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15-04-2012, 13:17
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#61
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
No aspetta, tocchiamo ferro
Comunque, vorrei fare una puntualizzazione: realizzarsi in campo professionale o in quello affettivo può costituire un terreno di difficoltà che varia a seconda delle esperienze, delle convinzioni e delle abilità delle singole persone, tuttavia la realizzazione in campo sentimentale mette in gioco quelle che sono le nostre capacità individuali, mentre in campo lavorativo non sono soltanto quest'ultime ad essere chiamate in causa, perchè purtroppo sono anche le fluttuazioni del mercato a determinarne la riuscita. Quindi il successo nel mondo del lavoro mette in gioco due fattori: quello personale/individuale afferente alle abilità/competenze del singolo e quello "strutturale", afferente alla richiesta del mercato. Mentre il successo nel campo sentimentale riguarda soltanto skills squisitamente personali
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Nel mio campo le fluttuazioni del mercato contano fino a un certo punto, perché l'impiego è pubblico e lavoro in un ambito che - come ben sai - non potrà mai fallire, almeno fino quando la gente metterà al mondo figli...
Per me però il campo sentimentale e quello lavorativo mettono in gioco abilità differenti in questo senso: nel campo sentimentale e nelle relazioni umane e affettive quel che conta è l'autostima che si ha verso se stessi come esseri umani, la propria capacità di mettersi in gioco con l'altro partendo da ideali, stili di vita e convinzioni personali.
Personalmente mi sembra di ottenere molto di più in questo ambito perché riesco a valorizzare me stessa e ad interagire con persone che reputo a me affini, mettendo in gioco con autenticità e trasparenza le mie idee, le mie passioni e i miei interessi.
Nel lavoro invece contano altre abilità: si ha a che fare con persone non sempre di nostro gradimento, dobbiamo mettere in gioco un potere persuasivo anche in ambiti e tematiche che non necessariamente sentiamo intimamente nostri; dobbiamo sentirci abili in ambito pratico e agire per ottenere degli scopi concreti, riuscendo ad esercitare un carisma sull'altro che non presuppone la messa a nudo della nostra reale autenticità.
Insomma, dobbiamo raggiungere degli scopi indossando delle maschere; dobbiamo risultare convincenti e gravoli attraverso un percorso che non presuppone trasparenza, scambio paritario, dialogo sincero e apertura sul nostro mondo interiore.
Il lavoro presuppone scambi gerarchici, la necessità di influenzare l'altro indossando una maschera, bluffando e mostrandoci non per quello che siamo veramente, obbligati anzi a fingere forza e sicurezza di sé.
Insomma, nel lavoro si presuppone che sia importante anche la capacità di dare "una certa immagine di sè", mentre nell'amicizia si può impostare il rapporto gettando la maschera sociale per rivelarci all'altro per ciò che siamo, senza infingimenti di sorta.
Ed è per questo che io mi sento più rilassata nei rapporti interpersonali ed estremamente tesa invece in quelli lavorativi, dove non è importante ciò che sei ma il senso di sicurezza e competenza che sai trasmettere al prossimo...e questa finzione continua io la trovo logorante....non fa per me!
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Ultima modifica di clizia; 15-04-2012 a 13:46.
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15-04-2012, 14:28
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#62
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
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Clizia, però tieni conto che la maggior parte di noi, se è se stesso, cioè se mostra i propri sentimenti in maniera spontanea, rischia di venire preso di mira.
Purtroppo, a costo di risultare ossessivo, voglio specificare ancora che uomini e donne hanno due regolamenti totalmente diversi.
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Ultima modifica di Warlordmaniac; 15-04-2012 a 15:35.
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15-04-2012, 15:31
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#63
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Esperto
Qui dal: Jul 2008
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Originariamente inviata da Warlordmaniac
Clizia, però tieni conto che la maggior parte di noi, se è se stesso, cioè se mostra i propri sentimenti in maniera spontanea, rischia di venire preso di mira.
Purtroppo, a costo di risultare ossessivo, voglio specificare ancora che uomini e donne hanno due regolamente totalmente diversi.
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Non sei ossessivo, hai semplicemente la perseveranza del Giusto
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Ultima modifica di JohnReds; 15-04-2012 a 15:33.
