. Questo ragazzino ha sviluppato dei disagi e dei disturbi di personalità a causa del suo tragico vissuto familiare e manifesta comportamenti aggressivi per via del contesto socio-culturale, in cui si sopravvive solo dimostrando di essere i più forti fisicamente e i più temerari. Qui la metà dei ragazzini manifesta comportamenti deviati perché appunto strutturano una personalità a partire da un contesto umanamente degradato che non favorisce il sano sviluppo di una personalità armonica ed equilibrata. Insomma, le patologie mentali aumentano proprio in certi contesti socio-culturali, a dimostrazione del fatto che l'ambiente agisce sulla nostra mente più di quel che possiamo pensare.

Tornando a noi: questo ragazzino, quando è nervoso (diciamo il 60-70% delle volte), se la prende sempre con me, non solo perché sono la sua figura di riferimento e perché ha un rapporto estremamente conflittuale con le figure femminili, ma anche perché mi scorge gentile e delicata, che nel suo universo significa debole e da schiacciare.
Bè, oggi stava letteralmente fuori di testa, tanto che (senza a stare a raccontare qui l'intera dinamica), mi ha dato delle botte al braccio (che tuttora mi fa male) e mi ha spinto a terra facendomi cadere; così è dovuto intervenire in mio soccorso un altro ragazzo semi-bullo (col quale sono riuscita comunque a instaurare un buon rapporto visto che ci si può un minimo ragionare) che lo ha bloccato a terra fisicamente per evitare che combinasse altri danni. Mi sono sentita morire e inondare da una sensazione di impotenza, dolore e sopraffazione violenta, come se il mio valore agli occhi di quei ragazzini dipendesse solo dalla mia capacità di difendermi fisicamente. Insomma, il ragazzino "bullo-psicopatico" mi ha poi riempita di insulti e mi ha lanciato contro degli oggetti che, se mi avessero preso, mi avrebbero senz'altro fatto molto male.

L'idea di dover vivere le mie giornate in questo modo fino a giugno mi fa star male; ogni giorno per me è un calvario, a volte piango prima di recarmi sul posto del lavoro e non mi era mai successo, pur non amando molto il mondo della scuola (dal quale vorrei fuggire al più presto).

La scorsa settimana una collega è finita in ospedale ed ha avuto una settimana di prognosi perchè l'alunno (un altro) l'ha picchiata sulla testa, facendola sbattere al muro...ieri un'altra collega ha avuto una crisi di nervi dopo che due classi l'hanno aggredita assieme insultandola pesantemente.

La domanda è questa: ma se è dura pure per le persone con una forte autostima e sicure di sé, come può essere per una come me una situazione così?
E' una parola scrollarsi di dosso le etichette e fare finta di presentarsi sicuri di sé e spavaldi, di fronte a una realtà animalesca che fiuta istantaneamente ciò che sei e distorce il tuo valore sulla base di paramentri valoriali per cui certe qualità per loro sono solo difetti: una ragazza introversa, riflessiva, colta, pacata, gentile, delicata per loro è meno di zero. In realtà le ragazze mi adorano per la mia disponibilità e attenzione all'ascolto, così come alcuni ragazzi che ho saputo prendere. Ma i bulli....per loro io sono carne da macello, perché colgono l'occasione - lì dove scorgono candore e finezza d'animo - di sfogare sul povero malcapitato la loro rabbia e frustrazione.
La cosa che mi fa pena è che questi bulli (in più con disturbi comportamentali sviluppati a seguito della loro storia) sono quelli che, pur credendosi forti, soffrono più di tutti: sono carichi di odio e rabbia e alla fine l'inferno che hanno dentro non lo scambierei mai e poi mai con la mia insicurezza, anche se all'apparenza credono di averla avuta vinta sul prossimo solo perché fanno la voce grossa e ricorrono alle mani.
Però intanto mi tocca sopportare tutto questo sino a giugno e io veramente non ce la faccio più, anche perchè le istituzioni, soprattutto in questo momento storico, sono veramente deboli e impotenti. Io non mi sento tutelata.

I colleghi sostengono che ciò che non uccide fortifica. Io ho un'altra teoria: a volte ciò che non uccide ti fa andare "semplicemente" in depressione profonda. E' giusto dover subire tutto questo per guadagnarsi il pane?
Vecchio 24-01-2013, 19:51   #2
Esperto
L'avatar di paccello
 

La risposta è no, non è giusto. Massima solidarietà per l'avere a che fare con questa feccia umana, di cui sopporto a malapena di leggerne. Ma mi domando come tu ci sia finita e perché tu abbia accettato. Cioè, capisco che per campare bisogna lavorare, ma la tua consapevolezza di essere "debole", tantopiù di fronte a questa fecciaglia che ti fa così soffrire e con cui rischi sia fisicamente che come salute mentale, non dovrebbe portarti a voler cambiare aria?

