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Vecchio 08-01-2025, 02:13   #1
Esperto
L'avatar di Keith
 

E' sempre presente in me la costante incertezza fra voler socializzare e non riuscire a farlo.
Giusto un paio di giorni fa ho ricevuto un'invito a casa di una collega per giocare a carte con altri colleghi, devo dire niente di entusiasmante, ma sarebbe stato bene andare, visto che sono sempre solo, sto giorni e giorni senza parlare in completa e totale solitudine.. ma alla fine non me la sono sentita, mi vedevo brutto, goffo, grasso, pallido e avevo paura delle eventuali critiche.
Così però non se ne esce mai, vorrei ricostruirni una vita sociale ma ho mille blocchi che me le impediscono e ci sto male, soprattutto sto male per l'incertezza. In un certo sesnso invidio chi è deciso a perseguire una strada o l'altra.
Vecchio 08-01-2025, 08:44   #2
Esperto
L'avatar di Xchénnpossoreg?
 

Da un lato ti direi di provarci, soprattutto in occasioni simili a quella della partita a carte. Parliamo di colleghi, ti conoscono già e sanno come sei fatto.. non c'erano chissà quali aspettative da raggiungere. Le tue sembianze non sono una novità. Idem il tuo carattere. Tra l'altro, penso alle tue foto e non mi sembri messo così male. Non voglio farti la paternale, figurati, però gli inviti oggi ci sono e domani chissà. Meglio approfittarne.

Ultima modifica di Xchénnpossoreg?; 08-01-2025 a 08:48.
Vecchio 08-01-2025, 09:17   #3
Esperto
L'avatar di Warlordmaniac
 

Non mi posso dilungare perché sono al lavoro.
Credo che sia possibile che ad un certo punto Il piacere del comfort diventi superiore alla stima del piacere di una socializzazione. Questo succede quando si hanno ricordi negativi delle esperienze simili, anche quando uno coscientemente non ha grossi traumi o grosse delusioni recenti da raccontare.
Però credo anche che ci sia un rapporto ideale tra comfort, discomfort e zona limite, un po' come quando si fa sport, dove gli allenamenti veramente tosti sono uno o due la settimana, e gli altri sono a bassa e media intensità.
Per migliorare è sbagliato sia esagerare da un verso, un programma troppo duro, che dall' altro, come in un programma con stimoli troppo bassi e solo quelli. Ci vorrebbe una miscela giusta, che è molto personale e non quantificabile.

Ultima modifica di Warlordmaniac; 08-01-2025 a 10:35.
Vecchio 08-01-2025, 09:25   #4
Esperto
L'avatar di SugarPhobic
 

Non so se ci sia altro dietro, ma le "garanzie" della tua zona confort sembrano farti male.

Avresti voluto andarci diverso da come sei, questo però è impossibile e ti ha fatto male.
Metti questo dolore sul piatto della bilancia, dall' altra parte metti la mancata partita a carte, quello che ha alimentato e significato in te.

Ecco... ora guarda il risultato, tienilo a mente e saprai come comportarti la prossima volta.
Ringraziamenti da
Ezp97 (08-01-2025)
Vecchio 08-01-2025, 12:03   #5
Intermedio
L'avatar di timewave
 

Capisco perfettamente quello che dici, ma ho capito che l'unico modo è buttarmi e quest'anno ho deciso di sforzarmi di fare cose anche in contrasto al mio primo istinto, che sarebbe di evitare tutto ciò che mi dà ansia sociale.
Vecchio 08-01-2025, 12:16   #6
Avanzato
 

la penso come xke, bisogna sforzarsi di partecipare. poi dipende ovviamente dai colleghi e dalla situazione in particolare. io faccio questo ragionamento: se so che mi pentirò di non aver fatto qualcosa che non voglio fare, mi sforzo di farlo.
Viceversa se so che mi pentirò di aver fatto qualcosa che voglio fare (isolarsi), mi sforzo di non farlo.
Vecchio 08-01-2025, 13:15   #7
Esperto
 