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15-04-2012, 15:56
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#64
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 7,883
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Originariamente inviata da Labocania
Un ragazzo o una ragazzo? Più relazioni contemporaneamente? Pochi selezionati amici sinceri? Un gruppo di persone con cui passare del tempo unite dai medesimi interessi? Magari vorreste avere un gruppo di conoscenti che condivide poco o nulla del vostro mondo interiore e proprio per questo desiderereste unirvi a loro per trascorrere del tempo in modo insolito.
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pochi selezionati amici sinceri
diciamo anche che reputo di averli o almeno mi piace pensarla così
un ragazzo sarebbe bello, ma al momento lo vedo impossibile...
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Ultima modifica di cancellato2824; 15-04-2012 a 16:06.
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15-04-2012, 16:01
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#65
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
Messaggi: 1,188
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Originariamente inviata da Warlordmaniac
Clizia, però tieni conto che la maggior parte di noi, se è se stesso, cioè se mostra i propri sentimenti in maniera spontanea, rischia di venire preso di mira.
Purtroppo, a costo di risultare ossessivo, voglio specificare ancora che uomini e donne hanno due regolamenti totalmente diversi.
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Ciao Warlord, non ho ben capito una cosa: ma tu intendi dire che è difficile essere se stessi anche nelle relazioni affettive, amicali e/o inter-personali o nell'ambito lavorativo?
Bè, il rischio di essere presi di mira se si mettono a nudo le proprie fragilità c'è sempre, anche nei rapporti extra-lavorativi, quindi figuriamoci nel lavoro.
Ma i rapporti inter-personali si costruiscono per gradi, a mio parere. Ovvio che quando si inizia a costruire qualcosa con qualcuno si andrà cauti nell'esposizione di sé, ma se poi si avverte nel nostro prossimo un'affinità di spirito, una condivisione di sensibilità e idee e si crea la giusta confidenza, perché non lasciarsi andare?
Io ho alcune (non moltissime ma ci sono) amiche con cui mi confido e penso di essere con umiltà e semplicità me stessa, anche se riuscire ad esserlo totalmente al 100% è quasi un'utopia, perché esistono sempre e comunque delle zone di noi che rimangono nell'ombra, volenti o nolenti.
Però è quando sento condivisione e comprensione reciproca che la relazione con l'altro mi appaga veramente; se così non fosse troverei una relazione solo tempo perso.
Ad esempio ho una cara amica, che però non riesce ad essere se stessa fino in fondo; è palese che nasconda dentro di sé delle paure, anche se le nega di fronte a se stessa e a volte inscena delle recite (soprattutto quando è con altri) che a me infastidiscono un po', non solo perché le "sgamo" subito, ma soprattutto perché avverto nel profondo che mi allontanano da lei e dalla possibilità di una reale comunicazione, perché il nascondere presuppone una mancanza di fiducia nell'altro, nell'amico, un'incapacità a lasciarsi andare nonostante anni di frequentazione e scambi intimi; insomma, se avverto delle barriere, finisco col sentirmi a disagio e col perdere quella spontaneità che dovrebbe essere il presupposto per un rapporto autentico.
In che senso poi che "Uomini e donne hanno due regolamenti totalmente diversi"?
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15-04-2012, 16:06
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#66
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Esperto
Qui dal: Jul 2011
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Una ragazza.
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15-04-2012, 17:01
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#67
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
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La distinzione che fai tu la condivido, ma solo ad un certo livello idealistico. Infatti qui chi si ricorda molti miei interventi sulle questioni sessuali, già sa che vedo di cattivo occhio forzature, omologazioni e tutto ciò che non possa essere ripetuto con la stesso basso dispendio energetico.
Purtroppo, se devo analizzare la realtà, questa distinzione è, ai miei occhi, molto appannata.
Analizzo con delle tue citazioni.
"Però è quando sento condivisione e comprensione reciproca che la relazione con l'altro mi appaga veramente"
anche a me; ma quanto spesso succede? Io solo su internet ricevo questi sentimenti.
"se così non fosse troverei una relazione solo tempo perso"
Anch'io, infatti sono molto selettivo anche nelle amicizie. Purtroppo, alcune persone, più selezionano e più sono sole.