Edit: ho risposto senza leggere con attenzione l'inizio, ovvero che finora ti era andata abbastanza bene. A questo punto però mi chiedo se tu non stia comprensibilmente mettendo in discussione il tuo essere adatta al percorso che forse hai scelto.

Ultima modifica di paccello; 24-01-2013 a 19:53.
Vecchio 24-01-2013, 20:02   #3
Esperto
L'avatar di clizia
 

Quote:
Originariamente inviata da paccello Visualizza il messaggio
La risposta è no, non è giusto. Massima solidarietà per l'avere a che fare con questa feccia umana, di cui sopporto a malapena di leggerne. Ma mi domando come tu ci sia finita e perché tu abbia accettato. Cioè, capisco che per campare bisogna lavorare, ma la tua consapevolezza di essere "debole", tantopiù di fronte a questa fecciaglia che ti fa così soffrire e con cui rischi sia fisicamente che come salute mentale, non dovrebbe portarti a voler cambiare aria?

Edit: ho risposto senza leggere con attenzione l'inizio, ovvero che finora ti era andata abbastanza bene. A questo punto però mi chiedo se tu non stia comprensibilmente mettendo in discussione il tuo essere adatta al percorso che forse hai scelto.
Ho dovuto accettare per forza perché era la chiamata per il ruolo. Se non avessi accettato, non avrei potuto lavorare mai più nella scuola.

Mi piacerebbe molto cambiare, ma con la laurea che ho è dura trovare un altro lavoro, pagato allo stesso modo; in più ho speso purtroppo quasi 3 anni per formarmi come insegnante, senza rendermi conto di ciò a cui andavo incontro .
Inoltre, tutte le mie amiche che con la laurea in lettere hanno provato altre strade (ad esempio lavorare nel campo della cultura), ora sono a spasso o prendono al massimo 600 euro al mese; comunque riuscire a lavorare in posti allettanti come case editrici o in associazioni che organizzano eventi culturali, richiede doti relazionali che non ho, come il riuscire a infilarmi negli ambienti coltivando i contatti, le conoscenze ecc. Almeno per me che non vivo nel ricco nord funziona così!
Vecchio 24-01-2013, 20:11   #4
Esperto
L'avatar di Pablo's way
 

Deve essere veramente dura, la tua è una vera missione a tratti direi quasi impossibile, e devo dire che ti faccio i miei complimenti per aver dimostrato comunque grande coraggio e forza provando ad aiutare questi ragazzi.

Bisogna anche dire però che c'è un limite a tutto e le mani addosso quelle proprio no. Credo che tu debba valutare la questione a fondo e cercare di capire fino a che punto ti è possibile sopportare questa situazione, non devi rimetterci di salute ecco, tutto questo stress non ti fa bene.

Io non ti sto dicendo di mollare, ti consiglio di valutare la situazione a mente fredda, capire se e quanto sarai costretta a frequentare questo ambiente, capire se hai la forza di resistere per la durata di questo periodo senza compromettere la tua salute psicofisica.

Per il resto cerca di capire come poterti difendere da situazioni limite, ci sono i dirigenti scolastici i quali debbono prendersi le loro responsabilità ed intervenire in questi casi. Ci sono i colleghi insieme ai quali bisogna trovare soluzioni e poi ci sono anche le forze dell'ordine, perchè se uno ti mette le mani addosso ci sono anche quelle....

