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Vecchio 02-11-2011, 00:46   #21
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Originariamente inviata da Kavin Casey Visualizza il messaggio
(Sarà la sezione giusta? chi lo sa)
Sono dell'idea che per affrontare realmente un male dobbiamo buttarci direttamente contro di esso e far di tutto per batterlo. E l'ho fatto. Mi sono imposto di buttarmi e di provare a combinare qualche uscita con una mia amica che conosco da un pò di anni ma che mi è stata presentata da un amico tramite internet (e si, la conosco da anni ma non le ho mai chiesto di vederci nè di parlarci per "paura"). Esperienza infernale, durante il tragitto che mi separava dal luogo dell'incontro ho iniziato a star male e ad essere da un ansia terribile (tanto che ero certo di svenire da un momento all'altro).
Riflettendo ora e con calma sull'esperienza credo che la paura di non soddisfare le aspettative e di avere la certezza di risultare che non sarei piaciuto. Sono giunto alla conclusione che gran parte della timidezza derivi da una scarsa autostima, dalla sicurezza di risultare stupidi o inadeguati, quindi:
Come aumentare la propia autostima e quindi la sicurezza interiore di riuscire e di piacere (cosa assolutamente fondamentale per riuscire)? Che tecniche usate voi?

P.S: Per chi lo volesse sapere...alla fine mi ha dato buca; però lo rifarei, voglio rendere l'ansia un abitudine e che quindi perda di forza.
Non ci vuole solo perseveranza ma anche intelligenza nel fare le cose.
Puoi buttarti contro tutti gli esercizi di matematica che vuoi ma se non ragioni non li risolverai mai anche se ne hai fatti centinaia.
È così scontato che quasi mi vergogno a scriverlo: non è nemmeno importante il risultato in sé, l'importante è imparare qualcosa dal proprio ipotetico fallimento.
Farsi domande, fare autocritica, capire l'errore, cosa ho sbagliato se ho sbagliato? Cosa è andato storto? È imputabile a me? E se sì come risolvere il problema? E infine risaltare in sella verso nuovi errori.
Vecchio 02-11-2011, 00:49   #22
Esperto
 

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Originariamente inviata da D. Vecio Visualizza il messaggio
Farsi domande, fare autocritica, capire l'errore, cosa ho sbagliato se ho sbagliato? Cosa è andato storto? È imputabile a me? E se sì come risolvere il problema? E infine risaltare in sella verso nuovi errori.
All of old. Nothing else ever. Ever tried. Ever failed. No matter. Try again. Fail again. Fail better (Samuel Beckett)

Ultima modifica di Winston_Smith; 02-11-2011 a 01:25.
Vecchio 02-11-2011, 01:06   #23
Esperto
L'avatar di stupido
 

poca autostima + paura del giudizio altrui = fobia sociale....

il problema è quest'ansia che nn puo essere dettata solo dalla scarsa autostima...o forse si?
è che abbiamo anche paura degli altri, mettiamo per esempio che abbiamo una forte autostima ...automaticamete il giudizio degli altri nn ci frgherebbe minimamente dato che saremmo sicuri di noi stessi...

cazzo forse è questa la chiave...
forse parte tutto dall' autostima?
Vecchio 02-11-2011, 09:03   #24
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Originariamente inviata da stupido Visualizza il messaggio
poca autostima + paura del giudizio altrui = fobia sociale....

il problema è quest'ansia che nn puo essere dettata solo dalla scarsa autostima...o forse si?
è che abbiamo anche paura degli altri, mettiamo per esempio che abbiamo una forte autostima ...automaticamete il giudizio degli altri nn ci frgherebbe minimamente dato che saremmo sicuri di noi stessi...