Bè, il rischio di essere presi di mira se si mettono a nudo le proprie fragilità c'è sempre, anche nei rapporti extra-lavorativi, quindi figuriamoci nel lavoro.
Ecco, questo è il punto importante.
Io non credo che sentimenti e lavoro, ad esempio, siano così staccati.
Premesso che i sentimenti sono diversi, ma prendiamo il più valutato di tutti, l'amore, allargandolo sia a storie corte che a storie lunghe.
Mentre facevo quel tremendo lavoro, notavo tremende affinità con le dinamiche seduttive. Dapprima me lo sono spiegato dicendo che la società è sessualizzata in modo tale che altri campi, che non dovrebbero entrarci nulla, ne sono perversamente influenzati. Poi ho messo a posto un po' di contraddizioni e ho capito che il sentimento sessuale/amoroso è secondario rispetto alla sopravvivenza e si è sviluppato parallelamente alla necessità primaria di sopravvivere e mangiare. Cioè mentre prima pensavo che l'economia dipendeva dagli ormoni, poi ho capito che le scelte sessuali che sono state fatte dai nostri antenati, erano state dettate da esigenze economiche. Economia e sesso sono cresciuti insieme e s'influenzano a vicenda. Reputo l'attrazione sessuale, quindi, una spinta che il nostro incoscio ci dà per suggerire un'unione vantaggiosa. Vantaggiosa per diversi motivi, ma i due sessi in questo sono molto diversi; la donna, più che l'uomo, pretende dal partner qualcuno che le porti a casa il cibo, tant'è che sono rarissime le coppie in cui lei guadagni più di lui.
Nella seduzione maschile, quindi, l'uomo che mostra di avere delle doti di ottimo fornitore di benessere, perché bravo cacciatore, o raccoglitore, ha sicuramente diverse marce in più rispetto all'uomo non mostra queste doti, cioè che ... non si sa vendere.
Pur essendo il mondo del lavoro differenziato, perché oggi i lavori manuali sono quelli meno retribuiti, si ricercano nel lavoro le stesse doti, adattate all'epoca e al tipo di lavoro.
Prendiamo un insegnante. Un insegnante poco carismatico sarebbe stato un primitivo senza doti di leadership, quindi meno indispensabile di altri, che avrebbero potuto farne a meno derubandolo o uccidendolo. L'utilità alla comunità dà potere al singolo. E' il caso anche dell'insegnante estremamente preparato, o dell'insegnante molto simpatico; entrambi sono utili alla comunità, il superintelligente e preparato perché può trasmettere utili informazioni, il simpatico perché allieta l'umore.
In sintesi, l'amore e il lavoro, convergono entrambi nel fatto che essere utili agli altri sia un vantaggio; nel caso però che si parli di uomini questo tipo di utilità è pressoché identico.
Sentimenti non sono solo sesso e amore, infatti tu Clizia non hai parlato di fidanzati; però purtroppo noi uomini (non escludendo voi donne, di cui non ne parlo solo perché non sono tale), anche nelle amicizie, ragioniamo troppo con le parti basse, giudicando se un ragazzo è in gamba o meno attraverso occhi femminili. Qualora si riesce a non cadere nel tranello, ammettendo ad esempio nel nostro gruppo ragazzi poco benvisti a livello sessuale, i ragazzi sono soliti celare per la maggior parte del tempo questo sentimento di ammirazione, mostrando invece una dialettica di scherno nei confronti di costoro, approfittando, in maniera anche molto poco cosciente, delle loro continue infrazioni al "seduttivamente corretto" (chiamato più spesso "scarsa personalità", o "poche palle", "essere poco svegli", "poca personalità", "poca cazzimma"...).
Non sai quante volte ho pensato che il mestiere dell'insegnante fosse uguale a quello del seduttore. Seduttore, insegnante e venditore, sono per il 90% lo stesso lavoro, cambia solo lo scopo e il pubblico.
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15-04-2012, 17:59
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#68
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
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Originariamente inviata da Warlordmaniac
La distinzione che fai tu la condivido, ma solo ad un certo livello idealistico. Infatti qui chi si ricorda molti miei interventi sulle questioni sessuali, già sa che vedo di cattivo occhio forzature, omologazioni e tutto ciò che non possa essere ripetuto con la stesso basso dispendio energetico.