Secondo me la socialita' ha senso a patto che sia un piacere, ossia che sia qualcosa di naturale e spontaneo, che porta frutti spensierati senza troppi sforzi. Se uno deve sforzarsi di andare, imporsi di essere allegro, esporsi fuori dalla zona comfort, con risultati che sono tutti da discutere perche' magari sei li e non ti calcola nessuno, o almeno non come vorresti, io dico che e' meglio stare a casa. O almeno io oramai faccio cosi'.
Vecchio 08-01-2025, 14:38   #8
Esperto
L'avatar di Keith
 

Quote:
Originariamente inviata da Mollusco Visualizza il messaggio
Secondo me la socialita' ha senso a patto che sia un piacere, ossia che sia qualcosa di naturale e spontaneo, che porta frutti spensierati senza troppi sforzi. Se uno deve sforzarsi di andare, imporsi di essere allegro, esporsi fuori dalla zona comfort, con risultati che sono tutti da discutere perche' magari sei li e non ti calcola nessuno, o almeno non come vorresti, io dico che e' meglio stare a casa. O almeno io oramai faccio cosi'.
Il problema è che poi non ti chiamano più neanche per le cose più interessanti. Soprattutto quando non è la prima volta che dici di no. Con la gente è così, almeno oggi, una volta era un po' diverso. Se dopo 1-2 volte non vai più agli incontri risulti come quello che non ha voglia, e non ti invitano più.
Vecchio 08-01-2025, 16:02   #9
Intermedio
L'avatar di Melmoth
 

Capisco bene, quante volte mi sono trovato in queste situazioni. Ormai mi capitano raramente, ma se mi capitassero cercherei di sfruttarle il piu' possibile.
Quando si ha uno storico di fallimenti-ansie alle spalle è normale stare lì ad arrovellarsi valutando costi benefici e cercando di prevedere l'imprevedibile. Se da un lato bisogna buttarsi nella folla per far accadere le cose, da un lato non ha molto senso sforzarsi troppo secondo me. Bisogna valutare caso per caso, non sono dell'idea che bisogna fare gli "yes man" sempre e comunque.
Poi per quanto mi riguarda alla base c'è anche una sopravvalutazione dei rapporti sociali. Quando sto per troppo tempo solo mi dimentico come sono fatte le persone, le idealizzo e quindi desidero stare con qualcuno... quando sto con qualcuno desidero stare solo perché il bisogno di socialità e la logica del buttarsi mi porta a frequentare persone con cui ho poco da condividere. Quindi va bene buttarsi ma è importante avere la pazienza di selezionare.
Vecchio 08-01-2025, 16:12   #10
Esperto
L'avatar di Keith
 

Quote:
Originariamente inviata da Melmoth Visualizza il messaggio
Quando sto per troppo tempo solo mi dimentico come sono fatte le persone, le idealizzo e quindi desidero stare con qualcuno... quando sto con qualcuno desidero stare solo perché il bisogno di socialità e la logica del buttarsi mi porta a frequentare persone con cui ho poco da condividere. Quindi va bene buttarsi ma è importante avere la pazienza di selezionare.
Si esatto quando stai per lunghi periodi da solo vorresti socializzare, ma poi mentre stai socializzando capisci poi che le persone in genere non sono un granché, e ti viene voglia di ritornare solo. E' tutto un continuo avanti e indietro, non si hanno amicizie e si fa fatica a mantenerle, si hanno rarissimi incontri, ma non si è neanche appagati nello stare soli.
Ringraziamenti da
Melmoth (08-01-2025)
Vecchio 08-01-2025, 16:40   #11
Esperto
L'avatar di Teal
 