cazzo forse è questa la chiave...
forse parte tutto dall' autostima?
Si, secondo me è la chiave...e secondo me la chiave sono anche i circoli viziosi..se si riuscisse ad avere più autostima e a far crollare i circoli viziosi..abra cadabra..il problema è risolto come per magia
Io me ne sono resa conto annotando giornalmente i miei stati d'animo e le mie paure..è assurdo vedere come mi contraddico in ogni cosa..analizzando il tutto, mi sono resa conto che ciò che non mi piace di me e che temo gli altri possano giudicare negativamente sono proprio i sintomi causati dalla fobia sociale..la fobia sociale però a sua volta si è instaurata quando ero piccola, a causa della mia scarsa autostima e della mia eccessiva sensibilità..da lì è partito tutto..da piccola avevo qualche chilo di troppo, ma non ero grassa...le mie amichette però erano perfette e non facevano altro che sottolineare che non ero bella come loro o che non sapevo ballare, etc..poi a causa di ciò, ho cominciato a non mangiare e da lì è stata la fine...poi ho ripreso a mangiare, ma mi vergognavo a farlo davanti agli altri e allora evitavo quasi tutte le situazioni sociali...poi ho risolto, ma si erano creati altri problemi derivanti dal fatto che mi ero isolata e non avevo amici....insommma è stata una cosa a catena e se ci penso, potrei trovare dei collegamenti per tutto. Ricordo anche il trauma infantile in cui mi sono sentita umiliata e al c'entro dell'attenzione di tutti i passanti...ma alla fine tutto parte dalla scarsa autostima, perchè chi non ha scarsa autostima se ne frega anche se le sue amiche le dicono che è grassa o altro. Oggi sono magra e sono una bella ragazza, ma il problema permane a causa degli effetti a catena che ci sono stati nel corso degli anni.
Sembra assurdo come tutti noi siamo così bravi ad analizzare ogni cosa..è la pratica che ci frega ..insomma "tra dire e il fare c'è di mezzo il mare"
Vecchio 02-11-2011, 11:53   #25
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Originariamente inviata da Kavin Casey Visualizza il messaggio
...Come aumentare la propia autostima e quindi la sicurezza interiore di riuscire e di piacere (cosa assolutamente fondamentale per riuscire)? Che tecniche usate voi?.
Io compenso la mia scarsa autostima con l'orgoglio. Le tecniche che ho sempre usato sono le più sbagliate e le meno efficaci. La mia psicologa diceva devi fare dei dolci, devi cucinare, per vedere qualcosa fatto e creato da me. Mah, si vede che non vedeva in me molte qualità.
Vecchio 02-11-2011, 13:02   #26
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L'avatar di stupido
 

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Originariamente inviata da rory Visualizza il messaggio
il problema permane a causa degli effetti a catena che ci sono stati nel corso degli anni.
ma infatti questo è il vero problema, ormai anche se diventassi il piu estroverso del mondo cosa me ne farei dato che ho creato il deserto intorno a me?
che situazione di merda!fanculo....
Vecchio 02-11-2011, 13:04   #27
Esperto
L'avatar di D. Vecio
 

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Originariamente inviata da Ishtar Visualizza il messaggio
Io compenso la mia scarsa autostima con l'orgoglio. Le tecniche che ho sempre usato sono le più sbagliate e le meno efficaci. La mia psicologa diceva devi fare dei dolci, devi cucinare, per vedere qualcosa fatto e creato da me. Mah, si vede che non vedeva in me molte qualità.
Secondo me aveva ragione la tua psicologa, ti dava dei consigli in quel senso perché voleva farti trovare qualcosa da amare ed è da lì che possibile far crescere l'autostima.
La differenza fra orgoglio e autostima è che l'orgoglio serve da difesa, e se ti difendi implica che hai delle debolezze.
L'autostima è qualcosa di diverso e più sano, se ti attaccano non ti senti minimamente ferito.
Vecchio 02-11-2011, 13:57   #28
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Originariamente inviata da D. Vecio Visualizza il messaggio
La differenza fra orgoglio e autostima è che l'orgoglio serve da difesa, e se ti difendi implica che hai delle debolezze.
L'autostima è qualcosa di diverso e più sano, se ti attaccano non ti senti minimamente ferito.
Quoto......
Vecchio 08-11-2011, 19:28   #29
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L'avatar di maralgiu
 

in realtà il nome "self efficacy" coniata da Bandura fu tradotta in lingua italiana con il termine "autostima", alcuni hanno però preferito la dizione letterale, ma sono la stessa cosa: la bassa autostima è la scarsa fiducia nella propria capacità di essere efficace nel far fronte agli eventi.