Purtroppo, se devo analizzare la realtà, questa distinzione è, ai miei occhi, molto appannata.
Analizzo con delle tue citazioni.
"Però è quando sento condivisione e comprensione reciproca che la relazione con l'altro mi appaga veramente"
anche a me; ma quanto spesso succede? Io solo su internet ricevo questi sentimenti.
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Guarda, io nell'adolescenza sono stata molto sola proprio perché mi sentivo distante anni-luce dagli altri giovani, dal loro modo di fare e di pensare, così estraneo al mio, invece così introspettivo, riservato, delicato e mentale; gli unici bagliori di speranza in un'adolescenza buia sono state le mie corrispondenze epistolari; scrivevo, scrivevo, senza sapere chi veramente avessi dall'altra parte ad ascoltarmi, ma scrivere mi ha aiutato a sentirmi meno sola e a comprendere meglio me stessa.
Comprendo quindi la tua sfiducia nella possibilità di condividere determinati sentimenti e pensieri con qualcuno che ci ispiri fiducia, ma ti assicuro che può accadere, per lo meno a me dopo i 21 anni è successo eccome. Sono cose che accadono sporadicamente, ma accadono, soprattutto se si sa aspettare e si sa riconoscere (come un fratello) la persona giusta con la quale possiamo aprirci e con-fidarci. E' la forte affinità che avvertiamo sin da subito verso quella persona che ci permette di riconoscerla come nostra simile, come fosse una sorella...
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Originariamente inviata da Warlordmaniac
"se così non fosse troverei una relazione solo tempo perso"
Anch'io, infatti sono molto selettivo anche nelle amicizie. Purtroppo, alcune persone, più selezionano e più sono sole.
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Ti assicuro che anch'io sono selettiva e di amicizie vere ne ho sempre avute poche, però mai dire mai nella vita. Forse l'aver frequentato una facoltà umanistica mi ha aiutato a trovare persone con una sensibilità più simile alla mia...
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Originariamente inviata da Warlordmaniac
Bè, il rischio di essere presi di mira se si mettono a nudo le proprie fragilità c'è sempre, anche nei rapporti extra-lavorativi, quindi figuriamoci nel lavoro.
Ecco, questo è il punto importante.
Io non credo che sentimenti e lavoro, ad esempio, siano così staccati.
Premesso che i sentimenti sono diversi, ma prendiamo il più valutato di tutti, l'amore, allargandolo sia a storie corte che a storie lunghe.
Mentre facevo quel tremendo lavoro, notavo tremende affinità con le dinamiche seduttive. Dapprima me lo sono spiegato dicendo che la società è sessualizzata in modo tale che altri campi, che non dovrebbero entrarci nulla, ne sono perversamente influenzati. Poi ho messo a posto un po' di contraddizioni e ho capito che il sentimento sessuale/amoroso è secondario rispetto alla sopravvivenza e si è sviluppato parallelamente alla necessità primaria di sopravvivere e mangiare. Cioè mentre prima pensavo che l'economia dipendeva dagli ormoni, poi ho capito che le scelte sessuali che sono state fatte dai nostri antenati, erano state dettate da esigenze economiche. Economia e sesso sono cresciuti insieme e s'influenzano a vicenda. Reputo l'attrazione sessuale, quindi, una spinta che il nostro incoscio ci dà per suggerire un'unione vantaggiosa. Vantaggiosa per diversi motivi, ma i due sessi in questo sono molto diversi; la donna, più che l'uomo, pretende dal partner qualcuno che le porti a casa il cibo, tant'è che sono rarissime le coppie in cui lei guadagni più di lui.
Nella seduzione maschile, quindi, l'uomo che mostra di avere delle doti di ottimo fornitore di benessere, perché bravo cacciatore, o raccoglitore, ha sicuramente diverse marce in più rispetto all'uomo non mostra queste doti, cioè che ... non si sa vendere.
Pur essendo il mondo del lavoro differenziato, perché oggi i lavori manuali sono quelli meno retribuiti, si ricercano nel lavoro le stesse doti, adattate all'epoca e al tipo di lavoro.
