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Vecchio 25-07-2009, 10:57   #1
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Proprio ieri ho assistito ad un discorso di mio zio nel quale attaccava la sua nuora per essere stata alquanto assente nel periodo trascorso nella dimora di costui. Senza scendere nei particolari del discorso, a me è venuto da pensare che forse atteggiamenti particolarmente remissivi possono essere visti come un segno di disinteresse nei confronti dell'altra persona.
Vecchio 25-07-2009, 12:18   #2
Esperto
 

Credo che in effetti la maggior parte delle persone normali (estroversi) si offenda in qualche misura, quando gli altri non si comportano nel modo prestabilito nel contesto sociale. Non parlargli viene inteso come un affronto perche` credono che uno lo faccia apposta contro di loro, dato che nella loro testa e` naturale parlare con tutti sempre. Spesso e` sufficiente non "salutare" qualcuno nella maniera di rito per mettersi in cattiva luce. Io fino a qualche anno fa non sapevo neanche che il saluto tra gli estroversi, specialmente femmine, e` un rito sociale esplicito da svolgere secondo un preciso schema.
Vecchio 25-07-2009, 13:11   #3
Esperto
 

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Originariamente inviata da pard Visualizza il messaggio
Credo che in effetti la maggior parte delle persone normali (estroversi) si offenda in qualche misura, quando gli altri non si comportano nel modo prestabilito nel contesto sociale.
recentemente ho rifiutato un'uscita coi colleghi. non volevo inventarmi una scusa che avrebbe chiuso li il discorso quindi sono stato sincero e ho detto che non mi andava. e si sono offesi. ho anche provato a spiegargli che se preferisco fare altro non significa automaticamente che mi stiano sul cazzo, anzi. ma niente. non esistono piu le mezze stagioni
Vecchio 25-07-2009, 13:25   #4
Esperto
 

La mia risposta al primo invito dei colleghi fu "no grazie non voglio rivedere le vostre facciacce anche nel tempo libero". Non si sono offesi, o magari si, non m'importa veramente... (anche perche` se un maschio si offende per queste cose allora non potrebbe essere amico mio anyway)
Vecchio 25-07-2009, 13:35   #5
Esperto
L'avatar di Loudovica
 

io c'ho il padrone della scuola guida che mi odia perché "non mi so comportare":
lui è tutto sicuro di sé mentre io, che in confronto a lui sono una gigantessa, sono timorosa e insicura. non so manco parlarci senza cominciare a balbettare.

a parte che poi la timidezza o quello che è fa sembrare che uno se la tiri abbestia.
alla scuola media, quando, per paura, continuavo a rifiutare feste e robe varie, a un certo punto i miei compagni si sono rotti le palle e hanno smesso di invitarmi.

settimana scorsa ero a una cena coatta e non son riuscita a spiccicar parola per tutta la sera.
questo fatto è stato interpretato come segno di un senso di noia da parte mia.
infatti mi è stato chiesto "ti sei annoiata? non hai spiccicato parola".
ma che ne sanno che m'annoiavo??

ho ancora il trauma di un anno fa quando uno zio che ero andata a trovare,
accortosi del mio sostanziale mutismo,
mi sbraitò "PARLA!!!!! NON CE L'HAI LA LINGUA????".
=__=

comunque secondo me anche fra fobici (o timidi o quello che sono) può esserci 'sta cosa,
ché magari due s'incontrano e però non riescono a essere disinvolti e tranquilli e allora ripensandoci uno dice "Cacchio, se è risultato così chiuso vordì che non gli faceva piacere vedermi" e magari si risente di ciò.
Vecchio 25-07-2009, 13:45   #6
Esperto
L'avatar di ichigo
 

si è vero, molti me lo fanno notare...
Vecchio 25-07-2009, 14:26   #7
Esperto
L'avatar di trademarko
 

Una volta lavoravo comelettricista. Uno dei primi giorni mi hanno affiancato una persona con più esperienza di me. Durante il lavoro non sapevo che fare, allora sono stato lì a guardare. Avrei potuto passargli gli attrezzi ma non riuscivo a farlo spontaneamente, mi sentivo molto a disagio ed allora guardavo e basta. Lui ad un certo punto mi disse "Scusa, ti stai annoiando, ho quasi finito". Mi sono sentito malissimo. Io non sono assolutamente uno scansafatiche è solo questo mio carattere che mi fa sentire in difficoltà in moltissime situazioni.
Vecchio 25-07-2009, 14:33   #8
Esperto
 