Quote:
da rory
Beh hai ragione...a monte quindi ci può essere un problema o di scarsa autostima o di scarsa autoefficacia...e si, non ci avevo mai pensato in effetti!
Nel mio caso credo sia un problema di scarsa autostima, ma non in tutto..diciamo che più circolo vizioso del mio non ci potrebbe essere..io credo di essere una bella ragazza, non mi reputo neppure inferiore agli altri come intelligenza e infatti nel contesto università sono del tutto normale, loquace e disinvolta..ma ogni volta che parlo con gli alri al di là dell'ambiente universitario, mi sembra sempre di annoiare le persone e non piacere e quindi sto chiusa a casa e non ho amici...perchè? Perchè mi sembra di apparire come una ragazza che si fa paranoie per ogni cosa e troppo problematica..e in effetti è così, ma perchè? Perchè ho paura del giudizio degli altri.....poi paradossalmente io mi vergogno proprio di non uscire mai..più circolo vizioso di questo
Se fai discendere i tuoi problemi dall'autostima o come dici tu, auto efficacia, commetti un errore di attribuzione in quanto trasformi in causa ciò che è la conseguenza di credenze disfunzionali da una parte e rinforzi di tali credenze dall'altra. Credo però di capire perché fare quest'attribuzione: nel momento in cui si è determinata la bassa autostima, questa diventa parte integrale del circolo vizioso cui accennavi. Ma il fatto stesso che c'è un perché alla bassa autostima, dovrebbe già a farti pensare che essa non può costituire una causa di base.
E perché hai paura del giudizio degli altri? Il timore del giudizio altrui non è una credenza di base, ma è una credenza intermedia cioè una di quelle convinzioni i cui pensieri vertono sul tema dell'accettazione e della competenza, questo significa che hai delle convinzioni disfunzionali a monte di tale paura.

Quote:
Io me ne sono resa conto annotando giornalmente i miei stati d'animo e le mie paure..è assurdo vedere come mi contraddico in ogni cosa..analizzando il tutto, mi sono resa conto che ciò che non mi piace di me e che temo gli altri possano giudicare negativamente sono proprio i sintomi causati dalla fobia sociale
è già un buon segno che hai preso coscienza di questa cosa, cominci a intravvedere la disfunzionalità di certi tuoi pensieri e comportamenti.
Se prendi ad annotare anche i comportamenti attuati, questo lavoro che stai facendo ti sarà ancora più utile.

Quote:
..la fobia sociale però a sua volta si è instaurata quando ero piccola, a causa della mia scarsa autostima e della mia eccessiva sensibilità
Mi riaggancio quanto detto prima, la timidezza, la fobia sociale, non vengono generate dalla scarsa autostima, ma questa è generata dai convincimenti profondi negativi che hai di te. Se eri fobica già da bambina, probabilmente hai ereditato un temperamento ansioso e l'ambiente (familiare e scolastico?) in cui sei cresciuta nei tuoi primi anni di vita, hanno fatto sì che nel tuo sistema cognitivo si formassero convincimenti negativi sulla tua persona. Sono questi ultimi ad aver generato la bassa autostima.

Quote:
poi ho risolto, ma si erano creati altri problemi derivanti dal fatto che mi ero isolata e non avevo amici....insommma è stata una cosa a catena e se ci penso, potrei trovare dei collegamenti per tutto. Ricordo anche il trauma infantile in cui mi sono sentita umiliata e al c'entro dell'attenzione di tutti i passanti
È probabile che avevi risolto solo la questione del mangiare molto, ma non hai rimosso le credenze di base che oramai si erano formate. Certamente gli episodi che ti hanno visto umiliata e posta al centro dell'attenzione, hanno fortemente rafforzato i convincimenti inconsci di base e, anzi, possono aver contribuito alla formazione di altri convincimenti negativi di base.