Prendiamo un insegnante. Un insegnante poco carismatico sarebbe stato un primitivo senza doti di leadership, quindi meno indispensabile di altri, che avrebbero potuto farne a meno derubandolo o uccidendolo. L'utilità alla comunità dà potere al singolo. E' il caso anche dell'insegnante estremamente preparato, o dell'insegnante molto simpatico; entrambi sono utili alla comunità, il superintelligente e preparato perché può trasmettere utili informazioni, il simpatico perché allieta l'umore.
In sintesi, l'amore e il lavoro, convergono entrambi nel fatto che essere utili agli altri sia un vantaggio; nel caso però che si parli di uomini questo tipo di utilità è pressoché identico.
Sentimenti non sono solo sesso e amore, infatti tu Clizia non hai parlato di fidanzati; però purtroppo noi uomini (non escludendo voi donne, di cui non ne parlo solo perché non sono tale), anche nelle amicizie, ragioniamo troppo con le parti basse, giudicando se un ragazzo è in gamba o meno attraverso occhi femminili. Qualora si riesce a non cadere nel tranello, ammettendo ad esempio nel nostro gruppo ragazzi poco benvisti a livello sessuale, i ragazzi sono soliti celare per la maggior parte del tempo questo sentimento di ammirazione, mostrando invece una dialettica di scherno nei confronti di costoro, approfittando, in maniera anche molto poco cosciente, delle loro continue infrazioni al "seduttivamente corretto" (chiamato più spesso "scarsa personalità", o "poche palle", "essere poco svegli", "poca personalità", "poca cazzimma"...).
Non sai quante volte ho pensato che il mestiere dell'insegnante fosse uguale a quello del seduttore. Seduttore, insegnante e venditore, sono per il 90% lo stesso lavoro, cambia solo lo scopo e il pubblico.
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Il tuo discorso è interessantissimo, però mi sono un attimo persa; fammi capire: nel lavoro prevale una dinamica simile a quella che si pone in atto per la ricerca di un partner; noi tendiamo a scegliere e preferire chi è più carismatico perché in epoca primitiva il leader era colui che portava un vantaggio alla comunità intera. Concordo perfettamente.
In soldoni si potrebbe dire che - nonostante i progressi culturali e scientifici - le nostre scelte e preferenze sono spesso dettate da un inconscio ancora strettamente connesso con la parte più istintiva e instintuale dell'uomo.
Sono d'accordo; l'essere umano è agìto da forze non controllabili razionalmente e questo lato "ferino" che alberga in lui fuoriesce maggiormente (a mio avviso) in quelle situazioni socialmente meno controllate e strutturate, lì dove prende piede il "sonno della ragione" come ad esempio nelle situazioni più estreme, vedi guerre, carestie, ecc.
A tal proposito è illuminante il romanzo di Golding " Il signore delle mosche", lo conosci?
Questo nel lavoro.
Tu dici però che non si può essere se stessi nemmeno nell'ambito delle amicizie tra persone, perché se si mettessero a nudo le proprie fragilità l'altro con cui ci relazioniamo sarebbe comunque portato a giudicarci secondo questo criterio inconscio, che è poi lo stesso che guida la donna nella scelta del partner ideale, arrivando a scartare o a valutare negativamente la persona che non possiede le doti del leader?
Si, generalmente tutto ciò è vero, però io ho fiducia nelle cosiddette minoranze silenziose. Se il pensiero maggioritario è agìto da queste forze di cui parli, se è portato a giudicare ed etichettare il prossimo in base a quanto un individuo è in grado di ricoprire il ruolo di leader, dall'altra credo che ci sia una specie di minoranza illuminata che sfugge a questo modo becero di pensare/sentire.
E' sicuramente una minoranza silenziosa, ma comunque esiste.
E' quella di coloro che leggono, che riflettono, che hanno sviluppato un certo tipo di sensibilità sulla base di esperienze e vissuti personali che li ha portati a elaborare una visione personale della vita e dell'essere umano. Ed esistono e te lo garantisco io, visto che ho molte amicizie maschili con ragazzi timidi, docili, che non possiedono alcun fascino virile, eppure sono persone con cui sto bene, di cui ho fiducia e che sono riuscite a costruire una personalità e un loro individuale percorso, fregandosene del pensiero dominante.