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Originariamente inviata da pard Visualizza il messaggio
La mia risposta al primo invito dei colleghi fu "no grazie non voglio rivedere le vostre facciacce anche nel tempo libero". Non si sono offesi, o magari si, non m'importa veramente... (anche perche` se un maschio si offende per queste cose allora non potrebbe essere amico mio anyway)
Perché una donna potrebbe offendersi e un uomo no?
Vecchio 25-07-2009, 14:37   #9
Esperto
 

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Originariamente inviata da mr_duke Visualizza il messaggio
recentemente ho rifiutato un'uscita coi colleghi. non volevo inventarmi una scusa che avrebbe chiuso li il discorso quindi sono stato sincero e ho detto che non mi andava. e si sono offesi. ho anche provato a spiegargli che se preferisco fare altro non significa automaticamente che mi stiano sul cazzo, anzi. ma niente. non esistono piu le mezze stagioni
Anch'io, se posso, cerco di saltare o di abbreviare il più possibile determinate uscite in cui non ho il "supporto" delle 3-4 persone con cui mi trovo più a mio agio e/o in contesti più "estremi". Fortunatamente non sono ancora arrivato a fare offendere nessuno, ma sotto certi aspetti, temo di aver raggiunto il livello di guardia dell'outsider-tappezzeria. Del resto, uscite tra colleghi praticamente non sono mai io a proporle.
Vecchio 25-07-2009, 16:24   #10
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L'ho pensato pure io e ne ho avuto anche molte conferme. A volte mi capita di incontrare qualche persona schietta che non si fa problemi a dire le cose come stanno. Altre volte l'ho scoperto sentendo discorsi su altre persone.

Ad esempio stare zitti durante una cena non solo è segno di disinteresse. Non si da contributo alla conversazione. Una persona che organizza una cena si prende il rischio che la serata possa andare male, sia noiosa.. e stare zitti è proprio la conferma che ciò sta avvenendo. E' un comportamento passivo che comunica che non ci si tiene nemmeno a farla andare bene.
Vecchio 25-07-2009, 18:15   #11
Esperto
L'avatar di ramo
 

Già, cosa pensano gli altri di me? Me lo sono sempre chiesto. Avevo paura di dare fastidio, perchè il mio comportamento non era uguale agli altri. Ho capito che le cose non stanno in questo modo, ed erano i miei pensieri disfunzionali a farmi credere che i miei atteggiamenti suscitassero ostilità.
Gli altri capiscono perfettamente che la mia chiusura è dovuta alla mia forte timidezza, lo capiscono perchè per quante maschere di serenità e sicurezza io possa mettermi, il linguaggio non verbale non può mentire. Ho provato a mettermi nei loro panni, cercando di capire che impressione mi sarei creato di me stesso. Vedevo un ragazzo silenzioso, imbronciato, pensieroso..., poi provando a parlarci vedevo invece il suo sforzo di cercare di parlare, di dimostrarsi piacevole, la sua paura trasparire dallo sguardo, il sorriso imbarazzato, la postura rigida. Conclusione: questo ragazzo non parla perchè è timido.
Perchè gli altri non dovrebbero pensare lo stesso? Perchè gli altri dovrebbero trovare i miei comportamenti così inumani ed esecrabili se hanno la consapevolezza che io sono in questo modo? E' davvero così condannabile il fatto che una persona non parla perchè è timida? Se io organizzassi una festa a casa, e vedo uno che non parla, che se ne sta sulle sue tutto serioso, penserei che probabilmente si sta annoiando. Ma se poi io ci parlo, lo conosco un po', e vedo le cose che ho descritto prima, capirei subito che il suo atteggiamento è dovuto alla timidezza, e non mi offenderei pensando che lui mi voglia comunicare col suo attegiamentanto noia per la mia festa.
Le persone che possono trovare il mio atteggiamento oltraggioso in certe situazioni, semplicemente ancora non si sono fatti un' idea di me parlandomi; sono persone che non mi conoscono ancora, e anche se ancora non mi hanno capito, non significa che tutti automaticamente pensino che io voglia ostentare disprezzo per loro.
E' assurdo, proprio perchè sono assurdi i miei pensieri disfunzionali.

Mi piacerebbe che qualcuno mi esprimesse le sue idee rispetto a quello a che ho detto: magari ne può nascere una discussione produttiva.