Quote:
Sembra assurdo come tutti noi siamo così bravi ad analizzare ogni cosa..è la pratica che ci frega ..insomma "tra dire e il fare c'è di mezzo il mare"
Sei proprio sicura di aver analizzato le cose nella giusta direzione? Il fatto che attribuisci alla bassa autostima l’origine e la formazione dei tuoi problemi, indicherebbe che ti sei fermata all’analisi di ciò che risiede nel tuo livello cosciente: tutte le persone afflitte dall’ansia sociale percepiscono distintamente di avere una bassa autostima senza alcun sforzo analitico.

Quote:
da Roberta
Certo, non a caso ho scritto dovrebbe. Comunque, almeno per quanto mi riguarda e pur ritenendomi timida, trovo utile far tesoro delle esperienze passate belle e brutte. Le considero un'occasione in cui mi sono messa alla prova ed ho scoperto e capito cose nuove su me stessa.
Attenta Roberta che, generalmente, pensando al passato non si scoprono o capiscono cose nuove su se stessi, ma si confermano, e quindi rafforzano, convincimenti interiori profondi inconsci. Comunque c’è un modo molto semplice per renderti conto se hai scoperto cose nuove su di te: se hai capito o scoperto cose che ti descrivono con carenze, mancanza di bravura in qualcosa, piccole o grandi incompetenze, inabilità sociali, sei su una strada sbagliata, anzi sei incappata nel rafforzare proprio ciò che dovresti superare.

Quote:
Certamente bisogna concentrarsi sul presente e non rimanere schiavi del passato, ma senza dimenticare il proprio punto di partenza. Che diventa la base per costruire un futuro più simile a quello che si desidera. Anche perchè ciò che siamo nel presente è inevitabilmente un prodotto di esperienze passate.
Il tuo punto di partenza non è il passato, ma il presente. Oggi sei quel che sei, ieri eri un’altra persona, anche se avevi gli stessi problemi. Il fatto che siamo la risultante delle nostre esperienze è vero solo in parte, bisognerebbe dire che siamo la risultante tra le esperienze vissute, l’interpretazione che oggi facciamo di quelle esperienze e il presente. Le due affermazioni non sono identiche né somiglianti, la loro differenza è sostanziale, ciascuna ha implicazioni diverse, da una parte si contestualizza il passato, nell’altra si contestualizza il presente.

Quote:
da d. vecio
È così scontato che quasi mi vergogno a scriverlo: non è nemmeno importante il risultato in sé, l'importante è imparare qualcosa dal proprio ipotetico fallimento.
Farsi domande, fare autocritica, capire l'errore, cosa ho sbagliato se ho sbagliato? Cosa è andato storto? È imputabile a me? E se sì come risolvere il problema? E infine risaltare in sella verso nuovi errori.
La cosa fondamentale da imparare dal proprio fallimento è l’accettazione del fallimento stesso e l’acquisire la consapevolezza che nella vita gli insuccessi possono capitare.
L'autocritica va bene solo se eviti di emettere giudizi sulla tua persona o sulle tue qualità. L'errore, il fallimento, non determina il valore di una persona in quanto tale, né la condanna a incompetenze assolute o perenni.
Vecchio 08-11-2011, 20:03   #30
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mio effetto alla parola autostima:
Vecchio 09-11-2011, 22:36   #31
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Quote:
Originariamente inviata da bunker Visualizza il messaggio
mio effetto alla parola autostima
la mancanza d'autostima mia copre tutti i giorni tutto il giorno anche per le cose più stupide...


esempio
ho perso il portafoglio, non mi passa neanche per la mente che me lo abbiano rubato e che non sia colpa mia, me lo hanno dovuto dire gli altri che può essere successo questo.... per me la colpa era mia, mia, mia, soltanto mia!
Vecchio 11-11-2011, 16:17   #32
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[QUOTE=maralgiu;631159].