Quote:
Originariamente inviata da Mollusco Visualizza il messaggio
Secondo me la socialita' ha senso a patto che sia un piacere, ossia che sia qualcosa di naturale e spontaneo, che porta frutti spensierati senza troppi sforzi. Se uno deve sforzarsi di andare, imporsi di essere allegro, esporsi fuori dalla zona comfort, con risultati che sono tutti da discutere perche' magari sei li e non ti calcola nessuno, o almeno non come vorresti, io dico che e' meglio stare a casa. O almeno io oramai faccio cosi'.
Magari certe occasioni non danno soddisfazione immediata ma sforzarsi di coglierle può riattivare certi meccanismi e il beneficio può essere più sul lungo periodo. Nel senso che accetto di uscire, mi faccio due palle così, ma intanto ho interagito con altri esseri umani mi sono combinato un minimo, mi sono “allenato”, la prossima volta se capitassero occasioni più interessanti non sarò del tutto fuori allenamento. La spirale dell’asocialità totale é una tentazione a cui bisogna resistere, gli esiti possono essere molto pericolosi, é dura ma se si può qualche sforzo bisogna farlo.
Vecchio 08-01-2025, 16:45   #12
Esperto
L'avatar di Keith
 

Quote:
Originariamente inviata da Teal Visualizza il messaggio
Magari certe occasioni non danno soddisfazione immediata ma sforzarsi di coglierle può riattivare certi meccanismi e il beneficio può essere più sul lungo periodo. Nel senso che accetto di uscire, mi faccio due palle così, ma intanto ho interagito con altri esseri umani mi sono combinato un minimo, mi sono “allenato”, la prossima volta se capitassero occasioni più interessanti non sarò del tutto fuori allenamento. La spirale dell’asocialità totale é una tentazione a cui bisogna resistere, gli esiti possono essere molto pericolosi, é dura ma se si può qualche sforzo bisogna farlo.
Concordo.
L'unico appunto sai qual'è? Che fra un'evento e l'altro potrebbero passare anche tre mesi. Quindi poi ogni volta è un ricominciare. Invece come ho visto in passato un singol oevento non comporta un "ricominciare", ma bensì è solo un casuale evento isolato. almeno per me. Lo vedo dal fatto che se poi propongo qualcosa i oviene disertato, tradotto in parole povere non hanno interesse a frequentarmi o a voler fare le cose che piacciono a me. E quei rari inviti sono un misto fra obbligo morale ed umana pietà. Mi potrei sbagliare, ma questa è l'impressione che ho.

Ultima modifica di Keith; 08-01-2025 a 16:48.
Vecchio 08-01-2025, 17:23   #13
Esperto
L'avatar di Warlordmaniac
 

Ma alla fine che cosa chiediamo da questi incontri?
Ok, compagnia, stare insieme agli altri.
Ma a che servono? Sono anelli precedenti nella catena. L' obiettivo può essere "sentirsi normali", oppure sentirsi parte di una comunità (il cosiddetto bisogno di appartenenza).
L' obiettivo generale è sentirsi un normie, uno come tutti gli altri? Dipende dagli obiettivi parziali, cioè il livello minimo a cui vogliamo arrivare. E qui troppo spesso vado a sbattere. Quanto normale? Parlare come loro, fare ridere come loro?
L'obiettivo generale è sentirsi difeso all' interno di una comunità? Ok, che posizione hai in questa comunità? Che rango? E quanto ti fidi di costoro? Puoi esprimere le tue debolezze oppure ti senti costretto a conquistare il loro rispetto?
È chiaro che esiste la possibilità che un' uscita in compagnia dia delle conferme negative su delle nostre caratteristiche che ormai abbiamo inteso come decisive. Immaginate ad esempio le dinamiche che avvengono in presenza di gruppi misti, dove gli uomini, anche quando non attratti, gareggiano tra di loro per le attenzioni femminili. Dopo uno inizia a raccontare cose non vere per non soccombere e per non passare per bugiardo cerca di frequentare quel gruppo il meno possibile.
Questo è per dirvi che non tutti gli esami si passano in maniera sufficiente. Molto spesso è l' esposizione a causare un blocco.