Ultima modifica di ramo; 25-07-2009 a 18:43.
Vecchio 25-07-2009, 20:33   #12
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Hai perfettamente ragione ramo, ma non consideri una variabile: molte persone non considerano la timidezza come una scusa valida per non parlare. Sopratutto per la loro welteschaung non contempla forme di socializzazione diversa dalla loro.
Vecchio 25-07-2009, 21:13   #13
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Non penso che si tratti di pensieri disfunzionali. Sono cose che comunque la maggior parte della gente pensa. Sono dei segnali che mandiamo indirettamente e non molti sono capaci di interpretarli come timidezza. Inoltre non tutti hanno un carattere forte e/o lo "spirito da crocerossina" (esagero, ma rende l'idea) di avventurarsi nell'impresa di riuscire a ottenere un rapporto da amicizia con una persona che ha dei problemi di eccessiva timidezza o depressione.
Vecchio 25-07-2009, 21:25   #14
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Il primo passo deve essere quello di circoscrivere il problema per capirlo. Secondo me il gap è inferiore a quello che si pensa non conoscendolo.
Vecchio 25-07-2009, 21:46   #15
Esperto
L'avatar di ramo
 

Quote:
Originariamente inviata da U'megghje Visualizza il messaggio
Hai perfettamente ragione ramo, ma non consideri una variabile: molte persone non considerano la timidezza come una scusa valida per non parlare. Sopratutto per la loro welteschaung non contempla forme di socializzazione diversa dalla loro.


Avere degli schemi diversi di socializzazione, non significa avere una visione interpretativa della comunicazione altrui esclusiva a questi modelli cognitivi. Non c'è un rapporto necessario tra la premessa e la conclusione. Il tuo discorso implica che le persone non possono capire a priori una persona che non possiede questi modelli, ma questo non è vero, altrimenti non conoscerebbero nemmeno il contenuto della parola '' timido '': la parola '' timido '' racchiude un significato che contempla proprio quei modelli che loro, secondo il tuo ragionamento non possono capire. Invece le persone hanno la consapevolezza di cosa significa essere timidi, e quindi sanno interpretare un modello di socializzazione diverso dal loro,- in questo caso di non socializzazione - ovvero quello del timido. Se capiscono perfettamente cosa significa essere timido, capiscono anche che il comportamento del timido non è una manifestazione di un ostilità intenzionale nei loro confronti. Inoltre, anche se fosse come dici tu, non è detto che non capendo un differente modello di socializzazione automaticamente lo giudichino ostile. Non c'è correlazione diretta. Si può non capire un altro modello cognitivo senza giudicarlo pericoloso.
Vecchio 25-07-2009, 22:49   #16
Intermedio
 

ramo ho pensato a quello che già mi hai detto in chat e ho rielaborato un pò i nostri discorsi con qualche lettura che ho fatto per conto mio: quando una persona ci accusa per qualcosa, ci deride o prende in giro tutti siamo portati a pensare sul momento che quella persona sia ignorante o stupida e riusciamo chi piu o chi meno a prendere le distanze da essa. Ma non siamo altrettanto bravi a prendere le distanze dalle accuse che noi stessi ci rivolgiamo quotidianamente perchè alla fine se quelle cose le abbiamo pensate noi devono essere vere per forza. E' questa la cosa sbagliata! Esse sono soltanto cattive abitudini di pensiero scaturite da eventi passati spiacevoli. E' giusto considerare assolutamente vero il fatto che qualcuno pensi che non troverà mai un lavoro o una persona che lo ami davvero? E' chiaro che siamo noi con le nostre riflessioni interiori che siamo portati a ritenere queste convinzioni come assiomi dai quali è impossibile prendere le distanze...invece nessuno pensa mai a mettere in discussione se stesso e le sue convinzioni, ad assumere un punto di vista esterno come un detective per cercare almeno le "prove", sempre che esistano, che tali coninzioni siano oggettivamente errate...E' uno sforzo che ognuno dovrebbe almeno tentare di fare

Ultima modifica di pippocalippo; 25-07-2009 a 22:51.
Vecchio 26-07-2009, 02:38   #17
Esperto
 

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Originariamente inviata da ramo Visualizza il messaggio
Perchè gli altri non dovrebbero pensare lo stesso? Perchè gli altri dovrebbero trovare i miei comportamenti così inumani ed esecrabili se hanno la consapevolezza che io sono in questo modo? E' davvero così condannabile il fatto che una persona non parla perchè è timida? Se io organizzassi una festa a casa, e vedo uno che non parla, che se ne sta sulle sue tutto serioso, penserei che probabilmente si sta annoiando. Ma se poi io ci parlo, lo conosco un po', e vedo le cose che ho descritto prima, capirei subito che il suo atteggiamento è dovuto alla timidezza, e non mi offenderei pensando che lui mi voglia comunicare col suo attegiamentanto noia per la mia festa.
Anch'io ragionerei più o meno così, ma non darei per scontato il fatto che lo facciano tutti...