Un abbraccio
Vecchio 24-01-2013, 20:11   #5
Esperto
L'avatar di clizia
 

Quote:
Originariamente inviata da dicred Visualizza il messaggio
Ciao cerco di rispondere, avendo una certa esperienza in ambito lavorativo e non essendo più un ragazzino.
Quello che non uccide fortifica e non devi assolutamente cadere in depressione.
Non è colpa tua. In nessun caso.
Hai fatto un'analisi completa, profonda. Hai già detto tutto te.
Ti dirò di più...
impara da questi ragazzi.
Mi spiego: sei delicata. In questo mondo, tuttavia serve anche un pò di corazza. In particolare la corazza...
Apprendi da questi ragazzi. Non dico che devi reagire a modo loro ma iniziare ad elaborare altri tipi di risposte... più dirette...
Vedila come una palestra del carattere.
Dei ragazzini e della loro situazione hai già detto tutto. Si, magari farà anche rabbia vedere queste reazioni ma... pensa al loro futuro... se non cambieranno... hanno una condanna già scritta.
Vuoi tentare di salvarne qualcuno? Devi imparare a parlare la loro lingua.
Se riuscirai a sviluppare anche un pò di "forza rozza" che serve, credimi serve... unita all'altro tuo aspetto delicato... beh... diventerai una donna completa, capace di cavarsela in ogni situazione.
Questa è una scuola anche per te. Sfruttala. Altro che deprimersi.
Ciao dicred,
ti ringrazio molto della risposta sincera e costruttiva. Infatti hai ragione, dovrei vivere questa esperienza come una palestra utile a fortificare il mio carattere.
Ma anche solo la scuola "normale" per me è stata una vera e propria palestra; fino a quando ero solo una studentessa, vivevo nel mio mondo fatto di ideali e libri, poi da quando sono scesa nell'agone del mondo scolastico...bè, mi sono resa conto che lo studio all'università e il frequentare amici molto affini a me mi aveva protetta dal duro scontro con la realtà, perché sino ad allora potevo facilmente evitare ciò che più mi faceva paura. Da quando lavoro sono costretta a fare ciò che più suscita in me timore, imparando a non mostrare all'esterno che quella cosa mi fa paura. E infatti sono migliorata molto, anche se di strada ne devo fare ancora molta, per fortificarmi e indossare la maschera dell'impassibilità (che proprio non mi appartiene).
Però già il fatto che dentro di me ho sentito ribollire lo spirito battagliero che mi ha esortato a non lasciare il lavoro per non dare soddisfazione a quel teppistello, mi è sembrato un riscontro positivo. Sì, ho pianto un po'al ritorno, mi sono lamentata, però....però c'è anche una parte di me che vuole andare avanti e non vuole mollare. Già la perseveranza per me è un traguardo, così come il non fuggire di fronte ai problemi. Un tempo l'avrei fatto senz'altro.
Spero che prima o poi riesca a costruirmi questa famosa corazza, ma essendo molto sensibile ed emotiva per me è l'obiettivo più arduo da raggiungere...non ci sono riuscita da adolescente...sarò capace adesso?
Vecchio 24-01-2013, 20:24   #6
Esperto
L'avatar di Efits
 

Ho avuto un insegnante nelle scuole superiori, un uomo eccezionale nonostante l'età(era prossimo alla pensione e ha chiesto più volte deroghe in proposito, che data la sua condotta impeccabile, qualcosa come 2 giorni di malattia in 40 anni di servizio gli sono state accordate) che ci ha raccontato molte volte episodi riguardanti i suoi primi incarichi.
Il tuo racconto mi ha ricordato molto il suo, con la differenza che non si trattava di ragazzini ma di quasi adulti, triennio superiore.
Anche lui parlava di ragazzi maneschi, che durante i moti del 68 non esitavano a entrare in classe con bastoni o armi varie, e della sua iniziale paura nel rapportarsi a loro.
E' riuscito a far ragionare i più imponendosi come figura a cui dovere rispetto anche senza formalità, non era insolito anche da noi insultarci con epiteti coloriti per riportare all'ordine o semplicemente per scherzare.
In sostanza avrebbe quotato le parole di dicred, bisogna usare un tipo di linguaggio che riescono a comprendere per non farsi mettere i piedi in testa.
Tuttavia era un uomo ben piantato ed atletico, spiccatamente estroverso(organizzava feste extrascolastiche con gli alunni a casa sua, giusto per dirne una) e i ragazzi in questione erano scapestrati, casinisti, maneschi, ma a quanto disse capaci di ragionare, non con problemi mentali.

In ogni caso non sei una santa, nè una psicologa quindi non devi farti carico dei loro problemi se la cosa risulta danneggiarti ma semplicemente portarti a casa la pagnotta alla meno peggio.
Cerca di svolgere il tuo mestiere quanto meglio puoi e te lo permettono, senza esporti a rischi inutili o avere ambizione di cambiarli ove non è possibile.
Vecchio 24-01-2013, 20:30   #7
Esperto
L'avatar di clizia
 

Quote:
Originariamente inviata da Efits Visualizza il messaggio
In sostanza avrebbe quotato le parole di dicred, bisogna usare un tipo di linguaggio che riescono a comprendere per non farsi mettere i piedi in testa.
Tuttavia era un uomo ben piantato ed atletico, spiccatamente estroverso(organizzava feste extrascolastiche con gli alunni a casa sua, giusto per dirne una) e i ragazzi in questione erano scapestrati, casinisti, maneschi, ma a quanto disse capaci di ragionare, non con problemi mentali.

In ogni caso non sei una santa, nè una psicologa quindi non devi farti carico dei loro problemi se la cosa risulta danneggiarti ma semplicemente portarti a casa la pagnotta alla meno peggio.
Cerca di svolgere il tuo mestiere quanto meglio puoi e te lo permettono, senza esporti a rischi inutili o avere ambizione di cambiarli ove non è possibile.
Infatti il segreto sarebbe usare il loro linguaggio, ma non essendoci abituata mi imbarazza un po' esprimermi in quel modo!
E poi il carisma di un estroverso....o ce l'hai o non ce l'hai, purtroppo!