Ecco, io punterei a persone di questo tipo, dal pensiero divergente e non omologato, al fine di creare un rapporto il più possibile autentico e "ripulito" dalle spinte interiori più bieche e ferine. E' vero, eliminare del tutto la parte animale e irrazionale che è in noi è impossibile, ma è comunque possibile arginarla, smussarla grazie alla fiducia nella ragione e nella ragionevolezza nostra e altrui.
Per quanto riguarda invece l'ambito lavorativo e il mestiere d'insegnante lì non c'è proprio nulla da fare; è impossibile "far ragionare" le masse, pensare di poter plasmare il loro pensiero per svincolare i loro atteggiamenti da retaggi atavici, perché per farlo - paradossalmente - bisognerebbe essere provvisti appunto delle doti di leader carismatico che il timido non possiede.
Infatti su questo punto sono abbastanza pessimista anch'io; per poter avere un minimo di presa sulle menti del branco bisogna partire dall'idea della necessità di modificare se stessi e i propri atteggiamenti...sempre che non si arrivi a "violentare" se stessi e la propria indole, nell'intento di risultare un minimo carismatici, ma anche questo non mi sembra giusto...
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15-04-2012, 20:25
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#69
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
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Quote:
Originariamente inviata da passenger
Detta così sembra che tutto dipenda esclusivamente da se stessi, mentre in realtà secondo me ci vuole anche una bella dose di fortuna nell'incontrare la persona giusta, al momento giusto
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Ma anche per il lavoro
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15-04-2012, 22:05
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#70
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,761
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
Ora non c'entra molto, ma volevo dirtelo: Labocania, hai una bellissima firma, anch'io adoro Tonio Kroeger!
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Grazie ! Mi rallegra un tale apprezzamento! E' stata una lettura decisiva per me.
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16-04-2012, 01:58
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#71
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Esperto
Qui dal: Dec 2008
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Messaggi: 2,049
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Ma anche per il lavoro
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Anche, ma quello l'avevi già detto tu mi pare.
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16-04-2012, 09:43
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#72
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
Il tuo discorso è interessantissimo, però mi sono un attimo persa; fammi capire: nel lavoro prevale una dinamica simile a quella che si pone in atto per la ricerca di un partner;
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Sì esatto. Virtù e difetti corrispondono.
Quote:
Originariamente inviata da clizia
noi tendiamo a scegliere e preferire chi è più carismatico perché in epoca primitiva il leader era colui che portava un vantaggio alla comunità intera. Concordo perfettamente.
In soldoni si potrebbe dire che - nonostante i progressi culturali e scientifici - le nostre scelte e preferenze sono spesso dettate da un inconscio ancora strettamente connesso con la parte più istintiva e instintuale dell'uomo.
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Senz'ombra di dubbio.
Quote:
Originariamente inviata da clizia
Sono d'accordo; l'essere umano è agìto da forze non controllabili razionalmente e questo lato "ferino" che alberga in lui fuoriesce maggiormente (a mio avviso) in quelle situazioni socialmente meno controllate e strutturate, lì dove prende piede il "sonno della ragione" come ad esempio nelle situazioni più estreme, vedi guerre, carestie, ecc.
A tal proposito è illuminante il romanzo di Golding "Il signore delle mosche", lo conosci?
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Purtroppo rispetto a te sono un povero ignorante.
Quote:
Originariamente inviata da clizia
Questo nel lavoro.
Tu dici però che non si può essere se stessi nemmeno nell'ambito delle amicizie tra persone, perché se si mettessero a nudo le proprie fragilità l'altro con cui ci relazioniamo sarebbe comunque portato a giudicarci secondo questo criterio inconscio, che è poi lo stesso che guida la donna nella scelta del partner ideale, arrivando a scartare o a valutare negativamente la persona che non possiede le doti del leader?
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Non proprio "scartare" perché, in questo, essere scartato (anche se dalla maggiorparte delle persone) fa parte del gioco, non possiamo essere amici di tutti. Però anche chi per qualche motivo accetta la nostra compagnia, soprattutto in un gruppo, non accetta tout court i comportamenti out.
