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15-08-2014, 20:15
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#1
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: Pisaurum
Messaggi: 1,045
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stasera mi aspetta la classica serata di ferragosto ma.. non ho molta voglia, non me la sento molto. saremo in un gruppo di venti persone ma tutti li riconosco più come "conoscenti" che come amici, sebbene ci siano persone che conosco da una vita, da quando facevo l'asilo.
tutto questo è sicuramente frutto della mia freddezza che assumo con ogni tipo di rapporto
qualche giorno fa ho letto una cosa che molto mi ha incuriosito:
poco prima di una scena, toto' si trovava ad una cena ed era evidentemente molto triste. arrivo' una persona a domandargli che avesse e lui rispose "sono triste perchè mi tocca rappresentare toto' "
cosi, dopo qualche minuto, ando' in scena in un comportamento totalemente opposto da quello che aveva poco prima
mi sono cosi chiesto: come è possibile applicare questa cosa per essere felici?
tutti noi in ogni momento della nostra vita usiamo maschere, non siamo quasi mai noi stessi. in un certo senso siamo continuamente degli attori, attori che si adattano ad ogni situazione che gli si presenta
cosi voglio provarci, un pò come l'attore in scena, stasera voglio "rappresentarmi". mettere da parte le mie paure, i miei pensieri, vivere il presente come fa il personaggio
la mia piu' grande difficoltà è l'ansia. un'ansia che mi impedisce di essere me stesso, un'ansia che mi da paranoie per il nulla. un ansia che mi fa pure balbettare
tra qualche ora voglio rappresentare un personaggio che non ha ansie, che non si fa problemi del tipo "oddio ti sta guardando? hai visto? sta pensando male di te!" ma piuttosto un personaggio attivo
sarò semrpe io, con tutto il mio modo di ragionare che si rispecchia in pochi ma sarò il biomotivato sotto un'altra angolazione, un biomotivato che scherza, parla e intrattiene. un biomotivato che non balbetta
è un bell'esperimento. vedo cosa riesco ad ottenere
per chi fosse interessato gli lascio un link che mi ha dato molta ispirazione (anche se sta presentando un libro lol)
link
quanti tra i presenti hanno fatto recitazione?
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Ultima modifica di Biomotivato; 15-08-2014 a 20:17.
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15-08-2014, 20:51
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#2
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Banned
Qui dal: Feb 2013
Messaggi: 1,418
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Non la comprendo questa cosa della recita, la farsa, la maschera, mi ricordano cose come il carnevale o halloween o le antiche palliate che ho sempre detestato. Prima parlavi di equilibrio ma non è così che lo si ottiene, idea mia almeno, non voglio rappresentare qualcosa che non sono. Poi provaci, magari andrà bene, buona festa.
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15-08-2014, 21:01
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#3
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Banned
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 3,059
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Le situazioni sociali daltronde sono un'insieme di rituali sociali, frasi di circostanza e sorrisi magari anche forzati, non ci si può esimere dal fingere quando si è in società, è cortese fingere, è necessario, chi non finge è ritenuto strambo, pazzo, da evitare. è questa non è poi una cosa così insensata,non è che se sei in un gruppo puoi stare in silenzio a pensare ai fatto tuoi come faresti quando sei solo, ascoltare soltando, rispondere a mono sillabi o in modo scostante e deprimerti deprimendo il resto del gruppo, un minimo di finzione ci vuole se si vuol partecipare alla vita sociale. Ci sono persone che non fingono perchè gli viene facile fare quel che si conviene in un gruppo (sorridere, intrattenere, far ridere, essere cortese) ecco perchè per noi è più difficile.
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Ultima modifica di Stefania90; 15-08-2014 a 21:05.
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15-08-2014, 21:16
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#4
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Banned
Qui dal: Feb 2013
Messaggi: 1,418
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Quote:
Originariamente inviata da Stefania90
Le situazioni sociali daltronde sono un'insieme di rituali sociali, frasi di circostanza e sorrisi magari anche forzati, non ci si può esimere dal fingere quando si è in società, è cortese fingere, è necessario, chi non finge è ritenuto strambo, pazzo, da evitare. è questa non è poi una cosa così insensata,non è che se sei in un gruppo puoi stare in silenzio a pensare ai fatto tuoi come faresti quando sei solo, ascoltare soltando, rispondere a mono sillabi o in modo scostante e deprimerti deprimendo il resto del gruppo, un minimo di finzione ci vuole se si vuol partecipare alla vita sociale. Ci sono persone che non fingono perchè gli viene facile fare quel che si conviene in un gruppo (sorridere, intrattenere, far ridere, essere cortese) ecco perchè per noi è più difficile.