Comunque quelle che ho quotato sono parole sante: io cerco di svolgere al meglio il mio lavoro con diligenza, poi se me lo permettono bene, altrimenti...ciccia. Non posso finire al pronto soccorso come la collega. Peccato che seguo ben tre alunni da portare all'esame...sarà un'impresa con l'"amico fritz"! (ridacchio per non piangere!)
Vecchio 24-01-2013, 20:51   #8
Esperto
L'avatar di clizia
 

Quote:
Originariamente inviata da dicred Visualizza il messaggio
...ma io penso di si. Sei una persona intelligente.
Il punto è: ha senso scappare? Se lo fai ora... c'è il rischio di farlo in futuro se la medesima situazione si verifica.
Hai ragione. Anche se non vivrò più la medesima situazione, comunque avrò imparato a barcamenarmi nelle situazioni difficili (qualunque esse siano) senza però fuggire. Non voglio sviluppare uno stile evitante di approccio ai problemi; si finisce col rimanere vittime delle proprie paure e ad avere paura del mondo intero.

Quote:
Originariamente inviata da dicred Visualizza il messaggio
Non devi subìre passivamente, nè reagire in modo spropositato (classico di chi accumula, accumula e poi esplode) ma imparare a reagire all'istante.
Sì, concordo, anche se mi riesce difficile. L'assertività non è il mio forte e spesso mi tengo tutto dentro, chiusa nel vortice di rimuginii che non fanno altro che alimentare il mio senso di inadeguatezza. Meno messa in discussione di sé e più azione. Ancora non sono brava a dosare la mia capacità di reazione alle situazioni, però sto felicemente notando che sto imparando a rispondere a tono, anche se non sempre ne sono capace. Il dover riflettere e analizzare le situazioni "mi frega" sempre nella tempistica di reazione. E invece, spinta dalla rabbia e forse dall'istinto di sopravvivenza sto imparando ad essere più reattiva e attiva nel difendere le mie posizioni. Certo, se mi confrontassero alle altre persone, sicure di sé e del proprio operato, risulterei sempre poco incisiva, ma rispetto alla me stessa di un tempo posso dire di aver fatto discreti progressi. Forse sto imparando, un po', piano piano. Una discesa agli inferi per poi risalire più consapevole di ciò che sono e delle mie potenzialità inespresse.

Quote:
Originariamente inviata da dicred Visualizza il messaggio
Difendi la tua delicatezza. Per difenderti hai bisogno di essere forte.
La delicatezza la riservi alle persone ed ai contesti adatti. Non puoi metterti a nudo con tutti/e anche se ciò ti viene spontaneo.
Dosa bene delicatezza e "cattiveria agonistica". In questo mondo serve.
Ma... diciamocela tutta... è sempre servita... in qualunque era e con qualunque animale.
Bellissimo ciò che hai scritto; dovrei riservare la mia delicatezza a chi se la merita.
Mettere confini tra me e le persone è uno dei problemi più grossi che ho, però. A volte mi sento ancora come la ragazzina acqua e sapone con la treccia sulle spalle che, con un sorriso sulle labbra e carica di fiducia, si mette a nudo ed è semplicemente se stessa nella relazione col prossimo, perché abituata ad essere trasparente e spontanea. Forse è per questo che mi scambiano tutti per una ragazza più piccola: non solo per l'aspetto, ma anche per il mio modo di fare. Non so indossare le maschere che solitamente un adulto assume su di sè, in un'operazione di difesa della propria intimità. Una dissimulazione onesta che ancora devo imparare a fare mia.
Vecchio 24-01-2013, 20:52   #9
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io credo che se questo ragazzino ha più di 14anni già molte sue compagne si staranno bagnando pensando a lui
Vecchio 24-01-2013, 20:58   #10
Banned
 

Ci vorrebbe l'educatore inteso come maestro di vita, una persona che praticamente vive con lui e lo cambi influenzandolo positivamente non solo in quelle ore di scuola.. ma in ogni ambito, in ogni piccola cosa.
Anche per questo stavo pensando guardando ragazzini delle nuove generazioni.. bisognerebbe aprire un vero e proprio campo di addestramento. Sia fisico che mentale.
La disciplina secondo me è una cosa che non si può insegnare fra una campanella e l'altra a scuola... è una filosofia di vita che dovrebbe essere trasmessa proprio in ogni piccola cosa... da quando ti alzi al mattino e fai il letto a quando ti corichi. Per trasmettere la disciplina è fondamentale che l'insegnante si guadagni il rispetto e la credibilità da parte di questi ragazzi quindi se il "Dio" di questo ragazzo (come alla fine di moltissimi) è il rapporto di forza.. così sia.. l'educatore dovrebbe "batterlo" su quello stesso campo e questo gli garantirebbe il rispetto. Ottenuto il quale si passa all'insegnamento vero e proprio attraverso un percorso di crescita applicato alla vita quotidiana. Ci vuole insomma un addestramento di stampo marziale/militare che li riprenda proprio dalla base. Da come mangi... da come parli.. tutto. E secondo me i ragazzi stessi alla fine si divertirebbero e ti ringrazierebbero di un esperienza simile.
Vecchio 24-01-2013, 21:09   #11
Banned
 

fino ad alcuni decenni fa ragazzi come quello o sarebbero stati presi a legnate sui denti o abbandonati al proprio destino ( gente così sicuro sarebbe finita in galera oppure uccisi in risse per futili motivi )
adesso invece per farli divertire di più gli si dà la maestra da usare come sacco da boxe.
Vecchio 24-01-2013, 21:23   #12
Esperto
L'avatar di paccello
 