Si, generalmente tutto ciò è vero, però io ho fiducia nelle cosiddette minoranze silenziose. Se il pensiero maggioritario è agìto da queste forze di cui parli, se è portato a giudicare ed etichettare il prossimo in base a quanto un individuo è in grado di ricoprire il ruolo di leader, dall'altra credo che ci sia una specie di minoranza illuminata che sfugge a questo modo becero di pensare/sentire.
E' sicuramente una minoranza silenziosa, ma comunque esiste.
E' quella di coloro che leggono, che riflettono, che hanno sviluppato un certo tipo di sensibilità sulla base di esperienze e vissuti personali che li ha portati a elaborare una visione personale della vita e dell'essere umano. Ed esistono e te lo garantisco io, visto che ho molte amicizie maschili con ragazzi timidi, docili, che non possiedono alcun fascino virile, eppure sono persone con cui sto bene, di cui ho fiducia e che sono riuscite a costruire una personalità e un loro individuale percorso, fregandosene del pensiero dominante.
Ecco, io punterei a persone di questo tipo, dal pensiero divergente e non omologato, al fine di creare un rapporto il più possibile autentico e "ripulito" dalle spinte interiori più bieche e ferine. E' vero, eliminare del tutto la parte animale e irrazionale che è in noi è impossibile, ma è comunque possibile arginarla, smussarla grazie alla fiducia nella ragione e nella ragionevolezza nostra e altrui.
Per quanto riguarda invece l'ambito lavorativo e il mestiere d'insegnante lì non c'è proprio nulla da fare; è impossibile "far ragionare" le masse, pensare di poter plasmare il loro pensiero per svincolare i loro atteggiamenti da retaggi atavici, perché per farlo - paradossalmente - bisognerebbe essere provvisti appunto delle doti di leader carismatico che il timido non possiede.
Infatti su questo punto sono abbastanza pessimista anch'io; per poter avere un minimo di presa sulle menti del branco bisogna partire dall'idea della necessità di modificare se stessi e i propri atteggiamenti...sempre che non si arrivi a "violentare" se stessi e la propria indole, nell'intento di risultare un minimo carismatici, ma anche questo non mi sembra giusto...[/QUOTE]
Più che altro, e questo concetto l'ho ripetuto in altri forum sull'insegnamento, non è efficace. Il ragazzo fa la sua carriera scolastica arrivando a 19 anni e ha capito che: ci sono persone inferiori e persone in gamba, le prime non meritano rispetto, le seconde sì, le prime hanno delle difficoltà sociali, di linguaggio verbale e/o non verbale, le seconde sanno farsi rispettare dagli altri e quindi devono accodarsi.
Se tutti i docenti non riescono a motivarlo, è colpa del ragazzo.
Se uno o due docenti non riescono a motivarlo, è sempre colpa del ragazzo.
Deve essere così, non può essere altrimenti.
La scuola è molto diseducativa sotto questo aspetto perché incentiva gli alunni ad essere selettivi e volubili. Invece abbiamo bisogno di persone che uscite dalla scuola abbiano una rettitudine costante, non dei camaleonti servizievoli con il capo e arroganti con la commessa coi denti di fuori o col fattorino omosessuale.
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16-04-2012, 18:30
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#73
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
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Originariamente inviata da Warlordmaniac
Più che altro, e questo concetto l'ho ripetuto in altri forum sull'insegnamento, non è efficace. Il ragazzo fa la sua carriera scolastica arrivando a 19 anni e ha capito che: ci sono persone inferiori e persone in gamba, le prime non meritano rispetto, le seconde sì, le prime hanno delle difficoltà sociali, di linguaggio verbale e/o non verbale, le seconde sanno farsi rispettare dagli altri e quindi devono accodarsi.
Se tutti i docenti non riescono a motivarlo, è colpa del ragazzo.
Se uno o due docenti non riescono a motivarlo, è sempre colpa del ragazzo.
Deve essere così, non può essere altrimenti.
La scuola è molto diseducativa sotto questo aspetto perché incentiva gli alunni ad essere selettivi e volubili. Invece abbiamo bisogno di persone che uscite dalla scuola abbiano una rettitudine costante, non dei camaleonti servizievoli con il capo e arroganti con la commessa coi denti di fuori o col fattorino omosessuale.