Il tuo punto di partenza non è il passato, ma il presente. Oggi sei quel che sei, ieri eri un’altra persona, anche se avevi gli stessi problemi. Il fatto che siamo la risultante delle nostre esperienze è vero solo in parte, bisognerebbe dire che siamo la risultante tra le esperienze vissute, l’interpretazione che oggi facciamo di quelle esperienze e il presente. Le due affermazioni non sono identiche né somiglianti, la loro differenza è sostanziale, ciascuna ha implicazioni diverse, da una parte si contestualizza il passato, nell’altra si contestualizza il presente.

Grazie per gli spunti di riflessione, effettivamente per quel che mi riguarda in questo periodo dò poco peso al presente e le tue parole mi hanno spinta a far luce su questo aspetto.. Ho anche una citazione a tal proposito..
"Stare attenti vuol dire vivere nel momento presente, non essere imprigionati nel passato e nemmeno anticipare eventi futuri che potrebbero non accadere. Allorche' siamo pienamente coscienti del momento presente, la vita si trasforma e l'ansia e lo stress scompaiono. Gran parte della vita se ne va nella febbrile anticipazione delle cose da fare e nella conseguente sospensione d'animo. Dovremmo imparare a fare un passo indietro nella liberta' e possibilita' del presente." (Bede Griffiths, 1906-1993)

Effettivamente bisognerebbe riuscire a concentrarsi più sul momento presente piuttosto che sui timori provocati da esperienze passate che hanno causato un calo di autostima..invece spesso le proprie potenzialità sono invalidate da questi pensieri..
Vecchio 12-11-2011, 18:01   #33
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L'avatar di maralgiu
 

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Originariamente inviata da bunker Visualizza il messaggio
la mancanza d'autostima mia copre tutti i giorni tutto il giorno anche per le cose più stupide...
esempio
ho perso il portafoglio, non mi passa neanche per la mente che me lo abbiano rubato e che non sia colpa mia, me lo hanno dovuto dire gli altri che può essere successo questo.... per me la colpa era mia, mia, mia, soltanto mia!
Questa non è propriamente bassa autostima, anche se la provoca. In psicologia è annoverata tra le "distorsioni cognitive" ed è chiamata "personalizzazione", cioè la tendenza ad incolpare se stessi per quello che accade. L'autostima non esprime attribuzioni di causa o di colpa. Tu hai una bassa autostima soltanto quando non ti ritieni in grado di svolgere qualcosa.
Vedi questo articolo

Quote:
Effettivamente bisognerebbe riuscire a concentrarsi più sul momento presente piuttosto che sui timori provocati da esperienze passate che hanno causato un calo di autostima..invece spesso le proprie potenzialità sono invalidate da questi pensieri.
Roberta, sei ricascata nello stesso ragionamento di prima. Se la bassa autostima ce l'hai ora, vuol dire che oggi hai credenze negative di base su di te. Quelle di ieri sono solo state al massimo confermate da te nel presente. Quindi sono le credenze negative di base che hai ora a generare la bassa autostima. Il fatto che queste convinzioni profonde negative si siano formate nel passato è irrilevante dal punto di vista della dinamica cognitiva. Nel passato si sono solo cominciate a formare queste convinzioni, ma ciò che è accaduto nel passato non provoca assolutamente nulla nel tuo presente.
Inoltre l'autostima non si poggia su reminiscenze storiche, non ha una continuità automatica col passato, non ha un continuum temporale: essa è alimentata solo e soltanto dalle credenze negative di base e dai pensieri automatici negativi esistenti nel momento attuale.
Vecchio 12-11-2011, 18:53   #34
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Originariamente inviata da maralgiu Visualizza il messaggio
Questa non è propriamente bassa autostima, anche se la provoca. In psicologia è annoverata tra le "distorsioni cognitive" ed è chiamata "personalizzazione", cioè la tendenza ad incolpare se stessi per quello che accade. L'autostima non esprime attribuzioni di causa o di colpa. Tu hai una bassa autostima soltanto quando non ti ritieni in grado di svolgere qualcosa.
Vedi questo articolo