Quote:
Originariamente inviata da ramo Visualizza il messaggio
Le persone che possono trovare il mio atteggiamento oltraggioso in certe situazioni, semplicemente ancora non si sono fatti un' idea di me parlandomi; sono persone che non mi conoscono ancora, e anche se ancora non mi hanno capito, non significa che tutti automaticamente pensino che io voglia ostentare disprezzo per loro.
E' assurdo, proprio perchè sono assurdi i miei pensieri disfunzionali.

Mi piacerebbe che qualcuno mi esprimesse le sue idee rispetto a quello a che ho detto: magari ne può nascere una discussione produttiva.
Sono d'accordo sul fatto che un atteggiamento timido o riservato non viene automaticamente associato da tutti all'idea del tirarsela; il problema però è che non tutti vogliono o hanno il tempo di farsi un'idea di te. In alcuni casi, per esempio quando si tende a rifiutare un certo numero di uscite troppo "estroverse" con persone che non si conoscono ancora bene, quelle persone potrebbero stancarsi, pensare che a te non interessa niente di loro o che le loro richieste ti annoino, e quindi smettere di contattarti prima di approfondire bene la tua conoscenza.
Vecchio 26-07-2009, 11:59   #18
Esperto
L'avatar di MiRuina
 

ieri dicevo a mia madre
"io se mi vedessi da fuori non mi frequenterei"
uhhuhuhuhu

non tanto perchè do l'aria dell'antipatica ma perchè...
do l'aria amibigua, vaga.
Penso che se uscisse fuori il mio vero carattere la gente potrebbe scegliere, potrebbe dire " questa mi piace, questa non mi piace " e di conseguenza essere più interessata nei miei confronti...
Vecchio 26-07-2009, 16:24   #19
Esperto
L'avatar di ramo
 

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Originariamente inviata da Septimus Visualizza il messaggio
Non penso che si tratti di pensieri disfunzionali. Sono cose che comunque la maggior parte della gente pensa. Sono dei segnali che mandiamo indirettamente e non molti sono capaci di interpretarli come timidezza. Inoltre non tutti hanno un carattere forte e/o lo "spirito da crocerossina" (esagero, ma rende l'idea) di avventurarsi nell'impresa di riuscire a ottenere un rapporto da amicizia con una persona che ha dei problemi di eccessiva timidezza o depressione.
Si tratta di pensieri disfunzionali, perché pensare che '' la maggior parte della gente pensa '' che il nostro comportamento è ostile quasi invariabilmente, significa proiettare un impressione che sta nella nostra mente agli altri, dandone un contenuto di verità senza vagliarla alla prova dei fatti. Possedere un’idea senza avere la prova della sua effettiva verità, ma non metterla in dubbio ugualmente, vuol dire che questa idea è assoluta. Ogni idea assoluta porta a dei paradossi logici. Tutti o quasi tutti i pensieri disfunzionali sono idee assolutizzate.
Se ciò che dici è vero bisogna averne la prova empirica, e non puoi averla perché la realtà è un’altra. Probabilmente ti sarà capitato che qualcuno abbia frainteso i tuoi comportamenti percependone un avversione nei sui confronti. E’ possibile e non metto in dubbio che ti sia capitato. E’ capitato anche a me. Ma questo significa davvero che '' la MAGGIOR parte della gente pensa ’’ così? Quante persone ti hanno conosciuto nella vita? Metteresti la mano sul fuoco che la maggioranza si sia fatta quell’idea? Se chiedessi a cento persone che ti conoscono bene, l’opinione che hanno di te, la maggioranza si dividerà in: '' mi sembri timido '', '' sei un tipo riservato '', '' sei molto introverso '' , '' mi sembri pensieroso, credo che ci sia qualcosa che ti faccia soffrire '' , '' sei strano ''. Credo che meno del 10 per cento direbbe '' credo che tu ce l’abbia con me ''. Se qualcuno ti ha fatto capire questo, ha senso inferire con certezza che allora la maggioranza la pensa allo stesso modo? E’ come inferire: i cani mordono, un cane mi ha morso, tutti i cani mi mordono. Come puoi vedere non c'è logica.
Anzitutto, devi mettere in discussione la tua credenza, rendendoti conto che non hai la prova che ne dimostra la verità.
Chiediti poi anche quali sono le controprove della tua credenza. Queste sono le mie:
Esiste una comunicazione non verbale che si esprime in un codice comune che la maggior parte delle persone comprendono. Se io sono imbronciato, ansioso, impaurito, silenzioso ecc…, le persone lo vedono. Sicuramente questo traspare all’esterno, ma se le persone si accorgono di questi miei atteggiamenti, come li interpretano? Cioè se una persona mi vede imbronciato, silenzioso… si chiederà anche perché mi comporto così? E ora entrano in gioco mille variabili relative al grado di conoscenza che la persona ha di te, al contesto in cui ti trovi ecc… . Faccio alcuni esempi: ti viene presentata una persona e iniziate un dialogo. Questa persona si accorge di quei messaggi non verbali. Ora, questa persona potrebbe pensare che tu intenzionalmente gli dimostri la tua ostilità solo se c’è un reale motivo, ma siccome non vi conoscete sa che tu non avresti alcun motivo. Quindi è più ovvio che interpreti quei messaggi in altri modi: '' non ha voglia di parlare '', '' mi sembra un ragazzo timido '' , '' sarà incazzato per i fatti suoi '' ecc… . Come vedi difficilmente potrebbe pensare '' deve avercela con me ''.
Secondo esempio: esci con degli amici che ti hanno già visto diverse volte e in diversi contesti. Vedono i messaggi non verbali. Sanno che ti comporti sempre o quasi in quel modo, sanno che sei così con tutti o quasi, sanno che non ti hanno fatto niente. Se proprio uno di loro pensa che tu ce l’abbia con lui deve vedere che ti comporti così soltanto quando c’è lui, deve vedere che ti comporti in quel modo solo con lui e non con gli altri, deve pensare che ti abbia fatto qualcosa. Siccome mancano questi fatti, non è più ovvio che alla lunga vedendo sempre quei messaggi non verbali pensino: '' non c’è dubbio che sia proprio timido '', '' parla sempre poco, è un tipo introverso '', '' è sempre incazzato, avrà i suoi problemi ''. E’ molto difficile che pensi '' ce l’ha con me ''.
Io penso che se ci accorgiamo che qualcuno, in un contesto circoscritto, valuta il nostro atteggiamento ostentatamente ostile, allora pensiamo automaticamente che tutti la pensino alla stessa maniera, perché abbiamo un pensiero disfunzionale '' è normale che il mio comportamento venga considerato ostile, tutti devono pensarlo ''. E’ una proposizione categorica, ma quanto possiamo essere sicuri che sia reale? Questo pensiero è talmente radicato in noi che difficilmente possiamo vedere le cose da un’altra prospettiva, accorgendoci che siamo stati valutati ostili solo in quel/quei casi, ma non in tutti. Ed è difficile pensare che ci sia un’altra spiegazione dei fatti rispettivamente al nostro pensiero disfunzionale.