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Su questo ti do ragione; i ragazzi imparano già a scuola il fatto che non è importante in sé per sé il valore della rettitudine; comportarsi bene in determinate circostanze non è una diretta conseguenza della consapevolezza inerente al senso civico del rispetto altrui.
Loro imparano a comportarsi bene solo perché c'è qualcuno che riconoscono come leader, e il loro comportamento corretto è solo una contingenza legata al riconoscimento del valore carismatico della persona che si trovano davanti in quel preciso momento. Al contrario, se si trovano a che fare con una persona più gentile, tranquilla e riservata, pensano subito di poterla rigirare come gli pare; alla fine tu capisci che questa doppiezza comportamentale è indice del fatto che il valore del rispetto non è stato realmente introiettato dentro di loro come principio-guida ideale fondamentale. Agiscono solo in base alla convenienza del momento e anche quando si mostrano apparentemente educati lo fanno per calcolo o per paura, mica per intimo convincimento.
Il problema è che sono spesso gli stessi prof. ad avallare questa mentalità becera. Certamente saprai quanto ci godono i prof. dalla personalità imperiosa e carismatica nel ravvisare le difficoltà altrui e colpevolizzare di conseguenza il collega "debole". Le difficoltà altrui li fa sentire potenti e migliori degli altri....si, la scuola ti prepara proprio alla vita: è violenta quanto il mondo fuori.
Solo una cosa non ho capito; che intendi dire con questa frase? "Se tutti i docenti non riescono a motivarlo, è colpa del ragazzo.
Se uno o due docenti non riescono a motivarlo, è sempre colpa del ragazzo.
Deve essere così, non può essere altrimenti".
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16-04-2012, 18:33
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#74
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
Il problema è che sono spesso gli stessi prof. ad avallare questa mentalità becera. Certamente saprai quanto ci godono i prof. dalla personalità imperiosa e carismatica nel ravvisare le difficoltà altrui e colpevolizzare di conseguenza il collega "debole". Le difficoltà altrui li fa sentire potenti e migliori degli altri....si, la scuola ti prepara proprio alla vita: è violenta quanto il mondo fuori.
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16-04-2012, 19:32
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#75
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
Messaggi: 1,188
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@Wiston: bè, i ragazzi di oggi non mi sembrano così sottoposti al potere della scuola, né mi sembrano così repressi o spauriti...anzi, si sono oramai trasformati nei ragazzini dell'ultima parte del video e se danno fuoco alla scuola come i genitori li appoggiano pure!
@Warlord: Bè, se non lo conosci ti consiglio assolutamente la lettura de "Il signore delle mosche" di W. Golding; è una feroce rappresentazione dell'essere umano e della sua reale natura se posto in condizioni estreme in cui il controllo sociale e del mondo adulto viene meno...
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17-04-2012, 00:11
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#76
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
@Wiston: bè, i ragazzi di oggi non mi sembrano così sottoposti al potere della scuola, né mi sembrano così repressi o spauriti...anzi, si sono oramai trasformati nei ragazzini dell'ultima parte del video e se danno fuoco alla scuola come i genitori li appoggiano pure!
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Diciamo che prima i bulli erano i professori, ora sono i ragazzi ^^
Comunque, ovviamente mi riferivo a quelli meno "esuberanti". Del resto Pink, per certi versi, potrebbe essere un iscritto di questo forum. E di dark sarcasm in the classroom ce n'è ancora
Quote:
Originariamente inviata da clizia
@Warlord: Bè, se non lo conosci ti consiglio assolutamente la lettura de "Il signore delle mosche" di W. Golding; è una feroce rappresentazione dell'essere umano e della sua reale natura se posto in condizioni estreme in cui il controllo sociale e del mondo adulto viene meno...
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Letto, concordo.
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19-04-2012, 15:47
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#77
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Messaggi: 749
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degli amici sinceri e che sappiano apprezzarmi
sono stufa di stare sempre sola
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21-04-2012, 11:05
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#78
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Banned
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 1,497
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Non ho bisogno di nessuno sono una persona completa, felice e serena che si bea nella propria solitudine e ne fa anche vanto.
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