Roberta, sei ricascata nello stesso ragionamento di prima. Se la bassa autostima ce l'hai ora, vuol dire che oggi hai credenze negative di base su di te. Quelle di ieri sono solo state al massimo confermate da te nel presente. Quindi sono le credenze negative di base che hai ora a generare la bassa autostima. Il fatto che queste convinzioni profonde negative si siano formate nel passato è irrilevante dal punto di vista della dinamica cognitiva. Nel passato si sono solo cominciate a formare queste convinzioni, ma ciò che è accaduto nel passato non provoca assolutamente nulla nel tuo presente.
Inoltre l'autostima non si poggia su reminiscenze storiche, non ha una continuità automatica col passato, non ha un continuum temporale: essa è alimentata solo e soltanto dalle credenze negative di base e dai pensieri automatici negativi esistenti nel momento attuale.
non mi ritengo in grado di girare normalmente in piazza
Vecchio 12-11-2011, 19:02   #35
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Originariamente inviata da bunker Visualizza il messaggio
non mi ritengo in grado di girare normalmente in piazza
Vecchio 12-11-2011, 19:42   #36
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Originariamente inviata da maralgiu Visualizza il messaggio

sono le credenze negative di base che hai ora a generare la bassa autostima. Il fatto che queste convinzioni profonde negative si siano formate nel passato è irrilevante dal punto di vista della dinamica cognitiva.
Ok, ok.. quindi da profana ho confuso la causa con l'effetto. Quando parlavo di autostima mi riferivo in realtà alle convinzioni profonde negative.. Questo spiega anche perchè quando vivo un'esperienza positiva mi sembra che la mia autostima non cresca molto.. Sono quelle maledette convinzioni negative che non se ne vanno..anzi mi portano ad interpretare le cose comunque negativamente. Comunque trovo tutto strettamente connesso in un circolo vizioso difficile da spezzare..sensibilità-timidezza-convinzioni negative-bassa autostima-insicurezza-ansia..Forse il consiglio migliore che ho ricevuto a riguardo è stato quello di concentrarmi e sviluppare maggiormente le parti positive piuttosto che quelle negative, perchè se particolarmente sensibili e quindi critici con sé stessi ci si nasce non è che si possa cambiare del tutto.. ho detto qualcosa di sensato!?..
Vecchio 14-11-2011, 12:04   #37
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Originariamente inviata da roberta Visualizza il messaggio
Comunque trovo tutto strettamente connesso in un circolo vizioso difficile da spezzare..sensibilità-timidezza-convinzioni negative-bassa autostima-insicurezza-ansia
Vero, tutti i vari fenomeni cognitivi, comportamentali e l'ansia, alla fine alimentano la reiterazione della timidezza attraverso la conferma delle credenze di base. Questo fenomeno di riconferma delle credenze negative è chiamato rinforzo