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Chi non finge è ritenuto strambo, pazzo...non puoi stare in silenzio...deprimere gli altri...eh???
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15-08-2014, 21:48
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#5
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 1,573
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pensavo di essere l'unica a fare certi pensieri.
Anche io per un bel periodo ho pensato che se fossi riuscita a "recitare" un po', come se fossi un'attrice, sarei riuscita a tenere a bada il mio lato più insicuro e timido...ma mi son resa conto che non è così facile. Anzi, non ci riesco proprio.
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15-08-2014, 22:06
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#6
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Banned
Qui dal: Oct 2011
Ubicazione: Florentia
Messaggi: 1,368
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Quote:
Originariamente inviata da Stefania90
Le situazioni sociali daltronde sono un'insieme di rituali sociali, frasi di circostanza e sorrisi magari anche forzati, non ci si può esimere dal fingere quando si è in società, è cortese fingere, è necessario, chi non finge è ritenuto strambo, pazzo, da evitare. è questa non è poi una cosa così insensata,non è che se sei in un gruppo puoi stare in silenzio a pensare ai fatto tuoi come faresti quando sei solo, ascoltare soltando, rispondere a mono sillabi o in modo scostante e deprimerti deprimendo il resto del gruppo, un minimo di finzione ci vuole se si vuol partecipare alla vita sociale. Ci sono persone che non fingono perchè gli viene facile fare quel che si conviene in un gruppo (sorridere, intrattenere, far ridere, essere cortese) ecco perchè per noi è più difficile.
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Il teatrino sociale, tra teatranti e burattini. Se così fosse non ho alcuna possibilità di recuperare la fiducia negli altri...
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15-08-2014, 22:19
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#7
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Esperto
Qui dal: Feb 2013
Ubicazione: Inferno
Messaggi: 975
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È una vita intera che fingo che ormai ci sono anche abituato. Fingo di essere di buon umore, fingo di essere normale, fingo che certe cose non le faccio per disinteresse, fingo di essere un tipo ribelle e non uno che non riesce a vivere. Il guaio di tutto questo è che fingere funziona fino ad un certo punto. Una persona intelligente può fingere di essere stupida me una persona stupida non può fingere di essere intelligente. Questo è solo un esempio per farvi capire cosa voglio dire.
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15-08-2014, 23:07
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#8
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Intermedio
Qui dal: Jun 2014
Ubicazione: nord
Messaggi: 213
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Tranquillo....tutti recitano la loro parte.
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15-08-2014, 23:16
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#9
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Principiante
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: Out
Messaggi: 13
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Io ho recitato per anni, quando avevo la mia vita sociale più o meno stabile, e anche dopo, quando la mia situazione sociale è peggiorata. Mi prefiggevo dei ruoli, definivo ogni giorno certe componenti caratteriali da mantenere. Recitavo non solo nei rapporti sociali, ma anche nella solitudine, faccia a faccia con me stesso. Risultato: alla fine dimentichi chi sei. A forza di impersonare altre personalità, perchè quella che apparentemente sembra essere la tua personalità ti ispira solo un odio viscerale, non hai più una tua personalità. Quello che mi rimane oggi sono solo oscillazioni di personalità alquanto vuote, e questa cosa mi causa non pochi problemi.
Comunque, in una certa misura, credo che recitare una parte, o comunque certi stati d'animo, può essere terapeutico. Ad esempio lessi da qualche parte (PNL o roba del genere) che recitare uno stato di allegria quando si è giù può effettivamente migliorare il proprio stato d'animo. Se non ricordo male, lessi anche che la semplice azione muscolare del sorriso stimola l'attivazione di certe sostanze chimiche nel cervello che predispongono ad uno stato d'animo positivo e favoriscono pensieri positivi. Poi ci sono anche psicoterapie di gruppo basate sulla recitazione, come in un teatro, ma non ne so molto.