Ultima modifica di Warlordmaniac; 08-01-2025 a 18:09.
Vecchio 08-01-2025, 17:33   #14
Esperto
L'avatar di Keith
 

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Originariamente inviata da Warlordmaniac Visualizza il messaggio
Ma alla fine che cosa chiediamo da questi incontri?
Ok, compagnia, stare insieme agli altri.
Ma a che servono? Sono anelli precedente nella catena. L' obiettivo può essere sentirsi normali, oppure sentirsi parte di una comunità (il cosiddetto bisogno di appartenenza).
L' obiettivo generale è sentirsi un normies, uno come tutti gli altri? Dipende dagli obiettivi parziali, cioè il livello minimo a cui vogliamo arrivare. E qui troppo spesso vado a sbattere. Quanto normale? Parlare come loro, fare ridere come loro?
L'obiettivo generale è sentirsi difeso all' interno di una comunità? Ok, che posizione hai in questa comunità? Che rango? E quanto ti fidi di costoro? Puoi esprimere le tue debolezze oppure ti senti costretto a conquistare il loro rispetto?
È chiaro che esiste la possibilità che un' uscita in compagnia dia delle conferme negative su delle nostre caratteristiche che ormai abbiamo inteso come decisive. Immaginate ad esempio le dinamiche che avvengono in presenza di gruppi misti, dove gli uomini, anche quando non attratti, gareggiano tra di loro per le attenzioni femminili. Dopo uno inizia a raccontare cose non vere per non soccombere e per non passare per bugiardo cerca di frequentare quel gruppo il meno possibile.
Questo è per dirvi che non tutti gli esami si passano in maniera sufficiente. Molto spesso è l' esposizione a causare un blocco.
Io l'unica cosa che ti posso dire è che quando ero ragazzo le uscite le facevo volentieri, perché era tutto nuovo, anche solo andare al pub, al mare, e poi nella compagnia c'era la ragazza che mi piaceva, e questo era un grosso incentivo. Nelle uscite di adesso ragazze che mi piacciono o che potenzialmente potrebbero piacermi non ce n'è, le cose sono tutte ripetitive, aperitivo, partite a carte, anche l'alcol non dà più la stessa euforia di prima.
Ci vorrebebro cose molte diverse, e la gente le fa, ma non con me. io sono quello da chiamare per la pizzata o la partitella. 2 volte l'anno.

Non lo so, avesso mi sento come fossi arrivato al capolinea delle emozioni.
Vivere da emarginato, ok, può andare bene, ma ne devi prima essere convinto.
Vecchio 08-01-2025, 17:51   #15
Esperto
L'avatar di Teal
 

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Ma alla fine che cosa chiediamo da questi incontri?
Ok, compagnia, stare insieme agli altri.
Ma a che servono? Sono anelli precedente nella catena. L' obiettivo può essere sentirsi normali, oppure sentirsi parte di una comunità (il cosiddetto bisogno di appartenenza).
L' obiettivo generale è sentirsi un normies, uno come tutti gli altri? Dipende dagli obiettivi parziali, cioè il livello minimo a cui vogliamo arrivare. E qui troppo spesso vado a sbattere. Quanto normale? Parlare come loro, fare ridere come loro?
L'obiettivo generale è sentirsi difeso all' interno di una comunità? Ok, che posizione hai in questa comunità? Che rango? E quanto ti fidi di costoro? Puoi esprimere le tue debolezze oppure ti senti costretto a conquistare il loro rispetto?
È chiaro che esiste la possibilità che un' uscita in compagnia dia delle conferme negative su delle nostre caratteristiche che ormai abbiamo inteso come decisive. Immaginate ad esempio le dinamiche che avvengono in presenza di gruppi misti, dove gli uomini, anche quando non attratti, gareggiano tra di loro per le attenzioni femminili. Dopo uno inizia a raccontare cose non vere per non soccombere e per non passare per bugiardo cerca di frequentare quel gruppo il meno possibile.
Questo è per dirvi che non tutti gli esami si passano in maniera sufficiente. Molto spesso è l' esposizione a causare un blocco.
Sicuramente le dinamiche che spesso elenchi hanno il loro peso ma può esistere talvolta anche il piacere di stare con gli altri senza contrapposizioni, gerarchie e sfide. Forse una concezione meno rigida aiuterebbe, anche gli altri hanno le loro debolezze e le loro fragilità, non sono sempre tutti lì coi fucili spianati.
Vecchio 08-01-2025, 18:05   #16
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Io l'unica cosa che ti posso dire è che quando ero ragazzo le uscite le facevo volentieri, perché era tutto nuovo, anche solo andare al pub, al mare, e poi nella compagnia c'era la ragazza che mi piaceva, e questo era un grosso incentivo. Nelle uscite di adesso ragazze che mi piacciono o che potenzialmente potrebbero piacermi non ce n'è, le cose sono tutte ripetitive, aperitivo, partite a carte, anche l'alcol non dà più la stessa euforia di prima.
Ci vorrebebro cose molte diverse, e la gente le fa, ma non con me. io sono quello da chiamare per la pizzata o la partitella. 2 volte l'anno.