Quote:
Originariamente inviata da clizia Visualizza il messaggio
Ho dovuto accettare per forza perché era la chiamata per il ruolo. Se non avessi accettato, non avrei potuto lavorare mai più nella scuola...!
Sì, dovevo immaginarlo. Rischiare la salute fisica e mentale per 'sta fecciaglia, e o mangi 'sta minestra o salti... Bleah. Coraggio coraggio coraggio.
Vecchio 24-01-2013, 23:25   #13
Principiante
 

Ti rispondo perchè in passato sono stato vittima di bullismo e quindi conosco le dinamiche... Prima cosa non è giusto che una persona per guadagnarsi da vivere debba subire in quel modo... e poi quel che mi viene da consigliarti è che da un bullo non ci si deve mai far vedere indifesi... se continua a metterti le mani addosso fagli presente che tu pur non potendoti difendere fisicamente puoi procedere per vie legali... ma scherziamo... uno lavora e senza motivi particolari deve rischiare la propria incolumità...
Vecchio 24-01-2013, 23:34   #14
Esperto
L'avatar di muttley
 

Quote:
Originariamente inviata da clizia Visualizza il messaggio
Inoltre, tutte le mie amiche che con la laurea in lettere hanno provato altre strade (ad esempio lavorare nel campo della cultura), ora sono a spasso o prendono al massimo 600 euro al mese; comunque riuscire a lavorare in posti allettanti come case editrici o in associazioni che organizzano eventi culturali, richiede doti relazionali che non ho, come il riuscire a infilarmi negli ambienti coltivando i contatti, le conoscenze ecc. Almeno per me che non vivo nel ricco nord funziona così!
Come ti ho scritto su fb, avresti dovuto fare una facoltà scientifica perché è risaputo che quelle umanistiche richiedono doti relazionali, "umane" appunto (anch'io ho fatto questa fine, ma il discorso dietro alla mia situazione è più complesso). Ora puoi solo pensare di coltivare altre doti "umane" e intrallazzare come se non ci fosse un domani per introdurti in altri ambienti, oppure trasferirti...no pain no gain, diceva qualcuno e purtroppo sappiamo che oggi vige la logica dell'uccidibilità contro quella della vivibilità...
Vecchio 25-01-2013, 00:33   #15
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

La domanda fondamentale è: quanto deve durare ancora questa tortura?

Perché le torture a volte si possono sopportare, non a lungo però.

Se c'è un obbiettivo che lo stare in quella classe ti permette di raggiungere in tempi ragionevoli (chessò, il ruolo), secondo me la risposta è: sii cinica.

Cioè:

1) fregatene di "aiutare" gli studenti (o quantomeno concentrati su quelli più umani).

2) pensa solo a te stessa e al tuo benessere psichico e fisico.

3) non darti pena per alcunché che non ti sia obbligatorio o strettamente richiesto dal ruolo che svolgi; fai il meno possibile e dedicagli il minor tempo possibile (correzione compiti, preparazione lezioni ecc).

4) usa l'arma del voto quando puoi, cinicamente e barbaramente.

5) cose analoghe.
Vecchio 25-01-2013, 00:55   #16
Avanzato
 

Quote:
Originariamente inviata da clizia Visualizza il messaggio
Sono stata incerta fino all'ultimo se aprire questo topic o no, ma poi ho deciso di farlo, seppur titubante.
La mia indecisione deriva dal fatto che non so come impostare la discussione: vuole essere un topic di semplice sfogo, di analisi razionale dei fatti che andrò a raccontare o un topic nel quale chiedere consigli efficaci sulla soluzione ottimale da perseguire?

Allora, cercherò di spiegare la situazione il meglio che posso, anche se in questo momento non sono molto lucida mentalmente.

Come tutti i vecchi utenti del forum sanno, faccio l'insegnante (purtroppo); da 3 anni a questa parte ricopro il ruolo di sostegno. Sino ad ora mi sono trovata sempre abbastanza bene nel sostegno, perchè ho lavorato con ragazzi carini, gestibili e in zone della città abbastanza tranquille, ricoprendo una posizione abbastanza defilata, rispetto al docente di cattedra che è sempre al centro dell'attenzione.