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15-08-2014, 23:21
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#10
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
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Quote:
Originariamente inviata da Orto d'Osso
E' un'interpretazione dell'esistenza umana e della società un po' troppo massimalista....il tutto ridotto a un gioco di ruoli.
Ad ogni modo credo che tra i componenti della "commedia umana" quelli che meno si adattano a questo gioco siamo proprio noi fobici, che più degli altri tendiamo a essere noi stessi, a rifiutarci magari inconsciamente di recitare, e proprio per questo siamo sistematicamente messi ai margini.
Credo che non sia un esperimento adatto alla nostra personalità, comunque auguri!
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Ma il carattere esiste in quanto pura autorappresentazione e autoconnotazione, non è espressione di un codice genetico come l'aspetto fisico, qualcosa la cui evoluzione dipende poco o per nulla dalla nostra volontà, essendo espressione di qualcosa già codificato. La differenza sta forse nel fatto che determinati schemi e pattern comportamentali sono stati interiorizzati da lunga data e quindi erroneamente considerati il frutto di un'espressione genica, perché antico è stato il loro evolversi e la memoria dello stesso non è più rintracciabile. Ecco perché si preferisce liquidare l'affare appellandosi a frasi di rito come "sono sempre stato così", "fin da piccolo ero un bambino triste e malinconico" eppure già all'epoca, seppure in modo incosciente, stava già prendendo atto un processo di identificazione in un certo ruolo comportamentale.
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16-08-2014, 08:49
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#11
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Avanzato
Qui dal: Jun 2013
Messaggi: 374
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Quote:
Originariamente inviata da Stefania90
Le situazioni sociali daltronde sono un'insieme di rituali sociali, frasi di circostanza e sorrisi magari anche forzati, non ci si può esimere dal fingere quando si è in società, è cortese fingere, è necessario, chi non finge è ritenuto strambo, pazzo, da evitare. è questa non è poi una cosa così insensata,non è che se sei in un gruppo puoi stare in silenzio a pensare ai fatto tuoi come faresti quando sei solo, ascoltare soltando, rispondere a mono sillabi o in modo scostante e deprimerti deprimendo il resto del gruppo, un minimo di finzione ci vuole se si vuol partecipare alla vita sociale. Ci sono persone che non fingono perchè gli viene facile fare quel che si conviene in un gruppo (sorridere, intrattenere, far ridere, essere cortese) ecco perchè per noi è più difficile.
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Sostanzialmente, concordo.
Recitare per non turbare il normale andamento delle cose, funziona, ho verificato.
Il clima è più disteso, si evitano tragedie.
Esempio della fila: se hai dieci persone davanti, sei irritato.
Ma se ti dimostri tranquillo e te ne stai al tuo posto, la fila scorre.
Se ti metti a urlare, non solo non passi in testa, ma rallenti tutto.
È vero, fingere logora, ma è molto peggio non farlo, ci si trova a scegliere il minore dei mali.
Per questo sto bene da sola, è come una vacanza dal mio lavoro da attrice.
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16-08-2014, 12:03
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#12
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Esperto
Qui dal: Mar 2013
Messaggi: 3,845
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Quote:
Originariamente inviata da Biomotivato
mi sono cosi chiesto: come è possibile applicare questa cosa per essere felici?
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La felicità non arriva dalla prestazione sociale in sé quanto dalla vicinanza con gli altri.
Se gli altri ti provocano ansia (consapevolmente o meno) non potrai sentirti vicino a loro.
Il problema per il fobico sociale è la percezione che ha di sé stesso che lo mette a disagio e in ansia di fronte agli altri.
Ed è lì che bisogna lavorare, non sui sintomi (che sarebbero l'insicurezza, il balbettare, ecc).
Uno che recita potrebbe provare piacere "nell'ingannare" gli altri, "fingendo" di essere qualcun'altro, ottimo esercizio ma non mi sembra che vada a risolvere il problema.