Non lo so, avesso mi sento come fossi arrivato al capolinea delle emozioni.
Vivere da emarginato, ok, può andare bene, ma ne devi prima essere convinto.
Capisco quello che vuoi dire. È svanita la mentalità adolescenziale del "tutto può accadere", e hai individuato dei confini entro i quali ti puoi muovere. Come quella città che prima ti sembrava tanto grande, ora conosci un po' a memoria e inizia a starti piccola e monotona.

In realtà io non sto sostenendo l' isolazionismo, bensì la possibilità che esistano dei feedback negativi, tutt' altro che improbabili, che diminuiscano ulteriormente la voglia di socializzare. Come può succedere che i feedback siano positivi e allora reagiamo con entusiasmo cercando di replicare l'esperienza.
Sbagliato invece è, secondo me, sostenere che "buttarsi" sia benefico a prescindere.
Vecchio 08-01-2025, 18:08   #17
Esperto
L'avatar di Warlordmaniac
 

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Originariamente inviata da Teal Visualizza il messaggio
Sicuramente le dinamiche che spesso elenchi hanno il loro peso ma può esistere talvolta anche il piacere di stare con gli altri senza contrapposizioni, gerarchie e sfide. Forse una concezione meno rigida aiuterebbe, anche gli altri hanno le loro debolezze e le loro fragilità, non sono sempre tutti lì coi fucili spianati.
Non vi capirò mai.
Vecchio 08-01-2025, 18:51   #18
Esperto
L'avatar di SugarPhobic
 

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Originariamente inviata da Keith Visualizza il messaggio
Il problema è che poi non ti chiamano più neanche per le cose più interessanti. Soprattutto quando non è la prima volta che dici di no. Con la gente è così, almeno oggi, una volta era un po' diverso. Se dopo 1-2 volte non vai più agli incontri risulti come quello che non ha voglia, e non ti invitano più.
E questo dici che lo vivi in modo ansiogeno, non è un incentivo ad andare e vedere semplicemente il destino, quella particolare sera, cosa ti riserverà.

Ogni uscita dalla porta contiene un incognita. Il top sarebbe interpretarla come un gioco, come un qualcosa che contiene sorpresa, no?
E le sorprese, per loro natura, posso essere anche positive. Basta credere che possa essere una di quelle.
Vecchio 08-01-2025, 19:33   #19
Esperto
 

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Originariamente inviata da Teal Visualizza il messaggio
La spirale dell’asocialità totale é una tentazione a cui bisogna resistere, gli esiti possono essere molto pericolosi, é dura ma se si può qualche sforzo bisogna farlo.
Quali possono essere gli esiti pericolosi della spirale dell'asocialita'?
Vecchio 08-01-2025, 19:51   #20
Esperto
L'avatar di Teal
 

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Originariamente inviata da Mollusco Visualizza il messaggio
Quali possono essere gli esiti pericolosi della spirale dell'asocialita'?
Non so…ritrovarsi completamente soli a 70 anni senza parenti se finisci all’ospedale ad esempio. Oppure non parlare proprio più con nessuno da non essere in grado di chiedere nemmeno più un’indicazione ad uno sconosciuto. Poi biologicamente mica si muore per carità, ci sono casi del genere e magari anch’io finirò così, ma mi sembrano prospettive abbastanza pericolose, un minimo di contatti é meglio cercare di mantenerli.
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