Quote:
concentrarmi e sviluppare maggiormente le parti positive piuttosto che quelle negative
Non proprio, il pensare positivo è rischioso. Se cominci a pensare solo in positivo, dato che la realtà è fatta di successi e insuccessi, ti può portare a un crollo ulteriore al primo insuccesso. La cosa migliore è il pensare realistico, cioè acquisire la consapevolezza che nella vita si può fallire e riuscire, ma che questi esiti non possono mettere in discussione il valore o le qualità di una persona: l'insuccesso appartiene solo a quel determinato momento, non all'intera vita e né al futuro, non può essere trasformata in una regola generale, in una legge predeterminata che ti condanna a essere in un modo per sempre. La consapevolezza cui mi riferivo è il convincimento profondo della logica relativa degli eventi, è possibile ottenere questo risultato solo se ad ogni occasione di insuccesso o paura di insuccesso eserciti questo ragionamento: a furia di ripetertelo, a un certo punto ti ritrovi con una credenza riformata, crei cioè lo stesso processo che ti ha portato a sviluppare la timidezza, solo che stavolta, determini credenze realistiche.
Il tuo obiettivo, infatti, dovrebbe essere quello di riformare le credenze negative per poi mettere mano all'adeguamento dei tuoi comportamenti oggi improntati alla timidezza.
Riguardo queste tematiche ci sono alcuni articoli che potresti leggere:
http://www.addio-timidezza.com/2010/...-positivo.html
http://www.addio-timidezza.com/2010/...rte-prima.html
http://www.addio-timidezza.com/2010/...e-seconda.html
http://www.addio-timidezza.com/2010/...timidezza.html
Vecchio 18-11-2011, 18:53   #38
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L'avatar di maralgiu
 

Quote:
Originariamente inviata da bunker Visualizza il messaggio
non mi ritengo in grado di girare normalmente in piazza
perché non ce la fai, ti senti gli occhi di tutti addosso? ti senti giudicato?
Vecchio 18-11-2011, 19:07   #39
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da maralgiu Visualizza il messaggio
perché non ce la fai, ti senti gli occhi di tutti addosso? ti senti giudicato?
son sicuro di fare figure di merda solo con il mio esistere
Vecchio 20-11-2011, 12:36   #40
Principiante
 

Ormai sono arrivato alla conclusione che tutti i miei problemi hanno come base una scarsissima autostima.
Per quanto io cerchi di limare quelli che ritengo essere i miei difetti, non riesco comunque ad uscire da questo circolo vizioso che mi vede analizzare costantemente quelle che credo essere le mie mancanze, anche nel momento in cui la causa non sussiste più od è del tutto irrazionale.

Per fare un esempio semplice, sino a 2 anni fa ero piuttosto grasso, ma anche ora che sono dimagrito continuo a percepirmi come il bamboccione cicciottoso quale ero.

Attualmente invece il mio problema essenziale è il fatto di essere ignorate.
Avendo vissuto nell'apatia tutto il periodo della scuola, mi sono reso conto di aver assimilato poco o niente delle nozione impartitemi. Mi sento vuoto, ma nonostante ciò, a causa appunto dell'apatia che ancora oggi mi perseguita, non riesco a migliorarmi. Anzi forse all'epoca l'apatia era solo un mezzo per avvicinarmi ai miei coetanei che vedevo vuoti e disinteressati verso tutto e tutti, quindi lo facevo anch'io per emulazione nel tentativo di essere accettato.
Ora però vivo in un ambiente dove ho pochi contatti con coetanei e mi sento costantemente inferiore ai colleghi coi quali ho una marcata differenza d'età. A livello cosciente mi rendo conto che, visto il divario generazione che ci separa, è normale abbiano maggiori esperienze e più vaste conoscenze, ma inconsciamente non riesco ad accettarlo, mi sento uno stupido bambinetto ogni qualvolta il discorsi scivolano su politica od altri argomenti un po' più impegnativi.
Ho letto qualcosa sulle teorie di Alfred Adler e credo di non aver superato il complesso di inferiorità nei confronti degli adulti, ed ora che adulto lo sono pure io, mi sento costantemente inadeguato.
La frase qui sopra rappresenta anche un altro dei miei difetti, ossia quello di avere la mente talmente presa dall'analizzarmi che non riesco ad interessarmi ad altro se non a me stesso ed ai miei problemi, creando anche in questo caso un circuito chiuso dove quella che dovrebbe essere la cura del mio imbarazzo (in questo caso la costruzione di basi culturali più solide) è in contrasto con la mia stessa natura apatica e pigra.
Non so veramente come fare... mi sento limitato da me stesso!!

Ultima modifica di Rebellion; 20-11-2011 a 12:44.
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