Tutti fingiamo, è necessario, ti comporteresti a lavoro come fai a casa o con degli amici? No, perché ti licenzierebbero subito e viceversa, perché i tuoi amici ti direbbero di levare quella scopa dal culo
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16-08-2014, 12:22
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#13
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Avanzato
Qui dal: Feb 2014
Messaggi: 439
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Luigi Pirandello introduce una teoria a cui si fa riferimento come la “Teoria delle maschere”, che spiega attraverso la metafora della maschera come l’uomo si trova nascosto dietro di una “maschera” imposta a noi dalla società, dai valori imposti da questa e dalla nostra famiglia. Questa maschera, così come la “maschera che ricopre l’inconscio”, non può essere tolta dall’uomo, e l’uomo non potrà allora conoscere la vera e propria essenza, la propria personalità.
Questa teoria si presenta, per esempio, nella sua opera Uno, nessuno e centomila dal titolo stesso:
· Uno: perchè una è la personalità che l’uomo pensa di avere
· Centomila: perchè l’uomo nasconde dietro la maschera tante personalità quante sono le persone che lo giudicano
· Nessuno: perché, in realtà, l’uomo non ne possiede nessuna
Abbiamo mille sfaccettature che ci vengo assegnate a secondo delle condizione sociale e al luogo a cui siamo sottoposti
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16-08-2014, 12:27
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#14
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: Pisaurum
Messaggi: 1,045
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Dunque, la serata e' finita e devo dire che il metodo che ho utilizzato ha dato ottimi risultati. Appena arrivato non balbettavo, scandivo perfettamente le parole, non mi facevo problemi nel rispondere a tono a certe affermazioni, ero pure abbastanza scorbutico
dopo cinque minuti dal mio arrivo, alcune persone si erano avvicinate a me facondo finta di essere zombi e cosi per rispondergli interpretai a mia volta un altro zombi. Mi sentivo un personaggio dentro il personaggio
L'unica cosa in cui ho trovato difficolta' e' stata quella del reset dei pensieri. Sapevo sarebbe stato quasi impossibile.
Proprio l'anno scorso a ferragosto sullo stesso luogo mi fidanzai (?) con una ragazza, per i mesi seguenti io non feci altro che illuderla, alternando momenti di "voglio stare con te" a "ti vedo come un amica" facendola inevitabilmente soffrire come un cane. Ora lei e' fidanzata con un altro ma avendola vista per quasi tutta la serata provavo forse un senso di malinconia. Buffo perche' lei non mi e' mai piaciuta realmente. Sono queste esperienze che mi portano a capire quanto siamo orribili nel nostro profondo
Comuqnue nel complesso, Come prima volta non posso che dare giudizi positivi dell'esperienza, provero' sicuramente a riapplicarla in futuro, chissa' come andra' a finire
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16-08-2014, 12:30
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#15
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Avanzato
Qui dal: Feb 2014
Messaggi: 439
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Quote:
Originariamente inviata da Biomotivato
Dunque, la serata e' finita e devo dire che il metodo che ho utilizzato ha dato ottimi risultati. Appena arrivato non balbettavo, scandivo perfettamente le parole, non mi facevo problemi nel rispondere a tono a certe affermazioni, ero pure abbastanza scorbutico
dopo cinque minuti dal mio arrivo, alcune persone si erano avvicinate a me facondo finta di essere zombi e cosi per rispondergli interpretai a mia volta un altro zombi. Mi sentivo un personaggio dentro il personaggio
L'unica cosa in cui ho trovato difficolta' e' stata quella del reset dei pensieri. Sapevo sarebbe stato quasi impossibile.
Proprio l'anno scorso a ferragosto sullo stesso luogo mi fidanzai (?) con una ragazza, per i mesi seguenti io non feci altro che illuderla, alternando momenti di "voglio stare con te" a "ti vedo come un amica" facendola inevitabilmente soffrire come un cane. Ora lei e' fidanzata con un altro ma avendola vista per quasi tutta la serata provavo forse un senso di malinconia. Buffo perche' lei non mi e' mai piaciuta realmente. Sono queste esperienze che mi portano a capire quanto siamo orribili nel nostro profondo
Comuqnue nel complesso, Come prima volta non posso che dare giudizi positivi dell'esperienza, provero' sicuramente a riapplicarla in futuro, chissa' come andra' a finire
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Bio,a parer mio recitare è una cosa genetica
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16-08-2014, 12:31
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#16
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: Pisaurum
Messaggi: 1,045
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Consiglio questo metodo a chi come me soffre di ansia. Interpretare jn personagio che rappresenta se stessi ma in un altra forma da risultati davvero evidenti
Con in tempo questo personaggio si fondera' con noi e quindi potrebbe essere anche un modo per risolvere determinati problemi
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16-08-2014, 12:32
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#17
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: Pisaurum
Messaggi: 1,045
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Quote:
Originariamente inviata da lupanisky
Bio,a parer mio recitare è una cosa genetica
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Certo, secondo me scegliere la parte da recitare giusta potrebbe fare la differenza
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16-08-2014, 12:41
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#18
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Banned
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 3,059
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Quote:
Originariamente inviata da Pulcina
Sostanzialmente, concordo.