Il fatto che non molti vedendoci troppo introversi, timidi, o depressi, decidano di coltivare un rapporto d’amicizia con noi non significa che non lo facciano perché pensano che noi ce l’abbiamo con loro. Più semplicemente se una persona ha voglia di comunicare con un’altra, lo fa con chi non mette un muro tra se e la comunicazione.
Ma il problema di rapportarci con gli altri dipende da questo muro, e non da il giudizio negativo che crediamo si sono fatti di noi. E’ proprio questo il muro! E più propriamente il muro si chiama '' pensiero disfunzionale ''.
Bisogna individuarlo, metterlo in discussione da un’altra prospettiva, acquisire delle consapevolezze che corrispondono alla realtà delle cose, sostituire il pensiero attraverso queste consapevolezze.
Vecchio 26-07-2009, 17:22   #20
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da ramo Visualizza il messaggio
Il fatto che non molti vedendoci troppo introversi, timidi, o depressi, decidano di coltivare un rapporto d’amicizia con noi non significa che non lo facciano perché pensano che noi ce l’abbiamo con loro. Più semplicemente se una persona ha voglia di comunicare con un’altra, lo fa con chi non mette un muro tra se e la comunicazione.
Ma il problema di rapportarci con gli altri dipende da questo muro, e non da il giudizio negativo che crediamo si sono fatti di noi. E’ proprio questo il muro! E più propriamente il muro si chiama '' pensiero disfunzionale ''.
Bisogna individuarlo, metterlo in discussione da un’altra prospettiva, acquisire delle consapevolezze che corrispondono alla realtà delle cose, sostituire il pensiero attraverso queste consapevolezze.
Sono d'accordo sulla parte evidenziata, però non è neanche detto che sia sempre come dici tu. Ad ogni modo, che gli altri pensino che noi ce l'abbiamo con loro o no, le conseguenze di allontanamento e mancata coltivazione dell'amicizia sono sempre negative (a meno che non ci sia proprio un'incompatibilità caratteriale alla base che l'avrebbe comunque resa poco praticabile).
Comunque, "tear down the wall!" (cit. Pink Floyd).
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