Purtroppo quest'anno sono finita nel "bronx" della mia città, ovvero nel quartiere più malfamato e degradato in assoluto. Dato che sono arrivata già agli arbori di settembre, mi hanno assegnato il caso più grave della scuola: un ragazzino cognitivamente sano, ma con problemi comportamentali di tipo oppositivo-provocatorio.
La situazione però dell'intera scuola è di per sé tragica: alunni che scappano in continuazione dalle classi, parolacce e bestemmie anche verso gli insegnanti, risse in continuazione, incursioni inaspettate di genitori che minacciano i professori e via dicendo. Insomma, un vero incubo.
In realtà, data la situazione descritta e data la mia personalità molto flemmatica, riflessiva, introversa (e purtroppo eccessivamente ansiosa e insicura), unita a un aspetto molto adolescenziale e delicato, non posso certo dire di essere capitata bene, tutt'altro.

Anche se possiamo credere che per agire al meglio sia bene eliminare qualsivoglia idea relativa al fatto di avere un determinato carattere o una determinata personalità, mi sono accorta che, nonostante l'impegno, saranno sempre gli altri ad etichettarti in un certo modo, anche se ci illudiamo di poter credere di essere in grado di scrollarci di dosso la nostra personalità assieme ai nostri vissuti. Ma non è così. I ragazzi di queste periferie mi hanno fiutata subito e pur avendo un rapporto discreto con le classi, purtroppo ho un rapporto pessimo col ragazzino che dovrei seguire nel particolare, che è un vero bullo in salsa psicopatica.

Scusate la crudezza, ma purtroppo è così, ed è la tremenda e dura verità. Questo ragazzino ha sviluppato dei disagi e dei disturbi di personalità a causa del suo tragico vissuto familiare e manifesta comportamenti aggressivi per via del contesto socio-culturale, in cui si sopravvive solo dimostrando di essere i più forti fisicamente e i più temerari. Qui la metà dei ragazzini manifesta comportamenti deviati perché appunto strutturano una personalità a partire da un contesto umanamente degradato che non favorisce il sano sviluppo di una personalità armonica ed equilibrata. Insomma, le patologie mentali aumentano proprio in certi contesti socio-culturali, a dimostrazione del fatto che l'ambiente agisce sulla nostra mente più di quel che possiamo pensare.

Tornando a noi: questo ragazzino, quando è nervoso (diciamo il 60-70% delle volte), se la prende sempre con me, non solo perché sono la sua figura di riferimento e perché ha un rapporto estremamente conflittuale con le figure femminili, ma anche perché mi scorge gentile e delicata, che nel suo universo significa debole e da schiacciare.
Bè, oggi stava letteralmente fuori di testa, tanto che (senza a stare a raccontare qui l'intera dinamica), mi ha dato delle botte al braccio (che tuttora mi fa male) e mi ha spinto a terra facendomi cadere; così è dovuto intervenire in mio soccorso un altro ragazzo semi-bullo (col quale sono riuscita comunque a instaurare un buon rapporto visto che ci si può un minimo ragionare) che lo ha bloccato a terra fisicamente per evitare che combinasse altri danni. Mi sono sentita morire e inondare da una sensazione di impotenza, dolore e sopraffazione violenta, come se il mio valore agli occhi di quei ragazzini dipendesse solo dalla mia capacità di difendermi fisicamente. Insomma, il ragazzino "bullo-psicopatico" mi ha poi riempita di insulti e mi ha lanciato contro degli oggetti che, se mi avessero preso, mi avrebbero senz'altro fatto molto male.

L'idea di dover vivere le mie giornate in questo modo fino a giugno mi fa star male; ogni giorno per me è un calvario, a volte piango prima di recarmi sul posto del lavoro e non mi era mai successo, pur non amando molto il mondo della scuola (dal quale vorrei fuggire al più presto).

La scorsa settimana una collega è finita in ospedale ed ha avuto una settimana di prognosi perchè l'alunno (un altro) l'ha picchiata sulla testa, facendola sbattere al muro...ieri un'altra collega ha avuto una crisi di nervi dopo che due classi l'hanno aggredita assieme insultandola pesantemente.

La domanda è questa: ma se è dura pure per le persone con una forte autostima e sicure di sé, come può essere per una come me una situazione così?
E' una parola scrollarsi di dosso le etichette e fare finta di presentarsi sicuri di sé e spavaldi, di fronte a una realtà animalesca che fiuta istantaneamente ciò che sei e distorce il tuo valore sulla base di paramentri valoriali per cui certe qualità per loro sono solo difetti: una ragazza introversa, riflessiva, colta, pacata, gentile, delicata per loro è meno di zero. In realtà le ragazze mi adorano per la mia disponibilità e attenzione all'ascolto, così come alcuni ragazzi che ho saputo prendere. Ma i bulli....per loro io sono carne da macello, perché colgono l'occasione - lì dove scorgono candore e finezza d'animo - di sfogare sul povero malcapitato la loro rabbia e frustrazione.
La cosa che mi fa pena è che questi bulli (in più con disturbi comportamentali sviluppati a seguito della loro storia) sono quelli che, pur credendosi forti, soffrono più di tutti: sono carichi di odio e rabbia e alla fine l'inferno che hanno dentro non lo scambierei mai e poi mai con la mia insicurezza, anche se all'apparenza credono di averla avuta vinta sul prossimo solo perché fanno la voce grossa e ricorrono alle mani.
Però intanto mi tocca sopportare tutto questo sino a giugno e io veramente non ce la faccio più, anche perchè le istituzioni, soprattutto in questo momento storico, sono veramente deboli e impotenti. Io non mi sento tutelata.