Recitare per non turbare il normale andamento delle cose, funziona, ho verificato.
Il clima è più disteso, si evitano tragedie.
Esempio della fila: se hai dieci persone davanti, sei irritato.
Ma se ti dimostri tranquillo e te ne stai al tuo posto, la fila scorre.
Se ti metti a urlare, non solo non passi in testa, ma rallenti tutto.
È vero, fingere logora, ma è molto peggio non farlo, ci si trova a scegliere il minore dei mali.
Per questo sto bene da sola, è come una vacanza dal mio lavoro da attrice.
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Hai ragione fingere stanca, io lo ripeto sempre che stare con le persone mi stanca tantissimo proprio perchè fingo ciò che magari in quel momento non sono, ma se si vuol stare con gli altri è così.
La società è fatta da persone molto diverse tra loro in realtà ma cè una sorta di norma implicita che prevede che quando si sta in un gruppo ci si debba uniformare per non turbare l'armonia del gruppo stesso, è brutto da sentire ma è così.
Questo è il modo di pensare degli estroversi, si come gli altri altrimenti non sarai accettato, e in una società di estroversi bisogna adeguarsi.
Non è detto che si debba fingere con tutti però, io per esempio quando sono "tra" i miei intimi divento la vera me, lunatica, sul depresso andante, schietta e sincera.
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16-08-2014, 12:43
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#19
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: Pisaurum
Messaggi: 1,045
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Quote:
Originariamente inviata da dintei166
Non la comprendo questa cosa della recita, la farsa, la maschera, mi ricordano cose come il carnevale o halloween o le antiche palliate che ho sempre detestato. Prima parlavi di equilibrio ma non è così che lo si ottiene, idea mia almeno, non voglio rappresentare qualcosa che non sono. Poi provaci, magari andrà bene, buona festa.
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La metafora delle maschere e dei personaggi e stata ripresa proprio dal teatro e puo' rappresentare bene il nostro comportamenti nella vita. Maschere intese come oggetti di scena per il teatro appunto, non per divertirsi come nel caso di halloween e carnevale
Quote:
Originariamente inviata da Stefania90
Le situazioni sociali daltronde sono un'insieme di rituali sociali, frasi di circostanza e sorrisi magari anche forzati, non ci si può esimere dal fingere quando si è in società, è cortese fingere, è necessario, chi non finge è ritenuto strambo, pazzo, da evitare. è questa non è poi una cosa così insensata,non è che se sei in un gruppo puoi stare in silenzio a pensare ai fatto tuoi come faresti quando sei solo, ascoltare soltando, rispondere a mono sillabi o in modo scostante e deprimerti deprimendo il resto del gruppo, un minimo di finzione ci vuole se si vuol partecipare alla vita sociale. Ci sono persone che non fingono perchè gli viene facile fare quel che si conviene in un gruppo (sorridere, intrattenere, far ridere, essere cortese) ecco perchè per noi è più difficile.
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Concordo in tutto
Quote:
Originariamente inviata da Orto d'Osso
E' un'interpretazione dell'esistenza umana e della società un po' troppo massimalista....il tutto ridotto a un gioco di ruoli.
Ad ogni modo credo che tra i componenti della "commedia umana" quelli che meno si adattano a questo gioco siamo proprio noi fobici, che più degli altri tendiamo a essere noi stessi, a rifiutarci magari inconsciamente di recitare, e proprio per questo siamo sistematicamente messi ai margini.
Credo che non sia un esperimento adatto alla nostra personalità, comunque auguri!
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Non credo che i fobici siano sempre loro stessi, anzi, proprio il contrario. Anche noi, come tutti recitiamo costantemente delle parti
Quote:
Originariamente inviata da alice89
pensavo di essere l'unica a fare certi pensieri.
