Qualcuno avrà già letto le mie discussioni su mia mamma e il nostro rapporto conflittuale ... Io non ne posso più di stare qui, mi sento mangiare dall'ansia ma non ho i mezzi per andarmene.
In questi giorni mio padre deve rimanere fuori per lavoro per un paio di giorni, e ha deciso di dormire nella nostra casa in campagna, più vicina al luogo dove deve lavorare rispetto a qui.
Mia madre decide di andare la domani, dalla mattina al pomeriggio. Ecco per arrivarci ci vuole un'ora , poi un'altra mezz'ora almeno per sistemare casa e renderla vivibile (sempre piena di polvere e roba che cade dal camino).
L'ultima volta che ci sono andata, avrò si e no studiato due ore in un intera giornata, ed ero pure a pochi giorni dall'esame.
Io molto pacatamente ho detto che sarei rimasta qui a casa a studiare, tanto non andavo a farci niente se non a perdere tempo e l'avrei aspettata per cena. Aprici cielo! Mi ha fatto passare come la figlia indegna, che non vuole mai andare con lei, che lei mi fa sempre perdere tempo però quando si tratta di andare due pomeriggi in città a giro (era tornato il mio fidanzato, che come qualcuno saprà non abita qui e lo vedo una volta a settimana adesso!) o di farmi 2 ore di treno per vederlo, il tempo non lo perdo.
Perchè capite, vedere il fidanzato lontano è paragonabile a stare chiusa in una pulciosa casa di campagna , con tanto di allergia a polvere e polline?
Non ci ho visto più
e ed ho sbottato "Mi ci avete tenuta delle estati intere laggiù a non fare nulla, cosa ci devo venire a fare adesso per 5 ore ??"
Lei si è praticamente messa a piangere, dicendo che adesso le rinfaccio pure quello , oltre a tutte le cose che le vengono rinfacciate nella sua misera vita da tutto il mondo. Mi sono sentita in colpa a vederla piangere, a pensare che le faccio del male pure io dopo la vita infelice che ha passato, ma non ne posso più di essere trattata così.
Le ho detto che non sono una bambina , che non devo essere trascinata in ogni cavolo di luogo dove va lei (dato che non avendo nonni a cui lasciarmi, fino ai 16 anni mi trascinava ovunque...) , che so badare a me stessa e se un giorno decido di andare a giro, è perchè gli altri giorni mi sono organizzata per lavorare il doppio ...
Insomma quando se ne è andata da camera mia in lacrime, borbottava come fosse ingiusto sentirsi rinfacciare di avermi tenuta in campagna per estati intere e che preferissi la compagnia delle amiche a quella della famiglia, come volessi farmi una vita mia separata dalla loro , come loro fossero stati genitori sbagliati e gli altri fossero stati migliori perchè portavano i figli a giro, come preferissi stare giornate intere all'uni o col mio fidanzato invece che qui a casa. Ma cosa devo fare insomma?
Però a volte non credo che si renda conto di come mi hanno trattata, anche s lo facevano a fin di bene ... insomma, tenermi 3 mesi estivi dai 12 ai 17 anni sempre in quella maledetta campagna , senza mai vedere nessuno della mia età.. Io mi sentivo impazzire. E quando dicevo che volevo andare a giocare con le mie cuginette che stavano lì vicino, mi diceva che avremo dovuto chiederlo a papà il permesso e lui si sarebbe arrabbiato e io dovevo studiare ... Quelle estati sono state una prigione per me.
uscita da lì mi son trovata a non saper interagire con i miei coetanei, a non aver nulla da raccontare, a non aver fatto esperienze