I colleghi sostengono che ciò che non uccide fortifica. Io ho un'altra teoria: a volte ciò che non uccide ti fa andare "semplicemente" in depressione profonda. E' giusto dover subire tutto questo per guadagnarsi il pane?
hai il mio sostegno,per quanto possa servire,cioè niente
comunque perchè questi bulli non vengono considerati potenzialmente pericolosi per la società? dato che diventeranno certamente criminali? il timido che uccide i bulli dopo che l'hanno esasperato,viene etichettato come pazzo,cattivo pericoloso per la società,mentre i bulli violenti che diventano mafiosi,spacciatori,stupratori,ladri ecc non vengono etichettati allo stesso modo; se guardiamo la società i criminali stanno in alto,i più deboli stanno in basso a subire continue ingiustizie,però la società e i politici continuano a ripetere che bisogna vivere in modo civile,nella legalità ecc. c'è qualcosa che non torna
è uno sfogo più che una risposta al topic lo so..riguardo l'ultima domanda,per me la risposta è assolutamente no,sopratutto se il lavoro è a scuola,lo Stato in casi come questi dovrebbe intervenire,ma non gliene frega niente a nessuno.finisco dicendo che i bulli come il tipo in questione dovrebbero essere curati con farmaci e terapia,non il timido che non rompe le palle a nessuno
Vecchio 25-01-2013, 01:06   #17
Avanzato
 

clizia non ho capito una cosa,spero mi puoi rispondere,ma dove lavori tu è scuola dell'obbligo?

volevo dire che puoi denunciare i fatti e chiedere risarcimento,se esso è minorenne pagano i genitori,altrimenti puoi rifarti sulla scuola che è responsabile di queste cose se non interviene,non esiste che tu sei li ad insegnare nella scuola di sto cazzo di stato italiano e ti prendi non solo insulti e male parole ma addirittura aggressioni fisiche
Vecchio 25-01-2013, 01:18   #18
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Alexon Visualizza il messaggio
io credo che se questo ragazzino ha più di 14anni già molte sue compagne si staranno bagnando pensando a lui
Quando sono così cominciano ad avere rapporti anche prima. Alle medie buona parte dei miei compagni già si dedicava con gioia al sesso.
Vecchio 25-01-2013, 17:11   #19
Banned
 

comunque se si può denunciare la cosa secondo me è meglio farlo, magari ad un organo esterno alla scuola come polizia o carabinieri
Vecchio 25-01-2013, 18:35   #20
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da clizia Visualizza il messaggio
Sono stata incerta fino all'ultimo se aprire questo topic o no, ma poi ho deciso di farlo, seppur titubante.
La mia indecisione deriva dal fatto che non so come impostare la discussione: vuole essere un topic di semplice sfogo, di analisi razionale dei fatti che andrò a raccontare o un topic nel quale chiedere consigli efficaci sulla soluzione ottimale da perseguire?

Allora, cercherò di spiegare la situazione il meglio che posso, anche se in questo momento non sono molto lucida mentalmente.

Come tutti i vecchi utenti del forum sanno, faccio l'insegnante (purtroppo); da 3 anni a questa parte ricopro il ruolo di sostegno. Sino ad ora mi sono trovata sempre abbastanza bene nel sostegno, perchè ho lavorato con ragazzi carini, gestibili e in zone della città abbastanza tranquille, ricoprendo una posizione abbastanza defilata, rispetto al docente di cattedra che è sempre al centro dell'attenzione.

Purtroppo quest'anno sono finita nel "bronx" della mia città, ovvero nel quartiere più malfamato e degradato in assoluto. Dato che sono arrivata già agli arbori di settembre, mi hanno assegnato il caso più grave della scuola: un ragazzino cognitivamente sano, ma con problemi comportamentali di tipo oppositivo-provocatorio.
La situazione però dell'intera scuola è di per sé tragica: alunni che scappano in continuazione dalle classi, parolacce e bestemmie anche verso gli insegnanti, risse in continuazione, incursioni inaspettate di genitori che minacciano i professori e via dicendo. Insomma, un vero incubo.
In realtà, data la situazione descritta e data la mia personalità molto flemmatica, riflessiva, introversa (e purtroppo eccessivamente ansiosa e insicura), unita a un aspetto molto adolescenziale e delicato, non posso certo dire di essere capitata bene, tutt'altro.