Anche io per un bel periodo ho pensato che se fossi riuscita a "recitare" un po', come se fossi un'attrice, sarei riuscita a tenere a bada il mio lato più insicuro e timido...ma mi son resa conto che non è così facile. Anzi, non ci riesco proprio.
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Cosi come per il teatro, ci sono infinite parti da recitare. avrai scelto la parte/le parti giusta/e?
Quote:
Originariamente inviata da Supermanes
È una vita intera che fingo che ormai ci sono anche abituato. Fingo di essere di buon umore, fingo di essere normale, fingo che certe cose non le faccio per disinteresse, fingo di essere un tipo ribelle e non uno che non riesce a vivere. Il guaio di tutto questo è che fingere funziona fino ad un certo punto. Una persona intelligente può fingere di essere stupida me una persona stupida non può fingere di essere intelligente. Questo è solo un esempio per farvi capire cosa voglio dire.
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Come toto', se fuori siamo allegri o comunque in un certo modo, non sempre lo siamo anche dentro. E' un pericolo di questa tecnica
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16-08-2014, 12:52
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#20
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: Pisaurum
Messaggi: 1,045
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Quote:
Originariamente inviata da Semplizio
Io ho recitato per anni, quando avevo la mia vita sociale più o meno stabile, e anche dopo, quando la mia situazione sociale è peggiorata. Mi prefiggevo dei ruoli, definivo ogni giorno certe componenti caratteriali da mantenere. Recitavo non solo nei rapporti sociali, ma anche nella solitudine, faccia a faccia con me stesso. Risultato: alla fine dimentichi chi sei. A forza di impersonare altre personalità, perchè quella che apparentemente sembra essere la tua personalità ti ispira solo un odio viscerale, non hai più una tua personalità. Quello che mi rimane oggi sono solo oscillazioni di personalità alquanto vuote, e questa cosa mi causa non pochi problemi.
Comunque, in una certa misura, credo che recitare una parte, o comunque certi stati d'animo, può essere terapeutico. Ad esempio lessi da qualche parte (PNL o roba del genere) che recitare uno stato di allegria quando si è giù può effettivamente migliorare il proprio stato d'animo. Se non ricordo male, lessi anche che la semplice azione muscolare del sorriso stimola l'attivazione di certe sostanze chimiche nel cervello che predispongono ad uno stato d'animo positivo e favoriscono pensieri positivi. Poi ci sono anche psicoterapie di gruppo basate sulla recitazione, come in un teatro, ma non ne so molto.
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E' vero, hai perfettamente ragione, ecco perche' la parte che si andra' a recitare dovra' essere il piu' possibile accettabile, almeno con quella parte che di noi vogliamo migliorare
Non dico di interpretare personaggi che non ci assomigliano per nulla ma che ci differiscono per alcune cose, che a forza di eseguire la parte con il tempo se ne vanno (come l'ansia, in questo caso)
Ho letto anche io qualcosa sulla psicoterapia basandosi sul teatro ma forse ne so quanto te
Indubbiamente, il teatro da spunti di miglioramento a forza di interpretare personaggi
Quote:
Originariamente inviata da Weltschmerz
La felicità non arriva dalla prestazione sociale in sé quanto dalla vicinanza con gli altri.
Se gli altri ti provocano ansia (consapevolmente o meno) non potrai sentirti vicino a loro.
Il problema per il fobico sociale è la percezione che ha di sé stesso che lo mette a disagio e in ansia di fronte agli altri.
Ed è lì che bisogna lavorare, non sui sintomi (che sarebbero l'insicurezza, il balbettare, ecc).
Uno che recita potrebbe provare piacere "nell'ingannare" gli altri, "fingendo" di essere qualcun'altro, ottimo esercizio ma non mi sembra che vada a risolvere il problema.
Tutti fingiamo, è necessario, ti comporteresti a lavoro come fai a casa o con degli amici? No, perché ti licenzierebbero subito e viceversa, perché i tuoi amici ti direbbero di levare quella scopa dal culo
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Beh certo, dipende fin dove si spinge l'interpretazione del nostro personaggio
Nel mio caso, dovevo solo interpretare un me stesso che non ha ansia. I risulatati sono stati ottimi
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