Anche se possiamo credere che per agire al meglio sia bene eliminare qualsivoglia idea relativa al fatto di avere un determinato carattere o una determinata personalità, mi sono accorta che, nonostante l'impegno, saranno sempre gli altri ad etichettarti in un certo modo, anche se ci illudiamo di poter credere di essere in grado di scrollarci di dosso la nostra personalità assieme ai nostri vissuti. Ma non è così. I ragazzi di queste periferie mi hanno fiutata subito e pur avendo un rapporto discreto con le classi, purtroppo ho un rapporto pessimo col ragazzino che dovrei seguire nel particolare, che è un vero bullo in salsa psicopatica.

Scusate la crudezza, ma purtroppo è così, ed è la tremenda e dura verità. Questo ragazzino ha sviluppato dei disagi e dei disturbi di personalità a causa del suo tragico vissuto familiare e manifesta comportamenti aggressivi per via del contesto socio-culturale, in cui si sopravvive solo dimostrando di essere i più forti fisicamente e i più temerari. Qui la metà dei ragazzini manifesta comportamenti deviati perché appunto strutturano una personalità a partire da un contesto umanamente degradato che non favorisce il sano sviluppo di una personalità armonica ed equilibrata. Insomma, le patologie mentali aumentano proprio in certi contesti socio-culturali, a dimostrazione del fatto che l'ambiente agisce sulla nostra mente più di quel che possiamo pensare.

Tornando a noi: questo ragazzino, quando è nervoso (diciamo il 60-70% delle volte), se la prende sempre con me, non solo perché sono la sua figura di riferimento e perché ha un rapporto estremamente conflittuale con le figure femminili, ma anche perché mi scorge gentile e delicata, che nel suo universo significa debole e da schiacciare.
Bè, oggi stava letteralmente fuori di testa, tanto che (senza a stare a raccontare qui l'intera dinamica), mi ha dato delle botte al braccio (che tuttora mi fa male) e mi ha spinto a terra facendomi cadere; così è dovuto intervenire in mio soccorso un altro ragazzo semi-bullo (col quale sono riuscita comunque a instaurare un buon rapporto visto che ci si può un minimo ragionare) che lo ha bloccato a terra fisicamente per evitare che combinasse altri danni. Mi sono sentita morire e inondare da una sensazione di impotenza, dolore e sopraffazione violenta, come se il mio valore agli occhi di quei ragazzini dipendesse solo dalla mia capacità di difendermi fisicamente. Insomma, il ragazzino "bullo-psicopatico" mi ha poi riempita di insulti e mi ha lanciato contro degli oggetti che, se mi avessero preso, mi avrebbero senz'altro fatto molto male.

L'idea di dover vivere le mie giornate in questo modo fino a giugno mi fa star male; ogni giorno per me è un calvario, a volte piango prima di recarmi sul posto del lavoro e non mi era mai successo, pur non amando molto il mondo della scuola (dal quale vorrei fuggire al più presto).

La scorsa settimana una collega è finita in ospedale ed ha avuto una settimana di prognosi perchè l'alunno (un altro) l'ha picchiata sulla testa, facendola sbattere al muro...ieri un'altra collega ha avuto una crisi di nervi dopo che due classi l'hanno aggredita assieme insultandola pesantemente.

La domanda è questa: ma se è dura pure per le persone con una forte autostima e sicure di sé, come può essere per una come me una situazione così?
E' una parola scrollarsi di dosso le etichette e fare finta di presentarsi sicuri di sé e spavaldi, di fronte a una realtà animalesca che fiuta istantaneamente ciò che sei e distorce il tuo valore sulla base di paramentri valoriali per cui certe qualità per loro sono solo difetti: una ragazza introversa, riflessiva, colta, pacata, gentile, delicata per loro è meno di zero. In realtà le ragazze mi adorano per la mia disponibilità e attenzione all'ascolto, così come alcuni ragazzi che ho saputo prendere. Ma i bulli....per loro io sono carne da macello, perché colgono l'occasione - lì dove scorgono candore e finezza d'animo - di sfogare sul povero malcapitato la loro rabbia e frustrazione.
La cosa che mi fa pena è che questi bulli (in più con disturbi comportamentali sviluppati a seguito della loro storia) sono quelli che, pur credendosi forti, soffrono più di tutti: sono carichi di odio e rabbia e alla fine l'inferno che hanno dentro non lo scambierei mai e poi mai con la mia insicurezza, anche se all'apparenza credono di averla avuta vinta sul prossimo solo perché fanno la voce grossa e ricorrono alle mani.
Però intanto mi tocca sopportare tutto questo sino a giugno e io veramente non ce la faccio più, anche perchè le istituzioni, soprattutto in questo momento storico, sono veramente deboli e impotenti. Io non mi sento tutelata.

I colleghi sostengono che ciò che non uccide fortifica. Io ho un'altra teoria: a volte ciò che non uccide ti fa andare "semplicemente" in depressione profonda. E' giusto dover subire tutto questo per guadagnarsi il pane?

ma chi te lo fa fare, porco cane
molla tutto e trovati un altro lavoro
si vive 1 volta sola
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